Microsismoscopio Guzzanti a doppio pendolo - 1895


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.





Nel 1894, Corrado Guzzanti, illustrando sul "Bollettino mensuale di Moncalieri" gli ottimi risultati ottenuti dagli strumenti sismici a verghe metalliche e dai pendoli a doppia spirale di sua invenzione, diede conto di un nuovo strumento capace di fornire indicazioni sopra fenomeni sismici anche molto lontani e di debole intensità. Guzzanti adottò come base di partenza per il suo nuovo strumento i dispositivi a verghe metalliche per la componente verticale ed i pendoli a doppia spirale per la componente orizzontale, aumentandone le masse.

Il microsismoscopio a doppio pendolo venne così dotato di due grosse masse di 2500 grammi per la componente orizzontale e 6000 grammi per la componente verticale. Lo strumento era costituito da una base di ghisa B dal peso di 18 chilogrammi che sosteneva, per mezzo di tre robuste aste di ferro (a) lunghe 90 centimetri, un telaio triangolare di ferro (xyz) al quale erano fissati i due pendoli P e P'. Il primo pendolo (2500 gr.) era rigidamente fissato ad un filo metallico elastico di acciaio (V) dal diametro di 5 mm. e lungo 62 cm. nel punto di sospensione della sfera P. L'asta metallica veniva regolata in altezza per mezzo di una vite a pressione passante per un buco nel telaio triangolare nel lato xy. La sfera P terminava verso il basso con un ago di platino che penetrava in un forellino praticato nel sottostante dischetto. Questo faceva chiudere un contatto elettrico ad ogni movimento orizzontale del pendolo. L'apparecchio poteva essere regolato in maniera tale da essere più o meno sensibile scegliendo, tra i quattro forellini del dischetto, quale porvi al di sotto. Infatti il dischetto eccentrico possedeva quattro fori ad orlo platinato del diametro di 1, 1.5, 2 e 2.5 millimetri.

Il secondo pendolo P', per la componente verticale, era sospeso ad una molla di ottone a spirale (s) del diametro di 2.5 mm. La lunghezza della molla era di 16 centimetri a riposo e di circa 38 una volta collocata in posizione la massa di 6 chilogrammi. Alla sfera P' era attaccata, nella parte bassa, una piccola molla a spirale (s') di acciaio di mezzo millimetro di diametro alla quale era attaccato un secchiello riempito di pallini di piombo la cui funzione era quella di regolare la tensione e la sensibilità dello strumento. Il secchiello aveva sul fondo una punta di platino per la chiusura di un contatto elettrico, in caso di oscillazione verticale del pendolo, con il sottostante piattello di rame riempito di mercurio.

Il dischetto ed il piattello di rame erano alloggiati su un supporto di ottone avvitato alla base di ghisa (B) dello strumento. Mediante due viti ai lati del cavalletto di ottone si regolava in altezza la posizione del dischetto e del piattello modificando così la distanza dai contatti elettrici. Tutta la massa era in comunicazione elettrica con i due pendoli mentre il piattello ed il dischetto forato erano isolati; ogni contatto col mercurio o/e con un forellino del dischetto faceva chiudere il circuito. Nella zona anteriore della base di ghisa erano collocati due serrafili che servivano da contatto elettrico per l'apparato registratore. Il circuito comprendeva anche un campanello per la segnalazione acustica del movimento sismico.

Guzzanti collocò lo strumento sopra una mensola di marmo, tra due muri maestri, al primo piano dell'osservatorio di Mineo. Dopo averlo isolato con una apposita vetrina e tenuto in osservazione per diverso tempo, notò che il microsismoscopio non si attivava per cause accidentali. Alle 9.50 ed alle 11.42 del 22 marzo 1894 lo strumento diede la sua prima indicazione segnalando, come unico strumento in Sicilia (ad eccezione di un pendolo tromometrico a Catania), il passaggio delle onde sismiche di un terremoto lontano registrato anche presso gli osservatori di Siena, Rocca di Papa e Roma.

Bibliografia

Guzzanti C.
Il microsismoscopio "Guzzanti", in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1895), Vol.I, pp.131-136.
Roma 1895

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Notizie storiche e descrittive dei RR. Osservatori di Catania e dell'Etna fino a tutto il 1899, in "Annuario della R. Universita' di Catania 1899-1900", pp.1-16.
Catania 1900

Riccò A.
Gli osservatori di Catania e dell'Etna, in "Memorie della Società degli Spettroscopisti Italiani", Vol.XXVI, (1897), pp.1-29.
Catania 1897

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(Last update on: 26/04/00)