The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1780 09 14 17 20 -- 38.08 14.98 0.0 8.0 0 13


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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
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PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

Questo terremoto è sconosciuto ai cataloghi italiani attualmente in uso e ignorato dalla tradizione sismologica italiana.
Le informazioni ora disponibili sono state individuate nel corso di ricerche sui terremoti distruttivi della Calabria e della Sicilia, condotte nell’ambito dei programmi dell’ING (1989-93), e sono state pubblicate nello studio di Mariotti (1996) (1).
L’evento era noto alla storiografia siciliana; è citato infatti da Ligresti e Gallo (1991) (2) e Ligresti (1992) (3), i quali però non ne hanno approfondito lo studio.
Il terremoto del 14 settembre 1780 è attestato da una relazione anonima stampata a Palermo ("Distinto ragguaglio..." 1780) (4). Si tratta di un rarissimo opuscolo di quattro pagine, di cui una copia è conservata nella Biblioteca Centrale della Regione Siciliana di Palermo, all’interno di un volume miscellaneo di manoscritti. Tale fonte fornisce una precisa descrizione degli effetti a Patti e riferisce genericamente di danni avvenuti anche a Raccuja, Montalbano Elicona, San Piero Patti, Milazzo, e in altri paesi vicini non menzionati.
Sulla base di questa indicazione cronologica, è stata condotta una ricerca sulla documentazione archivistica per verificare l’attendibilità dell’informazione e approfondire la conoscenza dell’evento.
All’Archivio di Stato di Palermo è stato vagliato il fondo "Real Segreteria" che conserva la documentazione relativa all’ufficio del segretario viceregio, il cui ruolo era di collegamento con le altre strutture amministrative del regno. Nella serie "Incartamenti" è stata reperita una lettera, datata 21 settembre 1780, inviata al viceré Marcantonio Colonna dall’amministratore dei possedimenti siciliani del principe di Butera, Michele Maria Perremuto (5). Questo funzionario riferisce, sulla base di notizie pervenutegli dalle autorità civili e religiose locali, i gravi danni causati dal terremoto nel feudo di Raccuja e annuncia una relazione più precisa sul numero delle vittime e sull’entità complessiva dei danni. Nello stesso incartamento è conservata la minuta della lettera di risposta del viceré, datata 27 settembre 1780 (6); manca invece la relazione preannunciata dall’amministratore.
Esito negativo ha dato il vaglio delle relazioni dei vescovi di Patti conservate nell’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo della "Congregazione del Concilio". La relazione cronologicamente più vicina all’evento è quella redatta dal vescovo Salvatore Pisani; in essa non si ricordano danni agli edifici ecclesiastici. Il documento però non è datato: fu redatto certamente dopo il 17 marzo 1779, ma forse prima del settembre 1780 (7). Nella relazione successiva, scritta dal vescovo Raimondo Moncada dopo il 17 marzo 1786, è segnalata la necessità di riparare il pavimento della chiesa di S.Domenico di Patti, ma non si menzionano danni sismici (8).

Note

(1)
Mariotti D.
In margine al problema della completezza del catalogo: un terremoto distruttivo sconosciuto nella Sicilia del Settecento, in "La Sicilia dei terremoti. Lunga durata e dinamiche sociali", Atti del Convegno, Catania 11-13 dicembre 1995, a cura di G.Giarrizzo, pp.391-396.
Catania 1996
(2)
Ligresti D. e Gallo F.
Elementi per una revisione critica dei terremoti della Sicilia orientale in età moderna, in "Atti del Convegno, Pisa 25-27 giugno 1990", CNR-GNDT, vol.2 (Macrosismica), a cura di P.Albini e M.S.Barbano, pp.59-67.
Bologna 1991
(3)
Ligresti D.
Terremoto e società in Sicilia (1501-1800).
Catania 1992
(4)
Distinto ragguaglio del terremoto delli 14 del corrente settembre, che accadde nella città di Patti, ed altri paesi circonvicini.
Palermo 1780
(5)
Archivio di Stato di Palermo, Real Segreteria, Incartamenti, b.867 (1780), Rappresentanze ­ Palermo, n.208, Lettera dell’amministratore del principe di Butera Michele Maria Perremuto al viceré Marcantonio Colonna, Palermo 21 settembre 1780.

(6)
Archivio di Stato di Palermo, Real Segreteria, Incartamenti, b.867 (1780), Rappresentanze ­ Palermo, n.208, Minuta di lettera del viceré Marcantonio Colonna all’amministratore del principe di Butera Michele Maria Perremuto, Palermo 27 settembre 1780.

(7)
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.611 A, Pactensis I, Relazione del vescovo Salvatore Pisani alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Patti post 17 marzo 1779.

(8)
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.611 B, Pactensis II, Relazione del vescovo Raimondo Moncada alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Patti post 12 marzo 1786.

Il terremoto avvenne il 14 settembre 1780 e colpì le località della Sicilia nordorientale situate nell’entroterra del golfo di Patti. La prima scossa fu sentita alle ore 15:05 GMT circa (ore 21 e mezza in uso orario "all’italiana"): a Patti la popolazione spaventata abbandonò le abitazioni rifugiandosi all’aperto. Poco più di due ore dopo, alle 17:20 GMT circa (ore 23 e tre quarti "all’italiana"), avvenne la scossa più forte. La località più colpita fu Raccuja dove il terremoto danneggiò gravemente le abitazioni e gran parte degli edifici pubblici, civili ed ecclesiastici, causando la morte di due persone. La chiesa madre, le altre chiese parrocchiali e filiali, un monastero e il convento dei padri Basiliani subirono crolli e risultarono in gran parte rovinati; danni molto gravi subirono anche il palazzo baronale e il castello. A Patti due case crollarono quasi totalmente e molte altre subirono crolli parziali. Danni notevoli furono riscontrati nella cattedrale e nel palazzo vescovile; gravi lesioni alle murature e alle volte si aprirono nei conventi dei Riformati, Osservanti, Cappuccini e Francescani Conventuali. Danni rilevanti avvennero anche a Milazzo Montalbano Elicona, San Piero Patti e in altri paesi della zona non menzionati. Nei giorni seguenti furono sentite repliche leggere.