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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
05 12 145603:0042.192813.91b1010.51704525.8!Bassa valle Aterno-PescaraItaly

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Space-time parameters

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1456 12 05 03 00 -- 41.27 14.75 0.0 11.0 0 452 Italia centro-meridionale
1456 12 30 08 20 00 41.17 14.05 0.0 7.0 0 452 Napoletano
1456 12 07 21 05 -- 40.85 14.27 0.0 3.5 0 452 Napoli
1456 12 21 -- -- -- 40.85 14.27 0.0 4.6 0 452 Napoli
1457 01 08 -- -- -- 40.85 14.27 0.0 6.0 0 452 Napoli
1457 02 10 -- -- -- 41.10 14.22 0.0 6.5 0 452 Capua


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Previous catalogues and reasons of the corrections

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1456 12 05 03:00 41.30 14.72 11.0 11.0 218 386 Italia centro-meridionale
PFG 1456 12 05 03:- 41.52 14.52 10.0 - - - Napoletano

CFT 1456 12 30 08:20 41.52 14.52 9.5 - 0 386 Napoletano
PFG 1456 12 30 08:- 41.52 14.52 9.5 - - - Napoletano


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del Catalogo ed è stata svolta un’ampia ricerca sulle fonti memorialistiche e documentarie. I dati su cui si basano i nuovi parametri sono supportati da una ricerca critica, che ha recepito anche i risultati dell’analisi storiografica più recente (Figliuolo 1988-89), integrandoli, per le zone più esterne all’area dei massimi effetti, con numerose fonti locali. Il primo importante nucleo di fonti dirette è costituito dalle numerose lettere inviate dagli ambasciatori presenti alla corte napoletana, rintracciate attraverso una ricerca approfondita presso gli atti delle cancellerie degli Stati italiani ed esteri con rappresentanti a Napoli. Tale documentazione è conservata, in particolare, presso gli Archivi di Stato di Milano, di Firenze, di Venezia, di Modena, di Siena, di Roma, l’Archivo de la Corona de Aragón di Barcellona, la Österreichisches Nationalbibliothek di Vienna. Anche un discreto numero di lettere private riporta aspetti particolari relativi alle conseguenze dell’evento sismico a Napoli e in altre località del Regno. Le informazioni offerte da queste fonti epistolari sono notevoli, tali da sopperire alla mancanza di fonti amministrative locali della corte napoletana, la cui documentazione è andata distrutta. Di modesta entità infatti è l’insieme di documenti pubblici ritrovati, nonostante le verifiche condotte su scala locale.
Di grande importanza si sono rivelate le cronache e i trattati coevi; per queste fonti un esame capillare della letteratura esistente ha permesso di tracciare un quadro esaustivo del rilievo che questo evento sismico ebbe nella società del tempo, delle diverse descrizioni degli effetti tramandate dai vari autori, nonché degli errori di lettura che hanno consentito, fino a tempi recenti, di accettare un allargamento indiscriminato dell’area dei danni fino alla Puglia. Ulteriori notizie sono state reperite per le aree periferiche in documentazione ecclesiastica locale, come obituari e cartolari monastici, e in diari privati. Ha completato la revisione l’esame della storiografia successiva, dal XVI al XX secolo, e della letteratura naturalistica, che menziona l’evento all’interno dei trattati. Importanti studi sono stati dedicati a questo terremoto da Magri e Molin (1985) (1).

Note

(1)
Magri G. e Molin D.
The earthquake of December 1456 in Central-Southern Italy, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.20-23.
Roma 1985

Development of earthquakes review

Dalle fonti epistolari si ricavano le prime importanti informazioni sul terremoto del dicembre 1456. Di rilievo le lettere degli ambasciatori presenti a Napoli, in particolare quelle che Antonio da Trezzo, milanese, inviò al duca Francesco Sforza il 6 dicembre e poi il 22 e il 28 dello stesso mese (1). Il 7 dicembre, sempre da Napoli, fu spedita la relazione di Bindo plenipotenziario senese (2) che menzionava anche centri della Capitanata pugliese; il giorno successivo la lettera di Giannozzo Manetti alla Signoria fiorentina (3); il 9 dicembre le missive di Bosquet ai consiglieri della città di Barcellona (4) e di Dusany ai deputati catalani (5), comprendono anche l’Abruzzo e il Molise; l’11 dicembre la lettera dell’ambasciatore veneziano Contarini (6). Più informate sui danni nei centri del versante adriatico risultano le lettere spedite da Foggia dove si trovava la corte di Alfonso il Magnanimo: la lettera di Ercole d’Este al fratello Borso del 7 dicembre e quella dell’ambasciatore mantovano del 12 dicembre (7). Le cifre delle vittime e il numero delle località menzionate dagli ambasciatori variano sensibilmente da una lettera all’altra, segno del succedersi nella corte napoletana di rapporti diversi giorno dopo giorno. Queste lettere diffusero in breve tempo la notizia nelle principali corti italiane e vennero usate come fonti dalla cronachistica coeva. Le lettere di Trezzo, integrate con le informazioni giunte dall’ambasciatore milanese a Napoli e dal segretario ducale in Lunigiana, furono trasmesse dal Duca ai reggenti di altri stati italiani e alla corte aragonese attraverso una fitta rete diplomatica. Ancora più vasta la circolazione di alcune missive semipubbliche, inserite successivamente in cronache come la relazione anonima al cardinale Colonna la lettera di Ercole d’Este al fratello Borso, ripresa dalle cronache bolognesi, la lettera di Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II, all’imperatore Federico III e infine la lettera di Paolo Rucellai riportata nel suo Zibaldone (8). Restano anche alcune lettere private: di Giannozzo Manetti al fratello e a Vespasiano Bisticci (9), che non modificano di molto il quadro generale; una di Francesco Sforza alla madre (10) e una notazione di Goro di Giovanni da Napoli (11). Le due relazioni principali sul terremoto del 5 dicembre sono contenute nella cronaca di Antonino Pierozzi vescovo di Firenze, noto come Sant’Antonino (12), e nel terzo libro del trattato "De terraemotu" di Giannozzo Manetti (13). Su queste due fonti, in particolare, è stato condotto lo studio di G.Magri e D.Molin (14), mentre Figliuolo in una recente monografia (15) ha ipotizzato una dipendenza di Pierozzi da Manetti. Tuttavia, la diversità completa dei dati contenuti nelle due relazioni non giustifica tale accostamento. È più ragionevole infatti supporre la circolazione di numerose e discordanti relazioni sugli effetti del terremoto negli stessi ambienti ufficiali, cui sembrano rifarsi tanto Manetti, che scrisse il trattato a Napoli nel 1457, quanto Pierozzi che si basava su una relazione coeva. Scarse le fonti documentarie pubbliche, sia per la blanda reazione del re Alfonso, che non apportò modifiche sostanziali alla gestione amministrativa del regno, sia per la distruzione e dispersione della documentazione del XV secolo conservata all’Archivio di Stato di Napoli, durante il secondo conflitto mondiale. Sono stati reperiti due privilegi regi presso l’Archivo de la Corona de Aragón di Barcellona (16), e alcuni brevi pontifici nell’Archivio Segreto Vaticano (17). Altri documenti afferenti alla fase di ricostruzione sono stati rintracciati in archivi di enti ecclesiatici di Cassino, di Napoli e di Benevento (18). L’unica testimonianza di iniziative prese da signori laici riguarda una concessione del marchese di Pescara alla comunità di Castel di Sangro (19). Esiti negativi ha dato lo spoglio di alcune raccolte di fonti edite: (20). Importanti sono invece le notazioni anonime in margine ad alcuni documenti ecclesiastici, come gli obituari o libri dei morti di varie località (21), e quella su un manoscritto religioso ebraico (22). La più dettagliata è la nota nel codice di Guido di Monterocchetta (23) che contiene una lista precisa dei danni a Napoli; secondo l’editore moderno sarebbe opera di Francesco da Cusano, uomo di fiducia del duca di Milano. Anche queste note contengono notizie assai diverse riguardo alla localizzazione dei danni e all’ammontare delle vittime, in linea con la forte eterogeneità dei dati che caratterizzò la tradizione del terremoto nella cronachistica coeva e del secolo seguente. Il rilievo dato al terremoto fu infatti assai vasto; ne riportarono menzione numerose cronache italiane di diverse regioni (24). L’opera di Della Tuccia, priore del comune di Viterbo, contiene un dettagliato elenco delle vittime per singole località (25). Semplici citazioni sono presenti in molte opere storiografiche (26). Oltre alle esagerazioni connesse alla descrizione del terremoto come evento distruttivo causato dalla volontà divina, si trovano in alcune cronache palesi confusioni con terremoti diversi (quello aquilano del 1461 in Cirillo e Antinori; quello di Città di Castello del 1457 in ser Guerriero). Ancora più insidiosa si rivelò l’estensione degli effetti distruttivi alle regioni contermini, specie la Puglia, basata su una lettura errata dei dati; il cronista Costanzo (27) inserì nell’elenco delle città danneggiate anche Brindisi e altri centri pugliesi distorcendo i nomi di luoghi diversi riportati dalle cronache precedenti; l’errore fu ripreso e ingrandito dai cronisti successivi (28). Ugualmente infondata è l’attestazione di gravi danni a Messina e in Sicilia fondata sul fraintendimento delle notizie riportate da Maurolyco (29) e riprese da Mongitore (30), che attestano soltanto il forte risentimento della scossa. L’immagine di gravi danni e migliaia di morti in Puglia e in Sicilia, accolta anche dalla moderna storiografia locale, ha contribuito così a creare il mito del terremoto del 1456, che solo le monografie di Magri e Molin prima, e successivamente di Figliuolo, sono riuscite a ridimensionare.
Frequenti le menzioni del terremoto nelle cronache settecentesche di area meridionale (31). Numerose anche le menzioni generiche nella storiografia locale del XIX e XX secolo (32).
Un esame particolare è stato dedicato alla storiografia pugliese per verificare se l’estensione dei danni non avesse alla base qualche documentazione valida, ma l’esito è stato negativo (33).
Il terremoto ha una consolidata presenza nei cataloghi sismici (34). L’approfondimento della ricerca per questo evento è stato complessivamente portato a un livello così sistematico e avanzato che solo il reperimento casuale di una fonte potrebbe aggiungere ancora qualcosa. Per quanto riguarda, invece, analisi architettoniche di tipo archeologico su edifci in alzato, ancora oggi esistenti, si riscontra una certa mancanza di osservazioni autorevoli.

Note

(1)









(2)



(3)



(4)



(5)
Dusany Pere
Lettera dell’ambasciatore catalano P.Dusany alla Generalitat di Catalogna, Napoli 9 dicembre 1456, in "Llibre de les Solemnitats de Barcelona. Edició completa del manuscrit de l’Arxiu Històric de la Ciutat", a cura di A.Duran i Sanpere e J.Sanabre pvre, vol.1 (1424-1456), n.76, p.228.
Barcelona 1930
(6)



(7)






(8)






Cronaca Varignana (Cronaca B) [-1471], in Corpus chronicorum Bononiensum, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1.
Città di Castello-Bologna 1910
Ammannati Piccolomini Iacopo
Epistolæ et Commentarii Iacobi Picolomini Cardinalis Papiensis.
Milano 1506
(9)









(10)
Archivio di Stato di Firenze, Carte Strozziane, serie I, 325, c.83, Lettera di Filippo Strozzi ad Alessandra sua madre in Firenze sul terremoto del 5 dicembre 1456, Napoli 8 dicembre 1456.

(11)



(12)
Sant’Antonino Pierozzi
Chronicorum opus in tres partes divisum ab orbe condito, annum usque 1459, 3 voll.
Lyon 1586
(13)
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.

(14)
Magri G. e Molin D.
The earthquake of December 1456 in Central-Southern Italy, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.20-23.
Roma 1985
(15)



(16)
Archivo de la Corona de Aragón de Barcelona, Cancillería, Privilegiorum Neapolis, reg.2916, cc.78v-79r, Privilegio del re Alfonso I d’Aragona a favore di Francesco e Pirro Del Balzo duchi di Andria e Venosa, Torre del Greco 9 giugno 1457.

Archivo de la Corona de Aragón de Barcelona, Cancillería, Privilegiorum Neapolis, reg.2917, cc.169v-170, Privilegio del re Alfonso I d’Aragona a favore dell’università della città di Isernia, Napoli 29 luglio 1457.

(17)
Archivio Segreto Vaticano, Registra Vaticana, vol.447, c.123v, Privilegio del papa Callisto III a favore della chiesa cattedrale di Calvi, Roma 23 aprile 1457.

Archivio Segreto Vaticano, Registra Vaticana, vol.447, cc.255v-256r, Privilegio del papa Callisto III a favore dell’abbazia di Santa Maria di Realvalle, Roma maggio 1457.




Archivio Segreto Vaticano, Registra Vaticana, vol.463, c.44r, Privilegio del papa Callisto III a favore di Paolo e Nicolò di Vallata, Roma 24 maggio 1457.

(18)









(19)
Privilegio del marchese di Pescara Berardo Gaspare d’Aquino a favore all’università di Castel di Sangro, 30 marzo 1457, in V.Balzano, Documenti relativi a Castel di Sangro, "Bullettino della R. Deputazione Abruzzese di Storia Patria", s.III, a.6, p.12, n.7.
L’Aquila 1915
(20)
Rogadeo E.
Codice diplomatico aragonese. Re Alfonso I (1435-1458), in "Codice Diplomatico Barese", vol.11.
Bari 1931
Giannuzzi A.
Le carte di Altamura (1232-1502), in "Codice Diplomatico Barese", vol.12.
Bari 1935
Cassandro G.I.
Le pergamene della Biblioteca Comunale di Barletta (1186-1507), in "Codice Diplomatico Barese", vol.14.
Trani 1938
Filangieri R.
Le pergamene di Barletta dell’Archivio di Stato di Napoli (1309-1672), in "Codice Diplomatico Barese", vol.19.
Trani 1971
Frascadore A.
Le pergamene del Monastero di Santa Chiara di Nardò (1292-1508), in "Codice Diplomatico Pugliese", vol.25.
Bari 1981
(21)
Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, Manoscritti, V.H.135, Note sul terremoto del 5 dicembre 1456 in margine a un codice di sermoni del convento di S.Bernardino di Campli, sec.XV.

Nota sul terremoto del 5 dicembre 1456 in margine a un obituario del convento degli Agostiniani di L’Aquila, in E.Carusi, Notizie di un martirologio e di un obituario degli Agostiniani di Aquila, "Bullettino della Regia Deputazione Abruzzese di Storia Patria", s.III, vol.3, pp.83-109, p.98.
L’Aquila 1912









(22)



(23)



(24)
Fecini Tommaso
Cronaca senese (1431-1479), ed. A.Lisini e F.Iacometti, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 15, parte 6, vol.2, pp.841-74.
Bologna 1939
Guerriero da Gubbio
Cronaca (1350-1472), ed. G.Mazzatinti, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2a ed., tomo 21, parte 4.
Città di Castello 1902
Annales Forolivienses ab origine urbis usque ad a[nnum] 1473 (sec.XV), ed. G.Mazzatinti, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 22, parte 2.
Città di Castello 1903
Albertucci de’ Borselli Girolamo
Cronica gestorum ac factorum memorabilium civitatis Bononie (ab urbe condita ad a.1497) con la continuazione di V.Spargiati (1498-1584), ed. A.Sorbelli, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 23, parte 2.
Città di Castello-Bologna 1911
Palmieri Matteo
Annales seu Historia Florentina (1429-1474), ed. G.Scaramella, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2a ed., tomo 26, parte 1
Città di Castello 1906
Biblioteca Ambrosiana di Milano, Manoscritti Trotti, 230, Historia mediolanensium, sec.XV.

Tummolillo Angelo
Notabilia temporum di Angelo de Tummulillis da Sant’Elia, ed. C.Corvisieri, in "Fonti per la storia d’Italia" (Scrittori secolo XV), vol.7.
Roma 1890
Sant’Antonino Pierozzi
Chronicorum opus in tres partes divisum ab orbe condito, annum usque 1459, 3 voll.
Lyon 1586
Buoninsegni D.
Storie della città di Firenze dall’anno 1410 al 1460, scritte nelli stessi tempi che accaddono.
Firenze 1637
Cambi Giovanni
Istorie, in "Delizie degli eruditi toscani", ed. Ildefonso di San Luigi, tomi 20-23.
Firenze 1785
Biblioteca Riccardiana e Moreniana di Firenze, Manoscritti Pecci, 8/2, Salvestro da Siena e Tommaso Fecini, Cronache.

Piccolomini Enea Silvio
I Commentarii, edizione a cura di L.Totaro, 2 voll.
Milano 1984
Boscà Joan Francesc
Memorial Històric, ed. J.Sobrequés i Callicó.
Barcelona 1977
Nadi Gaspare
Diario Bolognese [1418-1503] (secc.XV-XVI), ed. C.Ricci e A.Bacchi della Lega, in "Scelta di curiosità letterarie inedite o rare dal secolo XIII al XIX, in appendice alla Collezione di Opere inedite o rare", vol.79, disp.216, pp.1-333 (ristampa anastatica, Bologna 1969).
Bologna 1886
Astesano Antonio
De admirabili terremotu qui in regno neapolitano accidit Anno Christi Millesimo quadringentesimo quinquagesimo sexto die quarto decembris. Nec non de apparitione crucifixi apud Capuam dicti Regni Civitatem, in A.Tallone, ‘Un poemetto storico inedito di Antonio Astesano sul terremoto del 1456’, "Archivio Muratoriano", vol.1, pp.205-217.
Città di Castello 1913
Chartier Jean
Chronique de Charles VII roi de France, ed. A.Vallet de Viriville, 3 voll.
Paris 1858
De Ripalta Antonio e Alberto
Annales Placentini ab anno 1401 usque ad annum 1484, in "Rerum Italicarum Scriptores", ed. L.A.Muratori, tomo 20, coll.869-978.
Milano 1731
Platina [Bartolomeo Sacchi]
Vita Calisti papae III, in "Rerum Italicarum Scriptores", ed. L.A.Muratori, tomo 3, parte 2, coll.961-966.
Milano 1734
Miralles Melchor
Dietari del capellá d’Anfos el Magnànim, ed J.Sanchis i Sivera.
Valencia 1932
Bonincontri Lorenzo
Chronicon sive Annales (903-1458), in "Rerum Italicarum Scriptores", ed. L.A.Muratori, tomo 21, coll.9-162.
Milano 1732
De Raimo Lodovico senior e Lodovico junior
Annales de Raimo, sive Brevis historia rerum in regno Neapolitano gestarum ab anno 1197 ad 1486, in "Rerum Italicarum Scriptores", ed. L.A.Muratori, tomo 23, coll.221-240.
Milano 1733
D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
De Ritiis Alessandro
La chronica civitatis Aquilae di Alessandro de Ritiis, ed. L.Cassese, in "Archivio Storico per le Province Napoletane", a.66, pp.151-216.
Napoli 1941
Archivio di Stato di L’Aquila, Archivio Civico Aquilano, R-111, Bernardino da Fossa, Codice di sermoni quaresimali proveniente dal convento di S.Angelo di Ocre, 1459-1464.

Cavitelli L.
Annales. Quibus res ubique gestas memorabiles a patriae suae origine usque ad annum Salutis 1583 breviter ille complexus est (ristampa anastatica, Bologna 1968).
Cremona 1588
Cirillo B.
Annali della città dell’Aquila, con l’historie del suo tempo.
Roma 1570
Schiavina G.
Annales Alexandrini, ed. V.F.Pongiglione, in "Historiae Patriae Monumenta", tomo 11, SS., 4, coll.1-660.
Torino 1863
Biblioteca Riccardiana e Moreniana di Firenze, Manoscritti Moreniani, 36, G.Buondelmonti, Priorista, sec.XVI.

Rinuccini Filippo
Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini dal 1282 al 1460, colla continuazione di Alamanno e Neri suoi figli fino al 1506, seguiti da altri monumenti inediti di storia patria estratti dai codici originali, ed. G.Aiazzi.
Firenze 1840
Biblioteca Riccardiana e Moreniana di Firenze, Manoscritti Moreniani, 269, Priorista della città di Firenze a tratte, sec.XVII.

Biblioteca Riccardiana e Moreniana di Firenze, Manoscritti Moreniani, 277, Priorista storico di Firenze, sec.XV.

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Manoscritti, Fondo Nazionale, II I 313, La città di Firenze (254-1598).

Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.63, Giuliano Fantaguzzi, Caos, secc.XV-XVI.

Senatore F. (a cura di)
Dispacci sforzeschi da Napoli, vol.1: 1444-2 luglio 1458 (Fonti per la storia di Napoli aragonese, 1).
Salerno 1997
Pontano G.G.
De Fortitudine.
Lyon 1514
Ragor I.H.
Von den Erdbidem. Ein grundlicher Bericht.
Basel 1578
Sardo A.
Discorsi della bellezza, della nobiltà, della poesia di Dante, de i precetti historici, delle qualità del generale, del terremoto.
Venezia 1587
Buoni G.A.
Del terremoto, dialogo di I.A.Buoni medico ferrarese distinto in quattro giornate.
Modena 1571
Ghirardacci C.
Della historia di Bologna. Parte terza, ed. A.Sorbelli, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 33, parte 1 e 2.
Bologna 1912
Gesta achiepiscoporum Magdeburgensium. Continuatio II [1368-1513], ed. G.Schum, in "Monumenta Germaniae Historica", SS., tomo 14, pp.448-484.
Hannover 1883
Cronaca Varignana (Cronaca B) [-1471], in Corpus chronicorum Bononiensum, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1.
Città di Castello-Bologna 1910
Ferrari I.A.
Apologia paradossica della aittà di Lecce.
Galatina 1977
Ammirato S.
Dell’istorie fiorentine libri venti dal principio della città infino all’anno 1434, parte seconda dal 1435 al 1573, 2 voll.
Firenze 1600
Archivio di Stato di Firenze, Manoscritti, 238, Recco Spinelli, Priorista fiorentino di ser Recco Spinelli e diari antichi e moderni di vari scrittori, sec.XVI.

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Manoscritti, Fondo conventi soppressi, C.4.895, Matteo Chiari, Priorista, sec.XVI.

Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 4, Claudio Paci, Apparatus instrumentorum, bullarum, scripturarum aliorumque documentorum pro annalibus Ariminensibus Claudio Pacio praemeditatis, sec.XVI.

Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Manoscritti, B.2355, Alamanno Bianchetti, Cronica delle cose spettanti alla città di Bologna [origini-1576], sec.XVI.

Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Cicogna, 2073, Cronaca veneta (421-1524), sec.XVI.

Tarchagnota G.
Dell’historie del Mondo.
Venezia 1558
Collenuccio Pandolfo
Compendio de le istorie del Regno di Napoli [dalle origini al 1470], a cura di A.Saviotti.
Bari 1929
(25)
Della Tuccia Niccola
Cronaca di Viterbo, in "Cronache e Statuti della città di Viterbo" (Documenti di storia italiana, vol.5), a cura di I.Ciampi, pp.1-272.
Firenze 1872
(26)
Dolce L.
Giornale delle historie del mondo delle cose degne di memoria di giorno in giorno dal principio del mondo sino a suoi tempi.
Venezia 1572
Guerriero da Gubbio
Cronaca (1350-1472), ed. G.Mazzatinti, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2a ed., tomo 21, parte 4.
Città di Castello 1902
Annales Forolivienses ab origine urbis usque ad a[nnum] 1473 (sec.XV), ed. G.Mazzatinti, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 22, parte 2.
Città di Castello 1903
Coniger Antonello
Recoglimento de più scartafi, in "Raccolta di varie croniche, diarj, ed altri opuscoli così italiani, come latini appartenenti alla storia del Regno di Napoli", ed. A.A.Pelliccia, vol.5.
Napoli 1782
Cronica dall’anno 1444 all’anno 1446, in A. A. Pelliccia, raccolta di varie cronache, diari ed altri opuscoli appartenenti alla storia del Regno di Napoli.
Napoli 1780
Archivio di Stato di Firenze, Manoscritti, 117, Diario istorico di quello ch’è seguito nella città di Firenze cominciando l’anno 1435 a tutto il 1522, sec.XVI.

Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, Manoscritti, XXVIII.B.21, Memoria delli dì passati, sec.XVI.

Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, Manoscritti, XXVIII.B.3, Antonio d’Afeltro, Notamenti cavati dalle scritture di Antonio d’Afeltro, sec.XVI.

Passaro Giuliano
Giuliano Passero cittadino napoletano o sia prima pubblicazione in istampa, che delle Storie in forma di Giornali, le quali sotto nome di questo Autore sinora erano andate manoscritte, ora si fa a sue proprie spese da Vincenzo Maria Altobelli libraro napoletano.
Napoli 1785
(27)
Di Costanzo A.
Istoria del Regno di Napoli.
Napoli 1769
(28)
Mazzella S.
Le vite dei Re di Napoli con le loro effigie dal naturale.
Napoli 1594
Summonte G.A.
Historia della città, e Regno di Napoli, 2ª ed., 4 voll.
Napoli 1675
Chioccarello B.
Antistitum praeclarissimae neapolitanae ecclesiae cat.Ab apostolorum temporibus ad hanc usque nostram aetatem, e ad a.1643
Napoli 1721
(29)
Maurolico F.
Sicanicarum rerum compendium Maurolyco abbate Siculo authore.
Messina 1562
(30)
Mongitore A.
Istoria cronologica de’ terremoti di Sicilia, in Id., "Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili", tomo 2, pp.345-445.
Palermo 1743
(31)
Filippo da Secinara
Trattato universale di tutti li terremoti occorsi, e noti nel mondo, con li casi infausti, ed infelici pressagiti da tali terremoti. Ove si fà mentione de Prencipi, e Monarchi, che regnorono in quei tempi, accennandosi le loro qualità, ed’altre cose memorabile, e curiose.
L’Aquila 1652
Galanti G.A.
Descrizione dello stato antico ed attuale del contado di Molise.
Napoli 1781
Pigonati A.
Memoria del riaprimento del porto di Brindisi sotto il regno di Ferdinando IV.
Napoli 1781
Sarnelli P.
Lettere ecclesiastiche di monsignor Pompeo Sarnelli Vescovo di Bisceglie.
Venezia 1740
Sarnelli P.
Memorie dell’insigne Collegio di S.Spirito della Città di Benevento dall’anno della fondazione 1177 infino al tremuoto de’ 5 di Giugno 1688, che si descrive.
Napoli 1688
Girardi F.
Diario delle cose più illustri seguite nel mondo.
Napoli 1663
Muratori L.A.
Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1750, 12 voll.
Lucca 1762
Buonfiglio Costanzo G.
Dell’historia siciliana.
Venezia 1604
Bernaudo F.
Il tremuoto di Calabria.
Napoli 1639
Sarconi M.
Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell’anno 1783 posta in luce dalla Reale Accademia delle Scienze, e delle Belle Lettere di Napoli.
Napoli 1784
Foglia G.A.
Historico discorso del gran terremoto successo nel Regno di Napoli, nella provincia di Capitanata di Puglia, nel corrente anno 1627. à dì 30. di luglio à hore sedici.
Napoli 1627
Archivio Vescovile di Troia, cc.n.n., V.Aceto, Troia sagra tesoro del Capitolo cattedrale di Troia.

Biblioteca Comunale "L.Pascale" di Manfredonia, Dir.VII.1.10-13, Matteo, Memorie storiche dell’antica e moderna Siponto ordinatamente disposte in forma d’annali colle notitie delle convicine regioni e dell’istoria chiesastica e profana, 4 voll.

Sarnelli P.
Memorie cronologiche de’ Vescovi ed Arcivescovi della Santa Chiesa di Benevento colla serie de’ Duchi, e Principi Longobardi della stessa città.
Napoli 1691
Vitale T.
Storia della regia città di Ariano e sua diocesi.
Roma 1794
Magliano G.
Larino: considerazioni storiche sulla città di Larino. Manoscritti del barone Giandomenico Magliano completati, annotati e pubblicati da da suo nipote Alberto Magliano.
Campobasso 1895
Ciarlanti G.V.
Memorie historiche del Sannio chiamato hoggi Principato Ultra, Contado di Molisi, e parte di Terra di Lavoro, Provincie del Regno di Napoli (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1969).
Isernia 1644
Caussin N.
Effemeride astrologica et historica del P. Nicolò Causino della Compagnia di Gesù.
Bologna 1652
Giustiniani L.
Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, 13 voll. (ristampa anastatica, Bologna 1969-1971).
Napoli 1797
Della Monaca A.
Memoria historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi.
Lecce 1674
Cardami M.L.
Diarii di M.Lucio Cardami Gallipolitano ne’ quali si contengono le memorie storiche dei suoi tempi dal 1410 fino all’anno 1494, in G.B.Tafuri, "Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli".
Napoli 1750
Biblioteca Arcivescovile di Brindisi, sez. mss., s.s., Ambrosio Merodio, Istoria tarantina raccolta da molti scrittori antichi e moderni e fedelissimi, manoscritti del molto Reverendo Padre Maestro Ambrosio Merodio dell’Ordine Eremitano di Sant’Agostino della città di Taranto.

Magnati V.
Notitie istoriche de’ terremoti succeduti ne’ secoli trascorsi, e nel presente.
Napoli 1688
Archivio di Stato di Firenze, Manoscritti, 120, Copie di note scritte in un Priorista fatte da Bernardo Lotti copiate qui dall’ill.mo sig.re abbate Filippo del senior Giovanni Rucellai, ms. sec.XV, copia XVIII.

Alidosi Pasquali G.N.
Instruttione delle cose notabili della città di Bologna.
Bologna 1621
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 770, Antonio Francesco Ghiselli, Memorie antiche manuscritte di Bologna, raccolte, et accresciute sino à tempi presenti [origini-1729], 93 voll. + 2 di indici, sec.XVIII.

Biblioteca Civica del Centro Culturale Polivalente di Mirandola, Fondo Antico, Manoscritti, 33 A6, Francesco Ignazio Papotti, Annali cioè memorie istoriche della Mirandola (350-1750).

Amodio D.G.
Breve trattato del terremoto.
Napoli 1632
Gallo A.
Lettere scritte da Andrea Gallo e dirizzate al signor Cavaliere N.N. delle Reali Accademie di Londra, Bordò e Upsal pelli terremoti del 1783 con un giornale meteorologico de’ medemi.
Messina 1784
Grimaldi F.A.
Descrizione de’ tremuoti nelle Calabrie nel 1783.
Napoli 1784
Biblioteca Comunale di Sansepolcro, Manoscritti, J.109, Francesco Giuseppe Pignani, Compendio istorico di memorie fedelmente raccolte intorno alla origine, fondazione e proseguimento della città di Sansepolcro diviso in memorie, 1758.

Tatti P.L.
Degli annali sacri della città di Como [...] deca terza.
Milano 1734
Lancellotti S.
Lo hoggidì ovvero il mondo non peggiore né più calamitoso del passato.
Venezia 1673
Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, Manoscritti, 33-B-19-1, Mario Sale, Memorie sulla storia di Bassano, sec.XVI, copia Lugo Zerbino sec.XVIII.

Riccioli G.B.
Chronologiae reformatae et ad certas conclusiones redactae, 4 voll.
Bologna 1669
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Storia della Toscana, 7 voll.
Firenze 1841
Biblioteca Comunale "A.Saffi" di Forlì, Manoscritti, I/33, Stefano Bedolini, Raccolta di memorie Forlivesi, sec.XVII.

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I terremoti delle due Calavrie fedelissimamente descritti dal Sig. Lutio D’Orsi di Belcastro come testimonio di veduta.
Napoli 1640
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Raguagli della città d’Avellino.
Trani 1656
Stato felice ed infelice della Calabria e di Messina e del suo territorio prima e dopo i terremoti de 5 febbrajo, e 28 marzo 1783, accaduti in quelle parti.
Firenze 1783
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Storia cronologica della città di Firenze, 2 voll.
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Dialoghi intorno al tremuoto di questo anno 1783.
Napoli 1783
(32)
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Saggio filosofico sull’innormale movimento della terra applicato al tremuoto di Basilicata.
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L’archeologo nell’Abruzzo Ulteriore secondo, ovvero prospetto storico intorno i monumenti antichi e moderni, le vicende civili e religiose, le scienze, le lettere e le arti belle della provincia e città di Aquila.
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Cenni storici intorno alla cattedrale Aquilana, in "La Palestra Aternina", a.4, fasc.7, pp.193-198, fasc.8, pp. 250-255, fasc.10, pp.311-315, fasc.11, pp.336-340, fasc.12, pp. 359-361.
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Memorie intorno alla Origine e Progresso di Pescocostanzo.
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Sul terremoto della Calabria avvenuto nella sera del dì 8 marzo 1832, con alcune riflessioni geologiche per lo suolo calabro, ed un prospetto cronologico de’ terremoti che hanno nelle diverse epoche scossa l’Europa ed altri luoghi lontani.
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Teatro topografico storico-poetico della Capitanata e degli altri luoghi più memorabili e limitrofi della Puglia, tomo 6.
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Effects in the social context

Il terremoto del dicembre 1456 colpì una vasta area del Regno di Napoli, comprendente Campania, Basilicata, Abruzzo meridionale, Molise. I centri colpiti furono numerosi: da grandi città come Napoli, Benevento, L’Aquila, ai popolosi villaggi della pianura campana nei dintorni di Benevento, ai castelli abruzzesi. Il tessuto socio-economico del Regno era assai diversificato: i villaggi aperti di pianura si basavano prevalentemente sulle attività agricole; i centri appenninici abruzzesi e molisani, a parte i castelli fortificati con funzioni militari, erano caratterizzati da economia pastorale, che sfruttava la transumanza dai pascoli pugliesi. Il tessuto insediativo era composto da piccoli villaggi con un numero ridotto di fuochi: dai ruoli fiscali del XV secolo, si nota che l’80% della popolazione risiedeva in centri inferiori ai 200 fuochi. Il numero dei morti non è ricavabile con precisione dalle fonti coeve. Fin dai primi giorni si susseguirono cifre molto differenti: nelle lettere degli ambasciatori scritte tra il 6 e l’11 dicembre le vittime a Napoli vanno da 100 a 150; nelle stesse lettere i morti di Ariano Irpino oscillano da 800 a 1.200, a 2.000 e fino a 7.000. Negli scritti di poco successivi alcuni autori tentarono un calcolo complessivo delle vittime, anch’esso con enormi disparità: in una lettera dell’ambasciatore mantovano (in Figliuolo 1988-89) si citano 70.000 morti; Giacomo Piccolomini (1506) ne ricorda 60.000; Da Trezzo 30.000. Stessa oscillazione nelle cronache coeve. Assai inferiore, 12.000, è la cifra dei morti segnalati da Contarini e Giannozzo Manetti (1457, Biblioteca Apostolica Vaticana). Sulla base di tali cifre, Figliuolo ha comparato i dati delle vittime con il numero approssimativo della popolazione dei villaggi, calcolando l’incidenza della mortalità. Particolarmente colpite, con più del 50% di vittime, furono Apice, Ariano Irpino, Bojano, Campochiaro, Isernia, Paduli, Tocco da Casauria. Tuttavia il terremoto non interruppe il trend demografico in ascesa attraversato dal Regno in quel periodo. La recente analisi storiografica tende a ridimensionare gli effetti del terremoto sull’assetto demografico e territoriale delle regioni colpite, in particolare l’Abruzzo, dove la storiografia locale aveva segnalato un processo di decastellamento, con l’abbandono dei siti fortificati in altura e la concentrazione della popolazione nei centri maggiori della pianura. Anche se è indubbio che alcuni villaggi di fondovalle aumentarono in modo consistente il numero degli abitanti fra la metà del Quattrocento e i primi anni del secolo successivo, non sempre è provato il collegamento fra il terremoto e tale processo di ridistribuzione, che interessò anche zone non colpite dal terremoto. Conseguenze importanti dal punto di vista economico si ebbero invece per il patrimonio ecclesiastico, specie nelle città medio-grandi come Benevento, Bojano, Sulmona: molte chiese furono costrette ad alienare parte dei propri beni immobiliari per finanziare la ricostruzione.

Demography elements

Secondo il censimento del 1505 in Basilicata si contavano 22.295 fuochi (1). Dati generali sul Regno di Napoli sono desunti dai ruoli fiscali del XV secolo: nel 1443 si contarono 230.000 fuochi; nel 1447, 240.000; nel 1472, 230.000; nel 1485, 215.000.

Note

(1)
Racioppi G.
Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata.
Roma 1889

Concurrent natural and man-induced destructive events

Il 1456 fu considerato un anno particolarmente ricco di segni soprannaturali e catastrofi naturali. Il terremoto era stato preceduto dall’apparizione della famosa cometa di Halley, segno tradizionalmente infausto per la memorialistica coeva (1), Seguì una forte epidemia di peste che colpì prevalentemente l’area abruzzese e pugliese. Bisogna aggiungere anche la guerra interna al Regno per la successione di Alfonso il Magnanimo, fra i sostenitori del figlio legittimo Ferrante e i baroni ribelli.

Note

(1)



Archivio di Stato di L’Aquila, Archivio Civico Aquilano, R-111, Bernardino da Fossa, Codice di sermoni quaresimali proveniente dal convento di S.Angelo di Ocre, 1459-1464.

Administrative historical affiliations

Tutte le località interessate dal terremoto si trovavano all’interno del Regno di Napoli. Passato sotto la dominazione aragonese nel 1442, lo stato napoletano era governato da Alfonso il Magnanimo. Benevento era sotto lo stato pontificio, ma fu affidata in vicariato ad Alfonso fino al 27 giugno 1458.

Social and economic effects

La fuga della popolazione dalla città di Napoli viene ricordata in tutte le lettere degli ambasciatori presenti al momento della scossa (1). In particolare il plenipotenziario senese Bindo menziona i rifugi temporanei approntati nelle vicinanze della città, dove furono costruite 4.500 tende. La popolazione era spaventata anche dai vaticini degli astrologi che previdero altri terremoti consigliando di non rientrare nelle proprie case. Nelle stesse lettere e in tutte le cronache successive sono ricordate le processioni religiose a Napoli e in altre città. Alcune comunità presentarono al re una richiesta di sospensione della tassazione per i fuochi, che proprio l’anno precedente era stata raddoppiata (2).

Note

(1)









Strozzi Filippo
Lettera di F.Strozzi alla madre Alessandra Macinghi, Napoli 8 dicembre 1456, in Alessandra Macinghi negli Strozzi, "Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo XV ai figliuoli esuli", ed. C.Guasti, annotazione A, pp.138-140.
Firenze 1877
(2)



Institutional and administrative response

Il re Alfonso il Magnanimo non prese alcun provvedimento straordinario di fronte al terremoto; anzi, ricevuta la notizia durante una permanenza in Puglia, non ritenne necessario tornare subito a Napoli e rimase nella regione fino ai primi di febbraio. Il re non accolse neanche le richieste di esenzione dalle tasse avanzate dalle comunità colpite, obiettando che i superstiti erano in grado di pagarle poiché avevano ereditato i beni dei defunti (1). Nel 1457 le imposte vennero esatte calcolando anche l’aumento di un ducato per fuoco deciso l’anno precedente. Si sono rintracciati solo 3 privilegi di esenzione nell’Archivo de la Corona de Aragón di Barcellona: il primo del 9 giugno 1457 è una conferma di sgravi fiscali ai duchi di Andria e Venosa, che dovevano ricostruire le mura delle cittadine loro soggette (2); il secondo del 9 luglio concesso ad alcuni nobili pugliesi della famiglia Del Balzo Ursini (3); il terzo del 29 luglio 1457 contiene una concessione di 11 once annue sulle gabelle e i dazi alla comunità di Isernia, sempre per la ricostruzione delle mura (4). La città ottenne anche l’esenzione dalle tasse per 5 anni secondo un documento perduto, pubblicato da Gentile. A Castel di Sangro il feudatario locale concesse una simile esenzione dalle tasse per 4 anni (5). Notevoli furono le capacità di assorbire i danni dimostrate dalle autorità napoletane. Gli edifici danneggiati di Napoli vennero puntellati in brevissimo tempo, come ricordano alcuni diplomatici presenti (6). Il 31 gennaio il re approvò le spese fatte per eseguire i primi lavori di sgombero (7). Rimane anche un mandato di pagamento del Senato veneziano all’ambasciatore Contarini per il restauro della casa di rappresentanza a Napoli (8). I provvedimenti a favore di Brindisi presi dal successore di Alfonso, Ferrante, non sono da mettere in relazione con il terremoto (9). Più limitati gli interventi papali, indirizzati soprattutto a incoraggiare l’opera di ricostruzione di edifici ecclesiastici con la cessione di indulgenze, come per la ricostruzione della chiesa di Calvi presso Capua e di S.Bartolomeo a Benevento (10). Altri provvedimenti isolati si rilevano dalla lettera per indulgenze concessa a due laici di Melfi che avevano restaurato un ponte (11); e una bolla di Pio II per la ricostruzione delle mura di Benevento (12). La politica ecclesiastica prevedeva però altri rimedi per finanziare la ricostruzione degli edifici danneggiati: dall’accorpamento di enti ecclesiastici in rovina, come nel 1460 quando si unì alla cattedrale di Benevento il convento e la chiesa di S.Maria in Venticano (13); alla cessione ai laici di beni immobili danneggiati dal sisma. Si è trovato la concessione papale alla vendita di case per la riparazione del monastero di S.Maria di Realvalle (14); ma il sistema doveva essere più diffuso. Figliuolo menziona ben 11 atti di vendita nella sola Benevento e alcuni per Napoli, come la vendita di terre al mercante Rinaldo Scarcella per 200 fiorini d’oro (15).

Note

(1)



(2)
Archivo de la Corona de Aragón de Barcelona, Cancillería, Privilegiorum Neapolis, reg.2916, cc.78v-79r, Privilegio del re Alfonso I d’Aragona a favore di Francesco e Pirro Del Balzo duchi di Andria e Venosa, Torre del Greco 9 giugno 1457.

(3)
Archivo de la Corona de Aragón de Barcelona, Cancillería, Privilegiorum Neapolis, reg.2916, cc.78v-79r, Privilegio del re Alfonso I d’Aragona a favore di Francesco e Pirro Del Balzo duchi di Andria e Venosa, Torre del Greco 9 giugno 1457.

(4)
Archivo de la Corona de Aragón de Barcelona, Cancillería, Privilegiorum Neapolis, reg.2917, cc.169v-170, Privilegio del re Alfonso I d’Aragona a favore dell’università della città di Isernia, Napoli 29 luglio 1457.

(5)
Privilegio del marchese di Pescara Berardo Gaspare d’Aquino a favore all’università di Castel di Sangro, 30 marzo 1457, in V.Balzano, Documenti relativi a Castel di Sangro, "Bullettino della R. Deputazione Abruzzese di Storia Patria", s.III, a.6, p.12, n.7.
L’Aquila 1915
(6)









(7)



(8)
Archivio di Stato di Venezia, Senato, Mar, reg.5, Deliberazione del senato veneziano per lo stanziamento di 25 ducati per riparare i danni subiti dal palazzo della Repubblica di Venezia a Napoli a causa del terremoto del 5 dicembre 1456, 22 gennaio 1457.

(9)
Pigonati A.
Memoria del riaprimento del porto di Brindisi sotto il regno di Ferdinando IV.
Napoli 1781
(10)



Archivio Segreto Vaticano, Registra Vaticana, vol.447, c.123v, Privilegio del papa Callisto III a favore della chiesa cattedrale di Calvi, Roma 23 aprile 1457.

(11)
Archivio Segreto Vaticano, Registra Vaticana, vol.463, c.44r, Privilegio del papa Callisto III a favore di Paolo e Nicolò di Vallata, Roma 24 maggio 1457.

(12)



(13)



(14)
Archivio Segreto Vaticano, Registra Vaticana, vol.447, cc.255v-256r, Privilegio del papa Callisto III a favore dell’abbazia di Santa Maria di Realvalle, Roma maggio 1457.

(15)



Reconstructions and relocations

Numerosi sono gli accenni sparsi alle ricostruzioni attuate nella fase successiva al terremoto del 5 dicembre. Nonostante l’ostentata indifferenza del re Alfonso, tramandata nelle cronache in termini negativi, gli edifici danneggiati nella città di Napoli vennero subito puntellati e poi riparati, come testimonia Enea Silvio Piccolomini. L’ambasciatore veneziano aveva fatto riparare la casa di rappresentanza dello stato veneto a Napoli, anticipando 253 ducati (1). Interventi di restauro sono attestati anche per S.Domenico a Napoli (2); per la cattedrale di Venafro, riparata dal vescovo (3); il castello di Tocco (4); l’abitato di Ascoli Satriano da parte degli stessi abitanti che si erano rifugiati in un colle vicino (5); e infine per l’abbazia di Montecassino, dove furono riparati il dormitorio e il chiostro. Per le città pugliesi, i numerosi interventi di restauro, come per la cattedrale di Nardò (6), e i privilegi papali (7), ricordati dalla storiografia locale non sono da mettere in relazione con ipotetici danni causati dal terremoto, quanto con le distruzioni conseguenti alla guerra di successione, e che colpì pesantemente la Terra d’Otranto.

Note

(1)
Archivio di Stato di Venezia, Senato, Mar, reg.5, Deliberazione del senato veneziano per lo stanziamento di 25 ducati per riparare i danni subiti dal palazzo della Repubblica di Venezia a Napoli a causa del terremoto del 5 dicembre 1456, 22 gennaio 1457.

(2)



(3)
Moroni G.
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi, beati, martiri, padri, ai sommi pontefici, cardinali e più celebri scrittori ecclesiastici, 103 voll. + 6 di indici.
Venezia 1840
(4)
Filomusi Guelfi F.
Il terremoto in Tocco da Casauria, in "Marsica", n.unico per i danneggiati dal terremoto abruzzese del 13 gennaio 1915 e per la Croce Rossa Italiana.
Pescara 1915
(5)
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.81 A, Asculana et Ceriniolensis I, Relatio Status Diocesis Asculanae, Ascoli Satriano 3 giugno 1742.

Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.81 B, Asculana et Ceriniolensis II, Relatio Status Diocesis Asculanae, Ascoli Satriano 15 marzo 1766.

(6)
De Giorgi C.
La cattedrale di Nardò, in "Archivio Salentino di Scienze, Lettere ed Arti", a.1, fasc.1.
Lecce 1894
(7)
Bacci D.
Cattedrale brindisina: appunti storici.
Brindisi 1924

Theories and observations

In alcune fonti coeve si ricorda l’influenza degli astrologi a Napoli che vaticinavano altre immediate scosse dopo quella del 5 dicembre 1456, spingendo la popolazione a restare fuori dalle case (1). Sempre di derivazione astrologica erano alcune profezie che presagivano terremoti in altre parti d’Italia, come a Firenze e Ferrara; gli ambasciatori presenti a Napoli presero molto seriamente il presagio e ne chiesero conferma nelle loro missive (2). Il terremoto comunque ispirò anche opere scientifiche di rilievo, prima fra tutte il trattato "De Terraemotu" di Giannozzo Manetti, che contiene nel primo libro un compendio delle teorie interpretative del terremoto, e una sorta di nuova rilettura della teoria aristotelica; il secondo libro costituisce il primo catalogo europeo d’epoca moderna dei terremoti del passato, compendiato sulla base degli autori classici greci e latini; il terzo libro contiene la descrizione del terremoto del 1456, probabilmente basata su relazioni che erano giunte alla corte.

Note

(1)



(2)









Major earthquake effects

Il terremoto colpì con effetti distruttivi (intensità maggiore o uguale al IX grado MCS) oltre 90 località su un’area vastissima dell’Italia centro-meridionale. Scarsissime le informazioni sull’area di risentimento, che si estese a nord fino a Roma, a tutta la Puglia fino a Lecce, a sud fino a Messina. Rilevando la vastità dell’area interessata dal terremoto, del tutto eccezionale se paragonata con quella di altri eventi noti dell’Appennino centro-merionale, Magri e Molin (1985) (1) per primi proposero di considerare il quadro macrosismico del terremoto come la sovrapposizione di più scosse. Nella stessa ottica Meletti et al. (1988) (2), ipotizzando l’attivazione più o meno contemporanea di diversi segmenti di faglia, hanno messo a confronto il campo macrosismico di tutti i terremoti disastrosi dell’Appennino centro-meridionale, sufficientemente documentati, con quello del terremoto del 1456, nel tentativo di individuare significative zone di corrispondenza.
Le fonti ricordano, in effetti, che dopo la prima scossa, avvenuta nella notte del 5 dicembre 1456 alle ore 11 italiane (3:00 GMT ca.), repliche molto numerose si protrassero fino ai primi mesi del 1457. Tuttavia, soltanto la scossa del 30 dicembre, alle ore 16 italiane (8:20 GMT ca.), viene descritta di violenza simile a quella del 5 dicembre, tale comunque da avere causato danni gravi. Risulta ovviamente impossibile dalle descrizioni separare gli effetti relativi a questa seconda scossa o anche soltanto definirne grossolanamente l’area dei massimi effetti. È anche possibile che l’evento del 5 dicembre sia derivato dall’attivazione pressocché simultanea di più sorgenti sismiche, come proverebbe la inusuale durata della scossa, circa 2 minuti, segnalata da vari testimoni diretti e indipendenti, e che perciò la vastissima area di danneggiamento derivi dalla sovrapposizione degli effetti di più scosse. All’interno dell’area complessiva degli effetti sono distinguibili almeno tre zone, che potrebbero rappresentare altrettante aree epicentrali: la prima al confine tra il Sannio e l’Irpinia, nella zona di Paduli, Apice, Ariano Irpino; la seconda, a nord dei monti del Matese, nella zona di Bojano e Isernia; la terza nell’alta Valle del fiume Pescara, nella zona di Torre de’ Passeri, Popoli, Tocco da Casauria. I bordi di tali zone si confondono e non sono distinguibili; l’elenco delle località classificate rappresenta il quadro cumulativo degli effetti.

Note

(1)
Magri G. e Molin D.
The earthquake of December 1456 in Central-Southern Italy, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.20-23.
Roma 1985
(2)



Effects on the environment

Le informazioni sono scarse e frammentarie. In diverse località (Benevento, Isernia, Napoli, Castellammare di Stabia, Ascoli Satriano e Fornelli) si aprirono fenditure nel terreno e si intorbidarono le sorgenti; gli effetti più rilevanti avvennero a Bojano, che fu sommersa dalle acque, probabilmente a causa di una frana che interruppe il corso del fiume Biferno, e a Castel di Sangro, che fu investita da una frana staccatasi dal monte soprastante. Nel porto di Napoli il mare si agitò fortemente e tutte le imbarcazioni alla fonda cozzarono pericolosamente le une contro le altre, una si sfasciò completamente.

Full Chronology Of The Earthquake Sequence

La prima scossa avvenne il 5 dicembre alle 3.00 GMT, ed ebbe una durata di 2 minuti circa; la determinazione dell’ora e della durata trova conferma negli scritti di numerosi testimoni coevi (1). La lunghezza della scossa è probabilmente dovuta a una serie di scosse consecutive con effetti differenziati nel tempo. A questa scossa si devono i danni maggiori provocati in numerosi castelli e centri abitati del regno di Napoli, con la morte di circa 12.000 persone.
6 dicembre, due piccole repliche sono ricordate da Manetti, testimone coevo.
30 dicembre alle ore 8.20 GMT, scossa avvertita in numerosi centri della Campania e dell’Abruzzo (2). Si attribuisce a questa replica un effetto generale di aggravamento dei danni causati da quella precedente del 5 dicembre.

Note

(1)












Dusany Pere
Lettera dell’ambasciatore catalano P.Dusany alla Generalitat di Catalogna, Napoli 9 dicembre 1456, in "Llibre de les Solemnitats de Barcelona. Edició completa del manuscrit de l’Arxiu Històric de la Ciutat", a cura di A.Duran i Sanpere e J.Sanabre pvre, vol.1 (1424-1456), n.76, p.228.
Barcelona 1930
(2)
Sardo A.
Discorsi della bellezza, della nobiltà, della poesia di Dante, de i precetti historici, delle qualità del generale, del terremoto.
Venezia 1587

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Felt Localities (17)

Locality Province Lat Lon Intensity
CaramanicoPE42.156914.0025X-XI

Il terremoto causò il crollo di gran parte delle case (1).

(1)



Astesano Antonio
De admirabili terremotu qui in regno neapolitano accidit Anno Christi Millesimo quadringentesimo quinquagesimo sexto die quarto decembris. Nec non de apparitione crucifixi apud Capuam dicti Regni Civitatem, in A.Tallone, ‘Un poemetto storico inedito di Antonio Astesano sul terremoto del 1456’, "Archivio Muratoriano", vol.1, pp.205-217.
Città di Castello 1913

Tocco da CasauriaPE42.213313.9133X

Il terremoto causò il crollo della maggior parte delle case (1). Nella località, di 227 fuochi (stimati in 1135 abitanti), vi furono 300 morti (26.43%) (2).

(1)






D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
De Ritiis Alessandro
La chronica civitatis Aquilae di Alessandro de Ritiis, ed. L.Cassese, in "Archivio Storico per le Province Napoletane", a.66, pp.151-216.
Napoli 1941
Della Tuccia Niccola
Cronaca di Viterbo, in "Cronache e Statuti della città di Viterbo" (Documenti di storia italiana, vol.5), a cura di I.Ciampi, pp.1-272.
Firenze 1872
Sant’Antonino Pierozzi
Chronicorum opus in tres partes divisum ab orbe condito, annum usque 1459, 3 voll.
Lyon 1586
Astesano Antonio
De admirabili terremotu qui in regno neapolitano accidit Anno Christi Millesimo quadringentesimo quinquagesimo sexto die quarto decembris. Nec non de apparitione crucifixi apud Capuam dicti Regni Civitatem, in A.Tallone, ‘Un poemetto storico inedito di Antonio Astesano sul terremoto del 1456’, "Archivio Muratoriano", vol.1, pp.205-217.
Città di Castello 1913
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457
(2)






Castiglione a CasauriaPE42.23513.8997IX

Il terremoto causò il crollo della rocca e di gran parte delle case (1). Nella località, di 74 fuochi (stimati in 370 abitanti), vi furono 20 morti (5.40%) (2).

(1)
D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
Sant’Antonino Pierozzi
Chronicorum opus in tres partes divisum ab orbe condito, annum usque 1459, 3 voll.
Lyon 1586
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457
(2)






Pratola PelignaAQ42.097813.8747IX

Il terremoto causò estesi crolli di edifici (1).

(1)
D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
De Ritiis Alessandro
La chronica civitatis Aquilae di Alessandro de Ritiis, ed. L.Cassese, in "Archivio Storico per le Province Napoletane", a.66, pp.151-216.
Napoli 1941

San Clemente a CasauriaPE42.234413.9286IX

Il terremoto causò il crollo di gran parte delle case (1).

(1)
De Ritiis Alessandro
La chronica civitatis Aquilae di Alessandro de Ritiis, ed. L.Cassese, in "Archivio Storico per le Province Napoletane", a.66, pp.151-216.
Napoli 1941

Torre de’ PasseriPE42.243613.9331IX

Il terremoto causò il crollo di gran parte delle case (1). Nella località, di 24 fuochi (stimati in 120 abitanti), vi furono 15 morti (12.5%) (2).

(1)
D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
De Ritiis Alessandro
La chronica civitatis Aquilae di Alessandro de Ritiis, ed. L.Cassese, in "Archivio Storico per le Province Napoletane", a.66, pp.151-216.
Napoli 1941
Astesano Antonio
De admirabili terremotu qui in regno neapolitano accidit Anno Christi Millesimo quadringentesimo quinquagesimo sexto die quarto decembris. Nec non de apparitione crucifixi apud Capuam dicti Regni Civitatem, in A.Tallone, ‘Un poemetto storico inedito di Antonio Astesano sul terremoto del 1456’, "Archivio Muratoriano", vol.1, pp.205-217.
Città di Castello 1913
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457
(2)






VittoritoAQ42.124713.8167IX

Il terremoto causò crolli estesi di edifici (1).

(1)
D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742

CastelnuovoAQ42.294713.6283VIII-IX

Il terremoto fu distruttivo e causò il crollo di parte delle case (1).

(1)



NavelliAQ42.236113.7294VIII-IX

Il terremoto causò crolli estesi (1).

(1)



PopoliPE42.170613.8328VIII-IX

Il terremoto causò crolli estesi e la morte di circa 100 persone (1).

(1)



SulmonaAQ42.046713.9283VIII

Il terremoto causò il crollo di parte delle case (1). Nella località, di 809 fuochi (stimati in 4045 abitanti), vi furono 12 morti (0.29%) (2).

(1)









D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457



(2)






LancianoCH42.230314.39V-VI

Il terremoto fu avvertito fortemente dalla popolazione, ma non causò danni (1).

(1)
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457

ChietiCH42.351114.1683V

Il terremoto fu avvertito fortemente dalla popolazione, ma non causò danni agli edifici (1).

(1)
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457

L’AquilaAQ42.355813.3956V

Il terremoto spaventò la popolazione e causò danni leggeri agli edifici (1).

(1)
D’Angeluccio Francesco
Cronaca delle cose dell’Aquila dall’anno 1436 all’anno 1485 scritta da Francesco d’Angeluccio di Bazzano. Data al pubblico dal testo a penna originale della Bibliotheca di Gio. Matteo Brancadoro; con annotazioni e giunte di Antonio Antinori, in "Antiquitates Italicæ Medii Ævi", ed. L.A.Muratori, tomo 6, coll.887-926.
Milano 1742
De Ritiis Alessandro
La chronica civitatis Aquilae di Alessandro de Ritiis, ed. L.Cassese, in "Archivio Storico per le Province Napoletane", a.66, pp.151-216.
Napoli 1941
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457

PennePE42.456913.9275V

Il terremoto fu avvertito fortemente dalla popolazione, ma non causò danni agli edifici (1).

(1)
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Palatini Latini, 1077, Giannozzo Manetti, De terraemotu libri tres, 1457.
1457

RomaRM41.895312.4822IV

Il terremoto fu avvertito da molte persone e fece suonare per tre volte la campana della chiesa di S.Marcello (1).

(1)
Ammannati Piccolomini Iacopo
Epistolæ et Commentarii Iacobi Picolomini Cardinalis Papiensis.
Milano 1506
Dello Mastro Paolo
Diario e memorie di diverse cose accadute in Roma dal 1422 al 1484, ed. A.De Antonis, in "Il Buonarroti", s.II, vol.10 (gennaio-maggio 1875), pp.3-13; 37-48; 109-119; 141-148.
Roma 1875



RecanatiMC43.402813.5497II

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