Pendoli orizzontali Stiattesi - 1900


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Sul finire del XIX secolo grande fu lo sviluppo della sismometria e molti studiosi cercarono di realizzare strumenti sempre più sensibili. Dopo i pendoli verticali, chiamati italiani per la loro origine e l'uso che ne veniva fatto quasi esclusivamente nel nostro paese, entrarono in uso i livelli geodinamici, le vasche sismiche e, non ultimi, i pendoli orizzontali già costruiti all'estero che avevano dimostrato buone qualità.

Il pendolo orizzontale era costituito essenzialmente da un telaio triangolare sospeso ad un sostegno verticale agli estremi di un lato che veniva così a trovarsi in posizione quasi normale al suolo. All'angolo opposto al lato di sospensione era collocata la massa pendolare che costituiva così l'estremo libero del pendolo. Il telaio poteva ruotare sul suo asse verticale e le massa muoversi quindi solo su di un piano perfettamente orizzontale rispetto al terreno. Il primo di questi pendoli fu applicato alla sismometria dal Zollner nel 1869 ed il modello più famoso venne costruito dal Rebeur-Paschwitz nel 1883.

Nei primi anni del secolo Raffaello Stiattesi studiò approfonditamente il moto dei pendoli orizzontali e ne costruì diversi modelli nell'Osservatorio di Quarto-Castello. Egli era favorevole all'uso di grandi masse che, legate a pendoli di grande periodo, si presentavano stazionarie rispetto al suolo e permettevano di registrarne le ondulazioni lente, con una attendibilità simile a quella dei pendoli verticali. Il primo modello dei pendoli Stiattesi aveva massa di 25 chilogrammi ed ingrandimento strumentale di 100 volte, al secondo venne applicata una massa di 235 chilogrammi ed un ingrandimento esterno di 25 volte ed entrambi si manifestarono sensibili a terremoti lontanissimi. Stiattesi aumentò ancora la massa pendolare del terzo modello dello strumento portandola a 500 chilogrammi, il che consentiva di vincere l'attrito del sistema di ingrandimento esterno che doveva essere maggiore di 25 volte.

Lo strumento, nelle sue varie versioni, ebbe tra il 1900 e il 1929 una discreta diffusione solo negli osservatori sismici del centro-nord.

Nel 1906 Stiattesi descrisse in una pubblicazione dell'Osservatorio di Quarto-Castello il quarto modello dei suoi pendoli orizzontali, sottolineando le perplessità in lui insorte nel corso degli studi fatti negli anni precedenti per la messa a punto dello strumento. Egli utilizzò due pendoli orizzontali sovrapposti nell'intento di migliorare ancora l'ingrandimento complessivo che già nel terzo modello era di 5000 volte, ma che in un pendolo unico non era suscettibile di ulteriori aumenti.

Nel 1905 Agamennone presentò il doppio pendolo orizzontale registratore di egual principio, strumento del quale lo Stiattesi mise in discussione, oltre l'originalità, anche l'attendibilità. Dagli studi fatti col suo quarto modello risultava l'apparecchio siffatto essere si un ottimo sismoscopio, ma uno scadente analizzatore fornendo un tracciato che non indicava le oscillazioni del suolo, ma lo strano interferire dei due pendoli.

Stiattesi pensava di poter trarre qualche vantaggio non sismoscopico dalla macchina ormai esistente rendendo sincroni i due pendoli, ma non nascondeva alcune perplessità riguardo alla possibilità di migliorare ulteriormente il terzo modello che, in occasione di terremoti lontani, aveva dato risultati di tutto rispetto.

Il quarto modello descritto nel 1906 è formato da due pendoli orizzontali. Il primo è sospeso nel modo classico, mentre il secondo, fissato da un capo allo stesso sostegno del primo, ha per secondo punto di sospensione l'estremità libera di quest'ultimo. Il primo pendolo, che ha massa di 300 chilogrammi, sostiene perciò parzialmente il secondo che ha massa molto piccola. I movimenti dell'estremità libera del secondo pendolo vengono registrati su carta affumicata (Stiattesi 1906).



Bibliografia

*
Collegio "alla Querce" di Firenze, Sismogrammi registrati presso l'Osservatorio sismologico del Collegio "alla Querce" di Firenze.

Lais G.
Presentazione di sismogrammi, in "Atti della Pontificia Accademia de' Nuovi Lincei", A.LIX, (1905-06), p.59.
Roma 1906

Stiattesi R.
Il IV modello dei pendoli orizzontali Stiattesi, pp.1-6.
Firenze 1906

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(Last update on: 26/04/00)