Bertelli Timoteo

 

Bologna [I] 1826 10 26 Firenze [I] 1905 02 06

Note biografiche

Timoteo Bertelli nacque il 26 ottobre 1826 a Bologna, dove il padre Francesco era docente universitario di astronomia. Studiò presso i barnabiti delle scuole di Santa Lucia fino al 1844 quando, avendo deciso di diventare anch'egli barnabita, fu inviato per il noviziato a Genova, dove prese i voti il 7 settembre 1845. Insegnò, quindi, matematica e fisica in varie comunità dell'Italia centrale e settentrionale. Dapprima a Roma (1845-8), in seguito a Moncalieri (1848-50) e a Napoli (1850-1) - dove terminò gli studi teologici e fu ordinato sacerdote il 27 ottobre 1850 - poi a Macerata (1851-3), Bologna (1853-61), Parma (1861-7). Nel 1867 passò finalmente al Collegio "alla Querce" di Firenze dove, salvo una breve parentesi romana negli anni Novanta, rimase fino alla morte ( Melzi d'Eril 1906 p.1).

Nel collegio fiesolano Bertelli iniziò e portò a compimento le sue ricerche sui moti microsismici, che aprirono una nuova prospettiva negli studi di fisica terrestre. All'inizio del 1870 cominciò una serie di osservazioni sulle oscillazioni minime di un comune pendolo sismometrico appositamente modificato e installato in un ambiente seminterrato dell'edificio. Fin dai primi mesi di lavoro, Bertelli osservò una periodicità dei movimenti pendolari che lo indusse, a partire dall'agosto 1871, a ripetere più volte al giorno le osservazioni e a tenerne un preciso registro. Dal 17 giugno 1872 avviò le vere e proprie osservazioni tromometriche sullo strumento da lui stesso ideato, che gli permetteva una valutazione numerica dell'ampiezza dell'oscillazione pendolare (Bertelli 1872).

Alla fine del 1872, Bertelli fu in grado di sintetizzare le osservazioni effettuate e di formulare una prima spiegazione dei risultati ottenuti. Notò, in particolare, che i moti tromometrici si accompagnavano molto spesso a un forte abbassamento barometrico o, più in generale, a una variazione piuttosto rapida di pressione; più raramente, vi erano forti oscillazioni istantanee, di forma irregolare, che avvenivano contemporaneamente a terremoti più o meno lontani: «Un forte abbassamento barometrico, ed anche in generale, una variazione qualunque piuttosto rapida di pressione barometrica accompagna, ovvero di poco precede o segue, i moti tromometrici. Questa sembra essere la cagione impellente più ordinaria dei medesimi [...] Vi hanno però, ma raramente, delle grandi oscillazioni tromometriche isolate, all'infuori delle circostanze che ho detto, e per le quali credo si possa ricorrere ad alcune cagioni [...] alle quali, talora separatamente, talora simultaneamente, possono forse attribuirsi le convulsioni più forti del suolo» ( Bertelli 1873).

Subito dopo, allo scopo di dare spessore storico alle sue ricerche, Bertelli pubblicò un lungo e dettagliatissimo saggio su tutte le esperienze compiute in passato sui moti pendolari spontanei ( Bertelli 1873).

Nonostante ciò le sue idee furono accolte da molti con freddezza e da alcuni apertamente osteggiate, come nel caso di Pietro Monte, allora direttore dell'Osservatorio Meteorologico di Livorno. Secondo Monte i moti osservati da Bertelli andavano ricondotti a cause completamente diverse da quelle ipotizzate: al vento, che farebbe oscillare gli edifici; alle correnti generate da disequilibri di temperatura all'interno delle custodie dei pendoli; ai movimenti del suolo generati da cause meccaniche, acustiche o termiche, anche connesse alle attività umane.

Bertelli replicò di sentirsi abbastanza al riparo da questo genere di critiche, avendo avuto cura di sistemare i suoi strumenti sopra un pilastro isolato dal fabbricato e fondato direttamente sul terreno a circa un metro e mezzo di profondità rispetto al pavimento dell'edificio.Ciò, secondo Bertelli, escludeva l'influenza sui pendoli delle vibrazioni dei fabbricati, del traffico stradale, della temperatura, dell'azione diretta del vento.

Si innescò a quel punto una lunga controversia scientifica che si protrasse per tutto il 1874 e 1875 con numerosi interventi dell'uno o dell'altro dei due studiosi, la cui sostanza si trova riassunta da de Rossi sulle pagine del neonato Bullettino del Vulcanismo Italiano. Lo stesso de Rossi entrò a un certo punto nell'interminabile querelle cercando di istituire una sorta di arbitrato che si risolse con la sua completa adesione alle idee di Bertelli.

La vivacità della disputa richiamò l'attenzione di diversi studiosi di sismologia. Per primo Malvasia a Bologna e poi de Rossi a Roma e Rocca di Papa, Galli a Velletri, Papiri a Fermo e lo stesso Monte a Livorno iniziarono tra il 1873 e il 1875 regolari osservazioni microsismiche. Fu allora chiaro che per ottenere risultati omogenei occorreva rendere uniformi gli strumenti e i metodi della ricerca. A questo scopo, nel 1875, Bertelli e de Rossi idearono insieme un tromometro di costruzione più semplice ed economica che chiamarono "tromometro normale", il quale permetteva ai diversi osservatori di ottenere risultati confrontabili.

Bertelli continuava, intanto, le sue sistematiche osservazioni: alla fine del 1875 aveva raccolto oltre 18 000 misurazioni e la curva dei microsismi, tracciata sulla base di questi dati confermava pienamente le sue prime conclusioni. Il grafico presentava un massimo nei mesi invernali e un minimo in estate; i picchi seguivano molto da vicino le depressioni barometriche. Bertelli chiamò "barosismi" i moti più direttamente collegati agli abbassamenti di pressione per distinguerli da quelli più propriamente sismici. Precisando tuttavia: «ritengo [...] che la diminuzione di pressione atmosferica non sia che una causa occasionale di tali vibrazioni, la quale, come un piccolo peso ad una bilancia che stia per traboccare, s'aggiunga il più delle volte ad altre azioni endogene, non ancora ben definite, del vulcanismo» ( Bertelli 1876 p.88).

In seguito, salite le osservazioni a circa 50.000, ne confrontò l'andamento con la curva di Mallet della frequenza mensile dei terremoti nel nostro emisfero, trovando una notevole convergenza e un'ulteriore conferma dell'origine «endogena» dei microsismi. Elaborò allora la sua teoria pneumodinamica secondo la quale l'equilibrio della crosta terrestre sarebbe modificato da cause strettamente endogene (un'enorme forza espansiva interna al nucleo terrestre) ovvero da agenti esogeni in grado di sommarsi o sottrarsi alle forze endogene. Queste modificazioni produrrebbero sia i fenomeni macrosismici sia quelli microsismici.

Lo studio dei moti tromometrici si era intanto notevolmente esteso, grazie soprattutto all'opera di proselitismo svolta dal Bullettino di de Rossi. Le stazioni tromometriche italiane - 5 alla fine del 1874 - erano già 10 nel 1877, 14 nel 1880, 24 nell'84, 31 nell'86; cominciarono poi a ridursi progressivamente, parallelamente all'affievolirsi delle speranze che lo studio dei moti microsismici potesse in qualche modo aiutare la previsione dei grandi terremoti, la chimera degli studiosi ottocenteschi di sismologia.

Bertelli dedicò allo studio dei moti microsismici gran parte della sua attività scientifica; le osservazioni al tromometro lo impegnavano quasi completamente nelle ore libere dall'insegnamento. Tuttavia molti altri furono i campi di ricerca che lo stimolarono. Si interessò di elettrotecnica, in particolare dei conduttori, dei sistemi a punte multiple di rame, degli scaricatori a punte, del parafulmine, di un metodo di telegrafia ottica. Per molti anni si occupò di ricerche storico-critiche sull'invenzione della bussola e le sue prime applicazioni astronomiche e nautiche, e sull'attribuzione della scoperta della declinazione magnetica. Pubblicò anche una ricerca sullo scandaglio marino studiando varie versioni, antiche e moderne, dello strumento e proponendone un nuovo tipo manometrico di sua ideazione.

Nel 1895 fu chiamato a Roma come assistente del Padre Generale dell'ordine e ricoprì anche, di fatto, la carica di direttore della Specola Vaticana, vacante dopo la morte di Francesco Denza. Tornato a Firenze nel 1898, riprese l'insegnamento e nel 1903 venne eletto Rettore del Collegio «alla Querce», dove morì il 6 febbraio 1905 ( Dizionario Biografico degli Italiani 1960-1988 pp.501-503).

Bibliografia

Bertelli T.
Appunti storici intorno alle ricerche sui piccoli e spontanei moti dei pendoli fatte dal secolo XVII, in "Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze Matematiche e Fisiche di B. Boncompagni", t.VI, gennaio 1873.
Roma 1873

Bertelli T.
Osservazioni microsimometriche fatte a Firenze, Lettera del P.D. Timoteo Bertelli Barnabita al P. Angelo Secchi D.C.D.G. in "Bullettino Meteorologico dell'Osservatorio del Collegio Romano", Vol.XI, N.12, (1872).
Roma 1873

Bertelli T.
Tromosismometro, in "Atti dell'Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei", A.XXVII (1874), pp.194-208.
Roma 1874

Bertelli T.
Tromometro a prisma proposto per le osservazioni microsismiche dal P. Bertelli e dal P. de Rossi, in "Bollettino meteorologico dell'Osservatorio del R. Collegio Carlo Alberto Moncalieri", ottobre 1874.
Torino 1874

Bertelli T.
Riassunto delle osservazioni microsismiche fatte nel Collegio alla Querce di Firenze, e delle principali riflessioni teorico-sperimentali dedotte dalle medesime dal 1870 al 1875, in "Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", (1876).
Roma 1876

Bertelli T.
Nuovo avvisatore sismico ed osservazioni relative alle indicazioni sismometriche, in "Atti della Pontificia Accademia de' nuovi Lincei", A.XXXIV, (1880-81), p.67.
Roma 1881

Bertelli T.
Relazione di alcune conferenze geodinamiche tenute in Firenze nel maggio 1887, riguardanti anche le norme edilizie per attenuare i pericoli dei danni nei terremoti, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.XIV (1887), pp.22-33.
Roma 1887

Bertelli T.
Delle variazioni dei valori dell'intensita' relativa nelle medie tromometriche mensili ed annuali osservate nel Collegio alla Querce di Firenze, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLI. (1887-88), p.9.
Roma 1888

Bertelli T.
Riassunto di alcuni concetti teorici e pratici risguardanti la sismologia, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLI. (1887-88) p.51.
Roma 1888

Bertelli T.
Di un documento del principio del sec.XVII risguardante la sismologia, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLIX, (1895-96), p.39.
Roma 1896

Bertelli T.
Sul gabinetto sismico della Specola Vaticana, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLIX, (1895-96), p.119.
Roma 1896

Bertelli T.
Degli istrumenti sismici dell'Osservatorio Vaticano, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLIX, (1895-96), p.135.
Roma 1896

De Lisa G.
Per l'Osservatorio geodinamico di Catania, Risposta di G. De Lisa al Ch. Prof. Timoteo Bertelli.
Palermo 1886

De Rossi M.S.
Annotazioni sullo stato odierno delle ricerche microsismiche, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", Vol.II (1875), pp.122-126.
Roma 1875

De Rossi M.S.
Conferenza sui risultati prattici della geodinamica: relazione del Convegno di Sismologia a Firenze: periodo sismico di Narni: esperienze sismiche del P.G. Egidi, in "Atti dela Pontificia Accademia de'nuovi Lincei", A.XL. (1886-87), p.184.
Roma 1887

De Rossi M.S.
Presentazione di una memoria del P.T. Bertelli, intorno ad osservazioni fatte nella Liguria dopo i terremoti del 1887, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLI. (1887-88) p.20.
Roma 1888

De Rossi M.S.
Rivelazioni dei terremoti lontani fatte dai tromometri, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLVI, (1892-93), p.132.
Roma 1893

*
Dizionario Biografico degli Italiani, Voll. I-XXXIV, (1960-1988), Roma (1960-1988).

Galli I.
Presentazione di un opuscolo sopra controversie sismologiche, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLIII (1889-90), p.157.
Roma 1890

Giovannozzi G.
A che servono i sismografi e la sismologia.
Torino 1889

Lais G.
I gabinetti sismico e magnetico della Specola Vaticana, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLIX, (1895-96), p.67.
Roma 1896

Lais G.
Commemorazione del defunto presidente P.T. Bertelli, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.LVIII, (1904-05), p.113.
Roma 1905

Melzi C.
Sulla relazione dei moti tromometrici e la velocità del vento, in "Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", A.XXVIII (1875).
Roma 1875

Melzi D'Eril C.
Commemorazione del Prof. P.Timoteo Bertelli, in "Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", Vol.XXIV, (1906), p.1.
Roma 1906

*
Movimenti minimi e microscopici del suolo, in "Annuario Scientifico Industriale", A.XI (1874).
Milano 1875

Palazzo L.
Meteorologia e geodinamica, in Cinquanta anni di storia italiana (1860-1910).
Roma 1911


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.

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(Last update on: 26/04/00)