1787 -
Il Collegio Romano dalle sue origini al 1824
L'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria, istituito con Regio Decreto il 26 novembre 1876 col nome di Ufficio Centrale di Meteorologia, occupa alcuni locali del Collegio Romano ed ha acquisito l'eredità del già esistente osservatorio astronomico e meteorologico riconosciuto in tutto il mondo scientifico come uno dei più antichi d'Europa, in quanto iniziò a funzionare già nella seconda metà del XVI secolo.
In quell'epoca il Collegio, la cui vasta costruzione attuale si andò edificando tra la fine del XVI e la seconda metà del XVIII secolo, aveva la funzione di accogliere ed istruire i giovani che entravano nella Compagnia di Gesù e dunque le materie insegnate nel Collegio furono dapprima filosofia e teologia, che favorirono il prosperare non solo degli studi letterari, ma anche delle scienze matematiche e fisiche ed in particolare dell'astronomia. Già nel 1572, in questa sede, il padre gesuita Cristoforo Clavio (1537-1612) aveva fatto osservazioni astronomiche sulla stella "alfa" della costellazione di Cassiopea, valendosi di rudimentali strumenti e senza disporre di un osservatorio vero e proprio.
L'astronomia divenne una materia di grande interesse per i Gesuiti e tutti i professori di scienze matematiche del Collegio si distinsero come astronomi dando vita all'Osservatorio del Collegio Romano. Essi, pur utilizzando strumenti molto semplici, eseguivano regolari osservazioni astronomiche, associando ad esse, saltuariamente, anche annotazioni meteorologiche.
Nel corso del XVII secolo tra i docenti del Collegio si distinse il padre Atanasius Kircher (1602-1680) docente di matematica, fisica e lingue orientali appassionato, inoltre, di geologia e astronomia, al quale si deve la costituzione e il riordinamento della prima raccolta di materiale scientifico in dotazione alla scuola, noto con il nome di "Museo Kircheriano". Questa collezione arricchita nel corso degli anni, costituisce parte dell'attuale raccolta didattica del Liceo Ennio Quirino Visconti.
Durante il primo periodo di soppressione della Compagnia di Gesù (1773-1824) la gestione delle attività didattiche del Collegio Romano passò al clero secolare che continuò pure le attività di ricerca e di studi astronomici, associando alle osservazioni astronomiche saltuariamente anche osservazioni meteorologiche.
Verso la fine del XVIII secolo si fece più vivo in Europa l'interesse per la meteorologia e, nel 1780, presso l'Accademia delle Scienze di Mannheim, per volere di Carlo Teodoro Ettore Palatino, fu fondata la Società Meteorologica Palatina. Una delle prime iniziative della Società fu la costituzione di una rete di informazioni e corrispondenze meteorologiche tra trenta città europee che dovevano eseguire le osservazioni con strumenti confrontabili e ad ore stabilite. A tale scopo l'Accademia si premurò di inviare, a ciascun Osservatorio, la strumentazione meteorologica di base all'epoca disponibile e all'Italia destinò tre luoghi di osservazione: Padova, Bologna e Roma, scegliendo per quest'ultima città il Collegio Romano, sede di un osservatorio astronomico già famoso in Europa.
L'abate Giuseppe Calandrelli era il responsabile dell'osservatorio quando nel 1782 finalmente, le osservazioni meteorologiche, che fino ad allora erano state discontinue, divennero sistematiche. L'abate Calandrelli, insigne astronomo e matematico alla cui volontà si deve anche l'edificazione della torre Calandrelli nel 1786, destinata alle osservazioni astronomiche e meteorologiche, diresse, con incarico ufficiale dal 1789, l'osservatorio con molta competenza, sotto la protezione del papa Pio VII, fino al 1824. In quell'anno, per volontà del successore Leone XII, fu ricostruita la Compagnia di Gesù e il Collegio Romano, con l'osservatorio astronomico e meteorologico, fu riconsegnato ai padri gesuiti e l'abate Calandrelli si ritirò nel seminario di S.Apollinare in Roma, portando con sé parte degli strumenti di sua proprietà.
Padre Angelo Secchi e la prima rete di osservatori
La restituzione dell'osservatorio ai gesuiti segnò l'inizio dell'epoca del suo massimo splendore, sotto la direzione del padre Francesco de Vico, successore di Calandrelli, ma soprattutto con la direzione del suo discepolo, padre Angelo Secchi (1818-1878) gesuita astronomo e astrofisico, che fu una delle maggiori figure scientifiche del XIX secolo. Assunta la direzione dell'osservatorio nel 1855 Secchi avviò, primo in Europa, una corrispondenza telegrafica giornaliera di osservazioni meteorologiche tra Roma, Ancona e Ferrara, ponendo le basi di una rete organizzata di stazioni meteorologiche entro i confini dello Stato Pontificio. Nel 1862 iniziò la pubblicazione del "Bollettino meteorologico dell'Osservatorio del Collegio Romano" in cui sono contenuti i dati meteorologici e numerosi articoli scientifici (meteorologia, astronomia, sismologia, magnetismo terrestre) che forniscono un'indicazione della vastità degli interessi scientifici coltivati da padre Secchi.
Nel frattempo erano nate in Italia altre iniziative per lo scambio di informazioni meteorologiche: nel 1865 il padre barnabita Francesco Denza allievo e amico di Angelo Secchi, aveva organizzato in Piemonte un'altra rete di osservatori meteorologici di rilevante importanza. Quello stesso anno, per iniziativa del Ministro della Marina, veniva istituito in Firenze un Ufficio Centrale di meteorologia marittima, per l'assistenza all'attività mercantile, e anche il Ministero dei Lavori Pubblici procedeva alla realizzazione di una propria rete di osservatori con lo scopo di eseguire studi meteorologici e climatologici.
Secchi ideò e fece costruire un complesso strumento di rilevazione meteorologica, il meteorografo, che può essere definito il prototipo delle attuali stazioni meteorologiche automatiche, con il quale vinse la medaglia d'oro all'Esposizione Universale di Parigi nel 1867. Furono poi costruiti diversi esemplari dello strumento che furono spediti in ogni parte del mondo (Cuba, Shangai, Manila). Il meteorografo dell'osservatorio del Collegio Romano funzionò solo per alcuni anni, poiché era uno strumento complesso e di difficile gestione e venne sostituito nel 1886 da diversi strumenti più maneggevoli.
Con la presa di Roma e l'unificazione d'Italia il Governo acquisì tutti i beni della Chiesa ed anche il Collegio Romano, ma lasciò padre Angelo Secchi alla direzione dell'Osservatorio, poiché gli riconosceva le qualità di eminente scienziato e illustre meteorologo: egli ricoprì l'incarico fino alla sua morte, avvenuta nel 1878.
L'unità d'Italia e la nascita dell'Ufficio Centrale di Meteorologia
Una volta conseguita l'unità nazionale, il Paese scoprì interessi sociali ed esigenze comuni nei vari settori, compresi quelli scientifici; nel campo degli studi e delle attività di geofisica, ad esempio, il governo italiano cercò, tra l'altro, di coordinare le iniziative sorte nella più completa autonomia e di riunire le varie reti di rilevazione meteorologica che si erano sviluppate nelle diverse parti d'ltalia indipendentemente le une dalle altre. Il 26 novembre 1876 decretò l'istituzione sia di un Consiglio direttivo formato da meteorologi, al cui vertice fu posto padre Angelo Secchi, sia del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia, che rappresentò il primo tentativo di costituire un unico servizio meteorologico nazionale.
L'Ufficio cominciò a funzionare nel maggio 1879 nella sede del Collegio Romano il cui osservatorio, con la morte di padre Secchi, era divenuto governativo e primo direttore fu nominato il Prof.Pietro Tacchini astronomo, geofisico e meteorologo di chiara fama.
Sotto la guida del prof. Tacchini, I'Ufficio fu organizzato in cinque "sessioni": una prima per la taratura degli strumenti; una seconda per lo studio della climatologia; una terza per le previsioni del tempo; una quarta per la sismologia ed infine una quinta per la meteorologia agraria. Continuò inoltre a funzionare l'Osservatorio astronomico, sotto la guida del Prof. Millosevich, vicedirettore dell'Ufficio.
Gli ultimi decenni del sccolo XIX videro crescere e divenire sempre più vivo l'interesse per lo studio dei terremoti e del magnetismo terrestre, campi in cui si affermò, per le idee all'avanguardia e le notevoli capacità, il prof. Michele Stefano de Rossi , studioso di sismologia e successivamente direttore dell'Osservatorio di Rocca di Papa. Egli può essere definito l'ispiratore del primo servizio sismico nazionale; infatti, comprendendo che le grandi manifestazioni come i terremoti rovinosi o le grandi eruzioni vulcaniche sono i "massimi " di una attività continua, che generalmente si presenta in modi meno appariscenti e spesso non apprezzabili, ritenne di fondamentale importanza studiare l'andamento complessivo di questi moti, con osservazioni continue e con strumenti adatti. De Rossi comprese che era necessario creare un'organizzazione simile a quella meteorologica, che garantisse una rete di osservatori dislocata su tutto il territorio per la raccolta dei dati. Con spirito d'iniziativa e senso pratico egli si impegnò personalmente dal 1873 ad organizzare una rete di corrispondenti e ad avviare la pubblicazione del "Bullettino del Vulcanismo Italiano".
Proprio in quello stesso periodo il prof. Tacchini diede impulso, oltre che agli studi di meteorologia e astronomia, anche agli studi geodinamici e, sotto la sua direzione, a seguito del disastroso terremoto di Casamicciola, nel 1883, si costituì la Commissione di Geodinamica di cui de Rossi fu chiamato a far parte.
Nel 1887 prese allora avvio la prima rete di osservatori geodinamici che divenne il primo servizio sismico nazionale; assumendo la direzione del servizio Geodinamico Nazionale, l'Ufficio divenne "Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica
La collezione di strumenti di astronomia, meteorologia e geodinamica dell'Ufficio
In quegli stessi anni prese avvio un progetto di riordino e catalogazione della strumentazione sia astronomica sia meteorologica dell'Osservatorio del Collegio Romano. La prima sistemazione della raccolta di strumenti si deve allo storico Arturo Wolynski, appassionato collezionista di cimeli copernicani. Nel 1873, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Niccolò Copernico, egli fu incaricato di curare la raccolta e la sistemazione del materiale che avrebbe costituito il Museo Copernicano. Wolynski raccolse tra il 1873 e il 1877 numerosi doni e sottoscrizioni da parte di molti cittadini polacchi che inviarono busti, libri, medaglie, quadri ed altri oggetti per il nuovo Museo.
Nel 1877 fu istituita una commissione il cui scopo era quello di accelerare i tempi di realizzazione del museo, presieduta dal prof. Gaetano Valeri e costituita da vari parlamentari. Il 9 marzo del 1877 la commissione accettò all'unanimità la mozione di Sella di ampliare il programma iniziale e di raccogliere non solo i cimeli copernicani, ma tutto ciò che potesse riferirsi all'astronomia italiana, per allestire un vero e proprio museo astronomico, scegliendo come sede dell'esposizione l'Osservatorio del Collegio Romano. La collezione di Wolynski divenne quindi il nucleo centrale di tale raccolta che fu ampliata ed arricchita con il materiale strumentale conservato presso il Collegio Romano.
Dopo la morte di Secchi il Ministero dell'Istruzione Pubblica entrò in possesso dell'Osservatorio e di molti locali del Collegio Romano e l'allora ministro, onorevole Michele Coppino, pensò di utilizzare per il museo le soffitte al quinto piano del complesso monumentale e precisamente le stanze poste tra l'Orologio e la Torre Calandrelli.
L'importanza di questa raccolta sensibilizzò il prof. Tacchini che contribuì a incrementarla notevolmente. Nel corso degli anni la raccolta si arricchì di strumenti e altro materiale storico acquistato dai direttori Tacchini, Respighi e Di Legge che si succedettero alla guida dell'Osservatorio e che trasferirono nel museo anche quelle parti di materiale strumentale che venivano sostituite con materiale più moderno. Il Museo acquisì il carattere di una collezione storica relativa allo sviluppo dell'astronomia osservativa, oltre che raccolta di strumenti storici di meteorologia.
Alla morte di Michele Stefano de Rossi, che nel frattempo era divenuto direttore dell'Osservatorio di Rocca di Papa, molta della strumentazione da lui utilizzata fu trasferita presso la sede dell'Ufficio; così anche altri osservatori, che per varie cause chiudevano o interrompevano l'attività inviavano la loro strumentazione all'Ufficio Centrale che la raccoglieva e conservava con la dovuta scrupolosità
* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.
(Last update on: 26/04/00)