Sismometro a pendoli verticali multipli Cavalleri - 1858


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Giovanni Maria Cavalleri ebbe un ruolo significativo nella progettazione dei primi pendoli scientifici. Abile scienziato sperimentale in molti campi diversi, egli rese un importante contributo alla sismologia. Fu durante il periodo in cui era insegnante di fisica al collegio Barnabita di Monza, che i suoi studi sperimentali lo portarono a interessarsi alla registrazione dei terremoti mediante strumenti scientifici (1843). Sebbene Cavalleri avesse pubblicato un unico saggio riguardante gli strumenti scientifici (Cavalleri 1857) i suoi contenuti rivelano la natura acuta e innovativa delle sue idee sulla registrazione dei terremoti. È probabile che Palmieri si sia ispirato all'opera di Cavalleri quando progettò il suo sismografo elettromagnetico, come lasciano supporre certe similarità costruttive.

Si conoscono i dettagli della costruzione del sismografo vesuviano solo da una pubblicazione del 1859 (Palmieri 1859), ma sembrano esserci 2 importanti somiglianze: il metodo per determinare l'inizio temporale della registrazione dei terremoti (con l'avvio di un orologio nel momento in cui inizia la scossa) e il metodo per misurare l'intensità delle oscillazioni verticali dello strumento.

Nel 1857 padre Cavalleri mostrò sperimentalmente che apparati di massa uguale e lunghezze differenti che ricevevano lo stesso impulso oscillavano con periodi e frequenze diversi. Dei diversi apparati pendolari quello il cui periodi di oscillazione coincide o è più vicino al periodo dell'impulso ricevuto, avrà oscillazioni più ampie. Queste importanti conclusioni sperimentali formulate da C. completate negli anni '50 dell'800 non ricevettero l'attenzione che avrebbero meritato, particolarmente da coloro che erano interessati alla sismometria, per almeno altre 2 decadi.

Cavalleri decise che era necessario che il suo strumento sismico registrasse le seguenti informazioni: il momento dell'inizio del terremoto; la direzione della prima scossa; la direzione generale delle onde orizzontali, con le loro lunghezza e frequenza; la forza dell'onda verticale; la risultante dei movimenti verticali e orizzontali; l'inclinazione della risultante; la velocità o durata dell'onda e infine l'intensità complessiva. Il pendolo raffigurato rivela la direzione e intensità delle oscillazioni orizzontali e segna inoltre il momento di inizio della scossa avviando l'orologio. La molla nell'illustrazione registra e misura l'intensità dei movimenti verticali. Comprendendo la necessità di decifrare tutti i componenti del movimento sismico, C. fornì il suo strumento di 6 diversi pendoli con lunghezze diverse e perciò con periodo di oscillazione diversi. Nell'unica annotazione di carattere sismico pervenutaci, C. scrisse: "un perfetto sismoscopio sarebbe quello che potrebbe registrare tutte le tracce dei movimenti che hanno luogo sulla superficie terrestre registrando contemporaneamente il loro inizio, la loro durata e la loro intensità".

Secondo Riboldi lo strumento fu accolto favorevolmente dagli scienziati del tempo, e la ditta Tecnomasio di Milano ne produsse parecchie copie. Lo strumento originale di C. è andato perduto né è stata rintracciata nessuna delle copie che si dice siano state prodotte dalla ditta Tecnomasio il che fa dubitare dell'affermazione non documentata di Riboldi. L'unico insieme di pendoli ancora esistente fu costruito sotto la supervisione di Cecchi e si può trovare ancora all'Osservatorio Ximeniano di Firenze.

Bibliografia

*
Denza F., Relazione sul terremoto lombardo del 12 settembre 1884, in "Bollettino Mensuale dell'Osservatorio Centrale del R. Collegio Carlo Alberto in Moncalieri", S.II, Vol.IV, (1883-84), pp.160-161.
Torino 1884

home

(Last update on: 26/04/00)