The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading
Date | Time | Lat | Lon | Rel | Io | Imax | Sites | Nref | Me | Rme | Location | Country |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
05 02 62 | - | 40.783 | 14.417 | b | 8.5 | 9 | 4 | 0087 | 5.8 | I | Pompei | Italy |
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Previous catalogues and reasons of the corrections
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 62 02 05 - 40.78 14.42 8.5 9.0 4 50 Pompei
ING 63 02 05 - 40.77 14.50 11.0 - - - Pompei
PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING
State of earthquakes review
È stato discusso a lungo il problema della datazione di questo terremoto per una discordanza tra le due fonti letterarie che lo ricordano: Tacito lo data allanno 62, infatti lespressione "isdem consulibus" di "Annales" 15.22 si riferisce alla precedente menzione dei consoli P.Marius Celsus e L.Asinius Gallus, in carica appunto nellanno 62. Seneca, con lespressione "Nonis Februariis [...] Regulo et Virginio consulibus" apparentemente sembra datare la scossa al 5 febbraio 63: C.Memmius Regulus e L.Virginius Rufus erano infatti i consoli di quellanno. I filologi si sono a lungo divisi su questo contrasto di date; tuttavia, a partire dalla dissertazione di Jonas (1870) (6) e in seguito agli studi di Chabert (1903) (7), Lecocq (1949) (8) e, soprattutto, di Onorato (1949) (9), si è andata diffondendo la convinzione che lespressione "Regulo et Virginio consulibus" sia uninterpolazione successiva allepoca di Tacito, che forse aveva tenuto presente proprio il brano di Seneca. Henry (1982) (10) ha cercato di riconciliare le contrastanti datazioni di Tacito e di Seneca ipotizzando lesistenza di due distinti terremoti: uno avvenuto verso la fine del 62 d.C., ricordato da Tacito, e un altro verificatosi il 5 febbraio 63 d.C., quello menzionato da Seneca. Hine (1984) (11), pur riconoscendo una certa plausibilità alle argomentazioni avanzate da Henry, ne ha però rifiutato le conclusioni, ribadendo la fondatezza della teoria dellinterpolazione e quindi della datazione del terremoto al 5 febbraio 62 d.C.
Datando allanno 62 il terremoto di Pompei si risolvono anche alcune apparenti incongruenze interne al testo delle "Naturales Quaestiones", che insorgono se si assume invece la data del 63. Nella stessa opera (7.28.3) Seneca descrive la comparsa di una cometa visibile per sei mesi nella seconda metà dellanno 60. Anche Tacito ricorda questo fenomeno astronomico, osservato pure dagli astronomi cinesi (Ho Peng Yoke 1962) (12). Nello stesso passo, Seneca accenna agli effetti che ritiene fossero stati causati dal passaggio della cometa: diffuse perturbazioni atmosferiche e terremoti che colpirono lAcaia e la Macedonia. Seneca sostenne, in polemica con Aristotele, che questi fenomeni si erano protratti per un anno intero e sarebbero quindi databili al 60-61 d.C. In un altro brano (6.1.13) lautore aveva ricordato che il terremoto dellAcaia e della Macedonia (61 d.C.) era avvenuto "lanno scorso" ("anno priore") rispetto a quello di Pompei. Soltanto se si adotta la data del 62 d.C. per il terremoto campano si evita di rendere incoerente il testo delle "Naturales Quaestiones".
La particolare situazione di Pompei, ancora in parte sepolta sotto metri di pomici e terra, e messa parzialmente in luce dalla ricerca archeologica tuttora in corso, ha permesso di individuare sulle strutture edilizie conservate una parte dei danni, in particolare a partire dalle ricerche di Maiuri (1942). Di notevole importanza gli studi di Adam (1986, 1989) (13) per lanalisi degli effetti sismici sulledilizia pompeiana e di Andreau (1973) per gli aspetti sociali ed economici indotti dal terremoto (14). Questo terremoto è noto alla tradizione dei cataloghi sismici a partire dal XVII secolo solo attraverso le fonti scritte.
Note
(1)Seneca L.Annaeus
Naturales quaestiones, ed. D.Vottero (Classici latini).
Torino 1989
(2)
Tacitus P.Cornelius
Annales ab excessu Divi Augusti, ed. E.Köstermann.
Leipzig 1964
(3)
Epigrafe che ricorda la ricostruzione, realizzata dal padre di Numerio Popidio Celsino, per conto del figlio di sei anni tra il 64 e il 68 d.C., del tempio di Iside a Pompei danneggiato dal terremoto del 5 febbraio 62 d.C., in "Corpus Inscriptionum Latinarum", vol.10: Inscriptiones Bruttiorum, Lucaniae, Campaniae, Siciliae, Sardiniae Latinae, ed. Th.Mommsen, n.846 [anche in "Inscriptiones Latinae Selectae", ed. H.Dessau, vol.2/1, n.6367, Berlin 1906 e in "LAnnée épigraphique", 2000, n.297].
Berlin 1883
(4)
Epigrafe che ricorda il restauro, realizzato dallimperatore Vespasiano nel primo semestre del 76 d.C., del tempio della Mater Deum di Ercolano danneggiato dal terremoto del 5 febbraio 62 d.C., in "Corpus Inscriptionum Latinarum", vol.10: Inscriptiones Bruttiorum, Lucaniae, Campaniae, Siciliae, Sardiniae Latinae, ed. Th.Mommsen, n.1406 [anche in "Inscriptiones Latinae Selectae", ed. H.Dessau, vol.1, n.250, Berlin 1892 e in "LAnnée épigraphique", 1996, n.409].
Berlin 1883
(5)
Epigrafe che ricorda il restauro, realizzato dallimperatore Vespasiano tra il secondo semestre del 75 e il primo semestre del 76 d.C., della statua del "genius" del municipio di Ercolano distrutto dal terremoto del 5 febbraio 62 d.C., in G.Guadagno, Documenti epigrafici ercolanesi relativi ad un terremoto, "Archäologie und Seismologie. La regione vesuviana dal 62 al 79 d.C. Problemi archeologici e sismologici. Colloquium, Boscoreale, 26. 27. November 1993", p.119 e fig.2 p.120 [anche in "LAnnée épigraphique", 1996, n.408].
München 1995
Guadagno G.
Supplemento epigrafico Ercolanese, in "Cronache Ercolanesi. Bollettino del centro internazionale per lo studio dei papiri ercolanesi", vol.8, pp.132-155.
Napoli 1978
(6)
Jonas F-J.
De ordine librorum L. Annaei Senecae philosophi.
Berlin 1870
(7)
Chabert S.
Le tremblement de terre de Pompéi et sa véritable date (5 février 62 ap. J.-C.), in "Mélanges G.Boissier", pp.115-119.
Paris 1903
(8)
Lecocq R.
Quelle date assigner à la première catastrophe de Campanie: 62 ou 63 p.C.?, in "LAntiquité Classique", vol.18, pp.85-91.
Bruxelles 1949
(9)
Onorato G.O.
La data del terremoto di Pompei, 5 febbraio 62 d.Cr., in "Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Rendiconti. Classe di Scienze morali, storiche e filologiche", s.III, vol.4, fasc.11-12, pp. 644-661.
Roma 1949
(10)
Henry M.
Lapparition dune île: Sénèque et Philostrate, un même témoignage, in "LAntiquité Classique", vol.51, pp.174-192.
Bruxelles 1982
(11)
Hine H.M.
The date of the Campanian earthquake A.D. 62 or A.D. 63, or both?, in "LAntiquité Classique", vol.53, pp.266-269.
Bruxelles 1984
(12)
Ho Peng Yoke
Ancient and mediaeval observations of comets and novae in Chinese sources, in "Vistas in Astronomy", vol.5, pp.127-225.
London 1962
(13)
Adam J.-P.
Observations techniques sur les suites du séisme de 62 à Pompéi, in "Tremblements de terre, éruptions volcaniques et vie des hommes dans la Campanie antique", a cura di C.Albore Livadie, pp.67-89, pl.XXXIII-LIII.
Napoli 1986
Adam J.-P.
Il terremoto rappresentato: i bassorilievi di Pompei, in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.168-171.
Bologna 1989
Adam J.-P.
Ledilizia romana privata: Pompei e il suo agro, in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.224-243.
Bologna 1989
Adam J.-P.
Osservazioni tecniche sugli effetti del terremoto di Pompei del 62 d.C., in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.460-474.
Bologna 1989
(14)
Andreau J.
Histoires des séismes et histoire économique. Le tremblement de terre de Pompéi (62 ap. J.-C.), in "Annales ESC", vol.28, pp.369-395.
Paris 1973
Effects in the social context
Reconstructions and relocations
Nella casa detta di Achille tutta la facciata e buona parte del muro laterale ovest furono ricostruiti in "opus incertum" a ricorsi di mattoni, mentre la parte posteriore della casa era rimasta intatta. Sulla via dellAbbondanza, nella casa di C.Cuspius Pansa o di P.Paquius Proculus fu, al contrario, la vecchia facciata sannitica dalla porta inquadrata da capitelli cubici a essere conservata, mentre si rifecero langolo ovest e il muro adiacente. Alcuni spostamenti o indebolimenti evidenti delle murature, poterono essere riparati senza ricorrere alla demolizione appoggiandovi degli elementi di sostegno, sotto forma di contrafforti di mattoni che potevano sostenere anche le travi del piano, o dei muri contrafforti, meno sporgenti, ma giustapposti a una superficie più ampia. Le porte costituivano dei punti deboli a causa delle sconnessioni presenti al di sotto degli architravi, spostati o abbassati, e dei movimenti accentuati alle sommità del muro; il mezzo più sicuro, se si voleva conservare la costruzione consisteva, dunque, nel murare completamente queste aperture, come si è fatto alle Terme stabiane e in numerose case e negozi, dove queste tamponature riguardano sia i restauri che le molteplici modifiche successive di proprietà e duso. I crolli e le fenditure non sono sempre accompagnati dallinclinazione dei muri restanti: i restauri sono perciò evidenti se la parete non ha ricevuto, oppure ha perduto, il rivestimento destinato ad uniformarla. Lesempio delledificio di Eumachia, la cui facciata sul Foro fu ricostruita in mattoni è, a questo riguardo, particolarmente interessante per la cura con cui il primitivo aspetto del paramento originale in pietra fu restituito. Uno stucco bianco doveva eliminare posteriormente ogni traccia di modificazione della struttura (1).
Note
(1)Guidoboni E. (a cura di)
I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia, Catalogo, pp.574-751.
Bologna 1989
Guidoboni E., Comastri A. e Traina G.
Catalogue of ancient earthquakes in the Mediterranean area up to the 10th century.
Bologna 1994
Major earthquake effects
A Pompei si videro gli edifici aprirsi agli angoli; una statua di bronzo si aprì in due parti uguali dalla testa ai piedi; tremarono anche i muri a secco e si osservò il movimento delle tessere nei pavimenti a mosaico. Le distruzioni furono estese, ma fu possibile ricostruire gli edifici sulla base delle strutture precedenti. Unepigrafe ricorda la ricostruzione del tempio di Iside (2). Lampia analisi archeologica e architettonica degli edifici della fase post-terremoto condotta dalla recente letteratura scientifica ha consentito di valutare il tipo di danni su numerose abitazioni anche se lo stato dellesplorazione archeologica non è completo (Maiuri 1942 (3); De Vos e De Vos 1982 (4); Adam 1986, 1989 (5)).
Note
(1)Seneca L.Annaeus
Naturales quaestiones, ed. D.Vottero (Classici latini).
Torino 1989
Tacitus P.Cornelius
Annales ab excessu Divi Augusti, ed. E.Köstermann.
Leipzig 1964
(2)
Epigrafe che ricorda la ricostruzione, realizzata dal padre di Numerio Popidio Celsino, per conto del figlio di sei anni tra il 64 e il 68 d.C., del tempio di Iside a Pompei danneggiato dal terremoto del 5 febbraio 62 d.C., in "Corpus Inscriptionum Latinarum", vol.10: Inscriptiones Bruttiorum, Lucaniae, Campaniae, Siciliae, Sardiniae Latinae, ed. Th.Mommsen, n.846 [anche in "Inscriptiones Latinae Selectae", ed. H.Dessau, vol.2/1, n.6367, Berlin 1906 e in "LAnnée épigraphique", 2000, n.297].
Berlin 1883
(3)
Maiuri A.
Lultima fase edilizia di Pompei.
Roma 1942
(4)
De Vos A. e De Vos M.
Pompei Ercolano Stabia (Guide archeologiche Laterza).
Roma-Bari 1982
(5)
Adam J.-P.
Observations techniques sur les suites du séisme de 62 à Pompéi, in "Tremblements de terre, éruptions volcaniques et vie des hommes dans la Campanie antique", a cura di C.Albore Livadie, pp.67-89, pl.XXXIII-LIII.
Napoli 1986
Adam J.-P.
Ledilizia romana privata: Pompei e il suo agro, in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.224-243.
Bologna 1989
Adam J.-P.
Osservazioni tecniche sugli effetti del terremoto di Pompei del 62 d.C., in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.460-474.
Bologna 1989
Sequence of the earthquake
Note
(1)Seneca L.Annaeus
Naturales quaestiones, ed. D.Vottero (Classici latini).
Torino 1989
Bibliography
Author | Title | Text Value | Text Date | Place of publ. |
---|---|---|---|---|
Adam J.-P. | Osservazioni tecniche sugli effetti del terremoto di Pompei del 62 d.C., in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.460-474. | Historiographical study | 1989 | Bologna |
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Adam J.-P. | Ledilizia romana privata: Pompei e il suo agro, in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.224-243. | Historiographical study | 1989 | Bologna |
Adam J.-P. | Il terremoto rappresentato: i bassorilievi di Pompei, in "I terremoti prima del Mille in Italia e nellarea mediterranea. Storia archeologia sismologia", a cura di E.Guidoboni, pp.168-171. | Historiographical study | 1989 | Bologna |
Adam J.-P. | Observations techniques sur les suites du séisme de 62 à Pompéi, in "Tremblements de terre, éruptions volcaniques et vie des hommes dans la Campanie antique", a cura di C.Albore Livadie, pp.67-89, pl.XXXIII-LIII. | Historiographical study | 1986 | Napoli |
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* | Tre cippi in travertino rinvenuti fuori porta di Nocera, fuori porta di Ercolano, nei pressi delle rispettive necropoli, e fuori porta Vesuvio a Pompei ricordano la restituzione, realizzata dal tribuno Titus Suedius Clemens su incarico dellimperatore Vespasiano, del suolo pubblico, occupato da privati, allamministrazione di Pompei, in A. e M. de Vos, "Pompei, Ercolano, Stabia", pp.13, 154-156, 178, 231. | Direct source | 1982 | Roma-Bari |
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Felt Localities (4)
Locality | Province | Lat | Lon | Intensity | |
---|---|---|---|---|---|
Pompei Scavi | NA | 40.7464 | 14.4853 | IX | |
Danni gravi e crolli dellintera città (1). Si videro gli edifici aprirsi agli angoli; in altri casi si credette che edifici poco stabili fossero "compattati" dalle scosse; una statua di bronzo fu spaccata in due parti uguali dalla testa ai piedi; tremarono anche i muri a secco e si osservò il movimento delle tessere nei pavimenti a mosaico. Le distruzioni furono in genere parziali, e fu possibile ricostruire gli edifici sulla base delle strutture precedenti. Segnalati crolli del tempio di Iside attestati da unepigrafe (2), dellarea forense, della Curia, delledificio di Eumachia, del teatro, delle Terme Centrali e delle Terme Stabiane, dellOdeon, del macellum e delle porte della città. Crollo solo parziale delle mura e dellanfiteatro. Tra le abitazioni private è stato individuato il crollo della casa detta di Achille, rimasta intatta nella parte posteriore della casa. Sulla via dellAbbondanza, nella casa di C.Cuspius Pansa o di P.Paquius Proculus furono danneggiati langolo ovest e il muro adiacente (3). (1) | |||||
Ercolano | NA | 40.8075 | 14.3489 | VIII-IX | |
Crollo di parte della città; molti edifici rimasero pericolanti (1). Crollo del tempio della "Mater Deum" e di un altro edificio non identificato attestato da due epigrafi (2). (1) | |||||
Napoli | NA | 40.8553 | 14.2603 | VII-VIII | |
Crolli di abitazioni private. Secondo Seneca nessun edificio pubblico fu interessato dai danni (1). (1) | |||||
Nocera Inferiore | SA | 40.7428 | 14.6417 | VII-VIII | |
Crolli non gravi, ma danni sparsi nellarea urbana (1). (1) |
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
0062 02 05 -- -- -- 40.78 14.42 0.0 9.0 0 87 Pompei
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