Bina Andrea

Milano [I] 1724 01 01 Milano [I] 1792 03 08

Note biografiche

Nato a Milano l'1 gennaio 1724, morto a Milano l'8 marzo 1792.

Dopo aver concluso gli studi nel seminario della città natale studiò retorica presso l'università di Brera. Nel 1741 entrò a far parte della Congregazione dei benedettini cassinesi intraprendendo nel contempo approfonditi studi di carattere matematico e fisico. Completati gli studi di teologia a Roma, nel 1748 fu nominato lettore di filosofia nei monasteri benedettini di Mantova, Padova e Perugia, nel 1756 fece ritorno a Mantova e divenne priore del monastero di S.Benedetto in Polirone.

L'intensa attività didattica non impedì al Bina, almeno negli anni giovanili, di dedicarsi con entusiasmo agli studi di fisica ed in particolare di elettrologia. Gli interessi scientifici lo spinsero a farsi promotore dell'Accademia Augusta di Perugia, della quale fu acclamato segretario perpetuo, mentre l'attività di ricerca gli fruttò l'associazione all'Accademia dei Ricovrati di Padova ed alla Società Colombaria di Firenze, due consessi tra i più attivi e stimolanti nel quadro del rinnovamento scientifico italiano del '700. Il rapido diffondersi nella comunità scientifica della penisola delle scoperte relative ai fenomeni della conducibilità elettrica, l'interesse suscitato per i fenomeni osservabili mediante la bottiglia di Leida, messa a punto nel 1745, influenzarono le ricerche e la interpretazione dei fenomeni naturali del Bina. Egli si collocò in quell'ampia schiera di scienziati e naturalisti della prima metà del '700 che, impressionati dalle potenzialità delle forze elettriche che allora si andavano scoprendo, attribuirono a queste ultime un ruolo predominante nella spiegazione di tutti i fenomeni naturali, dando luogo ad una sorta di determinismo elettricista. Il primo saggio scientifico di Bina dal titolo "Electricorum effectuum explicatio" pubblicato a Padova nel 1751, rispecchia una simile visione della natura che si consolidò un anno più tardi con la pubblicazione del saggio "Ragionamento sopra la cagione de' tremuoti..." ( Bina 1756). Con quest'opera Bina si fece convinto assertore della teoria che attribuiva il verificarsi dei terremoti ai disequilibri del fluido elettrico sotterraneo innescati dall'esplosione di gas combustibili nelle caverne del sottosuolo. Tra i primi in Italia e nel mondo, il religioso cassinese si preoccupò di dimostrare le proprie argomentazioni teoriche con l'ausilio della misurazione del fenomeno sismico. A tale scopo propose l'adozione di un pendolo sismoscopico verticale che mediante un ago infisso nella massa registrasse i movimenti del suolo sulla sabbia contenuta in una cassetta di legno galleggiante in un recipiente d'acqua. Gli ultimi anni della vita di Bina videro diminuire il suo impegno scientifico a favore dell'insegnamento. L'interesse per i temi dell'elettrologia rimase comunque costante come attestano i suoi contatti con A.Volta, anche se non produsse risultati scientifici di rilievo ( Dizionario Biografico degli Italiani 1960-1988 pp.483-485).

Bibliografia

Bina A.
Ragionamento sopra la cagione de' terremoti ed in particolare di quello della Terra di Gualdo di Nocera nell'Umbria seguito l'A. 1751.
Perugia 1751

Bina A.
Ragionamento sopra la cagione de' tremuoti ed in particolare di quello della terra di Gualdo e di Nocera nell'Umbria seguito l'anno 1751 dato nuovamente in luce dal sig. conte Aurelio Miari.
Carpi 1756

*
Dizionario Biografico degli Italiani, Voll. I-XXXIV, (1960-1988), Roma (1960-1988).

Ferrari G.
Two hundred years of seismic instruments in Italy 1731-1940. ING-SGA.

Terrenzi G.
L'inventore del sismografo a pendolo, in "Rivista Scientifico-Industriale", A.XIX, N.4, febbraio 1887.
Firenze 1887


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.

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(Last update on: 26/04/00)