Sismografo a pendoli orizzontali a tre componenti Agamennone - 1907


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.



La foto mostra il sismografo Agamennone a pendoli orizzontali a tre componenti, sicuramente in funzione tra il 1917 e il 1934, presso l'osservatorio geodinamico di Mineo.

Furono numerosi gli osservatori sismici in Italia che a partire dal 1906 installatono questo strumento. Il sismografo, nelle due versioni a due componenti (50 kg) e tre componenti (50 kg componenti orizzontali e 20 kg componente verticale), era presente tra il 1906 e il 1934 in almeno 14 esemplari.



Il sismografo a tre componenti di Agamennone era del tutto identico all'analogo sismografo a due componenti salvo l'aggiunta di alcune parti per la registrazione della componente verticale.







La massa pendolare destinata ad oscillare verticalmente era composta da 5 dischi di ghisa per un peso totale di 50 Kg. Questa era fissata all'estremità di un tubo di ferro orizzontale (R') il quale, dopo aver attraversato la colonna di sostegno C, attraverso due larghi fori, si innestava ad angolo retto nel punto di mezzo di un altro tubo di ferro orizzontale O', posizionato nella parte anteriore dello strumento, al di sotto del tamburo D. Il tubo R' era attraversato ad angolo retto da un altro tubo orizzontale (F), il quale si prolungava a destra ad a sinistra mediante due raccordi a gomito, in due tubi verticali (G). A questi due ultimi tubi erano fissati, ad angolo retto, due coltelli (Q) ai quali erano attaccate mediante anelli due molle d'acciaio (N) fissate in alto alle due estremità libere della traversa L. La tensione delle molle aveva l'effetto di far premere il tubo O' contro due viti r'' ed s'', fissate alla colonna C mediante un supporto di ghisa, ed alloggiate all'interno di due coppe coniche di acciaio; un sistema del tutto simile a quello dei pendoli orizzontali del sismografo Agamennone a due componenti. La traversa L, regolabile in altezza tramite due viti (W), era supportata da due colonnine T avvitate sulla piattaforma P.

Mediante la regolazione delle molle N era possibile rendere orizzontale il tubo R'. Dato che il punto d'attacco delle molle si trovava al di sotto del piano passante per le punte di rotazione (r'' ed s'') ed il centro di gravità della massa verticale, si ottenevano periodi oscillatori lenti intorno ai 4-6 secondi.

I movimenti della massa M'' erano trasmessi all'estremo inferiore della sbarra A'', fissata nel punto di mezzo del tubo O' passante tra il tamburo e la parte anteriore della piattaforma P. L'amplificazione dei movimenti era ottenuta tramite una leva l'' che si trovava collegata all'estremità libera della sbarra A'', in maniera del tutto identica alle leve amplificatrici delle componenti orizzontali.

Movimenti eccessivi della massa pendolare erano impediti mediante due viti di arresto X'' ed Y'' fissate alla colonna C.

In questo strumento a tre componenti venne eliminata la penna oraria a causa dell'inserimento della terza leva scrivente che si trovava in mezzo alle due destinate alle componenti verticali. Il tempo veniva così segnato sul sismogramma mediante la leva della componente verticale che veniva sollevata ogni minuto da un meccanismo (telaio t). La durata del sollevamento del pennino era di circa 2-3 secondi, in modo tale da evitare la perdita di parte della registrazione a causa del sollevamento. Anche se il sollevamento era di breve durata si otteneva una interruzione netta del sismogramma grazie alla considerevole velocità di avanzamento del tamburo a carta affumicata (25 cm. al minuto).

Bibliografia

Agamennone G.
Sopra un tipo di sismografo a pendoli orizzontali, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1907), Vol.XII, pp.345-379.
Modena 1907

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(Last update on: 26/04/00)