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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
06 02 197118:09:0842.4511.85b7.58.53100255.2*TuscaniaItaly

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Space-time parameters

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1971 02 06 18 09 08 42.45 11.85 0.0 8.5 0 25 Tuscania


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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1971 02 06 18:09 42.45 11.85 7.5 8.5 31 26 Tuscania
PFG 1971 02 06 18:09 42.43 11.88 8.5 - - - Tuscania


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del Catalogo, costituita dal lavoro inedito di Dall’Olio e Molin (ENEA 1980) (1), che non fornisce dettagli macrosismici. Per la valutazione degli effetti sono state vagliate le cronache giornalistiche, pubblicate in 5 diverse testate nazionali. È stata analizzata la relazione curata dal centro di studi per la Geologia Tecnica del CNR, presso l’Istituto di Geologia applicata della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma (Bartolucci et al. 1972), che fu redatta in seguito a una ricognizione diretta sul campo dei danni causati dal terremoto. In tale rapporto è sviluppata un’analisi degli effetti in relazione ai caratteri sia della geologia di superficie, sia dell’edilizia. È stata, inoltre, vagliata la relazione di Console e Sonaglia (1972), sugli aspetti sismologici del periodo sismico, partendo dal valore di magnitudo calcolato strumentalmente per le scosse più forti. Lo studio di Aiello (1987) ha posto in luce aspetti importanti della ricostruzione del patrimonio storico-artistico di Tuscania, in relazione alle disponibilità economiche erogate e ai carenti strumenti legislativi disponibili.

Note

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

Effects in the social context

Tuscania nel 1971 aveva circa 7.500 abitanti e la sua economia si basava sull’attività agricola e turistica. Il prestigio e la vetustà del centro storico furono molto vulnerati da questo terremoto. Il danno ai monumenti medievali (chiese e torri) andò ben oltre il danno economico immediato sulle abitazioni.
Ci furono 20 morti, 140 feriti e oltre 4.000 senzatetto. Per soccorrere i senzatetto, venne istituita una tendopoli a un chilometro dal paese, in cui trovarono riparo circa 200 persone. Grave fu la situazione ospedaliera che si determinò a causa della scarsità di plasma e di posti letto nell’ospedale di Tuscania e in quelli delle località vicine; l’attività di soccorso sia governativa sia di organizzazioni private e volontarie fu intensa e rapida. A soli quattro giorni dal terremoto la popolazione cercò di riprendere le normali attività economiche e di sevizio. Iniziò il puntellamento di un primo lotto di case, in cui si tentò di far rientrare circa 2.000 persone nelle settimane seguenti; si sgombrarono le piazze dalle macerie e si procedette alla riparazione delle abitazioni meno danneggiate. Nonostante questo impegno, si innescò un flusso migratorio: 1.500 persone si spostarono in varie città dell’Italia settentrionale. Alla fine dell’anno, pochissimi abitanti erano tornati a Tuscania; un migliaio ancora viveva nei casolari delle campagne, in cantine o in fienili, con gravi disagi. Alcuni conflitti di competenza tra uffici delle Soprintendenze e dei Lavori Pubblici rallentarono la ricostruzione (1).

Note

(1)
La Stampa, 1972.02.12.
Torino 1972

Major earthquake effects

I danni maggiori furono localizzati a Tuscania, dove ci furono diversi crolli e il patrimonio edilizio risultò in gran parte inagibile: complessivamente il 60% degli edifici risultò danneggiato. I danni più gravi furono localizzati nel quartiere medievale, caratterizzato da costruzioni con muri a sacco, paramenti esterni di materiali misti, riempiti di pietrame sciolto, e tetti costruiti con travi di legno e tegole. Per quanto riguarda l’incasato nuovo di Tuscania, il 15% degli edifici fu dichiarato inabitabile. Molti monumenti storici furono gravemente lesionati. L’analisi dei danni a Tuscania, eseguita per lotti, in relazione ai tipi di edifici e ai suoli, ha dato i seguenti risultati: la resistenza alle sollecitazioni sismiche risultò "ottima" per gli edifici in cemento armato (di cui l’86% risultò senza danni) e con muri portanti in blocco di tufo o in mattoni (di cui il 43% risultò senza danni); "cattiva" per edifici con muri portanti costruiti alla romana, in opera incerta (con o senza cordolo in cemento armato) o a sacco. Per questi due tipi di edifici i danni furono notevoli: soltanto il 15% risultò senza danni o con qualche leggera screpolatura agli intonaci; il 31%, comprensivo dei due tipi, fu definito "gravemente danneggiato"; il 45% "mediamente danneggiato". In relazione al numero dei piani il grado di danno fu "più rilevante" per gli edifici costruiti fino a tre piani e "inferiore" per gli edifici a quattro piani. Fu infine rilevato che complessivamente gli edifici costruiti su lave resistettero meglio di quelli fondati su tufi. Gli edifici più antichi, che furono complessivamente molto danneggiati, poggiavano per lo più su terreno di riporto con spessore variabile da pochi centimetri a qualche metro, senza raggiungere la formazione litologica.
Nell’area circostante Tuscania, gli edifici più danneggiati, resi pericolanti da profonde lesioni, furono quelli costruiti a un piano, con muri a secco, senza fondazioni e con tetti a spiovente appoggiati su travi lignee; quelli meno danneggiati erano costruiti con conci squadrati a macchina, legati con abbondante malta, tetti a spiovente, fondazioni mediocri, ma non del tutto assenti. Vennero segnalati danni anche agli archi del ponte che collega Tuscania alla provinciale per Viterbo e che attraversa il fiume Marta (1). Danni leggeri, costituiti da lesioni e cadute di camini, si ebbero in alcuni paesi a nord ovest di Tuscania; lesioni leggere a Viterbo; a Civitavecchia cadde qualche camino. La scossa fu sentita a Roma e nel basso Lazio.

Note

(1)
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971

Effects on the environment

Una frana ostruì la strada provinciale Toscanese tra Tuscania e Viterbo (1). Alcuni smottamenti avvennero nel terreno circostante la chiesa di S.Pietro a Tuscania (2).

Note

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
La Stampa, 1971.02.07.
Torino 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971
(2)
La Stampa, 1977.02.11.
Torino 1977

Bibliography

Author Title Text Value Text Date Place of publ.
Bartolucci G., Camponeschi B. e Sonaglia A.Il terremoto di Tuscania, in "Rassegna dei lavori pubblici", n.5, (1972), pp.3-43.Scientific bibliography1972Roma
Console R. e Sonaglia A.Studio del terremoto di Tuscania, in "Annali di Geofisica", vol.25, pp.367-390.Scientific bibliography1972Roma
*Corriere della Sera, 1971.02.07.Indirect source1971Milano
*Corriere della Sera, 1971.02.08.Indirect source1971Milano
*Corriere della Sera, 1971.02.09.Indirect source1971Milano
*Corriere della Sera, 1971.02.10.Indirect source1971Milano
*Corriere della Sera, 1971.02.11.Indirect source1971Milano
Dell’Olio A. e Molin D.Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).Catalogue1980
*Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.Indirect source1971Ferrara
*Gazzetta di Ferrara, 1971.02.09, n.33.Indirect source1971Ferrara
*Gazzetta di Ferrara, 1971.02.10, n.34.Indirect source1971Ferrara
*Gazzetta di Ferrara, 1971.02.11, n.35.Indirect source1971Ferrara
*Gazzetta di Ferrara, 1971.02.12, n.36.Indirect source1971Ferrara
*Gazzetta di Ferrara, 1973.04.24, n.96.Indirect source1973Ferrara
*Gazzetta di Parma, 1971.02.07.Indirect source1971Parma
*Gazzetta di Parma, 1971.02.08.Indirect source1971Parma
*Gazzetta di Parma, 1971.02.09.Indirect source1971Parma
*La Stampa, 1971.02.07.Indirect source1971Torino
*La Stampa, 1971.02.09.Indirect source1971Torino
*La Stampa, 1971.02.10.Indirect source1971Torino
*La Stampa, 1971.02.16.Indirect source1971Torino
*La Stampa, 1972.02.12.Indirect source1972Torino
*La Stampa, 1977.02.11.Indirect source1977Torino
*Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica Italiana, a.1972, vol.6, n.734, Legge 2 dicembre 1972, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 ottobre 1972, n.552, recante ulteriori provvidenze a favore delle popolazioni dei comuni delle Marche colpite dal terremoto; e proroga di termini previsti dal decreto-legge 1.o aprile 1971, n.119, in favore dei comuni colpiti dal terremoto in provincia di Viterbo.Direct source1972Roma
Santucci F.Assisi: una storia di terremoti, in "Subasio", supplemento degli "Atti Accademia Properziana del Subasio", a.5, n.4, 30 dicembre 1997, pp.1-4.Historiographical study1997Assisi

Felt Localities (31)

Locality Province Lat Lon Intensity
TuscaniaVT42.4211.8694VIII-IX

Crollarono molte case (1), la maggior parte delle quali si trovava nel centro storico medievale (2). Una prima stima dei danni valutò che il 60% degli edifici erano danneggiati (3). Di tantissime case non rimase che il muro esterno (4). Il 9 febbraio i Vigili del Fuoco e gli ufficiali del Genio Civile iniziarono l’accertamento dei danni, giungendo alla conclusione che l’80 % delle abitazioni era andato distrutto (5). Crollò parte dell’ospedale civile, sotto le macerie del quale rimasero sepolti molti degenti (6). Venne lesionato l’acquedotto (7). Tra gli edifici danneggiati anche la scuola elementare, quella media e un istituto professionale (8). Nel museo cittadino alcuni mattoni erano precipitati e avevano schiacciato alcuni buccheri e vasi (9). Anche il teatro comunale rimase danneggiato: erano appena terminati i lavori di restauro quando il terremoto fece crollare il nuovo tetto e i muri perimetrali, causando anche la morte di un operaio che stava terminando i restauri. Crollò la caserma dei carabinieri, causando il ferimento di due militari.
Crollò la facciata della chiesa di S.Lorenzo e furono parzialmente distrutte le chiese di S.Marco e S.Maria del Riposo (10). Il Duomo venne gravemente lesionato (11) e fu danneggiata la cappella di S.Giusto, situata in fondo alla navata di destra (12). Profonde fenditure si aprirono nella chiesa di S.Maria delle Rose (13). Nella chiesa di S.Pietro, dall’abside pericolante, si staccò gran parte dell’affresco dell’Ascensione, che risultò quasi irrecuperabile; crollò e si spezzò il doppio rosone con i simboli dei quattro Evangelisti (14). I tre grandi portali della facciata delle arcate cieche vennero puntellati. Il muro di contenimento esterno era crollato e il terreno circostante minacciava smottamenti (15). La basilica costruita in cima alla collina (VIII-XII secolo) aveva alcuni muri sconnessi; vennero poste delle travi di puntellamento alla facciata e dei fili per allontanare i malintenzionati (16). Anche la basilica di S.Maria Maggiore del XII secolo venne lesionata: gli animali fantastici che adornano il portale, erano incrinati da alcune crepe; il rosone sinistro era crollato e quello destro minacciava di cadere. Inoltre erano state danneggiate alcune figure di un affresco del Giudizio Universale che furono perciò immediatamente rimosse (17). Crollò completamente uno dei contrafforti dell’edificio e la parte esterna del catino absidale; la torre prospiciente la chiesa crollò parzialmente e una lunga fenditura attraversò verticalmente il troncone rimasto (18). Fu danneggiata la torre medievale di Lavello e si registrò anche il crollo dell’orologio che sovrastava l’ingresso della Porta Nuova.
La parte della città dove si verificarono danni minori è quella della periferia, al di là delle mura che cingono il centro storico. La Porta Nuova era pericolante; i palazzi che fiancheggiano via Roma, la strada che da Porta Nuova attraversa tutta la città, erano lesionati all’interno. Tutte le strade laterali di via Roma erano ingombre di macerie (19). Per quanto riguarda la zona nuova dell’abitato, da un sopralluogo risultò che il 15% degli edifici era inabitabile (20). Vennero segnalati danni anche agli archi del ponte che attraversa il fiume Marta e collega la città alla provinciale per Viterbo (21).

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971
(2)
La Stampa, 1971.02.07.
Torino 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.08.
Parma 1971
Corriere della Sera, 1971.02.10.
Milano 1971
(3)
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971
(4)
Corriere della Sera, 1971.02.09.
Milano 1971
(5)
Corriere della Sera, 1971.02.10.
Milano 1971
(6)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
La Stampa, 1971.02.07.
Torino 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971
(7)
Corriere della Sera, 1971.02.11.
Milano 1971
La Stampa, 1971.02.09.
Torino 1971
(8)
La Stampa, 1971.02.10.
Torino 1971
(9)
La Stampa, 1977.02.11.
Torino 1977
(10)
Corriere della Sera, 1971.02.09.
Milano 1971
La Stampa, 1971.02.09.
Torino 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971
La Stampa, 1971.02.10.
Torino 1971
(11)
Corriere della Sera, 1971.02.11.
Milano 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.08.
Parma 1971
(12)
Corriere della Sera, 1971.02.11.
Milano 1971
(13)
Corriere della Sera, 1971.02.11.
Milano 1971
(14)
Corriere della Sera, 1971.02.11.
Milano 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.08.
Parma 1971
(15)
La Stampa, 1977.02.11.
Torino 1977
(16)
La Stampa, 1977.02.11.
Torino 1977
(17)
La Stampa, 1977.02.11.
Torino 1977
(18)
Gazzetta di Parma, 1971.02.08.
Parma 1971
(19)
Gazzetta di Parma, 1971.02.08.
Parma 1971
(20)
Gazzetta di Parma, 1971.02.09.
Parma 1971
(21)
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971

Arlena di CastroVT42.464211.8233VII-VIII

La scossa causò il crollo di 3 case; i tecnici del Genio civile dichiararono pericolanti 25 delle 300 case del paese (8%). Vi furono 4 feriti (1).

(1)
Gazzetta di Parma, 1971.02.09.
Parma 1971

BleraVT42.272512.0275VI

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

CaninoVT42.465311.7494VI

La scossa causò lesioni non gravi in alcune abitazioni (1).

(1)
Gazzetta di Parma, 1971.02.09.
Parma 1971

CapodimonteVT42.549711.9122VI

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

CellereVT42.508611.7706VI

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

LateraVT42.626411.8283VI

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

MontefiasconeVT42.537212.0303VI

La scossa fu avvertita (1). Secondo Dell’Olio e Molin l’intensità fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971

Monte RomanoVT42.266911.8992VI

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

PiansanoVT42.517211.8286VI

La scossa causò lesioni non gravi in alcune abitazioni (1).

(1)
Gazzetta di Parma, 1971.02.09.
Parma 1971

TessennanoVT42.477211.7903VI

La scossa causò lesioni non gravi in alcune abitazioni (1).

(1)
Gazzetta di Parma, 1971.02.09.
Parma 1971

ValentanoVT42.565611.8217VI

La scossa fu avvertita (1). Secondo Dell’Olio e Molin l’intensità fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971

VetrallaVT42.319712.0553VI

La scossa fu avvertita (1). Secondo Dell’Olio e Molin l’intensità fu del VI grado della scala MCS.

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971

ViterboVT42.420612.1094VI

La scossa causò danni nella zona del centro storico (1).

(1)
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971

CivitavecchiaRM42.090311.7989V-VI

La scossa causò la caduta di qualche camino (1).

(1)
La Stampa, 1971.02.07.
Torino 1971

AmeliaTR42.557812.4125V

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del V grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

Civitella d’AglianoVT42.60512.1878V

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del V grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

FarneseVT42.549411.7258V

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del V grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

MartaVT42.534711.925V

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del V grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

Montalto di CastroVT42.351111.6075V

La scossa fu avvertita (1). Secondo Dell’Olio e Molin l’intensità fu del V grado della scala MCS.

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971

TarquiniaVT42.251911.7569V

La scossa fu avvertita (1). Secondo Dell’Olio e Molin l’intensità fu del V grado della scala MCS.

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971

OnanoVT42.692211.8161IV-V

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV-V grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

Trevignano RomanoRM42.155312.2467IV-V

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV-V grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

AlvianoTR42.590312.2969IV

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

CellenoVT42.557812.1339IV

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

GradoliVT42.643111.8553IV

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

LubrianoVT42.635612.1136IV

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

Lugnano in TeverinaTR42.573312.3311IV

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

Oriolo RomanoVT42.158312.1392IV

Non sono note descrizioni degli effetti. Secondo Dell’Olio e Molin (1) l’intensità della scossa fu del IV grado della scala MCS.

(1)
Dell’Olio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dall’anno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980

RomaRM41.895312.4822IV

La scossa fu avvertita solo nel quartiere Tuscolano, causando spavento e fuga dalle case; non sono documentati danni (1).

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
La Stampa, 1971.02.07.
Torino 1971
Gazzetta di Parma, 1971.02.07.
Parma 1971

LadispoliRM41.949412.0778III-IV

La scossa fece tremare gli ultimi piani delle abitazioni (1).

(1)
Corriere della Sera, 1971.02.07.
Milano 1971
Gazzetta di Ferrara, 1971.02.07, n.32.
Ferrara 1971