Sismoscopio a pendolo verticale di Bina - 1751


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo strumento nella banca dati di TROMOS.

Nella prima metà del diciottesimo secolo, il padre cassinese Andrea Bina, lettore di filosofia nei monasteri benedettini di Mantova, Padova e Perugia, e segretario perpetuo dell'Accademia Augusta, coltivò con successo gli studi di scienze matematiche e fisiche e di ingegneria idraulica.

Nel luglio del 1751 lo studioso cassinese fu testimone dell'intenso periodo sismico che travagliò l'Umbria e pubblicò lo stesso anno il suo Ragionamento sopra la cagione de' terremoti. In quest'opera il Bina, dopo aver esposto con molta erudizione e qualche divagazione fisica le varie teorie formulate per la spiegazione dei terremoti, diede la descrizione di un apparato in grado di segnalare il verificarsi degli eventi sismici e di misurarne, seppure in modo sommario, la direzione e l'intensità.

Lo strumento era costituito da un pendolo verticale sospeso ad una trave in una stanza ai piani superiori di un edificio (poichè costì alquanto più sensibili riescono gli scuotimenti), la cui massa pendolare era costituita da un globo di piombo di notabile peso (Bina 1751). Inserito nella parte inferiore della sfera si trovava un ago della lunghezza di un pollice e mezzo che affondava leggermente in uno strato di sabbia od altro simile materale dello spessore di due o tre pollici, raccolto in una cassetta di legno. Quest'ultima galleggiava in una vasca d'acqua collocata sul pavimento. Al sopraggiungere di una scossa la punta del pendolo lasciava delle tracce che, a seconda della forma, dell'ampiezza e della profondità, consentivano di trarre indicazioni relativamente ad intensità, direzione e qualità del moto sismico. ...e secondo che più lunghi o più brevi saranno stati li solchi, come pure a misura che più e meno grande sarà stata la penetrazione dello stilo, più o meno veementi saranno stati li crolli che il terremoto avrà cagionato (Bina 1751).

I fisici del tempo, per il rapido sviluppo delle conoscenze elettriche di quegli anni, avevano finito per credere che tutto sia elettricità, come scrisse il Bina (Dizionario biografico...1751). Egli rivolse il suo interesse ai fenomeni tellurici dipendenti, a suo avviso, dal fluido elettrico che, al pari delle acque, attraversa il terreno. Così egli scrisse dei fenomeni precursori il terremoto "...comunicandosi, l'accensione a misura che va incamminandosi l'elettrismo alle materie più suscettibili al medesimo; l'acqua che è tale risente di ogni picciola azione della detta virtù; onde si scuote e si agita restando immobile il terreno, e quindi per l'agitazione perde la propria limpidezza... Un altro fenomeno dell'elettricità si è il soffio impetuoso, che sbocca dagli angoli e parti appuntate de' corpi... onde la cima di qualche monte vicino capace d'imbeverare con sollecitudine e il fluido elettrico commuoverà col suo spirare l'atmosfera aerea e sempre più crescerà il moto di questa; si avrà qualche fondamento di credere che l'elettrismo si vada aumentando, e perciò non sia lontano qualche tremore" (Bina 1751).

Dalle parole del Bina si comprende come egli attribuisse all'acqua la funzione di conduttore del fluido elettrico dalle viscere della terra all'aria e perciò al pendolo; cosicchè lo strumento finiva per essere, nell'intento dell'autore, una sorta di preavvisatore sismico in ragione della grande conduttività dell'acqua.

Bibliografia

Aldini G.
Varie congetture fisiche intorno ai tremuoti, ms. Biblioteca Archiginnasio di Bologna, N.B. 1440.
1780

Baratta M.
Ricerche storiche sugli apparecchi sismici in "Annali dell'Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano, s.II, 17, pt.I (1895), pp.1-37.
Roma 1896

Bina A.
Ragionamento sopra la cagione de' terremoti ed in particolare di quello della Terra di Gualdo di Nocera nell'Umbria seguito l'A. 1751.
Perugia 1751

Bina A.
Ragionamento sopra la cagione de' tremuoti ed in particolare di quello della terra di Gualdo e di Nocera nell'Umbria seguito l'anno 1751 dato nuovamente in luce dal sig. conte Aurelio Miari.
Carpi 1756

Ferrari G.
Two hundred years of seismic instruments in Italy 1731-1940. ING-SGA.

Terrenzi G.
L'inventore del sismografo a pendolo, in "Rivista Scientifico-Industriale", A.XIX, N.4, febbraio 1887.
Firenze 1887

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(Last update on: 26/04/00)