Microsismometrografo a pendolo verticale e sospensione cardanica Agamennone - 1905


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.



La foto mostra lo strumento installato e protetto all'interno delle teche di vetro. Sotto la fotografia è riportato un sismogramma ottenuto con il microsismometrografo.



Giovanni Agamennone divenne direttore dell'osservatorio geodinamico di Rocca di Papa nell'agosto 1899. Tra i vari strumenti presenti nell'osservatorio vi era un microsismografo Vicentini a due componenti orizzontali che egli decise di smontare (il 4 dicembre 1903) per lasciar spazio ad un nuovo strumento, più sensibile e potente, di sua invenzione: il microsismometrografo a pendolo verticale e sospensione cardanica. In un articolo del 1935 pubblicato nel "Bollettino della Società Sismologica Italiana" Agamennone descrisse in modo particolareggiato il suo strumento.

Il pendolo verticale era costituito da una gabbia metallica in ferro (G) a forma di tronco di piramide a base quadrata. La parte sommitale della gabbia terminava con una sospensione cardanica mentre la parte bassa era costituita da un cubo metallico vuoto destinato ad essere riempito con pani di piombo o da più economici mattoni. Il perso degli elementi che formavano la massa M era di 17 Kg. ciascuno. La sospensione cardanica, attaccata ad una trave di ferro T infissa nel muro, era costituita di 4 coltelli di acciaio di 10 cm di lunghezza. Questi erano disposti allineati parallelamente due a due, posti ad una certa distanza tra loro e disposti su due direzioni perpendicolari tra loro. La massa poteva così oscillare come se fosse stata sospesa attorno ad un singolo punto. I vantaggi di questo tipo di sospensione erano che la robustezza della sospensione cardanica dava maggiori sicurezze di tenuta dello strumento rispetto ad una sospensione imperniata su di un singolo punto. Inoltre il pendolo così sospeso non aveva la possibilità di ruotare secondo la direzione dell'azimut.





Il disegno illustra in pianta il sistema di amplificazione e di scrittura.



Sotto alla massa si trovava una mensola di ghisa (S), fissata al muro, sulla quale si elevano due colonnine (a) destinate ognuna a sorreggere, nel fulcro, una leva verticale il cui braccio corto superiore era collegato con il punto di mezzo della faccia inferiore della massa M. Le estremità dei bracci lunghi terminavano ciascuna con un ago d'acciaio penetrante in due asole a croce che costituivano i bracci corti di due leve orizzontali e parallele tra loro (l1 ed l2). Queste ultime portavano alle loro estremità le pennine p1 e p2, ruotanti intorno agli aghi g1 e g2, che scrivevano sulla carta affumicata scorrente al di sotto. La registrazione dei sismogrammi avveniva sulla striscia di carta affumicata che ruotava intorno ad un tamburo di alluminio C con asse orizzontale fissato al braccio B della mensola di ghisa S. Il tamburo era dotato di un meccanismo interno ad orologeria che gli imprimeva una rotazione lenta.

Le leve l1 ed l2 erano prolungate posteriormente in modo da formarne altre due uguali l'1 ed l'2 che con le rispettive pennine p'1 e p'2 scrivevano sopra la carta affumicata di un secondo tamburo posteriore C' identico e parallelo a C dotato di un motore interno che lo poneva in rapida rotazione, grazie all'azione di un sismoscopio, in caso di una scossa sismica.

Le due strisce di carta affumicata Z e Z', della lunghezza di tre metri, ruotavano ognuna intorno ad un altro cilindro k e k' con asse orizzontale ma a formare un piccolo angolo con i tamburi soprastanti per lasciare che la carta si spostasse lateralmente, di una certa quantità, durante lo scorrimento della carta stessa.

Lo strumento era inoltre dotato di speciali pennine, mosse da elettrocalamite h ed h' fissate ai lati della mensola, per la scrittura sulla carta, di segni speciali indicanti i minuti e le ore trascorsi dall'inizio dello scorrimento veloce della striscia di carta affumicata Z'.

Dalla massa pendolare sporgeva verticalmente verso il basso una appendice di ghisa A terminante verso il basso in un cilindro Q il quale penetrava in un buca di diametro superiore praticato nella mensola S. Intorno al foro si trovavano disposte in maniera radiale otto viti il cui scopo era quello di impedire eccessive oscillazioni della massa e di fissare questa in caso di operazioni di riempimento e svuotamento della gabbia.

Il miscosismometrografo di Agamennone era protetto dall'aria e da eventuali altre forme accidentali di disturbo da due teche di vetro fissate al muro; la superiore a protezione del pendolo e l'inferiore a protezione del sistema di leve e cilindri.

Il primo esemplare venne montato in via provvisoria nel 1903 e benché sprovvisto della massa pendolare e dotato solo della gabbia metallica (di circa 100 Kg di peso) registrò il terremoto di Zagabria del 17 dicembre 1903. Venne successivamente smontato il 22 maggio 1906 per essere inviato all'Esposizione internazionale di Milano dove venne premiato con la medaglia d'oro. Venne poi inviato all'osservatorio geodinamico di Pavia dove non venne mai installato. Fu poi ceduto all'osservatorio del Seminario di Treviso dove funzionò in maniera discontinua prima di essere rimosso e inviato a Torino a causa dell'invasione tedesca durante la Prima Guerra Mondiale. Finita la guerra lo strumento venne restituito all'osservatorio di Treviso dopo essere stato riparato a Roma.

Un secondo esemplare venne installato il 15 novembre 1906 all'osservatorio di Rocca di Papa dove funzionò regolarmente, salvo alcune interruzioni dovute ad aumenti della massa; l'8 aprile 1907 la massa fu portata a 250 Kg, il 31 luglio 1907 a 1400 Kg, il 12 agosto 1916 a 1500 Kg e il 4 settembre 1919 a 1800 Kg.

Lo strumento rimase in funzione fino al 31 dicembre 1930 data in cui l'osservatorio fu dichiarato non più conforme alla esigenze della moderna sismologia e venne chiuso.

Bibliografia

Agamennone G.
L'indirizzo nella costruzione degli strumenti sismici in Italia, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1904-1905), Vol.X, pp.239-252.
Modena 1904

Agamennone G.
Brevi cenni sull'organizzazione del Servizio Sismico in Italia con l'elenco dei principali osservatori sismici italiani, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana (1908-1909), Vol.XIII, pp.41-74.
Modena 1908

Agamennone G.
Il microsismometro a pendolo verticale e sospensione cardanica, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1935), Vol.XXXIII, pp.173-189.
Roma 1935

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(Last update on: 26/04/00)