Sismometro a pendolo verticale portatile Pagani - 1841


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Testimone della scossa che la sera del 4 ottobre 1834 spaventò i bolognesi, il meccanico-orologiaio del Gran Teatro Comunale della città emiliana Luigi Pagani, la mattina delli 5 ottobre ... si portò al Gabinetto Fisico della Patria Università per osservare la vera direzione del Terremoto che quel sismometro, che è uno dei comuni a mercurio, aveva indicata, e trovò tutto il mercurio alla rinfusa, ond'egli nulla in proposito poté da ciò rilevare. La delusione per la inutile indicazione strumentale, frutto di una tracimazione inintelligibile causata dalla violenza del moto, certamente rafforzò la convinzione, maturata da tempo dal Pagani, che la sismometria incentrata sui sistemi a mercurio rappresentasse una sorta di aporia. Alla obiezione relativa alla incostanza delle indicazioni poiché nell'Estate pel maggior volume che acquista il mercurio contenutore sortirà in maggior copia che nell'Inverno, Pagani univa il dubbio che i sismoscopi a mercurio dell'epoca, saldamente fissati alle pareti dei luoghi d'osservazione, non riuscissero ad indicare con egual facilità le scosse che possono avvenire lungo il muro, o perpendicolarmente ad esso. Le critiche radicali del meccanico bolognese alla sismometria del tempo, frutto di riflessioni sugli strumenti osservati nei viaggi a Ginevra, Parigi e Londra al seguito di Giovanni Aldini, non si limitarono ai sistemi a mercurio: l'assenza di precisione nelle tracce lasciate dai sismometri a pendolo scrivente su sabbia e ad acqua e polveri galleggianti, costituiva per Pagani un difetto esiziale. Lo strumento in sé aveva smarrito ogni connotato settecentesco di "documento" per l'attività speculativa, la sua ragion d'essere diveniva la misurazione dei fenomeni: il dato quantificabile annunciava la propria rivincita nei confronti della teoresi; quest'ultima conservava ancora le suggestioni della sismogenesi elettricista giacché presso le persone che amano le scienze potrebbesi vedere con sicurezza all'occasione di detto fenomeno, precisamente ove succede lo scoppio dell'elettricità che sorte dalla terra per mettersi in equilibrio con quella dell'Atmosfera; oppure se sia uno scoppio dell'elettricità puramente interna alle caverne sotterranee con accensione della materia infiammabile ivi contenente, ovvero se il terremuoto sia semplicemente di consenso...(Pagani L.). Non era possibile chiarire alcunché nelle controverse questioni della sismogenesi utilizzando le macchinette volgari, i cui risultati bene spesso non corrispondono, né sono comparabili..., Pagani avvertì allora la necessità di uno strumento del tutto nuovo che indicasse anche il terremuoto di sussulto ed il rotatorio...la direzione secondo la quale ha avuto origine...due, o più scosse diverse avvenute nello stesso terremuoto...il grado della sua intensità, cosicché potrebbe chiamarsi sismometrografo, nome, che non può darsi ad alcuno degli strumenti fin'ora conosciuti.

Se l'occasione per la costruzione del nuovo strumento fu rappresentata dal sisma del 1834 non va dimenticato che, tra gli estimatori della macchinetta del Pagani, qualcuno sottolineò come il meccanico bolognese studiò gli effetti del terremoto da semplice Artista, avendo la fortuna di conoscere e parlare con molti uomini dotti, all'occasione de' suoi viaggi e d'averne assistiti varii ne' loro esperimenti fisici.

Pagani sottopose così, disciplinatamente, al giudizio del mondo accademico bolognese il suo sismometro; molti esponenti dello Studio felsineo certificarono le qualità dell'apparecchio (Il Caffè...), del quale l'inventore rivelò i particolari costruttivi solo all'amico Camillo Querzoli, dilettante di Meccanica e di Fisica, specialmente ricreativa; questi ne confermò la validità e semplicità. Pagani non lasciò rappresentazione del suo primo sismometro, accuratamente occultato, nel corso delle esibizioni, in un parallelepipedo di legno di circa 60 centimetri d'altezza per 15 di larghezza (Bollettino...). La dimestichezza con le agnizioni teatrali non dovette essere del tutto estranea alla scelta del meccanico bolognese di utilizzare una sorta di siparietto per presentare, ai dotti giudici, il nuovo strumento: ... e ciò per disingannar coloro che credevano, che per forza di potere ottico egli ottenesse in questa macchinetta i risultati che ne spiegavano con tutta accuratezza la mossa, come altresì coloro, che supponevano un qualche sunto accordo fra lo sperimentatore e qualcuno degli astanti; per togliere il quale inganno, il Pagani ritiravasi in una Camera separata, mentre alla macchinetta essi davano quel moto che loro piaceva, e dopo che i medesimi l'avevano mossa o in un senso o nell'altro imitando possibilmente i naturali terremoti, egli sortiva dalla Camera anzidetta facendovi entrare li spettatori, ed osservata da solo interamente la macchinetta chiamava poscia le persone accorse, e con tutta precisione ne spiegava i preventivi movimenti tanto di ondulazione che di sussulto, ed altresì le piccole scosse circolari, la loro direzione, e la parte da dove la scossa avea avuto principio non che l'intensità delle scosse.

Nel 1841 Pagani perfezionò la macchinetta riducendone le dimensioni a 30 centimetri di altezza e 12 centimetri di larghezza, a comodo ancora di poterla trasportare con se in viaggio; a sette anni di distanza dalla prime esibizioni, l'inventore si decise a fornire una dettagliata descrizione dello strumento corredata da una immagine. Nella presentazione egli sottolineò come non fossero determinanti le dimensioni del dispositivo ma il rispetto delle sue proporzioni e delle modalità di installazione: ... nel mezzo di una Camera a volto, ed al piano più alto possibile; fermasi il piedestallo nel pavimento, alto circa due metri, a comodo delle persone che volessero osservare il detto macchinismo ... (Pagani L.).

Lo strumento, costruito in ottone ... in tutto il meccanismo interno, aveva nel complesso l'apparenza di un traliccio a forma di piramide a base quadrata, fissata su di un piano di legno (nel disegno contrassegnato dalla lettera B). La struttura appariva orizzontalmente secata da un piano quadrangolare la cui faccia superiore, munita di bordo a formarne un recipiente (K), era suddivisa in quattro quadranti disposti secondo i punti cardinali. La metà superiore dello strumento metteva in evidenza i moti ondulatori, mentre la metà sottostante segnalava i sommovimenti sussultori. Al vertice della piramide era appeso un pendolo (C) che portava sospesa una piccola stella (D) a quattro punte, posta orizzontalmente rispetto al piano e fissata mediante un filo di rame, in modo da non poter ruotare circolarmente; era questo il componente del sismografo che aveva assorbito molta fatica a costruirlo onde sia atto all'effetto (Pagani L.). Il tutto era munito di un regolatore a vite alla sommità della piramide (E) e di una snodatura in prossimità della stelletta (F). Quest'ultima portava sulla superficie nove pallini da caccia (G) e si bilicava su di una punta (L) che saliva dal centro del sottostante recipiente quadrangolare suddiviso in quadranti, atto a raccogliere i pallini che cadevano ad ogni lieve movimento, segnalando la direzione prevalente del moto a seconda del quadrato ove se ne raccoglieva il maggior numero. Attorno al pendolo sospeso al vertice della piramide era fissato orizzontalmente un anello (H) che portava otto marchetti (I) e quattro punte metalliche mobili ed equidistanti; queste all'interno sfioravano il pendolo e venivano sospinte all'esterno ad ogni suo lieve spostamento, contribuendo così a fissare la direzione e l'intensità delle scosse ondulatorie.

I moti sussultori erano registrati da un secondo pendolo (M) sospeso alla faccia inferiore del piano orizzontale per mezzo di un filo di seta munito di regolatore a vite (N). La massa di questo pendolo era costituita da una sfera bucata che poggiava leggermente su di una punta sottostante fissata alla base dello strumento; il moto sussultorio avrebbe provocato la fuoriuscita della massa pendolare dalla sede di equilibrio.

Convinto di aver escogitata un'utile correzione a que' seismografi e seismometri persino ad ora inventati e conosciuti, Pagani reputò che in tutte le Università...e ne' pubblici Licei fosse indispensabile la presenza del suo apparecchio, auspicio che andò, in buona parte, deluso.

Bibliografia

Pagani L.
Descrizione d'un nuovo sismometro, il quale, assai meglio degli altri fino ad ora conosciuti, serve all'uopo, inventato dal meccanico Luigi Pagani, bolognese, pp.1-22.
Bologna 1842

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(Last update on: 26/04/00)