Microfono sismico registratore de Rossi - 1878


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.





L'idea di realizzare uno strumento capace di rilevare e registrare i rumori prodotti dai fenomeni sismici venne a Michele Stefano de Rossi nel 1875 a seguito di alcune considerazioni fatte dal Conte Mocenigo in un articolo pubblicato quell'anno.

Mocenigo osservò che un galvanometro mostrava perturbazioni ed interruzioni della corrente elettrica nel caso questo venisse disturbato con scuotimenti artificiali dei conduttori. Osservò inoltre che le perturbazioni avvenivano in maniera spontanea ed imprevedibile anche in assenza di disturbi artificiali. Intuito che doveva trattarsi di un fenomeno legato a perturbazioni naturali dovute a scosse microsismiche, de Rossi intraprese una serie di studi che pubblicò in un articolo su "Nature" nel 1878 dove dimostrava la relazione tra i disturbi nelle correnti elettriche ed i fenomeni sismici. De Rossi decise di intraprendere una serie di osservazioni sperimentali presso l'osservatorio privato di Rocca di Papa. Costruì con l'aiuto del suo assistente Giuseppe Giovenale uno strumento costituito da un microfono speciale a bilancia montato su una lastra di pietra, composto semplicemente da un filo metallico e da un piano d'argento. All'estremità del filo metallico, che agiva da leva, era posta una vite per la regolazione della sensibilità dello strumento. Lo strumento era collegato con un telefono mediante il quale era possibile ascoltare i rumori prodotti dal microfono. Lo strumento venne collocato in una grotta a 20 metri di profondità a diretto contatto con le rocce affioranti del suolo, isolato da disturbi accidentali e protetto all'interno di una custodia.

Per questioni di semplicità ed economia di costruzione de Rossi decise di sostituire il microfono con due oggetti semplici e facilmente reperibili: un orologio da taschino ed un chiodo metallico. Una pila elettrica veniva collegata al meccanismo: il primo polo alla leva metallica che sorreggeva il chiodo ed il secondo, passando per il telefono, alla cassa metallica dell'orologio. In questo modo era possibile ascoltare il ticchettio dell'orologio ed i rumori che fossero intervenuti a disturbare il contatto tra il chiodo e la cassa dell'orologio.

De Rossi approfittò delle ore notturne per sperimentare lo strumento rilevando ben presto la corrispondenza tra i suoni prodotti dal microfono e l'attività dei sismografi. In occasione dell'eruzione del Vesuvio nel settembre 1878, recandosi a Pozzuoli e sul cratere del vulcano, de Rossi studiò la relazione tra i rumori prodotti dal microfono sismico e l'attività eruttiva e sismica del vulcano.

In esperimenti successivi, compiuti con il microfono, il sismologo fece alcune osservazioni e vide come nei terremoti, si osservassero due o tre scosse giungere in tempi diversi e separate tra loro da periodi di calma relativa. Con un importante intuizione si chiese: "Sono queste...le forme ordinarie del vibrare dei solidi elastici che si manifestano nelle rocce terrestri?".



Al microfono sismico venne collegato un registratore autografico di Sabatucci; ne risultò perciò un nuovo strumento che venne esposto da de Rossi nel 1881 insieme ad altri, su invito del Ministro dell'Agricoltura e Commercio, all'Esposizione di Elettricità di Parigi.





La figura illustra il microfono sismico premiato all'Esposizione di Elettricità di Parigi nel 1881.

Bibliografia

De Rossi M.S.
Registrazione autografica del microfono sismico e quadro dei terremoti del 1878, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XXXII, (1878-79), p.377.
Roma 1879

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(Last update on: 26/04/00)