Avvisatore sismico a doppio effetto sistema Galli-Brassart - 1882


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Nei primi anni '80 del secolo scorso prese vita il progetto di istituire una rete di stazioni sismiche alle falde dell'Etna e la Commissione Governativa a ciò deputata incaricò l'Ufficio Centrale di Meteorologia di provvedere gli avvisatori sismici. Gli apparecchi in questione dovevano riuscire di facile installazione e manutenzione, così da consentirne l'uso anche agli uffici telegrafici e il prof. Tacchini affidò ai fratelli Brassart il compito di progettare e costruire gli strumenti che vennero presentati nel 1882 al Consiglio Direttivo di Meteorologia che li riconobbe atti allo scopo (Brassart E., 140089).

I principi ai quali si inspirarono i meccanici dell'Ufficio Centrale di Meteorologia furono quello del pendolo a spirale, di cui si servì il Palmieri nel sismografo vesuviano quale sensore dei movimenti verticali e quello della semplice caduta di massa per le scosse ondulatorie, sfruttato anche dal Galli nel sismodinamografo (Grablovitz G., 140139).

I sensori potevano venire utilizzati singolarmente oppure assemblati su di un'unica base e in entrambi i casi l'uso della corrente elettrica permetteva il collegamento con una suoneria e/o con un orologio sismoscopico sia collocati sul supporto stesso dei sensori che disposti esternamente. Le varie combinazioni davano origine a strumenti diversi per ciò che riguardava il tipo di segnalazione ed il costo dell'apparecchio. Questa fu la soluzione proposta dai Brassart, meccanici di professione, per soddisfare le esigenze della produzione in serie, garantendo nel contempo la standardizzazione richiesta da una rete di osservatori e stazioni sismiche. Era infatti preferibile adottare apparecchi che fossero di un sistema tale che permette di poterne costruire facilmente e con sicurezza molti esemplari della medesima sensibilità, di maniera che, posti nelle medesime condizioni, diano risultati comparabili (Brassart E., 140134).

L'Avvisatore sismico a doppio effetto sistema Galli-Brassart univa su di un'unica base, munita di viti calanti per garantirne l'orizzontalità, il sensore per i movimenti verticali e quello per le scosse ondulatorie.

La parte destra dell'avvisatore ospitava l'avvisatore per le scosse sussultorie. Dalla base si innalzava una colonna curvata superiormente in forma di squadra alla quale era sospesa una molla a spirale, questa era gravata da un pesetto di piombo munito inferiormente di un ago di platino. Su di una seconda colonnina, postavi accanto, era avviatata una tazzina di rame che veniva perciò a trovarsi esattamente al di sotto dell'ago di platino. La tazzina veniva riempita di mercurio e la distanza di quest'ultimo dall'ago poteva venir regolata a mezzo di una vite di fissaggio. Il sopravvenire di una scossa sussultoria faceva vibrare la spirale e l'ago del piombino, entrando nel liquido. Le colonne erano isolate alla base mediante un anello di ebanite ed entrambe recavano i morsetti necessari all'allacciamento elettrico.

La parte sinistra del basamento era occupata dall'avvisatore per le scosse ondulatorie. Questo era costituito da una colonnina verticale con la faccia superiore perfettamente normale all'asse. Su questo piano veniva a posarsi un pesetto il cui stelo, più sottile della colonna, terminava inferiormente a tronco di cono col diametro minore di 1-1,5 millimetri. Un sottile tubetto scorrevole terminante ad imbuto rivestiva la colonna e poteva essere sollevato per facilitare il posizionamento del pesetto e successivamente abbassato per lasciarlo libero. Accanto alla prima, una seconda colonnina reggeva esternamente un disco forato a forma di stella a otto punte, concentrico allo stelo del pesetto. La stella veniva orientata mediante due viti (indicate v e v' nella figura), secondo la rosa dei venti e l'asticella col peso, cadendo per un leggero movimento del suolo, andava a posarsi in una delle otto intaccature segnando la direzione della scossa. Come le prime due, anche queste colonne erano isolate alla base mediante un anello di ebanite e recavano i morsetti necessari all'allacciamento elettrico.

Entrambi i sensori erano collegati ad un campanello elettrico in serie al circuito di una pila. Al sopravvenire di una scossa, uno o entrambi gli avvisatori chiudevano il circuito e facevano scattare la suoneria che dava avviso dell'evento sismico (Catalogo descrittivo..., 140132).

Molte copie di questo strumento vennero acquistate a partire dal dicembre 1882 coi fondi stanziati dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio e inviati ad Orazio Silvestri, Direttore dell'Osservatorio dell'Istituto Vulcanologico dell'Università di Catania. Egli, responsabile del Servizio Geodinamico per la Sicilia e le isole adiacenti, ne tenne un preciso inventario annotando la destinazione degli apparecchi acquistati. La maggior parte degli strumenti venne affidata agli uffici telegrafici delle località che formavano la rete sismica etnea, mentre altri furono assegnati ad stazioni ritenute importanti per la sorveglianza sismica lo studio della sismicità della Sicilia e della regione calabro-peloritana (Ministero di Agricoltura..., 141671).

Alcuni esemplari dell'avvisatore sismico a doppio effetto sistema Galli-Brassart vennero presentati dall'Ufficio Centrale di Meteorologia all'Esposizione Nazionale di Torino del 1884, dove ebbero notevole successo. Molti furono infatti gli osservatori della rete governativa che ne fecero richiesta e svariate copie furono distribuite grazie anche all'interessamento di Michele Stefano de Rossi, Direttore dell'Osservatorio ed Archivio Centrale Geodinamico (Pratica relativa..., 141674).

Così, nel 1886, Ermanno Brassart tracciò un bilancio della sua attività di costruttore di strumenti sismici, con evidente soddisfazione riguardo alla diffusione degli apparecchi costruiti assieme al fratello: Moltissimi nostri strumenti sono già in attività da vari anni e hanno dato delle buone prove, specialmente quelli forniti per la rete intorno all'Etna e per il rimanente della Sicilia ed isole adiacenti. Di questi e molti altri in attività nel continente d'Italia e diversi all'estero la maggior parte sono di quelli che indicano le scosse verticali ed orizzontali. Finora abbiamo forniti per la Sicilia un 70 esemplari, per il continente un 40, per dei privati e per l'estero un 35 (Brassart E., 140134).



Lo strumento compare in un inventario redatti da Orazio Silvestri nel 1886. In esso viene annotata con precisione la descrizione della strumento e la data dell'acquisto (vedi codbib 141671). Nell'osservatorio ne sono presenti due copie.

Bibliografia

Brassart E.
Nuovi apparecchi sismici dei F.lli Brassart, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.IX (1882), pp.92-97.
Roma 1882

Brassart E.
Sismoscopi o avvisatori sismici, in "Annali della Meteorologia Italiana", (1886), parte IV.
Roma 1888

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(Last update on: 26/04/00)