Sismoscopio registratore Vicentini - 1903


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.





Nei primi anni di questo secolo venne richiesta a Giuseppe Vicentini la progettazione di un sismoscopio da potersi impiegare in una rete di stazioni poste nelle vicinanze di un centro sismico. Lo strumento in questione doveva registrare il movimento sismico senza indicarne l'ora , risultando in ragione di ciò di grande semplicità e costo contenuto. Vicentini realizzò con facilità un apparecchio con tali requisiti e lo sottopose ad attente verifiche prima di presentarlo alla comunità scientifica. Lo strumento si rivelò abbastanza sensibile da registrare movimenti del terreno tanto deboli da sfuggire alla percezione delle persone. Vicentini descrisse il suo sismoscopio registratore in occasione dell'adunanza del 19 giugno 1904 del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.

L'apparato sensore del sismoscopio era costituito da un pendolo verticale rigido della lunghezza di 40 centimetri e massa di forma tronco-conica (M), del peso di 10 chilogrammi; il periodo di oscillazione completa risultava quindi di 1,2 secondi. Al centro della faccia inferiore della massa pendolare era applicata una laminetta ricurva di ottone con un forellino centrale nel quale entrava l'estremo superiore della leva amplificatrice verticale (l). Il pendolo era sospeso all'estremità superiore piegata ad angolo retto di una spranga di ferro; quest'ultima era fissata, mediante due viti, ad un muro o ad un pilastro sismico. La stessa spranga offriva appoggio ad altri due supporti che, al di sotto della massa pendolare, reggevano: uno la leva amplificatrice verticale, l'altro il pantografo e la lastra di vetro affumicato (L). La leva amplificatrice, del tutto simile a quella del microsismografo ideato dallo stesso Vicentini, aveva per braccio corto un ago di acciaio che entrava in un cerchietto dello stesso metallo; in posizione diametralmente opposta era saldato un ago di maggiori dimensioni a formare il braccio lungo della leva.

L'estremità superiore del braccio corto si raccordava con la massa pendolare, mentre quella inferiore, al centro del cerchietto, appoggiava in un cappelletto di vetro fissato al supporto. L'ago che costituiva il braccio maggiore si connetteva col sottostante pantografo, di modello semplificato rispetto a quello utilizzato nel microsismografo. L'apparato registratore, comprendeva un leggerissimo tubicino che ruotava attorno ad un perno sul piano di sostegno inferiore: La parte distale del tubicino costituiva uno dei lati maggiori di un rettangolino con gli altri tre lati in lamina d'ottone. I vertici erano forati per permettere di accogliere gli aghi di acciaio che, raccordandoli, ne permettevano lo snodo. Nel foro del vertice prossimale esterno entrava l'ago del braccio lungo della leva verticale, mentre al vertice distale esterno era attaccato, mediante una goccia di cera, un esile filo di vetro atto a lasciare traccia del movimento sulla lastra affumicata. L'intero pantografo era mantenuto orizzontale da un piccolo contrappeso fissato all'estremo opposto del tubicino; l'attrito della punta tracciante sulla lastra veniva regolato attraverso una vite di rettifica posta tra il sostegno e l'asse di rotazione del pantografo. Le proporzioni della leva verticale erano tali da amplificare di dieci volte i movimenti pendolari, mentre il pantografo raddoppiava gli spostamenti della leva dala verticale, cosicché, nel complesso, le oscillazioni pendolari risultavano ingrandite di venti volte.





Sismoscopio registratore Vicentini: registrazione di un terremoto del 1909.



La diffusione di questo sismoscopio avrebbe consentito, secondo Vicentini, di: determinare il modo con cui si propagano e si modificano le oscillazioni del suolo, attorno al centro di scuotimento; conseguentemente l'ampiezza unitamente alla forma delle registrazioni del semplicissimo apparecchio, saranno due elementi, in base ai quali si potrà stabilire per ogni stazione di osservazione l'origine probabile e la intensità di un determinato movimento sismico. La sicurezza di queste affermazioni poggiava su ripetute esperienze condotte con il nuovo strumento dal Vicentini presso l'Istituto di Fisica dell'Ateneo padovano; per ampliare il novero delle risposte sperimentali, il progettista fornì il sismoscopio registratore ad altri luoghi d'osservazione situati in varie città italiane, tra le quali Fano, Belluno e Verona, poste al centro od in prossimità di aree sismologicamente interessanti. Le migliorie e gli aggiornamenti più importanti allo strumento furono il frutto di questo "lavoro sul campo". Nel 1916, Augusto Levi, autore di una serie prolungata di esperienze e misurazioni in diverse località, riferì sui risultati ottenuti sostituendo il sistema di registrazione su lastra affumicata, responsabile della sovrapposizione di diagrammi corrispondenti a scosse diverse e limitato dall'impossibilità di tenere distinte le varie fasi del moto sismico, con il metodo di riproduzione delle tracce basato sulla registrazione continua su carta affumicata, già utilizzato nel microsismografo messo a punto dallo stesso Vicentini. L'adozione di questa soluzione tecnica contribuì a superare, seppur in modo non del tutto soddisfacente, un altro limite evidente dello strumento originario: la completa assenza di indicazioni relative alla cronologia degli eventi. Scriveva Levi: Gli apparecchi di cui si tratta sono sempre sismoscopi e quindi non c'è la registrazione del tempo: però, tenuto conto del momento in cui si mette a posto il nastro [che aveva una velocità di scorrimento di 3 millimetri al minuto n.d.r.], si può determinare l'ora sufficientemente approssimata delle registrazioni; e questo, di fronte al sismoscopio a lastrina, ha già la sua importanza. Lo strumento, così modificato, veniva a configurarsi come un apparato intermedio tra i complessi e costosi microsismografi ed i semplici sismoscopi, unendo a prestazioni di buon livello facilità d'impianto e di manutenzione.

Bibliografia

Vicentini G.
Sismoscopio registratore, in "Atti del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti", Tomo LXIII, P.II, pp.1095-1100.
Venezia 1904

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(Last update on: 26/04/00)