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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
10 12 154215:1537.23315.017b10103201216.8!SiracusanoItaly

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Space-time parameters

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1542 12 10 15 15 -- 37.23 15.02 0.0 10.0 0 121 Siracusano


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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1542 12 10 15:15 37.22 14.95 10.0 10.0 29 112 Siracusano
PFG 1542 12 10 16:- 37.17 15.17 9.5 - - - Siracusano


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del Catalogo PFG (1985), costituita dallo studio di Barbano (1985) (1), ed è stata svolta una approfondita ricerca archivistica e bibliografica indirizzata al reperimento della documentazione amministrativa e di autorevoli memorie private.
Lo spoglio sistematico dei fondi documentari è stato condotto sia nelle sedi che conservano gli atti del potere politico centrale, sia in quelle che raccolgono la documentazione dei governi locali. All’Archivo General de Simancas è stato vagliato il fondo "Secretaría de Estado" (serie "Negociación de Sicilia"), in cui è stata reperita una lettera del marchese di Terranova, scritta da Palermo il 20 dicembre 1542 e indirizzata al Consiglio supremo di Madrid, che riporta un quadro sintetico ma eloquente degli effetti sismici più gravi rilevati in 40 centri non precisati della Val di Noto (2). È stata inoltre reperita e analizzata la lunga relazione presentata dal viceré Ferrando Gonzaga al re Carlo V nel 1546, al termine del suo mandato, che contiene soltanto un laconico riferimento diretto al terremoto, relativo alla ricostruzione della città di Lentini (3). Nello stesso fondo sono inoltre conservati altri documenti di alcuni anni successivi al terremoto, che attestano lo stato di degrado in cui si trovavano le strutture difensive e le fortificazioni delle principali città della Sicilia sudorientale; in questi atti non vi è un’esplicita menzione di danni causati dal terremoto, che tuttavia fu certamente una concausa di tale stato di fatiscenza (4).
Presso l’Archivio di Stato di Palermo è stata vagliata la documentazione del fondo Real cancelleria in cui è stata reperita la copia di una lettera del presidente del regno di Sicilia Alfonso di Cardona al conte di Caltanissetta Francesco Moncada; si tratta di una lettera-patente con cui Moncada fu incaricato di recarsi a Siracusa in qualità di vicario e di "capitan d’arme", con il compito di convincere la popolazione, che a causa del terremoto si era accampata in massa all’aperto, a rientrare in città e a provvedere alla formazione di presidi difensivi contro eventuali incursioni dei Turchi. Con un provvedimento analogo e con gli stessi compiti il barone di Francofonte fu incaricato di intervenire ad Augusta (5).
Nell’archivio palermitano, nel fondo Segretari del regno (serie Ramo del protonotaro), è stata inoltre reperita una lunga lettera, datata 10 maggio 1546, scritta dal viceré Gonzaga al re Carlo V in risposta a una prammatica in cui il re, con esplicito riferimento ai danni causati in Sicilia dal terremoto del 1542, auspicava la punizione dei "peccatori nefandi" considerati causa del "flagello divino". Con distaccata saggezza il viceré ricordò al sovrano l’origine naturale dei terremoti e sconsigliò l’applicazione di tale provvedimento (6).
All’Archivio di Stato di Siracusa è stato vagliato il fondo del Senato in cui sono conservati 4 documenti, datati tra il 18 aprile 1543 e il 26 agosto 1547, che attestano le spese sostenute per la ricostruzione della torre campanaria della città (7). Il crollo e la successiva ricostruzione del campanile del duomo di Siracusa sono attestati anche da una epigrafe (8). Nella serie dei Privilegi del fondo Raccolte e miscellanee sono inoltre conservate alcune suppliche dell’università siracusana, posteriori di oltre un decennio all’evento, che testimoniano un prolungato periodo di degrado e di calo demografico della città (9).
Nell’archivio di Stato di Siracusa sono stati reperiti altri due atti con riferimenti a danni causati dal terremoto: il primo relativo a Sortino è conservato nell’archivio privato della famiglia Gaetani-Specchi (10); il secondo, relativo a Lentini, è stato rintracciato nella documentazione proveniente dagli archivi delle Corporazioni religiose soppresse (11).
Le ricerche condotte all’Archivio di Stato di Catania hanno dato esito negativo perché l’archivio non conserva documentazione amministrativa seriale antecedente il XIX secolo. Per questo motivo a Catania è stata vagliata anche la documentazione ecclesiastica conservata presso l’Archivio Storico Diocesano; nel fondo "Tutt’Atti" è stata reperita una lettera diocesana del vicario generale Giacomo Celano, datata al primo gennaio 1543, che attesta i danni causati dal terremoto agli edifici civili e religiosi della città e la continuazione delle scosse (12).
Per quanto riguarda le fonti ufficiali, va infine ricordato un atto amministrativo del viceré Gonzaga datato 31 marzo 1543, trascritto nel Libro dei privilegi (o Libro rosso) conservato nella Biblioteca Comunale di Noto, che conferma due capitoli di grazie in favore dell’università netina relativi all’esproprio di case e botteghe crollate e non ricostruite (13).
Di grande valore informativo e testimoniale si sono rivelate le fonti memorialistiche, sia quelle inedite (la più importante e completa è contenuta nel "Liber Privilegiorum" di Caltagirone), sia quelle edite come l’anonima "Cronaca siciliana del secolo XVI".
La dettagliata cronaca del terremoto redatta dal tesoriere di Caltagirone Gaspare de Silvestro su mandato dei giurati, trascritta nel "Liber Privilegiorum" (o Libro d’oro) conservato nella Biblioteca Comunale di Caltagirone, ricorda l’esatta cronologia e la durata della sequenza sismica, descrive nel dettaglio gli effetti causati dal terremoto nella città calatina e segnala sinteticamente i danni subiti da tutti i centri più importanti della Val di Noto (14). Altre memorie coeve all’evento sono conservate nel fondo notarile della Sezione di Modica dell’Archivio di Stato di Ragusa: si tratta delle annotazioni contenute nei registri dei notai Pietro Stornello e Bartolomeo Terranova, entrambi roganti a Scicli (15), pubblicate da Morana (1992) (16).
Ricchissima di informazioni sulla città di Catania e su molte altre delle località più colpite è la coeva "Cronaca siciliana del secolo XVI" edita a cura di Epifanio e Gulli (1902) (17). L’autore di tale cronaca, tradizionalmente attribuita ad Antonio Merlino, è invece un anonimo monaco benedettino residente a Catania che fu testimone oculare degli effetti. Un’altra fonte edita di grande rilievo informativo è stata reperita nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Si tratta di una rara edizione in forma di avviso di una lettera scritta da un anonimo autore messinese ad un altrettanto anonimo letterato veneziano ("Copia de una lettra..." 1542 (18)). In questo testo, che rappresenta uno dei primissimi esempi di un genere di pubblicazione proto-giornalistica che divenne molto popolare nel XVII e XVIII secolo, sono riferite le notizie giunte a Messina, tra cui alcune di prima mano portate da persone scampate al terremoto e rifugiatesi nella città dello Stretto.
Per quanto riguarda la storiografia erudita, Fazello (1558) raccolse testimonianze dirette visitando i luoghi colpiti alcuni anni dopo il terremoto e attinse probabilmente anche a descrizioni autorevoli circolate negli ambienti della corte palermitana; la sua narrazione è pertanto ricca di molte informazioni, in particolare sugli effetti a Siracusa. Molto sintetico, al contrario, è il ricordo di Maurolico (1562) (19) che tuttavia comprende tra le località colpite alcune città non menzionate nelle altre fonti (Agrigento e Licata). Dalle opere di Fazello e Maurolico dipende tutta la storiografia siciliana dei secoli successivi e la tradizione della sismologia storica da Bonito (1691) (20) e Mongitore (1743) (21) fino ai moderni compilatori di cataloghi.
Nell’ambito della bibliografia scientifica, questo terremoto è stato recentemente revisionato con particolare attenzione agli effetti nell’area urbana di Siracusa (Guidoboni e Mariotti 1993 (22); Boschi et al. 1993 (23), 1995 (24)),

Note

(1)
Barbano M.S.
The Val di Noto earthquake of December 10, 1542, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.28-29.
Roma 1985
(2)
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1116 (1542-44), Correspondencia, nn.6-7, Lettera del marchese di Terranova al Commendatore Maggiore de Leon del Consiglio Supremo relativa ai danni causati nel Regno dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 20 dicembre 1542.

(3)
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1117 (1546), Correspondencia, n.34, Relazione del viceré di Sicilia Ferrando Gonzaga sullo stato del Regno presentata al re di Spagna Carlo V dal segretario Pietro d’Agostino, [Milano 31 luglio 1546].

(4)
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1118 (1547-48), Correspondencia, n.5, Lettera del presidente del Regno di Sicilia al Re di Spagna relativa al crollo di parte delle vecchie mura di Siracusa, Palermo 22 gennaio 1547.

Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1119 (1550-51), Correspondencia, n.84, Relazione sulla missione in Sicilia del consigliere Andrea Arduino per la sistemazione delle fortificazioni di Catania, Lentini, Noto e Siracusa, 1550.

(5)
Archivio di Stato di Palermo, Real cancelleria, vol.327 (1542-1543), Copia di lettera del presidente del regno di Sicilia Alfonso di Cardona al conte di Caltanissetta Francesco Moncada, Palermo 27 dicembre 1542.

(6)
Archivio di Stato di Palermo, Segretari del regno, Ramo del protonotaro, Lettere, vol.30 (1546-1550), Copia di lettera del viceré di Sicilia Ferrando Gonzaga al re di Spagna Carlo V, Palermo 10 maggio 1546.

(7)
Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.1, c.544, Disposizione regia trasmessa all’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 18 aprile 1543.

Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.22, Supplica dell’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Siracusa 19 aprile 1545.

Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.38, Disposizione regia trasmessa all’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 20 maggio 1545.

Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.59, Supplica dell’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Siracusa 26 agosto 1547.

(8)
Epigrafe commemorativa della ricostruzione del campanile del Duomo di Siracusa distrutto dal terremoto del 1542, in O.Garana, "I Vescovi di Siracusa".
Siracusa 1969
(9)
Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.1, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa alla conferma dei privilegi ottenuti dalla città nel passato, Messina 13 giugno 1556.

Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.2v, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa all’assegnazione alla città del regimento di un distretto, Messina 13 giugno 1556.

Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.2, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa al ripristino nella città di un caricatore per l’approvvigionamento dei viveri, Messina 13 giugno 1556.

Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.2v, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa alla possibilità di applicare una prammatica regia per la vendita e la ricostruzione di "casalini", Messina 13 giugno 1556.

(10)
Archivio di Stato di Siracusa, Archivio Gaetani Specchi, b.60, fasc.1, Scritto sulle gabelle e sui diritti baronali, sec.XVIII.

(11)
Archivio di Stato di Siracusa, Corporazioni Religiose Soppresse, Monastero della SS.Trinità di Lentini, Deduzioni da titoli autentici in giustificazione che il luogo sottoposto al Monastero della SS.Trinità alla parte di Tramontana, sia quello ove esisteva un tempo il monastero di S.Marziano.

(12)
Archivio Storico Diocesano di Catania, Tutt’Atti, 6/49 (1542-1543), Lettera del vicario generale Giacomo Celano, Catania 1º gennaio 1543.

(13)
Biblioteca Comunale di Noto, Libro rosso del Comune di Noto o Libro dei privilegi (secc. XIV-XVII).

(14)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.

(15)
Archivio di Stato di Ragusa, Sezione di Modica, Atti dei notai di Scicli, notaio Pietro Stornello, 1542, Memoria del terremoto del 10 dicembre 1542.

Archivio di Stato di Ragusa, Sezione di Modica, Atti dei notai di Scicli, notaio Bartolomeo Terranova, 1542-1545, Memoria del terremoto del 10 dicembre 1542.

(16)
Morana G.
Dal piano di Santa Teresa della distrutta città di Modica (Il carteggio dei "razionali" del Patrimonio col procuratore della contea dopo il sisma del 1693).
Ragusa 1992
(17)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
(18)
Copia de una lettra che contiene li spaventosi & horrendi Terremoti venuti ne la Isola di Sicilia & la gran rovina & strage che han fatto in quella con danno grandissimo de paesani. Questo terremoto fu adì XVII Decembrio MDXLII.
Venezia 1542
(19)
Maurolico F.
Sicanicarum rerum compendium Maurolyco abbate Siculo authore.
Messina 1562
(20)
Bonito M.
Terra tremante, o vero continuatione de’ terremoti dalla Creatione del Mondo sino al tempo presente (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1980).
Napoli 1691
(21)
Mongitore A.
Istoria cronologica de’ terremoti di Sicilia, in Id., "Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili", tomo 2, pp.345-445.
Palermo 1743
(22)
Guidoboni E. e Mariotti D.
Urban seismic scenarios: Syracuse (Eastern Sicily) from the twelfth to the nineteenth century, in "Proceedings of the XXIII General Assembly of European Seismological Commission", Prague, 7-12 September 1992, vol.1, pp.99-102.
Praha 1993
(23)
Boschi E., Guidoboni E. e Mariotti D.
I terremoti dell’area siracusana e i loro effetti in Ortigia, in "Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia", a cura di A.Giuffrè, pp.15-36.
Roma-Bari 1993
(24)
Boschi E., Guidoboni E. e Mariotti D.
Seismic effects of the strongest historical earthquakes in the Syracuse area, in "Annali di Geofisica", vol.38, pp.223-253.
Roma 1995

Effects in the social context

Gli anni precedenti il 1542 furono molto critici per la Sicilia. Il bisogno continuo di denaro per le grandi spese militari del governo spagnolo aveva inasprito la pressione fiscale, comprimendo il livello di vita della popolazione e facendo aumentare pauperismo, vagabondaggio e banditismo. In questa situazione, peraltro comune a molte altre regioni italiane, il terremoto fu all’origine di ulteriori disagi economici e favorì anche una consistente flessione demografica.
I morti complessivamente furono circa 200, di cui 70 a Lentini, 40 a Sortino, 30 a Mineo; va tuttavia rilevato che per alcuni dei centri più colpiti, come Melilli e Occhiolà, non si hanno notizie sulle vittime. I danni alle abitazioni e la paura di nuove scosse costrinsero gli abitanti a fuggire dalle città e a vivere in ripari precari in campagna per un lungo periodo. È attestato che ad Augusta e a Siracusa per convincere la popolazione a rientrare nelle città dovettero intervenire degli inviati del governo centrale, preoccupato per lo spopolamento di piazze molto importanti dal punto di vista militare e per la conseguente vulnerabilità della costa sudorientale da incursioni via mare.
Le difficoltà economiche e la scarsa attenzione riservata dal potere centrale alle condizioni del patrimonio edilizio privato ostacolarono a lungo la fase della ricostruzione. Il problema dell’agibilità della proprietà privata non rientrava nelle prospettive di governo di quel periodo e l’interesse pubblico al ripristino di strutture danneggiate era limitato alle fortificazioni e alle infrastrutture portuali, cioè alla difesa e ai trasporti. Nella lunga relazione del viceré Gonzaga, scritta nel 1546 al termine del suo mandato, non emerge nessuna preoccupazione relativa alla ricostruzione, che pesò, pertanto, sulle comunità locali. Fatta eccezione per pochi casi che afferivano direttamente all’amministrazione demaniale: a causa dei gravissimi danni subiti dalla fortezza di Lentini, il governo centrale decise di ricostruirla in un nuovo sito, che costituì, anche per l’apporto della popolazione terremotata, il nucleo originario dell’attuale abitato di Carlentini.

Social and economic effects

I morti complessivamente furono circa 200, di cui 70 a Lentini, 40 a Sortino, 30 a Mineo; va tuttavia rilevato che per alcuni dei centri più colpiti, come Melilli e Occhiolà, non si hanno notizie sulle vittime (1). I danni alle abitazioni e la paura di nuove scosse costrinsero gli abitanti a fuggire dalle città e a vivere in ripari precari in campagna per un lungo periodo. È attestato che ad Augusta e a Siracusa per convincere la popolazione a rientrare nelle città dovettero intervenire degli inviati del governo centrale, preoccupato per lo spopolamento di piazze molto importanti dal punto di vista militare e per la conseguente vulnerabilità della costa sudorientale da incursioni via mare (2).

Note

(1)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
(2)
Archivio di Stato di Palermo, Real cancelleria, vol.327 (1542-1543), Copia di lettera del presidente del regno di Sicilia Alfonso di Cardona al conte di Caltanissetta Francesco Moncada, Palermo 27 dicembre 1542.

Reconstructions and relocations

Il problema dell’agibilità della proprietà privata non rientrava nelle prospettive di governo di quel periodo e l’interesse pubblico al ripristino di strutture danneggiate era limitato solo alle fortificazioni e alle infrastrutture portuali, cioè alla difesa e ai trasporti. Nella lunga relazione del viceré Gonzaga, scritta quattro anni dopo il terremoto, non emerge nessuna preoccupazione volta alla ricostruzione, che pesò, pertanto, sulle comunità locali. Fatta eccezione per pochi casi che afferivano direttamente all’amministrazione demaniale: a causa dei gravissimi danni subiti dalla fortezza di Lentini, il governo centrale decise di ricostruirla in un nuovo sito, che costituì, anche per l’apporto della popolazione terremotata, il nucleo originario dell’attuale abitato di Carlentini (1).

Note

(1)
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1117 (1546), Correspondencia, n.34, Relazione del viceré di Sicilia Ferrando Gonzaga sullo stato del Regno presentata al re di Spagna Carlo V dal segretario Pietro d’Agostino, [Milano 31 luglio 1546].

Major earthquake effects

La sequenza sismica iniziò il 30 novembre 1542 alle ore 18:40 GMT circa (tra le 2 e le 3 della notte in orario "all’italiana"); questa prima scossa fu sentita fortemente, ma senza danni, a Caltagirone e a Catania. La scossa distruttiva avvenne il 10 dicembre alle ore 15:15 GMT circa (ore 23 italiane); colpì la Val di Noto e soprattutto l’entroterra collinare e montuoso degli Iblei. Le distruzioni più gravi si estesero su un’area di circa 6000 kmq: i paesi di Melilli e Occhiolà furono distrutti pressoché totalmente; a Lentini e Sortino molti edifici crollarono o divennero completamente inagibili; danni molto gravi ed estesi ci furono ad Avola, Buccheri, Ferla, Giarratana, Mineo, Monterosso Almo e Palazzolo Acreide. Le massicce distruzioni furono favorite dalle morfologie urbanistiche, che avevano come comune denominatore la discontinuità altimetrica, e l’irregolarità delle murature degli edifici costruiti in varie fasi. In alcuni paesi, in particolare a Sortino e a Lentini, i danni furono aggravati da frane e scoscendimenti e dal cedimento dei terreni di fondazione. Danni di notevole entità si ebbero anche ad Augusta, Catania, Siracusa e in tutti i centri della Sicilia sudorientale. L’area dei danni più leggeri si estese fino ad Agrigento e all’isola di Malta. La scossa fu sentita in tutta la Sicilia: fu forte, ma senza danni, a Messina e a Palermo.
Dopo la scossa principale, per un altro mese circa, furono avvertite repliche molto frequenti ma leggere.

Effects on the environment

Ci fu un’onda di maremoto a causa della quale Augusta "fu quasi sommersa dal mare". Potrebbe fare riferimento al maremoto oppure a fenomeni di liquefazione del terreno l’annotazione dello storico ebreo Yoseph Ha-Kohen relativa a edifici distrutti "trasformati in laghi d’acqua" (1). Nei pressi di Lentini, sul colle "Yrapolis" (Hieropolis), localizzabile nell’area archeologica dell’antica Leontinoi, si aprì una spaccatura nel terreno lunga circa 1,5 km. A Scicli, lungo la cava di Santa Maria la Nova, franarono molti massi rocciosi staccatisi dai bordi del dirupo.

Note

(1)
The Jewish National and University Library of Jerusalem, Raccolta epistolare KM 55, Lettera di Yosef ha-Kohen a Yishaq ha-Kohen, sec.XVI.

Sequence of the earthquake

La sequenza sismica iniziò il 30 novembre 1542 alle ore 18:40 GMT circa (tra le 2 e le 3 italiane della notte); questa prima scossa fu sentita fortemente, ma senza danni, a Caltagirone e a Catania. Dopo la scossa principale, avvenuta il 10 dicembre alle ore 15:15 GMT circa (ore 23 italiane), seguirono per un altro mese circa numerose repliche di intensità minore.
In contrasto con tutte le fonti coeve, Pirri (1733) (1) ricorda che il periodo sismico si protrasse dal 5 agosto al 30 novembre, mentre la scossa principale avvenne il 10 agosto. Probabilmente Pirri equivocò nella lettura del passo iniziale della cronaca del "Liber Privilegiorum" di Caltagirone o di un’altra fonte analoga secondo cui il terremoto avvenne durante il regno di Carlo "quinto semper Augusto". L’errore di datazione compiuto da Pirri ha generato, attraverso una serie di rimandi, una tradizionale datazione del terremoto al 10 agosto 1542, soprattutto tra gli storici di ambito siracusano (2).

Note

(1)
Pirri R.
Sicilia sacra disquisitionibus, et notitiis illustrata. Editio tertia emendata, & continuatione aucta cura, & studio s.t.d.d. Antonini Mongitore, 2 voll. (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1987).
Palermo 1733
(2)
Capodieci G.M.
Antichi monumenti di Siracusa, 2 voll.
Siracusa 1816
Privitera S.
Storia di Siracusa antica e moderna (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1971).
Napoli 1878
Garana O.
I Vescovi di Siracusa.
Siracusa 1969

Full Chronology Of The Earthquake Sequence

La cronologia delle scosse principali della sequenza sismica è riportata nella cronaca redatta da Gaspare de Silvestro, tesoriere della città di Caltagirone (1) e dall’anonima "Cronaca siciliana" redatta da un monaco catanese (2), che differiscono solo per alcuni dettagli minori.
30 novembre 1542, ore 18:40 GMT circa (tra le 2 e le 3 italiane della notte): prima scossa sentita fortemente sia a Caltagirone che a Catania.
30 novembre, fino alle ore 21:10 GMT circa (5 italiane): varie scosse minori sentite a Catania.
30 novembre, ore 23:10 GMT circa (7 italiane): scossa non forte sentita a Caltagirone.
1-10 dicembre: varie scosse leggere sentite a Catania.
10 dicembre, ore 15:15 GMT circa (23 italiane): scossa principale.
10 dicembre, ore 23:15 GMT circa (7 italiane della notte): scossa non forte sentita a Catania.
12 dicembre 1542, ore 23:15 GMT circa: forte replica sentita sia a Caltagirone che a Catania.
La sequenza continuò quindi per un altro mese circa con scosse molto frequenti, ma leggere.

Note

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.

(2)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902

Bibliography

Author Title Text Value Text Date Place of publ.
Agnello G.Guida del Duomo di Siracusa.Historiographical study1930Milano.
Alberti LeandroHistorie di Bologna 1479-1543, a cura di A.Antonelli e M.R.Musti, 3 voll. (Collana di cronache bolognesi d’epoca medioevale moderna e contemporanea, 10).Source chronologically near to the event2006Bologna
Amico V.M.Siciliæ sacræ, libri quarti.Historiographical study1733Catania
Amico V.M.Catana illustrata, sive sacra, et civilis urbis Catanæ historia a prima ejusdem origine in præsens usque deducta, ac per annales digesta, 4 voll.Historiographical study1740Catania
Aprile F.Della cronologia universale della Sicilia.Historiographical study1725Palermo
*Archivio di Stato di Palermo, Real cancelleria, vol.327 (1542-1543), Copia di lettera del presidente del regno di Sicilia Alfonso di Cardona al conte di Caltanissetta Francesco Moncada, Palermo 27 dicembre 1542.Direct source1542
*Archivio di Stato di Palermo, Segretari del regno, Ramo del protonotaro, Lettere, vol.30 (1546-1550), Copia di lettera del viceré di Sicilia Ferrando Gonzaga al re di Spagna Carlo V, Palermo 10 maggio 1546.Direct source1546
*Archivio di Stato di Ragusa, Sezione di Modica, Atti dei notai di Scicli, notaio Bartolomeo Terranova, 1542-1545, Memoria del terremoto del 10 dicembre 1542.Direct source1542
*Archivio di Stato di Ragusa, Sezione di Modica, Atti dei notai di Scicli, notaio Pietro Stornello, 1542, Memoria del terremoto del 10 dicembre 1542.Direct source1542
*Archivio di Stato di Siracusa, Archivio Gaetani Specchi, b.60, fasc.1, Scritto sulle gabelle e sui diritti baronali, sec.XVIII.Indirect source0018
*Archivio di Stato di Siracusa, Corporazioni Religiose Soppresse, Monastero della SS.Trinità di Lentini, Deduzioni da titoli autentici in giustificazione che il luogo sottoposto al Monastero della SS.Trinità alla parte di Tramontana, sia quello ove esisteva un tempo il monastero di S.Marziano.Indirect source0019
*Archivio di Stato di Siracusa, Notai, vol.10249, Atti del notaio Luca De Uvo (1541-1544).Negative source1541
*Archivio di Stato di Siracusa, Notai, vol.10249, Atti del notaio Vincenzo Galizia (1545-1546).Negative source1545
*Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.2, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa al ripristino nella città di un caricatore per l’approvvigionamento dei viveri, Messina 13 giugno 1556.Direct source1556
*Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.1, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa alla conferma dei privilegi ottenuti dalla città nel passato, Messina 13 giugno 1556.Direct source1556
*Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.2v, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa alla possibilità di applicare una prammatica regia per la vendita e la ricostruzione di "casalini", Messina 13 giugno 1556.Direct source1556
*Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.2v, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa all’assegnazione alla città del regimento di un distretto, Messina 13 giugno 1556.Direct source1556
*Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.1, c.544, Disposizione regia trasmessa all’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 18 aprile 1543.Direct source1543
*Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.22, Supplica dell’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Siracusa 19 aprile 1545.Direct source1545
*Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.38, Disposizione regia trasmessa all’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 20 maggio 1545.Direct source1545
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Felt Localities (32)

Locality Province Lat Lon Intensity
MelilliSR37.178615.1275X

Il terremoto distrusse pressoché totalmente il paese (1). Crollò completamente anche una solida torre sostenuta da tre "dammusi" (2).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558
(2)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902

OcchiolàCT37.237814.62X

Il terremoto distrusse pressoché totalmente il paese (1).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558

LentiniSR37.284414.9983IX-X

Il terremoto causò la distruzione di gran parte della città; in particolare, nella contrada Castelnuovo crollarono totalmente la rocca e tutte le case private (circa 900); gravi distruzioni ci furono anche in tutte le altre zone della città; nella contrada Tirone crollarono parte della fortezza e la metà di una massiccia torre a pianta triangolare di cui risultò gravemente lesionata anche la parte inferiore rimasta in piedi; morirono più di 70 persone (1). La relazione del viceré Ferrando Gonzaga conferma la gravità delle rovine che fecero ritenere conveniente la ricostruzione della città in un altro sito (2). Pisano Baudo (1898) ricorda la distruzione di gran parte del monastero della SS.Trinità e, sulla base di un atto notarile del 1548, il crollo quasi totale del monastero e della chiesa di S.Andrea (3). La distruzione del monastero della SS.Trinità è confermata in un manoscritto del XIX secolo conservato nel fondo Corporazioni soppresse dell’Archivio di Stato di Siracusa, che riprende le notizie di un atto steso nel 1543 (4).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
(2)
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1117 (1546), Correspondencia, n.34, Relazione del viceré di Sicilia Ferrando Gonzaga sullo stato del Regno presentata al re di Spagna Carlo V dal segretario Pietro d’Agostino, [Milano 31 luglio 1546].
1546
(3)
Pisano Baudo S.
Storia dei martiri e della chiesa di Lentini.
Lentini 1898
(4)
Archivio di Stato di Siracusa, Corporazioni Religiose Soppresse, Monastero della SS.Trinità di Lentini, Deduzioni da titoli autentici in giustificazione che il luogo sottoposto al Monastero della SS.Trinità alla parte di Tramontana, sia quello ove esisteva un tempo il monastero di S.Marziano.
0019

Madonna dei MalatiCT37.338915.0178A

Il terremoto causò il crollo della chiesa di S.Maria dei Malati, del campanile e di tutte le stanze annesse; rimase in piedi soltanto la cappella intitolata a Nostra Donna, che dovette comunque essere puntellata (1).

(1)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902

SortinoSR37.156415.0267IX

Il terremoto causò il crollo della metà circa delle case del paese sotto le cui macerie morirono almeno 30 persone; crollò il castello baronale causando la morte di Beatrice e Guidone Gaetani, moglie e figlio del barone Pietro Gaetani, e di altre 8 persone (1). In un documento del XVIII secolo, rintracciato tra le carte della famiglia Gaetani-Specchi conservate nell’Archivio di Stato di Siracusa, si ricorda che il terremoto distrusse mulini, ponti e acquedotti, che furono ricostruiti a spese della casa baronale (2).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1116 (1542-44), Correspondencia, nn.6-7, Lettera del marchese di Terranova al Commendatore Maggiore de Leon del Consiglio Supremo relativa ai danni causati nel Regno dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 20 dicembre 1542.
1542
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
(2)
Archivio di Stato di Siracusa, Archivio Gaetani Specchi, b.60, fasc.1, Scritto sulle gabelle e sui diritti baronali, sec.XVIII.
0018

Avola VecchiaSR36.943615.1019VIII-IX

Il terremoto causò danni molto estesi (1). Il marchese di Terranova, feudatario del luogo, ricorda in una lettera la rovina del castello e di molte case, soprattutto di quelle situate nei luoghi più alti, nonostante la loro buona costruzione (2).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
(2)
Archivo General de Simancas, Secretaría de Estado, Negociación de Sicilia, legajo 1116 (1542-44), Correspondencia, nn.6-7, Lettera del marchese di Terranova al Commendatore Maggiore de Leon del Consiglio Supremo relativa ai danni causati nel Regno dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 20 dicembre 1542.
1542

BuccheriSR37.12514.8511VIII-IX

Il terremoto causò danni molto estesi (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

FerlaSR37.118314.9397VIII-IX

Il terremoto causò danni molto estesi (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

Giarratana VecchiaRG37.077814.8025VIII-IX

Il terremoto causò danni molto estesi (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

MineoCT37.265814.6906VIII-IX

La scossa causò il crollò di metà del castello e gravi distruzioni in molte case e palazzi privati; ci furono circa 30 morti (1).

(1)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558

Monterosso AlmoRG37.088914.7631VIII-IX

Il terremoto causò danni molto estesi (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

Palazzolo AcreideSR37.061914.9033VIII-IX

Il terremoto causò danni molto estesi (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

AugustaSR37.231115.2206VIII

Il terremoto causò danni gravi alle mura e alle case private (1).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558

CaltagironeCT37.230614.5203VIII

La prima scossa avvenne il 30 novembre alle ore 18:40 GMT circa; fu sentita fortemente, ma non causò danni. La scossa principale del 10 dicembre (ore 15:15 GMT circa) fece crollare molte case soprattutto nei vicoli di S.Giorgio e di S.Benedetto; crollò la parte settentrionale del castello; caddero le parti superiori dei campanili delle chiese di S.Giuliano e S.Maria del Monte e fu gravemente lesionato quello della chiesa di S.Giorgio; ci furono 9 morti (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

CataniaCT37.501715.0872VIII

La scossa del 30 novembre (ore 18:40 GMT circa) fu sentita fortemente, ma non causò danni. La scossa principale del 10 dicembre (ore 15:15 GMT circa) fu percepita della durata di circa 15 secondi ("unu paternostru et chuj") e causò forti danni in tutta la città: in molte zone crollarono case e botteghe; tutte le altre abitazioni furono lesionate più o meno gravemente e dovettero essere puntellate e riparate con una spesa complessiva di almeno 20.000 ducati; in particolare, nella via che da porta Canali giungeva alla chiesa di S.Filippo molte case crollarono totalmente e tutte le altre dovettero essere puntellate e in seguito ricostruite; ci furono 6 morti.
Per quanto riguarda gli edifici di maggior rilievo: nella Loggia, il palazzo del Senato della città, durante la scossa si vide il muro verso ovest aprirsi per tre volte di circa 25 cm ("uno palmo") e in seguito tornare nello stato iniziale; nel muro nord si aprì una lieve lesione; nella parte inferiore della grande volta ("dammuso") che sorreggeva tutto l’edificio si aprirono lievi lesioni verso ovest e verso sud; nella parte superiore della stessa volta si aprì una spaccatura larga circa 8 cm ("quatro gidita"); il muro prospiciente la corte dei giurati risultò dissestato. La cattedrale di S.Agata fu danneggiata in più punti: crollarono tutti i merli dei lati est e ovest della parte del coro, che era sopraelevata rispetto al corpo principale della chiesa; alcuni di questi merli caddero sul tetto della navata che fu sfondato in corrispondenza del luogo dove si trovava il crocifisso della parte meridionale; un altro grande merlo (o "pileri") cadde sopra una delle due piccole tribune del lato nord e vi causò una grande apertura; si dissestò tutto il tetto del coro e in particolare la parte del "curmali", che era fatta di calce e sabbia; in molte altre parti della chiesa si aprirono lesioni e cadde una statua dalla parete ovest; nella torre campanaria fu lesionata in più parti la sommità e caddero molti merli, che danneggiarono una finestra; per la riparazione dei danni dell’intero edificio fu stimata necessaria una somma di 200 onze. Furono gravemente danneggiati e resi inabitabili i monasteri della Trinità, di S.Benedetto, S.Lucia e S.Placido. Fu gravemente danneggiata la torre campanaria della chiesa di S.Maria dell’Ognina, la cui sommità crollò parzialmente (1).

(1)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902

Licodia EubeaCT37.154414.7003VIII

Il terremoto causò il crollo di circa 150 case e della parte superiore del castello che fu reso inabitabile; ci furono molti morti (1).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558
Copia de una lettra che contiene li spaventosi & horrendi Terremoti venuti ne la Isola di Sicilia & la gran rovina & strage che han fatto in quella con danno grandissimo de paesani. Questo terremoto fu adì XVII Decembrio MDXLII.
Venezia 1542

Militello in Val di CataniaCT37.273114.7933VIII

Il terremoto causò danni gravi alle mura e alle case private (1).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558

ModicaRG36.858314.7606VIII

Il terremoto causò danni gravi nella città e nel suo contado (1).

(1)
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543

Noto AnticaSR36.939715.0233VIII

Il terremoto causò danni gravi alle mura e alle case private (1). Un atto del viceré Ferrando Gonzaga, trascritto nel Libro dei privilegi (o Libro rosso) della Biblioteca Comunale di Noto, attesta la presenza nella città di case e botteghe crollate ("ruinati et destrutti") e non ricostruite, consentendone l’esproprio (2).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558
Biblioteca Comunale "E.Taranto" di Caltagirone, Liber privilegiorum capitulorum gratiarum immunitatum et consuetudinum civitatis gratissimae Calathaieronis, cc.509-511r, Cronaca del terremoto del 10 dicembre 1542 redatta dal tesoriere Gaspare de Silvestro, Caltagirone 10 gennaio 1543.
1543
(2)
Biblioteca Comunale di Noto, Libro rosso del Comune di Noto o Libro dei privilegi (secc. XIV-XVII).
0014

ScicliRG36.792214.7056VIII

Il terremoto fece crollare parecchie case e in varie altre causò lesioni e crolli parziali di muri e coperture; crollò la torre chiamata del Castellaccio; le volte delle chiese furono lesionate e dissestate (1).

(1)
Archivio di Stato di Ragusa, Sezione di Modica, Atti dei notai di Scicli, notaio Pietro Stornello, 1542, Memoria del terremoto del 10 dicembre 1542.
1542
Archivio di Stato di Ragusa, Sezione di Modica, Atti dei notai di Scicli, notaio Bartolomeo Terranova, 1542-1545, Memoria del terremoto del 10 dicembre 1542.
1542

SiracusaSR37.082215.285VIII

Il terremoto danneggiò gravemente molte abitazioni, soprattutto nella contrada Maniace e nella strada dell’Amalfitania. Subì danni gravi il palazzo vescovile; crollò la torre campanaria del duomo; furono gravemente danneggiati il castello Marchetti, che fu reso totalmente inagibile, e la fortezza di Casanova; ci furono 9 morti (1). La ricostruzione del campanile del duomo, che era utilizzato anche come torre di avvistamento, è attestata da una epigrafe che fu recuperata tra le macerie del successivo terremoto del 1693 (2), e in alcuni atti conservati nel fondo Senato dell’Archivio di Stato di Siracusa (3). Capodieci (1816), oltre al crollo del campanile, ricorda lo spostamento delle colonne del tempio di Athena, incastrate nella parete della navata del duomo (4). Il disassamento (tutt’ora visibile e valutabile in circa 70 cm) causò gravissime conseguenze alla statica complessiva dell’edificio per ovviare alle quali fu costruita una poderosa muratura di rinforzo (5).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
Garana O.
I Vescovi di Siracusa.
Siracusa 1969
(2)
Epigrafe commemorativa della ricostruzione del campanile del Duomo di Siracusa distrutto dal terremoto del 1542, in O.Garana, "I Vescovi di Siracusa".
Siracusa 1969
(3)
Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.22, Supplica dell’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Siracusa 19 aprile 1545.
1545
Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.38, Disposizione regia trasmessa all’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Palermo 20 maggio 1545.
1545
Archivio di Stato di Siracusa, Senato di Siracusa, vol.2, c.59, Supplica dell’Università di Siracusa relativa alla ricostruzione del campanile del Duomo distrutto dal terremoto del 10 dicembre 1542, Siracusa 26 agosto 1547.
1547
Archivio di Stato di Siracusa, Raccolte e Miscellanee, Privilegi, fasc.9, c.1, Supplica dell’università di Siracusa al viceré Juan de Vega relativa alla conferma dei privilegi ottenuti dalla città nel passato, Messina 13 giugno 1556.
1556
(4)
Capodieci G.M.
Antichi monumenti di Siracusa, 2 voll.
Siracusa 1816
(5)
Agnello G.
Guida del Duomo di Siracusa.
Milano. 1930

VizziniCT37.162214.7553VIII

Il terremoto causò il crollo di 100 case e lesionò gravemente il castello; ci furono 2 morti (1).

(1)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558

Malta35.833314.4167VII

Il terremoto causò il crollo di alcune casupole a un piano (1).

(1)
Cronaca siciliana del secolo XVI, ed. V.Epifanio e A.Gulli, in "Fonti per la storia di Sicilia", SS., secolo XVI.
Palermo 1902

GirgentiAG37.309213.5867VI-VII

Secondo Maurolico (1562) il terremoto causò danni notevoli (1).

(1)
Maurolico F.
Sicanicarum rerum compendium Maurolyco abbate Siculo authore.
Messina 1562

LicataAG37.101413.9386VI-VII

Secondo Maurolico (1562) il terremoto causò danni notevoli (1).

(1)
Maurolico F.
Sicanicarum rerum compendium Maurolyco abbate Siculo authore.
Messina 1562

MessinaME38.186915.5492V

La scossa principale fu sentita fortemente, ma non causò danni (1).

(1)
Copia de una lettra che contiene li spaventosi & horrendi Terremoti venuti ne la Isola di Sicilia & la gran rovina & strage che han fatto in quella con danno grandissimo de paesani. Questo terremoto fu adì XVII Decembrio MDXLII.
Venezia 1542

PalermoPA38.120813.3528V

La scossa principale fu sentita fortemente e causò spavento tra la popolazione; non ci furono danni (1).

(1)
Biblioteca Comunale di Palermo, Manoscritti, Qq D 98, Diari palermitani, tomo 6, Diario palermitano di Valerio Rosso dal 1583 fino al 1603 e poi dal 1506 al 1603, copia 1670.
1670
Paruta F. e Palmerino N.
Diario della città di Palermo (1500-1613), in "Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX pubblicati sui manoscritti della Biblioteca Comunale", ed. G.Di Marzo, vol.1, pp.1-198.
Palermo 1869

SciaccaAG37.507813.0828F

La scossa principale fu avvertita (1).

(1)
Mongitore A.
Istoria cronologica de’ terremoti di Sicilia, in Id., "Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili", tomo 2, pp.345-445.
Palermo 1743

TrapaniTP38.017512.5367F

La scossa principale fu avvertita (1).

(1)
Fazello T.
De rebus siculis decades duae, nunc primum in lucem editae.
Palermo 1558

FavignanaTP37.931112.3286NC

Secondo Mercalli (1883) la scossa causò danni gravi; tuttavia, nessuna tra le fonti ricordate dall’autore o individuate nel corso dell’attuale ricerca ricorda danni in questa località (1).

(1)
Mercalli G.
Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1981).
Milano 1883

NicosiaEN37.747214.3981NC

Secondo Mercalli (1883) la scossa causò danni gravi; tuttavia, nessuna tra le fonti ricordate dall’autore o individuate nel corso dell’attuale ricerca ricorda danni in questa località (1).

(1)
Mercalli G.
Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1981).
Milano 1883

RagusaRG36.92514.7286NC

La città compare nell’elenco delle località colpite dal terremoto redatto nello studio di Barbano (1985) (1), con l’attribuzione di una intensità di VIII grado MCS. Tuttavia in nessuna delle fonti citate dall’autore, né in quelle utilizzate nell’attuale ricerca è presente alcun riferimento a questa località.

(1)
Barbano M.S.
The Val di Noto earthquake of December 10, 1542, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.28-29.
Roma 1985