Sismoscopio ad effetto multiplo Cancani - 1898


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Adolfo Cancani ideò e fece realizzare, nel 1898, il sismoscopio ad effetto multiplo con l'intento di migliorare la sensibilità del sismoscopio elettrico a doppio effetto progettato e fatto costruire da Giovanni Agamennone nel 1894.

Cancani era dell'avviso che la strumentazione sismica esistente al quel tempo non fosse in grado di segnalare in modo adeguato i moti sismici di debolissima entità: si hanno invero, come ho potuto più volte accertare, dei debolissimi terremoti, di centro forse pochissimo profondo, che mentre sono avvertiti dalle persone che si trovano sull'epicentro, non sono registrati dai più sensibili sismometrografi, né sono indicati dai migliori sismoscopi a poche centinaia di metri di distanza. Queste considerazioni mi hanno indotto alla costruzione di un apparecchio di grande sensibilità prendendo per punto di partenza uno dei migliori sismoscopi che io conosca, sebbene poco diffuso in Italia, cioè il sismoscopio Cecchi(Cancani A., 1898). L'apprezzamento per lo strumento ideato dallo Scolopio fiorentino spinse Cancani a formulare la proposta di trasformare i sismoscopi a dischetto fabbricati dai Fratelli Brassart di Roma, molto diffusi nei luoghi d'osservazione, in sismoscopi del tipo Cecchi: colla spesa che non giungerebbe ad una lira, per ciascuno strumento, si trasformerebbe uno dei peggiori sismoscopi in uno dei migliori (Cancani A., 1898).

Su di un'unica base in ghisa Cancani fece fissare sette pendoli rovesci tipo Cecchi, sei dei quali disposti circolarmente col settimo in posizione centrale. Ogni sottile asta d'acciaio recava, ad altezza variabile, un dischetto metallico fungente da massa; alla sommità di ogni singolo apparato pendolare rovescio era collocata una leggera spirale alla cui estremità libera Cancani, introducendo così una piccola modifica allo strumento del Cecchi, fissò, mediante un filo, un piccolo stilo; il filamento era tanto sottile da reggere appena il peso della asticella metallica, impedendone la caduta. Il pendolo rovescio centrale portava saldato sullo stilo un dischetto di ottone con sei lamine radiali di platino esternamente sagomate a coda di rondine che sfioravano, senza toccarle, le estremità dei sei pendoli rovesci circostanti. Il contatto tra le lamine ed uno qualunque degli stili sommitali chiudeva un circuito elettrico collegato con un apparato registratore; Cancani escogitò un sistema di registrazione su carta di semplicissima complessione, costituito da una striscia di carta Morse che si svolgeva continuamente tramite un meccanismo ad orologeria (Strumenti, sismogrammi..., 1902). Allo scopo di regolare la distanza tra la sommità dei sei pendoli e le lamine centrali, influendo così sulla sensibilità dello strumento, ogni sottile asta portava infisso, ad un centimetro dalla base, il vertice di un triangolo rettangolo isoscele con il cateto di tre centimetri; presso gli altri due vertici passano verticalmente due viti di livello, che poggiando con la loro punta sulla base permettono di regolare ciascun sismoscopio in modo che il rispettivo stilo accosti fino ad un decimo di millimetro dai due lati della rispettiva coda di rondine (Cancani A., 1898).

Lo strumento diede prova di grande sensibilità, esso rappresentava una ottima materializzazione del principio della diacronia dei periodi di oscillazione dei pendoli tra di loro, in modo che quando il periodo di oscillazione del terreno si avvicina a quello proprio di una di quelle verghe elastiche, questa entrando in oscillazione ed amplificando per effetto del sincronismo le oscillazioni del suolo arrivi a chiudere un circuito elettrico (Strumenti, sismogrammi..., 1902); nel 1900 una copia del sismoscopio ad effetto multiplo, messo a punto da Cancani per l'Osservatorio geodinamico di Rocca di Papa, partecipò alla Esposizione Universale di Parigi (Agamennone G., 1900). Nel settembre del 1902 lo strumento comparve a Brescia, nelle sale dell'Ateneo, in occasione della Prima Esposizione di strumenti sismici; fino a quella data erano state costruite tre copie del sismoscopio ad effetto multiplo che avevano arricchito l'arredo scientifico degli osservatori sismici del Collegio Romano, di Quarto Castello e dell'Osservatorio Vesuviano (Strumenti, sismogrammi..., 1902).

Bibliografia

Agamennone G.
Gli strumenti sismici all'Esposizione Universale del 1900, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1900-1901), Vol.VI, pp.188-206.
Modena 1900

Agamennone G.
L'attività del R. Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa durante l'anno 1902, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1904-1905), Vol.X, pp.9-18.
Modena 1904

Cancani A.
Sismoscopio ad effetto multiplo, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1898), Vol.IV, pp.68-70
Modena 1898

*
Strumenti, sismogrammi e quadri, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1902-1903), Vol.VIII, pp.99-119.
Modena 1902

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(Last update on: 26/04/00)