Sismomicrotelefono Mugna - 1889


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.



Apparato di registrazione del sismomicrotelefono registratore.



All'inizio degli anni '80 del secolo scorso G. Mugna ideò l'ascoltatore endogeno, strumento che permetteva di rilevare i movimenti microsismici mediante l'ascolto telefonico del microfono a pendolo. L'apparecchio fu premiato alla Esposizione Internazionale di elettricità di Parigi del 1881 e successivamente lo stesso progettista studiò di renderlo registratore, onde evitare la necessità delle continue ascoltazioni telefoniche (Mugna 1890 ).

L'apparato si compone di un microfono a pendolo, un telefono a calamita collegato ad un congegno registratore e due pile, una collegata ad un circuito costantemente chiuso e l'altra ad un circuito interrotto.

Il microfono a pendolo è lo stesso dell'ascoltatore endogeno presentato a Parigi nel 1881. Il pendolo è costituito da un sottile filo di argentana (f) all'estremità inferiore del quale è appeso un cilindro di lamiera di ottone che termina in basso in un cono dello stesso materiale. Il cilindro ed il cono sono riempiti di piombo a costituire una massa pendolare del peso di 400-500 grammi (o)

Il pendolo è sospeso alla volta di un sotterraneo mediante un sistema di vite e madrevite (a) fissato ad una traversa (M, N) sostenuta da due robuste staffe di ferro (p, q). Il congegno può essere abbassato od alzato ruotando la vite entro la madrevite, mentre agli aggiustamenti laterali si provvede mediante due viti di rettifica (c, b) poste tra i telaio di sospensione e la stessa madrevite.

In fondo ad un pozzetto scavato nel terreno viene collocato un prisma di carbone coke (c) la cui faccia superiore presenta una concavità di proporzioni analoghe al cono di ottone. La massa pendolare scende nel pozzetto fino a toccare una parete della concavità, senza però appoggiarsi al fondo. Ad un capo della traversa metallica di sostegno è collegato uno dei poli di una pila tipo Daniel, connessa all'altro polo col telefono.







Alla minima oscillazione del terreno varia il contatto tra il cono di ottone ed il carbone e di conseguenza l'intensità della corrente che, attraverso il pendolo, arriva al rocchetto magnetico del telefono. Questo magnete è formato da un tubo di acciaio alto 20 centimetri con diametro esterno di 12 ed interno di 10 centimetri.

La sommità del tubo ospita due avvolgimenti uno esterno ed uno interno collegati in un unico circuito che fa capo ai due morsetti del telefono, uno connesso alla pila rame-zinco, l'altro al suolo.

Il diaframma del telefono è costituito da una sottile lamina di ferro dolce ripiegata ad angolo retto e fissata parallelamente al magnete. La lamina può perciò vibrare al variare della attrazione magnetica della calamità ed oscillando va a toccare l'estremità di una seconda lamina molto vicina, la cui distanza può essere regolata da una vite di rettifica. La lamina che forma il diaframma del telefono è connessa ad un polo di una pila zinco-carbone e la seconda lamina si collega elettricamente ad un relais a sua volta allacciato all'altro polo della stessa pila Leclanché.

Il relais porta una penna che traccia su di una striscia di carta millimetrata fissata ad un cilindro ad asse verticale posto in rotazione da un orologio molto preciso. Il diametro del cilindro è tale che ogni millimetro segnato sulla carta corrisponde al trascorrere di cinque minuti e può così essere calcolato il tempo di ogni registrazione. La penna traccia, in condizioni di riposo, una linea orizzontale, mentre lascia un piccolo tratto verticale quando accade una scossa microsismica, poiché le due lamine toccandosi chiudono il circuito del relais la cui bobina attira verso il basso il braccio metallico della penna.

L'apparecchio nel suo insieme presenta perciò due circuiti elettrici, quello della pila rame-zinco tipo Daniel costantemente chiuso che viene interrotto quando, per lieve movimento del suolo, il pendolo si scosta dal carbone del pozzetto. Quando ciò avviene il magnete del telefono diminuisce la sua potenza ed il diaframma si allontana fino a toccare la lamina soprastante. Il secondo circuito, alimentato dalla pila zinco-carbone, è correntemente interrotto e viene chiuso dal contatto delle due lamine animando il relais ( Mugna 1890 ).

Bibliografia

*
Descrizione di un apparato che registra i moti microsismici, in "Bullettino del Vulcanismo Italiano", A.XVII (1890), NN.1-3, gennaio-marzo 1890, pp.18-24.
Roma 1890

Mugna G.
Descrizione di un apparato che registra i moti microsismici, in "Bollettino della Società Italiana di Elettricità".
Milano 1890

Mugna G.
Descrizione di un apparato che registra i moti microsismici, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1896), Vol.II, pp.294-298.
Modena 1896

home

(Last update on: 26/04/00)