Osservatorio Meteorologico del Seminario Patriarcale - Venezia

1817 1938

Note storiche

L'osservatorio fu costruito nel 1826 sopra l'edificio del seminario, ma la sua vita pubblica iniziò solo nel 1835. Infatti presso il liceo di S. Caterina esisteva un altro osservatorio meteorologico, gestito fin dal 1821 dal canonico Antonio Traversi; nel 1835, Traversi fu trasferito a Roma per avanzamento della carriera ecclesiastica e di conseguenza gli strumenti di questa sede furono trasferiti all'osservatorio del seminario. Questo evento coincise con l'inizio della pubblicazione annuale delle osservazioni meteorologiche sulla Gazzetta Privilegiata di Venezia. Altre osservazioni, tra cui quelle relative ai terremoti, erano annotate su appositi diari degli "eventi straordinari".

Nel 1853 l'Istituto di Meteorologia e Magnetismo terrestre di Vienna propose l'annessione dell'osservatorio al sistema di osservazioni meteorologiche del regno Austro-Ungarico; la proposta venne accettata e l'istituto fornì alcuni nuovi strumenti meteorologici per le osservazioni, che dovevano essere inviate mensilmente a Vienna.

Nel 1865 Giovanni Paganuzzi fu nominato direttore dell'osservatorio. Il precedente direttore del seminario aveva ripetutamente chiesto finanziamenti pubblici per l'ampliamento e ristrutturazione dell'osservatorio, ma senza successo. Paganuzzi, deciso a reperire il denaro necessario, ottenne fondi dall'istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. I lavori di ristrutturazione, che prevedevano anche la costruzione di una sezione astronomica, iniziarono nel 1866. Nel periodo successivo Venezia fu riannessa all'Italia e l'osservatorio di Venezia fu chiamato a far parte della Rete Meteorologica Italiana.

Nel 1871 Paganuzzi morì e la direzione dell'osservatorio fu affidata a Giuseppe Meneguzzi. Nel 1873 il nuovo direttore ottenne dall'Istituto veneto l'approvazione per l'acquisto di un sismografo Cavalleri, di un orologio e di altri strumenti meteorologici e di osservazione delle maree in laguna. Le osservazioni sismiche iniziarono quindi nel 1873.

Nel 1875 Meneguzzi lasciò l'incarico e fu sostituito nel 1876 da Massimiliano Tono.

Nel 1877 fu ceduto il sismografo Cavalleri all'osservatorio di Verona e venne acquistato un sismografo elettrico Cecchi, unitamente ad altri strumenti meteorologici. Nel 1880 fu acquistato un Microsismoscopio Agamennone con orologio avvisatore.

Nel 1877 Francesco Denza fece visita alla città di Venezia e vide l'osservatorio; ne rimase favorevolmente colpito e per sua iniziativa lo fece inserire nella linea primaria governativa; poco dopo venne istituita una rete di 8 stazioni termopluviometriche facenti capo all'osservatorio patriarcale di Venezia, che inviavano dati meteorologici e agrari. Nel 1883 iniziò la pubblicazione dell'Annuario astro-meteorologico e nel 1885 delle Effemeridi nautiche.

Nel 1902 Tono abbandonò l'incarico e lo lasciò a Emilio Hoenning O' Carrol. Nel 1904 fu installato un microsismografo Vicentini in un apposito vano a piano terra: le osservazioni sismiche con i vecchi strumenti furono abbandonate e si iniziarono le rilevazioni con il nuovo strumento; la pubblicazione delle osservazioni meteorologiche si arricchì di una pagina dedicata alle osservazioni sismografiche.

Nel 1905 furono iniziati altri lavori di restauro che durarono un anno circa: la specola astronomica fu ricostruita in altra posizione e fu introdotta l'illuminazione elettrica.

Nel 1912 una circolare informava che era stato creato un nuovo Ufficio centrale idrografico e quindi l'attività di coordinazione fu centralizzata su questa nuovo istituto. Nello stesso anno Hoenning realizzò uno strumento per registrare le oscillazioni e lo collocò sul campanile di Santo Stefano. Si occupò anche della costruzione di un microsismografo che però restò incompleto.

Nel 1913 Hoenning lasciò il suo incarico e gli fu successore Salvatore Urbani. Nel 1914 furono temporaneamente sospese le osservazioni sismografiche e la pubblicazione sistematica dei bollettini; l'attività dell'osservatorio, tuttavia, non fu sospesa e in casi particolari furono pubblicate alcune osservazioni.

Nel 1917 Urbani lasciò la direzione a Francesco Saverio Zanon, il quale si dedicò prontamente alla riorganizzazione del servizio geodinamico, trascurato da più di un anno, iniziando la trascrizione giornaliera delle registrazioni sismografiche.

Nel marzo del 1919 si intrecciarono nuovamente relazioni con l'Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti e fu ripresa anche la pubblicazione dei Bollettini, compresi quelli geodinamici.

Nel 1922 furono nuovamente iniziati lavori di restauro che terminarono circa un anno dopo (). La sezione geodinamica nel 1933 presentava i seguenti strumenti: un sismografo Agamennone a pendoli orizzontali, un Tromometro Bertelli, un Microsismografo Vicentini a tre componenti, installato nel 1904, un antico sismoscopio Agamennone con annesso orologio e un sismoscopio di vecchio tipo (probabilmente il Cecchi) (. L'osservatorio cessò di funzionare nel 1938.

Bibliografia

Agamennone G.
Brevi cenni sull'organizzazione del Servizio Sismico in Italia con l'elenco dei principali osservatori sismici italiani, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana (1908-1909), Vol.XIII, pp.41-74.
Modena 1908

Piva V.
L'Osservatorio Meteorologico e Geodinamico del Seminario di Venezia, Memorie Storiche.
Venezia 1924

Zanon F.S.
Il sismografo Agamennone a pendoli orizzontali modificato, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana" (1926), Vol.XXVI, pp.153-165.
Selci 1926

Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, Annuario dell'osservatorio Geofisico del Seminario Patriarcale di Venezia, s.II, a.10.
Verona 1937


* La bibliografia non intende essere esaustiva, ma contiene tutti i riferimenti bibliografici associati a questo studioso o costruttore nella banca dati di TROMOS.

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(Last update on: 26/04/00)