Microsismografo de Rossi - 1876


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Il microsismografo venne costruito da Michele Stefano de Rossi partendo dagli stessi concetti costruttivi di altri strumenti di sua ideazione come il protosismografo e l'autosismografo. Pur conservando l'economicità, la praticità d'impiego e la facilità di realizzazione di questi strumenti, il nuovo microsimografo (micros=piccolo), così chiamato perché destinato alla misura delle minime scosse, spiccava per la maggiore sensibilità nella registrazione dei moti microsismici.







Lo strumento era costituito da una base superiore di lavagna (A) alla quale erano appesi cinque pendoli. Uno centrale cn ed altri quattro a, a', c e c', due a due, di diversa lunghezza, disposti agli angoli della lavagna ed orientati secondo i punti cardinali. Con questa disposizione pendolare si avevano, lungo le direzioni N-S ed E-W, tre pendoli allineati ed uniti tra loro da un filo. Al centro del filo, che univa un pendolo con l'altro, erano fissati quattro aghi e, e', e'', e''' sospesi sopra altrettante tazzine contenenti mercurio (s, s', s'',s'''). La diversa lunghezza dei pendoli (sistema già adottato da Cavalleri) venne studiata per assicurare la mancanza di sincronismo nei movimenti oscillatori di questi in modo tale che, in caso di movimenti sismici, essi si trovassero in alcuni momenti ad oscillare l'uno verso l'altro amplificando così il movimento dell'ago verso la tazzina col mercurio. Gli aghi erano collegati, nella parte superiore, a quattro fili metallici (ce, ce', ce'', ce''') ed in caso di contatto con il mercurio questi chiudevano il circuito elettrico collegato alle bobine del sistema di registrazione attraverso i cavi r ed r'.

La chiusura del circuito provocava il movimento delle ancore delle bobine (i) dell'apparecchio di registrazione posto su una mensola (R) ed isolato dal sismografo. Nell'apparecchio era presente un sistema di scorrimento per la carta rappresentato da un orologio (V) che portava al centro del quadrante un cilindro che avvolgeva una striscia di carta. Sulla striscia scrivevano due pennini ad inchiostro collegati tramite due aste alle ancore delle bobine.

Bibliografia

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Appareils pour l'enregistrement continuel des ondulation sismiques au sol inventés par M.S. de Rossi, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.X (1883), pp.101-106.
Roma 1883

Brassart E.
Catalogo descrittivo degli istrumenti sismici costruiti dai fratelli Brassart, costruttori meccanici dell'Ufficio Centrale di Meteorologia in Roma.
Roma 1886

De Rossi M.S.
Microsismografo ossia istromento autografico per registrare le osservazioni dei movimenti microscopici del suolo, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XXIX, (1875-76) pp.420.
Roma 1876

De Rossi M.S.
Istrumenti sismografici italiani premiati all'Esposizione di Elettricità in Parigi nel 1881, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.IX (1882), pp.143-146.
Roma 1882

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Osservatorio di Monte Cavo, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.IV (1877), fasc. VI-VIII, (1877), p.6.
Roma 1877

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(Last update on: 26/04/00)