Sismografo registratore per le scosse ondulatorie Scateni - 1883


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.





Achille Scateni, custode del palazzo dell'Università di Urbino ed assistente nei laboratori di fisica e chimica dello stesso Ateneo, presentò nel 1883 il suo sismografo con l'intento di fornire agli studiosi di sismologia, fra i quali il Serpieri, uno strumento in grado di segnalare l'ora, la durata e la direzione delle scosse di terremoto.

Lo strumento era composto da una campana di vetro cilindrica della lunghezza da 10 a 12 centimetri e diametro di circa 3 centimetri, il cui bordo inferiore era rivestito di platino nella parete interna. La campana era capovolta e si reggeva in equilibrio poggiando sulla punta di un'asta d'acciaio interna e coassiale. Un anello scorrevole permetteva di regolare il centro di gravità della campanina, determinandone così la sensibilità alle oscillazioni. Il sostegno astile era collegato alla base col polo di una pila elettrica e portava fissati ad angolo retto quattro fili di platino orientati secondo i punti cardinali e connessi singolarmente con l'apparato indicatore-registratore. Tramite un commutatore girevole era possibile avere quattro contatti ovvero uno solo (de Rossi, 1883).

Dal bordo di platino della campana risalivano due fili elettrici che, mediante una spirale metallica ed una colonna a squadra, la collegavano all'altro polo della pila. Il circuito azionava l'apparato indicatore-registratore quando le oscillazioni della campana di vetro facevano urtare il bordo platinato con uno o più fili, del medesimo metallo, posti tra essa ed il sostegno astile.

Scateni partecipò, con il suo sismografo registratore per le scosse ondulatorie, alla Esposizione Nazionale di Torino tenutasi nel 1884; in quella occasione fu mostrato solo l'apparato sensore sopra descritto mentre del congegno registratore si esposero i disegni.

Tarsferitosi a Fiesole nel 1884 il P. Serpieri, per il quale lo Scateni aveva già realizzato lo strumento completo, il nuovo Direttore dell'Osservatorio di Urbino Martinotti propose, nel luglio del 1885, alla Direzione generale dell'Agricoltura, l'acquisto del sismografo Scateni per installarlo nell'istituto urbinate. L'istanza, avanzata anche dietro forti premure del costruttore che poco dopo la morte di Serpieri aveva sollecitato l'acquisto dello strumento, seguì un iter complesso e prolungato nel tempo. Finalmente, nel 1886, il sismografo Scateni fu sottoposto al giudizio della R. Commissione geodinamica, la quale, sulla scorta di una relazione presentata da Giulio Grablovitz, lo giudicò non idoneo ad essere adottato negli osservatori e stazioni sismiche italiane. Buona parte delle costruzioni meccaniche destinate dallo Scateni alla sismologia fu esposta, per concessione della vedova del costruttore, alla Mostra retrospettiva di Sismometria svoltasi a Milano nel 1907. Tra gli apparecchi figuravano l'apparato sensore a campanina di vetro ed un congegno, peraltro incompleto, progettato per registrare il numero di contatti elettrici verificatisi in seguito all'oscillazione della campana di vetro. Non venne esposto, come già accaduto a Torino nel 1884, l'orologio indicatore e registratore che avrebbe dovuto completare lo strumento sismografico.



Bibliografia

De Rossi M.S.
Sismografo registratore inventato e costruito dal meccanico Achille Scateni, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.X (1883), pp.137-138.
Roma 1883

De Rossi M.S.
Relazioni del vulcanismo con la storia, l'industria, l'arte e le bellezze naturali in Italia, appendice, Estratto dal catalogo ufficiale della Esposizione Generale Italiana in Torino per la parte che si riferisce alla geodinamica, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", AA.XV-XVI (1888-89), pp.22-84.
Roma 1888-1889

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(Last update on: 26/04/00)