Baratta Mario

Voghera (PV) [I] 1868 08 13 Casteggio (PV) [I] 1935 09 04

Note biografiche

Mario Baratta nacque a Voghera il 13 agosto 1868, figlio del notaio Siro Baratta e della nobildonna Anna Pianetta.

Compì gli studi medi-superiori presso il convitto nazionale Umberto I dove mostrò da subito una naturale predilezione per lo studio delle scienze. Terminato il liceo s'iscrisse alla Facoltà di Scienze della Università di Torino. A causa del suo temperamento ebbe un corso di studi travagliato al punto che il padre decise il suo trasferimento presso l'ateneo di Pavia. Qui ebbe come maestro Torquato Taramelli. Il suo interesse scientifico era già rivolto allo studio storico dei fenomeni sismici in Italia; ancora studente pubblicò sul Bollettino della Società Geologica, nel 1890, gli "Appunti storici sulle teorie sismochimiche" e "Contribuzione alla teoria dei terremoti".

Conseguì la laurea in scienze naturali nel 1890.

Nel gennaio 1891 Baratta fu nominato assistente presso il R. Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica a Roma diretto da Pietro Tacchini. Vi rimase fino al 1896 quando a causa di dissidi e polemiche decise di tornare a Voghera per proseguire i suoi studi. Nel periodo di permanenza a Roma Baratta pubblicò decine di lavori sulla sismicità storica tra i quali "Il terremoto calabro-siculo del 16 ottobre 1894" (Roma, 1895), "Il terremoto di Rimini del 14 aprile 1642" (Roma, 1894), "Il terremoto garganico del 10 agosto 1893" (Roma, 1894), "Ricerche storiche sugli apparecchi sismici" (Roma, 1896).

In quegli anni di grandi progressi scientifici e di trasformazioni sociali e culturali la sismologia si trovò ad avere forti impulsi. Fu in questo clima che Mario Baratta decise di realizzare un catalogo dei terremoti italiani. Tra il 1896 ed 1900 Baratta lavorò al suo progetto consultando migliaia di volumi e raccogliendo descrizioni e dati sui terremoti storici italiani. Nel 1901 venne pubblicato "I terremoti d'Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica" (Torino, 1901) nel quale sono citati e ricostruiti con descrizioni monografiche 1364 terremoti, dall'inizio dell'Era Volgare fino al 1898. Questa rimane tuttora un'opera fondamentale per le attuali ricerche sulla sismicità storica. Basata su quest'opera, nello stesso anno, venne pubblicata anche la "Carta sismica d'Italia" (Voghera, 1901).

Nel 1903 divenne libero docente in Geografia Fisica presso l'Università di Pavia. Baratta si dedicò con passione anche alla geografia; fu direttore del Bollettino della Società Geografica Italiana ed aderì al progetto di De Agostini di costituire un istituto privato per la cartografia.

La passione per la storia della scienza portò Baratta alla pubblicazione di numerosi lavori sulle opere di Leonardo da Vinci, prediligendo quelle di taglio geografico e geofisico. Tra queste ricordiamo: "Leonardo da Vinci e la geografia fisica" (Milano, 1902), "Leonardo da Vinci e i problemi della Terra" (Torino, 1903), "Curiosità vinciane" (Torino, 1905).

Nei primi anni del secolo l'attenzione di Baratta sembrò discostarsi dalla sismologia per abbracciare nuovi studi ma a seguito del terremoto del 28 dicembre 1908, che distrusse Reggio Calabria e Messina, egli tornò ad occuparsi del rischio sismico. In occasione dei terremoti calabro-siculi 1894 e 1905 Baratta fu in prima fila nell'azione di stimolo e denuncia condotta dalla comunità scientifica. Il suo impegno gli costò l'esclusione dalla commissione geologica incaricata degli studi sui disastri causati dai sismi. Fu per questo che il terremoto del 1908 divenne per Baratta un'occasione di riscatto che egli concretizzò, dopo più di un anno di studi svolti in forma semi-privata per conto della Società Geografica Italiana, nella pubblicazione de "La catastrofe sismica calabro-messinese" (Roma, 1910). Questa rappresenta un'opera d'eccezionale dettaglio con accurate ricostruzioni morfologiche e descrizioni delle opere antropiche; la pubblicazione comprendeva inoltre un ricco corredo cartografico e fotografico.

Nel 1910, quando morì Giuseppe Mercalli, Baratta divenne la figura di maggior spessore nel panorama sismologico italiano.

Lo stesso anno vinse il concorso per la cattedra di Geografia a Pavia e a Padova. Scelse quella di Pavia dove fu nominato docente straordinario nel 1911 e successivamente ordinario il 16 dicembre 1915.

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale Baratta aderì al partito fascista ed alle elezioni del '21 venne candidato nelle liste fasciste. Probabilmente in conseguenza del suo carattere, che i biografi definiscono "insofferente d'ogni costrizione", Baratta ruppe i rapporti con il partito dopo il 1930 per cause non ben definite e legate a vicende locali.

Nel 1924-25 fu presidente del Consiglio Provinciale di Pavia.

Tra il 1919 ed il 1929 diresse "La Geografia" il periodico divulgativo dell'istituto De Agostini; nel 1927 collaborò all'edizione del Grande Atlante Geografico de Agostini, dell'Atlante Storico e nel 1928 dell'Atlante delle Colonie Italiane. Negli anni '30 collaborò al progetto dell'Enciclopedia Treccani.

Nel 1935, in precarie condizioni di salute, Baratta completò due lavori che uscirono postumi: l'esame dei manoscritti di Leonardo conservati a Windsor e "I terremoti in Italia", un aggiornamento dal catalogo sismico del 1901.

Morì a Casteggio il 4 settembre 1935.

Bibliografia

Baratta M.
Nuovo orologio sismoscopico, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.XVII (1890), NN.1-3, gennaio-marzo 1890, pp.16-18.
Roma 1890

*
Dizionario Biografico degli Italiani, Voll. I-XXXIV, (1960-1988), Roma (1960-1988).


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.

home

(Last update on: 26/04/00)