Microsismografo Vicentini - 1895


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.





La massa pendolare era costituita da otto dischi di piombo, fusi tra loro, del peso complessivo di 100 chilogrammi. Nella parte superiore della massa vi erano tre bulloni a vite, terminanti superiormente a gancio. La massa era collegata per mezzo di tre catene (a1, a2 ed a3) ad un grosso cappellotto di bronzo attaccato all'estremità inferiore del filo di sospensione di ferro del diametro di 3 mm..







Le catene a1 ed a2 erano costituite da due manicotti di ottone che portavano alle estremità due madreviti. Girando i manicotti era possibile allungare ed accorciare le catene. Le due estremità del filo di sospensione erano attaccate inferiormente al cappellotto e superiormente ad un grosso dado a vite avvitato all'estremo inferiore di un cilindro cavo di ferro. All'altro estremo del cilindro era avvitato un secondo dado, attraversato da un filo di acciaio del diametro di 1,5 mm.. La parte superiore del filo era saldata alla parte inferiore di una vite a passo corto. La vite era attaccata ad una trave con sezione a doppia T penetrante nel muro di sostegno. Attraverso la regolazione della vite era possibile sollevare ed abbassare a piacimento la massa M. La lunghezza totale del pendolo era di 1,5 metri.

Due travi di ferro sporgenti dal muro (T1 e T2), posizionate al di sotto della massa, avevano la funzione di arrestare la caduta del pendolo in caso di rottura del filo.

Un anello di ferro AA, sostenuto da due supporti avvitati nella parte posteriore delle travi T1 e T2 circondava la massa; avvitate a questo anello tre grandi viti a testa graduata, disposte simmetricamente intorno alla massa, avevano lo scopo di ridurre le oscillazioni del pendolo e di misurare l'ingrandimento delle leve.

La piastra circolare alla base della massa era provvista di un foro nel quale era alloggiato l'estremo superiore della leva amplificatrice. La leva amplificatrice (L) era formata da un piccolo tubo di alluminio saldato ad un anello di alluminio e da un ago di acciaio; un secondo ago era saldato nella parte inferiore del tubo di alluminio. Il tubo costituiva il braccio lungo della leva mentre l'ago d'acciaio quello corto. La punta dell'ago di acciaio, un po' più alta nel centro dell'anello, andava a poggiare su un cappellotto di vetro fissato con il mastice all'estremo del braccio orizzontale del sostegno S. La base del sostegno S era fissata con un bullone (G) ad un'asta di ferro infissa nel muro.

La registrazione dei movimenti sismici avveniva per mezzi di due leve di alluminio orizzontali p1 e p2. La prima era rettilinea mentre la seconda era ad angolo retto.





Il disegno illustra il particolare del sistema di scrittura con le leve p1 e p2.



Entrambe le leve erano girevoli intorno a due sottili aghi di acciaio, ognuno mantenuto verticale da una staffa. Anteriormente le leve terminavano con due sottili strisce di vetro, fuse agli estremi in modo tale da assumere forma sferica; queste rappresentavano le pennine scriventi sulla carta affumicata. Due piccoli tubi di ottone infilati sul braccio corto delle leve fungevano da contrappeso. Il movimento sismico veniva scomposto tramite il sistema sopra illustrato nelle due componenti tra loro perpendicolari. L'ingrandimento fornito dal sistema di leve amplificatrici era di circa 80 volte.

Le registrazioni avvenivano su nastro di carta affumicata (N); questo era un nastro "senza fine" poggiante su di un cilindro (R1) il cui asse era collegato all'asse principale di un orologio. Un secondo cilindro (R2) posto nella parte inferiore del nastro aveva la funzione di mantenerlo in tensione. Il cilindro motore (R1) e l'orologio (O) erano posti sopra una mensola.

La registrazione del tempo veniva effettuata sul nastro di carta affumicata da una terza pennina scrivente, comandata dall'ancora di un elettromagneta inserita in un circuito elettrico assieme con un pendolo di precisione. La chiusura del circuito avveniva ad ogni minuto tranne una volta all'inizio di ogni ora, in modo tale da poter facilmente calcolare il tempo. Il diametro del cilindro e la lunghezza della striscia di carta erano scelti opportunamente in modo tale che il nastro compisse un giro completo in 24 ore.

A partire dal 1895 in Italia lo strumento fu installato in almeno 23 esemplari di cui 13 nella versione "standard" da 100 kg, almeno 3 in quella da 400/500 kg e 4 con masse variabili tra 120 e 200 kg.

Bibliografia

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(Last update on: 26/04/00)