Malvasia Antonio Galeazzo

Bologna [I] 1819 07 07 Bologna [I] 1884 07 06

Note biografiche

Nato a Bologna il 7 luglio 1819 vi morì il 6 luglio 1884.

Il conte Antonio Galeazzo Malvasia si occupò dei problemi scientifici e tecnici relativi alla meteorologia e alla sismologia solo negli ultimi anni della sua vita. Le biografie non ci dicono, invece, molto della sua giovinezza - era nato a Bologna il 7 luglio 1819 - e si limitano a ricordare i numerosi incarichi ricoperti, a partire dal 1847, nella pubblica amministrazione .

Incuriosito soprattutto dalle ricerche di Timoteo Bertelli, Malvasia impiantò negli anni 1872-3, nel suo palazzo bolognese di via Zamboni, un osservatorio sismico, che arrichì via via di numerosi strumenti. Ideò personalmente diversi apparecchi - un microsismografo a un solo pendolo e un microsismoscopio, tra gli altri - che in qualche caso furono riprodotti in alcuni dei numerosi osservatorî italiani, oppure servirono da spunto per progettare nuovi apparati. Il più noto tra i suoi strumenti fu l'avvisatore sismico, la cui prima descrizione comparve nel 1874 sulla Rivista Scientifico-Industriale di Firenze e di cui de Rossi più volte si occupò nel Bullettino del Vulcanismo Italiano, promuovendone l'uso nelle stazioni della sua rete di corrispondenti, per la semplicità e il basso costo sia di realizzazione, sia di utilizzo.

Malvasia fu anche il primo a installare, nell'agosto 1874, un tromosismometro Bertelli con il quale effettuò una lunga serie di osservazioni, fornendone i dati prima a Bertelli stesso e quindi a de Rossi. Sia il tromosismometro che il tromometro normale, installato nel 1876, erano collocati in un ambiente seminterrato del palazzo, su un pilastro isolato del tutto simile a quello ideato a Firenze da Bertelli. Al primo piano, in una cappa fumaria perfettamente isolata dall'esterno, erano invece collocati due lunghissimi pendoli sismometrici (di 8,50 e 17 m circa).

Malvasia fece molti curiosi esperimenti per assicurarsi che né il traffico dei veicoli nelle vie, né il vento influissero sui movimenti pendolari; in una occasione fece addirittura passare per via Zamboni un'intera batteria d'artiglieria al trotto. Un'altra singolare esperienza è ricordata in una lettera di Malvasia a de Rossi del 29 febbraio 1876: «Giovedì scorso 24 spirava in Bologna vento impetuoso [...] aprii la porta del mio piccolo gabinetto tromometrico [...] e tenni tutte tre le finestre aperte [...] e lasciai un'ampia apertura libera a piedi del pilastro di cotto isolato che è nei sotteranei, tenendo chiusi però i pendoli da vetrina ed i fili di sospensione dei pendoli difesi dai tubi. Fatta penetrare per tal modo l'aria violentemente agitata nel mio gabinetto, volli osservare se i movimenti nell'Isosimometro, Ortosismometro e Tromometro normale, guardati con gli appositi cannocchiali coi micrometri aumentassero d'oscillazione [...] e constatai che il movimento dei pendoli diminuiva della metà l'oscillazione. Posso ritenere, che questa diminuzione di movimento sia stata spontanea, non procurata cioè dal contrasto del vento. [...] Aggiungo poi che, oltre agli anzidetti istrumenti delle parecchie macchinette sensibilissime, che tengo sul suddetto pilastro, che mi servono di avvisatori di scosse anche minime, nessuna si è mossa. Tengo ancora due lunghi pendoli sospesi entrambi e vicini l'un l'altro entro una canna da camino [...] pel forte vento non lasciavano traccia visibile, anche osservato colla lente sul licopodio» .

Oltre che sui moti microsismici, Malvasia fece ricerche sulle correnti telluriche e sull'alterazione del magnetismo in coincidenza con fenomeni sismici; per queste ultime utilizzò uno strumento, una sorta di piccola calamita sismoscopica, appositamente ideato da Bertelli. Quando de Rossi richiamò l'attenzione sulle osservazioni sul livello delle acque sotteranee, effettuate a Porretta da Demetrio Lorenzini, cominciò anche a controllare il livello di un pozzo situato nel cortile del suo palazzo con uno strumento, detto «puteometro», ideato da Carlo Desideri per la registrazione continua del livello dell'acqua nei pozzi.

Malvasia si impegnò anche nell'organizzazione di una rete locale di informatori, che lo tenessero al corrente delle eventuali scosse sismiche, contattando con una circolare tutti i sindaci e i parroci della provincia di Bologna. Nel 1881 contribuì generosamente all'iniziativa della Società Meteorologica Italiana di fondare un osservatorio annesso alla Basilica di San Luca, sui colli bolognesi, donando alla fabbriceria del Santuario gran parte della sua ricchissima collezione di strumenti.

Lo stesso anno promosse la pubblicazione di un bollettino mensile, che raccoglieva le osservazioni effettuate sia nel suo gabinetto privato, sia a San Luca.

Aveva iniziato a raccogliere tutte le notizie riguardanti terremoti o eruzioni vulcaniche che trovava in manoscritti (soprattutto i 93 volumi della Cronaca Ghiselli) o nelle antiche effemeridi e gazzette bolognesi. Questi materiali, di cui non riuscì a portare a fine l'ordinamento, furono pubblicati da de Rossi dopo la sua morte, avvenuta il 6 luglio 1884.

Bibliografia

De Rossi M.S.
Documenti sismologici, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.XLII (1888-89) p.72.
Roma 1889

De Rossi M.S.
Vecchi studi di fisica terrestre raccolti dal conte Antonio Malvasia, in "Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", Vol.VI, (1890), p.279.
Roma 1890

Denza F.
Il Conte Antonio Galeazzo Malvasia, in "Bollettino Mensuale dell'Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo Alberto in Moncalieri", Serie II, Vol.IV, N.9, Settembre 1884.
Torino 1884


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.

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(Last update on: 26/04/00)