* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.
Nel 1881 P. Filippo Cecchi, Direttore dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze, progettò e fece costruire un avvisatore sismoscopico meccanico che univa la grande semplicità di costruzione alla notevole sensibilità ed efficacia: l'un des plus simples et en meme temps des plus sensibles de ces appareils (De l'etude..., 140497). L'apparecchio si caratterizzava per il costo contenuto e la facilità di trasporto e montaggio che lo rendevano uno strumento adatto per escursioni ed osservazioni temporanee (de Rossi M.S., 140102).
L'avvisatore era in sostanza un pendolo rovescio formato da una sfera di piombo assai pesante (contraddistinta nella figura dalla lettera P) attraversata da un' asta cilindrica d'acciaio, del diametro di 2 millimetri, molto elastica ed imperniata al centro di un tripode rettificabile mediante viti calanti. La massa pendolare si poteva fissare lungo il filo ad una altezza a piacimento, per mezzo di un anello con vite a pressione (V). L'asta di sostegno portava alla sommità una piccola spirale che sosteneva un dischetto orizzontale sul quale: quando si è acquistata una certa pratica, si mette facilmente in equilibrio la piccola asticina o bulletta DE (Giovannozzi G., 140198). Questa poteva assumere la forma di un piccolo bilanciere (figura 2) col dischetto opposto a quello d'appoggio regolabile in altezza in maniera da facilitare o meno la caduta della bulletta. L'intero apparecchio veniva collocato sotto una apposita campana di vetro allo scopo di proteggerlo dai disturbi accidentali dell'ambiente circostante.
I movimenti sismici facevano vibrare l'asta di sostegno e la sfera di piombo che insieme costituivano il sitema pendolare rovescio. La spirale contribuiva poi ad amplificare le vibrazioni trasmettendole al piccolo bilanciere superiore che cadendo chiudeva un circuito elettrico azionando una suoneria o un orologio.
L'avvisatore del Padre Cecchi, che fece mostra di sé alla Esposizione Nazionale di Torino del 1884 (de Rossi, 140130), fu molto apprezzato dai sismologi italiani ed europei per le sue doti e per la pulizia ed essenzialità del progetto; ben a ragione Giovanni Giovannozzi, nel 1901, a venti anni dalla realizzazione dello strumento poteva scrivere: ...il notissimo avvisatore a filo elastico a sfera pesante, la più geniale forse delle invenzioni del P. Cecchi, e che inutilmente altri hanno voluto correggere o migliorare (Bollettino Sismologico, 140469). La portata della fama acquisita in ambito scientifico potrebbe risultare sminuita se si riportassero unicamente i giudizi lusinghieri di un amico, confratello ed allievo del Cecchi quale era il P. Giovannozzi, che successe al maestro nella direzione dell'Osservatorio Ximeniano. Tra i tanti estimatori dell'apparecchietto del Cecchi, Giulio Grablovitz, incaricato, nel 1886, dalla R. Commissione geodinamica di formulare un parere sugli avvisatori sismici utilizzati in Italia, così si espresse al riguardo dello strumento: un avvisatore meccanico di grande semplicità...ed il suo effetto, nonchè sicuro, quale l'esperienza l'ha dimostrato, è altresì dei più pronti tra gli strumenti in cui non si fa uso dell'elettricità (Grablovitz G., 140139). Lo stesso autore concludeva la sua relazione raccomandando l'adozione dell'avvisatore Cecchi, ritenuto il miglior compromesso tra costi e prestazioni nell'ambito degli avvisatori a doppio effetto.
Nel 1886 una commissione del Corpo delle Miniere francese, in seguito ad una visita agli osservatori italiani, redigeva un rapporto sulla strumentazione sismica osservata; gli scienziati d'oltralpe, dopo aver rimarcato le doti dell'avvisatore Cecchi concludevano: il convient surtout aux secousses ondulatoires, ou dont l'impulsion est horizontale (De l'etude..., 140497).
Per le sue caratteristiche di elevata sensibilità l'avvisatore trovò impiego quale apparato innescante la registrazione nei sismografi ideati dal P. Cecchi e da altri studiosi di sismometria. Gli apprezzamenti non furono scevri da proposte e realizzazzioni di possibili miglioramenti che emendassero i limiti palesati dallo strumento; lo stesso Giulio Grablovitz, sperimentando l'avvisatore nell'Osservatorio di cui era responsabile, a Casamicciola, verificò che la massa spesso oscillava visibilmente e faceva oscillare ancor più visibilmente l'estremità dell'asta senza produrre la caduta della verghetta (Grablovitz G., 235019). Questo impediva l'avviamento certo del meccanismo di registrazione dei sismografi, per ovviare all'inconveniente il sismologo triestino interpose: un ostacolo alla verga, in guisa che oscillando mollemente in qualsiasi direzione ricevesse un urto brusco, tale da provocare la caduta della verghetta. Tale ostacolo consiste in un tubetto d'ottone del diametro di 7 millimetri infilato nell'asta e saldato all'estremità inferiore del piedistallo (Grablovitz G., 235019).
Agamennone G.
Brevi cenni sull'organizzazione del Servizio Sismico in Italia con l'elenco dei principali osservatori sismici italiani, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana (1908-1909), Vol.XIII, pp.41-74.
Modena 1908
(Last update on: 26/04/00)