Sismometrografo ad una massa stazionaria Brassart a carta affumicata - 1886


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.





Quando nel 1886 i fratelli Brassart presentarono il loro sismometrografo a tre componenti a due masse stazionarie proposero la realizzazione di uno strumento con analoghe caratteristiche ma capace di dare registrazioni sulle tre componente mediante l'adozione di una singola massa stazionaria. La proposta dei fratelli Brassart trovò l'approvazione del Direttore dell'Ufficio Centrale di Meteorologia Tacchini il quale diede disposizioni per la realizzazione del nuovo tipo di sismografo che fu pronto nel 1888.

Il sismometrografo ad una sola massa rivelò, rispetto al modello a due masse, notevoli vantaggi realizzativi dal punto di vista dell'economicità e della semplicità di installazione. Inoltre i Brassart rilevarono come lo strumento compisse registrazioni perfettamente uniformi sulle tre distinte componenti.

Di questo strumento furono costruite due versioni del tutto simili che si distinguevano tra loro solo per la parte relativa al meccanismo di scrittura. Uno aveva un meccanismo di registrazione su lastra di vetro affumicata mentre l'altro era dotato di un dispositivo meccanico di scrittura su una striscia di carta affumicata.







Lo strumento era formato da un telaio di legno a forma di tronco di piramide a base quadrata fissata ad un basamento di pietra o di muratura. Dalla tavola che copre la sommità della struttura piramidale pendeva, attaccata ad un uncino rettificabile, una fune (f) formata da fili di seta alla quale era attaccata una molla a spirale di acciaio (S). Alla fune che proseguiva al di sotto della molla era attaccata una massa anulare di ferro (M) del peso di 10 chilogrammi. La lunghezza totale del pendolo era di 1 metro. Questo sistema di sospensione assicurava alla massa di rimanere stazionaria nello spazio. Per assicurare una riduzione ancora superiore degli effetti degli urti sulla massa in sospensione, la vite di rettifica che si trovava alla sommità del telaio non era direttamente connessa al coperchio ma ad un disco appoggiato alla copertura mediante tre cilindri di sughero.







Sulla massa M era fissata una traversa nel cui centro era fissato un perno di acciaio (X) che terminava inferiormente a forma di sferetta. Sotto alla massa si trovava un tavolino (T) per l'alloggiamento di una serie di piccole leve che in seguito ad un movimento del basamento (scossa sismica) andavano ad urtare il perno X nel centro di gravità della massa. Il sistema di leve mettendosi in movimento rispetto alla resistenza inerziale del perno producevano movimenti trasmessi al sistema di registrazione che era così composto: sul tavolino erano avvitate tre staffe (a, b, c) nelle quali erano imperniati degli assetti verticali d'acciaio. I due assetti sulle staffe a e b (le quali erano tra loro perpendicolari) portavano alla sommità ognuna una piccola lastra di ottone (E e D) sulla quale era praticata un'asola. All'interno delle asole passava il perno di acciaio (X). Alla parte inferiore dei due assetti verticali delle staffe a e b erano fissate due sottili leve (i ed i'); la prima ad angolo retto rispetto alla leva ad asola D e la seconda parallela alla sua leva ad asola E. Le leve i ed i' erano prolungate mediante due striscette di legno che portavano alla estremità due aghi verticali registrabili in altezza. Questi due elementi erano destinati alla scrittura delle componenti orizzontali sulla carta affumicata. L'ingrandimento fornito dalla lunghezza delle strisce di legno era di 10 volte.



Le registrazioni della componente verticale venivano compiute dal meccanismo collegato alla terza staffa (c) alla quale era imperniato l'assetto d'acciaio verticale il quale aveva in basso un terza leva i''. I movimento in senso verticale venivano trasformati in movimenti orizzontali dalla leva i'' che rimaneva però indifferente ai movimenti pendolari orizzontali. Al di sotto del perno di acciaio X c'era una colonnina K che tramite un movimento cardanico trasmetteva ad un bilanciere il solo movimento verticale facendo muovere una leva ad angolo retto nn'. Il movimento verticale della colonnina K provocava un uguale spostamento laterale dell'elemento e che comportava il movimento laterale della leva i''. Essa (i'') era prolungata in maniera analoga alle precedenti ed in modo del tutto simile andava a scrivere, sulla carta affumicata, mediante una punta all'estremità.



Il dispositivo di scrittura era fissato alla base della struttura ad un telaio di ferro sopra il quale era fissato il tavolino T. Un secondo telaio in ottone portava un cilindro rotante ad asse orizzontale. Sul cilindro passava una striscia di carta affumicata della lunghezza di 2,4 metri e della larghezza di 8-9 centimetri. La striscia era richiusa su se stessa e nella sua parte inferiore veniva posto un cilindro (R') allo scopo di tenere la carta in tensione. Sull'asse del cilindro era fissata una ruota (R) intorno alla quale era arrotolata una corda attaccata ad un peso (p). Il movimento impresso dal peso al cilindro era vincolato dal meccanismo di un orologio (O) posto, con l'asse centrale, sul prolungamento dell'asse del cilindro C. In questo modo il cilindro compiva un giro completo ogni ora. Il diametro del cilindro era tale che la striscia di carta facesse un giro completo nelle 24 ore, con una velocità di scorrimento di 10 centimetri ogni ora.





Bibliografia

Agamennone G.
Il terremoto di Roma del 23 febbraio 1890 ed il sismometrografo Brassart, in "Annali dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica", Vol.X, p.IV (1888).
Roma 1890

Agamennone G.
L'indirizzo nella costruzione degli strumenti sismici in Italia, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1904-1905), Vol.X, pp.239-252.
Modena 1904

Agamennone G.
L'attività del R. Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa durante l'anno 1902, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1904-1905), Vol.X, pp.9-18.
Modena 1904

Agamennone G.
Brevi cenni sull'organizzazione del Servizio Sismico in Italia con l'elenco dei principali osservatori sismici italiani, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana (1908-1909), Vol.XIII, pp.41-74.
Modena 1908

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, agosto-Novembre 1902, cc.sn.
Mineo 1902

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1901-Luglio 1902, cc.sn.
Mineo 1902

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1902-Novembre 1903, cc.sn.
Mineo 1903

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1903-Novembre 1904, cc.sn.
Mineo 1904

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1904-Novembre 1905, cc.sn.
Mineo 1905

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1905-Novembre 1906, cc.sn.
Mineo 1906

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1906-Novembre 1907, cc.sn.
Mineo 1907

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1907-Novembre 1908, cc.sn.
Mineo 1908

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1908-Novembre 1909, cc.sn.
Mineo 1909

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1909-Novembre 1910, cc.sn.
Mineo 1910

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Dicembre 1910-Novembre 1911, cc.sn.
Mineo 1911

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, dicembre 1911 - novembre 1912, cc.sn.
Mineo 1911-1912

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, dicembre 1912 - novembre 1913, cc.sn.
Mineo 1913

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, dicembre 1913 - novembre 1914, cc.sn.
Mineo 1914

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, dicembre 1914 - novembre 1915, cc.sn.
Mineo 1915

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, dicembre 1915 - novembre 1916, cc.sn.
Mineo 1916

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Bollettino dell'Osservatorio di Mineo, Maggio-Novembre 1901, cc.sn.
Mineo 1901

Brassart E.
I sismometri presentemente in uso nel Giappone esaminati e descritti con proposta di un sismometro di nuovo modello, in "Annali della Meteorologia Italiana", (1886), parte IV.
Roma 1888

Brassart E.
Il sismometro a tre componenti con una sola massa stazionaria, in "Annali della Meteorologia Italiana" (1886), parte IV.
Roma 1888

Cancani A.
Modificazioni ai sismometri a lastra affumicata a registrazione continua, in "Annali dell'Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", S.II, Vol.XII, P.I, (1890), pp.91-94.
Roma 1893

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(Last update on: 26/04/00)