Pendolo rovescio registratore Guzzanti - 1892


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

In un articolo apparso nel 1893 su "Rassegna delle Scienze Geologiche in Italia" Corrado Guzzanti, direttore dell'Osservatorio Geodinamico di Mineo lamentava alcuni inconvenienti nell'utilizzo del sismoscopio a verghetta. Egli aveva notato come lo strumento si mettesse in funzione anche in assenza di movimenti sismici mentre, al contrario, rimanesse spesso immobile anche quando gli altri strumenti indicavano moti di chiara origine endogena. L'avvisatore Cecchi e il sismoscopio a dischetto Brassart, in presenza di onde lente e a componente orizzontale venivano spesso osservati con le aste in oscillazione senza lo scarico del peso o del dischetto. Nell'articolo veniva inoltre segnalato l'inconveniente di dover rimontare gli strumenti dopo il funzionamento in modo da poter essere subito riutilizzati nel caso del passaggio di nuove onde sismiche. L'esigenza di avere a disposizione uno strumento sensibile ed affidabile capace di rilevare e registrare su carta i movimenti sismici, spinse Guzzanti a realizzare un sismiscopio a pendolo rovescio funzionale e di semplice realizzazione.

Il pendolo rovescio registratore Guzzanti per la componente orizzontale era costituito da un'asta di acciaio fissata alla base ad un pesante telaio di ghisa. All'estremità superiore dell'asta di acciaio era attaccata una massa di ottone sulla quale era saldata una sottile punta di platino a forma di uncino (U). Di fronte al pendolo era alloggiata su di un braccio scorrevole, supportato da un sostegno di ferro (B), una vaschetta di rame attraversata da una vite (V) con la punta a tronco di cono. La vaschetta conteneva mercurio che formava intorno alla vite un menisco concavo, questo poteva essere allargato e ristretto mediante la regolazione della vite. In questo modo lo strumento veniva reso più o meno sensibile secondo le esigenze dell'utilizzatore. Il braccio di sostegno (B) poteva essere regolato in altezza in modo tale da posizionare il menisco di mercurio nella vaschetta esattamente sotto e centrato rispetto alla punta dell'uncino di platino (U). Al sopraggiungere di un movimento sismico il pendolo si metteva in movimento chiudendo il circuito elettrico collegato allo strumento ogni volta che avveniva un contatto tra l'uncino ed il mercurio.

I sistemi di registrazione adottati da Guzzanti erano di due tipi:

- il primo derivava dal registratore meteorologico Richard modificato. Al posto del comune cilindro-orologio ne era stato montato uno che faceva un giro completo in 24 ore, in modo da avere indicazioni il più possibile precise sul tempo. L'ancora di una elettrocalamita portava un pennino scrivente all'estremità; alla chiusura del circuito elettrico l'ancora veniva attratta dall'elettrocalamita ed il pennino, che normalmente tracciava una linea orizzontale sulla carta, disegnava una linea verticale proporzionale all'ampiezza dell'oscillazione dell'ancora.

- il secondo consisteva in un orologio sul cui asse posteriore era montato un cilindro di legno che faceva svolgere un rotolo di carta (12 centimetri di carta Morse ogni ora). Un'elettrocalamita collocata orizzontalmente su un supporto di legno portava sul prolungamento del braccio, fissato all'ancora, una pinzetta a molla. La pinzetta teneva stretto un piccolo sifone di vetro contenente inchiostro di anilina che tracciava una linea continua sulla carta tesa. Il tempo veniva indicato sulla carta per mezzo di un'asta, fissata perpendicolarmente al cilindro, che ogni ora faceva rientrare il piccolo sifone tracciando così un segno a forma di U. La registrazione dell'impulso sismico veniva fatta in maniera del tutto analoga al caso precedente.

Bibliografia

Guzzanti C.
Di alcuni strumenti sismici dell'Osservatorio Geodinamico di Mineo (Catania).
Roma 1883

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(Last update on: 26/04/00)