Monte Pietro

 

Tonengo [I] 1823 00 00 Livorno [I] 1888 05 14

Note biografiche

Nacque a Tonengo nel 1823 e morì a Livorno il 14 maggio 1888.

Conosciamo purtroppo molto poco della vita di Pietro Monte. Entrò nell'ordine barnabitico il 22 novembre 1840. Dopo un periodo d'insegnamento al Collegio Maria Luigia di Parma, arrivò a Livorno intorno al 1856. A quest'epoca risalgono infatti le prime osservazioni meteorologiche compiute da Monte nell'osservatorio annesso al Reale Liceo, pubblicate nel 1858.

Non sappiamo con precisione quando Monte lasciò l'abito religioso, tuttavia era già uscito dall'ordine quando iniziò la sua polemica contro la teoria «microsismica» di Timoteo Bertelli. In un articolo pubblicato nel luglio del 1873 Monte contestava le conclusioni a cui era giunto il barnabita bolognese. Illustrando le proprie osservazioni compiute su un pendolo sismometrico di circa 14,5 kg di massa sospeso a un filo di 12,29 m, osservava: «Il prof. Bertelli a Firenze già da molto tempo fa osservazioni di questo genere e crede che le oscillazioni del sismometro abbiano veramente un'intima relazione con moti terrestri della natura dei terremoti; io non ammetterei questa ipotesi; fondato sulle mie osservazioni, benché troppo brevi, i moti ordinari del sismometro, per me, dipendono dal vento e da urti accidentali, quindi il fenomeno si spiega con molta semplicità, senza ricorrere a sollevamenti o avvallamenti della crosta terrestre» .

In seguito, avendo esteso le proprie ricerche anche a pendoli di peso e lunghezze molto differenti, e confrontando i valori delle osservazioni sismometriche con quelle dell'anemometro e del barometro giungeva ad affermare: «[del movimento] che si osserva nei lunghi pendoli dei sismometri, i quali ben raramente si trovano in perfetto riposo, sempre mostrandosi più o meno agitati [...] si danno spiegazioni varie forse perché non si sono istituite osservazioni comparative con sismometri molto differenti fra loro e coi valori dell'anemometro» . E più avant: «io credo che l'urto del vento contro i fabbricati e contro la superficie della terra, sia la causa principale del fenomeno di cui si ragiona; si aggiunga poi il tremito, che possono produrre corpi pesanti in moto, e le correnti che si generano nei tubi dei sismometri e avremo tanto da dare una spiegazione assai plausibile dei moti microscopici dei pendoli, senza ricorrere alla pressione atmosferica come causa prepotente di un cambiamento di forma nella terra, che riesce un po' dura ad ammettersi» .

In realtà, lo scetticismo di Monte, più volte ribadito in diversi articoli piuttosto polemici pubblicati soprattutto sulla Gazzetta Livornese, era ancora più profondo e si allargava dai moti microsismici alle registrazioni sismometriche tout court: «Spesso sentendo di qualche terremoto lontano, diciamo che i nostri sismometri l'hanno indicato, giacché osserviamo vibrazioni un po' esagerate; io credo che in questi giudizi ci sia poco o niente di vero, per la semplice ragione che i miei stromenti mi indicano altri cento terremoti, che non ci furono; adunque la coincidenza delle indicazioni di stromenti lontani, non è argomento probabile che questi abbiano sentito realmente quei fenomeni, salvo qualche caso rarissimo» .

Forse proprio a causa di questa sfiducia, a partire dal 1875 Monte esce dalla discussione scientifica in cui, peraltro, si trova ormai isolato a contrastare le ripetute, convincenti osservazioni che non solo Bertelli, ma come già visto anche M.S. de Rossi e altri osservatori riescono a ottenere in diverse parti d'Italia. Continuò a fornire a de Rossi per il Bullettino le tavole delle osservazioni effettuate all'Osservatorio di Livorno - a partire dal dicembre 1879 installò anzi anch'egli un tromometro normale - senza, tuttavia, intervenire più nel dibattito.

Più o meno contemporaneamente si interrompe la sua produzione scientifica su argomenti diversi dalla sismologia; non si hanno, infatti, notizie di pubblicazioni posteriori al 1875. Morì a Livorno il 14 maggio 1888.



Bibliografia

De Rossi M.S.
Annotazioni sullo stato odierno delle ricerche microsismiche, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", Vol.II (1875), pp.122-126.
Roma 1875

De Rossi M.S.
Discussione sopra le conclusioni di un articolo del Ch. Prof. P. Monte di Livorno, intitolato Considerazioni sui sismometri, in "Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", A.XXIX, sess.II.
Roma 1876

Monte P.
Sperienze comparative sui sismometri fatte nell'Osservatorio di Livorno, pp.1-22.
Livorno 1873

Monte P.
Considerazioni sui sismometri, in "Gazzetta Livornese", 4-5 giugno 1875.
Livorno 1875

*
Movimenti minimi e microscopici del suolo, in "Annuario Scientifico Industriale", A.XI (1874).
Milano 1875


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.

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(Last update on: 26/04/00)