Header INGVHeader CFTI

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
26 05 179812:10:0043.3511.483b6.57.51100394.8~SienaItaly

Comments

Space-time parameters

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1798 05 26 12 10 00 43.35 11.48 0.0 7.5 0 39 Siena


The revision was based on 39 accounts:
The results are summarized by 28 synoptic comments.

Previous catalogues and reasons of the corrections

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1798 05 26 12:10 43.35 11.48 6.5 7.5 11 38 Siena
PFG 1798 05 26 12:10 43.33 11.33 8.5 - - - Siena


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del Catalogo PFG (1985) basata sul catalogo di Baratta (1901) (1) ed è stata svolta una ricerca bibliografica. Sono state analizzate le fonti usate da Baratta costituite dall’ampia relazione dell’abate Soldani (1798) (2) e da una raccolta di documenti reperiti da Malvasia e pubblicati da De Rossi (1889) (3).
La relazione dell’abate Ambrogio Soldani (1798) (4), professore di matematica all’Università di Siena, rappresenta la fonte edita più completa e autorevole sugli effetti del terremoto a Siena e nelle località vicine: consta di sei lettere scritte a pochissima distanza dalle scosse, tra il 9 giugno e il 17 luglio 1798. È stato inoltre analizzato il riassunto di una lettera, pubblicata in allegato alla relazione di Soldani, scritta il 29 giugno da Giuseppe Gatteschi (1798) (5), professore di fisica all’Università di Siena e indirizzata al suo collega Vassalli dell’Università di Torino, in cui sono riportate alcune osservazioni del canonico Grillet, che si trovava nei pressi di Siena durante il terremoto. Una lettera del padre Pio Carletti (1798) (6), professore di fisica e matematica al Collegio Tolomei di Siena, riporta un sommario elenco dei danni ai pricipali edifici e la sequenza delle scosse.
Sono state inoltre reperite 2 "Notificazioni" a stampa del governatore di Siena, Vincenzo Martini, rispettivamente del 4 luglio e del 30 luglio 1798, relative alle disposizioni emanate sui lavori di ricostruzione e di restauro e sul reperimento del legname necessario (7). È stato anche utilizzato un "Editto" emanato il giorno 8 gennaio 1799 dal vicario del Tribunale di Giustizia di Siena relativo alle rappresentazioni teatrali e alle feste carnevalesche (8). Tali documenti sono stati pubblicati da Benucci (1986) (9).
Due lettere rispettivamente del vescovo di Fiesole al segretario dell’ufficio granducale del Regio Diritto e di quest’ultimo a Ferdinando III del 13 e 22 ottobre 1798 hanno dato informazioni sui danni alla chiesa di Gaiole in Chianti (Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto) (10).
Questo terremoto è ricordato anche da una fonte ebraica: si tratta di una preghiera di ringraziamento per lo scampato pericolo (Busi 1996) (11).
In gazzette e periodici dell’epoca sono state reperite 11 cronache giornalistiche afferenti a 5 testate che hanno aggiunto elementi descrittivi al quadro degli effetti (12).
Questo periodo sismico è elencato nei cataloghi di von Hoff (1841) (13), Perrey (1848) (14), Campani e Toscani (1850) (15), Mercalli (1883) (16), Fondelli (1887) (17), Rezzadore (1914) (18); Benucci (1986) (19), sulla base di alcune fonti, ne ha presentato una sintesi.
Lo studio di Cecchini (1943) (20) contiene elementi di analisi sui restauri del teatro degli Intronati e della chiesa di San Domenico; Gurrieri (1997) (21) ha analizzato gli interventi tecnici di pronto intervento adottati dagli architetti e dagli ingegneri dell’epoca per rafforzare la stabilità degli edifici.

Note

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(2)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(3)
De Rossi M.S.
Documenti raccolti dal defunto Conte Antonio Malvasia per la storia dei terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia, in "Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", vol.5, pp.169-289.
Roma 1889
(4)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(5)
Gatteschi G.G.
Articolo di lettera del Sig. Dot. Gatteschi Professore di Fisica in questa Università al Celeb. Sig. Vassalli ugualmente Professore di Fisica nell’Università di Torino sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in A.Soldani, "Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798", pp.93-98.
Siena 1798
(6)
Carletti P.
Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.
Torino 1798
(7)
Notificazione del governatore di Siena Vincenzo Martini relativa alle disposizioni emanate per il reperimento del legname necessario per i lavori di puntellamento e restauro dei danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 4 giugno 1798, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.197.
Siena 1986
Notificazione del governatore di Siena Vincenzo Martini relativa alle disposizioni emanate dal granduca Ferdinando III sul regolamento da osservare nell’esecuzione dei lavori di ricostruzione e di restauro dei danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 30 luglio 1798, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.205.
Siena 1986
(8)
Editto del vicario del Tribunale di Giustizia di Siena Marco Baccini relativo alle disposizioni emanate per le rappresentazioni teatrali e le feste carnevalesche in seguito ai danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 8 gennaio 1799, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.203.
Siena 1986
(9)
Benucci V.
Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza.
Siena 1986
(10)
Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del vescovo di Fiesole al segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Fiesole 13 ottobre 1798.

Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi al granduca di Toscana Ferdinando III di Lorena relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Firenze 22 ottobre 1798.

(11)
Busi G.
The seismic history of Italy in the Hebrew sources, in Earthquakes in the past. Multidisciplinary approaches, a cura di E.Boschi, R.Funiciello, E.Guidoboni e A.Rovelli, "Annali di Geofisica", vol.38 (1995), pp.473-478.
Roma 1996
(12)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.02, n.44.
Bologna 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.09, n.46.
Bologna 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.30, n.52.
Bologna 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.08, n.139.
Venezia 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.11, n.141.
Venezia 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.12, n.142.
Venezia 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.26, n.154.
Venezia 1798
Giornale degli Amici della Libertà Italiana, 1798.06.14, n.12.
Mantova 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(13)
Hoff K.E.A. von
Chronik der Erdbeben und Vulcanausbrüche, zweiter Theil vom Jahre 1760 bis 1805, und von 1821 bis 1832 n. Chr. geb., in "Geschichte der durch Überlieferung nachgewiesenen natürlichen Veränderungen der Erdoberfläche", Theil 5.
Gotha 1841
(14)
Perrey A.
Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique, in "Mémoires Couronnés et Mémoires des Savants Étrangers de l’Académie Royale de Belgique", tomo 22 (1846-47).
Bruxelles 1848
(15)
Campani G e Toscani C.
Su i terremoti avvenuti in Siena nell’aprile del 1859 e nei tempi precedenti, in "Il Nuovo Cimento", vol.9 (1859), pp.274-293.
Torino-Pisa 1859
(16)
Mercalli G.
Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1981).
Milano 1883
(17)
Fondelli V.
Della probabile origine dei terremoti e specialmente di quelli che funestano la Città di Siena ed il suo Territorio. Memoria [...] corredata di appendice contenente i prospetti che furono compilati dai chiarissimi professori Cav. Giovanni Campani e Cav. Cesare Toscani.
Siena 1887
(18)
Rezzadore P.
Il mondo ne’ suoi fulgori e tremori.
Firenze 1914
(19)
Benucci V.
Notizie relative ai terremoti dal 1294 al 1900 del territorio senese, in Id., "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", pp.216-223.
Siena 1986
(20)
Cecchini G.
Il terremoto del 1798 e alcuni edifici monumentali senesi, in "Bullettino Senese di Storia Patria", a.1943, fasc.1, pp.8-22.
Siena 1943
(21)
Gurrieri F.
Tecniche premoderne di prevenzione sismica (Toscana, Appennino Tosco-Emiliano e Romagnolo, in "La protezione del patrimonio culturale, la questione sismica", II seminario nazionale di studio, Roma S.Michele 9-10 aprile 1997, coordinato da R.Ballardini. Contributi preliminari, a cura di P.R.David e M.Guccione, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Dipartimento per la Protezione Civile, Comitato Nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, pp.85-89.
Roma 1997

Effects in the social context

Siena era una città di circa 16.000 abitanti. Ci furono 3 morti e circa 50 feriti: la popolazione fuggì all’aperto e si accampò in tende e baracche provvisorie rimanendovi per parecchi giorni nonostante la pioggia.
Subito dopo il terremoto il granduca Ferdinando III di Lorena mandò a Siena architetti e artisti per riparare gli edifici che minacciavano rovina; inoltre, ordinò al governatore di Siena, Martini, di istituire una colletta invitando le persone facoltose a concorrervi; stanziò personalmente 10.000 scudi come sussidio per le famiglie povere.
Il vice governatore di Siena, Bargagli, nominò una commissione per curare la distribuzione di sussidi, volta soprattutto a salvaguardare l’unica industria senese di quel tempo, cioè la tessitura dei panni, che generalmente veniva esercitata in casa da artigiani che possedevano uno o due telai a mano. Per non blocccare l’economia della città, vennero requisiti dei locali, dove furono trasportati i telai soprattutto dai rioni di Fontebranda e del Bruco. Il governatore di Siena cercò inoltre di procedere il più rapidamente possibile all’accertamento dei danni e al puntellamento degli edifici, e provvide a sgomberare le carceri, il collegio Tolomei e il collegio della Sapienza.
Da Firenze l’ufficio delle Reali Fabbriche inviò due ingegneri, Del Rosso e Della Porta, per redigere una relazione dettagliata dei danni e preparare un piano completo dei restauri. La valutazione economica dei due ingegneri fu di 800.000 scudi per le riparazioni più urgenti ai principali edifici della città.
Furono richieste e inviate grandi quantità di ferro per i lavori di ricostruzione e vennero stanziati dei fondi da utilizzare come prestiti. Una disposizione del 4 giugno 1798 del governatore di Siena ordinò che fosse inviato da Firenze e dalla Toscana tutto il legname necessario per puntellare gli edifici pericolanti.
Il governo granducale emanò inoltre regolamenti riguardanti l’esecuzione dei lavori di restauro dei monumenti e delle case private, con i quali si chiedeva di procedere in modo da salvaguardare l’architettura originaria. A tale proposito sorsero però dei contrasti fra architetti fiorentini e senesi, e, inoltre, gli effetti di questo terremoto fecero riflettere i tecnici sulla scelta degli interventi da eseguirsi anche in funzione preventiva. Gli esperti cercarono di aumentare la rigidezza delle strutture, migliorando i collegamenti, eliminando le soluzioni di continuità, apponendo catene, ricostruendo archi di scarico e architravi, collegando le travi dei solai alle murature, eliminando o riducendo le spinte degli archi e delle volte mediante catene ed agendo sul peso mediante frenelli o alleggerimenti dei rinfianchi.
Nel 1799, in seguito all’invasione della Toscana da parte dell’esercito francese, il sistema di restauro degli edifici danneggiati cambiò radicalmente. I fondi destinati alla ricostruzione e ai restauri furono incamerati dai commissari francesi e, venendo meno la normativa statale, i vari responsabili agirono seguendo solo il criterio della massima economia, senza vincoli riguardo al rispetto dell’architettura originaria, come era stato invece richiesto da Ferdinando III. Furono così eliminate le terrazze e le logge che abbellivano le parti più alte degli edifici; furono chiuse le finestre a sesto acuto, per non affrontare la spesa del riconsolidamento degli archi spezzati; furono abbattute le volte pericolanti e sostituite con il soffitto a travi; quest’ultimo intervento causò in molti edifici lo spostamento dei piani, che obbligò a chiudere le trifore originali nelle facciate degli edifici gotici, sostituendole con finestre rettangolari.

Elements of the local buildings

Il patrimonio abitativo di Siena era costituito da numerosissime edifici monumentali, chiese, conventi e palazzi, che cui strutture voltate furono le più compromesse. Accanto a questa architettura prestigiosa, esisteva un’edilizia civile minore di carattere povero (1).
I quartieri di Porta Ovile e Fontebranda, che subirono i maggiori danni, erano i più popolati ed erano costituiti da piccole case che si sorreggevano le une alle altre altre ed erano attraversate da strade scoscese che si diramavano dalle rispettive porte. Le case del quartiere di Fontebranda erano state probabilmente indebolite dall’esplosione della contigua polveriera avvenuta nel 1795. Le piccole case del quartiere erano tuttavia costruite con deboli fondamenti, fatte di muri sottili particolarmente vulnerabili in quanto costruiti con calce mischiata con sabbia scadente proveniente non dai torrenti vicini, ma per lo più, dai tufi delle vicine colline che rendevano le calcine incapaci di buona presa.
Gran parte degli edifici erano situati in leggero declivio o in luoghi scoscesi. Alcuni dei maggiori conventi erano stati costruiti su vecchie chiese o su antichi edifici molto estesi che servivano come granai pubblici o lanifici La città era circondata dalle mura che racchiudevano anche diversi orti e vigne.
Alcuni palazzi erano stati costruiti solidamente e con buoni materiali proprio nell’intento di resistere ai terremoti; in particolare il Palazzo dei Marchesi Chigi, edificato dopo le scosse del 1697, era stato innalzato utilizzando grandi quantità di ferro; questo edificio in effetti non riportò danni dal terremoto del 1798.
Soldani (1798) notava come gran parte delle costruzioni fossero state indebolite dai terremoti che avevano colpito Siena nel corso del tempo, in particolare da quelli del 1697 e del 1741, i danni infatti non erano stati riparati in modo efficace (2). Rilevava inoltre che i danni subiti dalle case popolari del rione di Fontebranda derivavano soprattutto dalla bassa qualità della costruzione e dei materiali impiegati, i muri erano sottili, fatti con calce mischiata a sabbia tufacea (3).

Note

(1)
Gurrieri F.
Tecniche premoderne di prevenzione sismica (Toscana, Appennino Tosco-Emiliano e Romagnolo, in "La protezione del patrimonio culturale, la questione sismica", II seminario nazionale di studio, Roma S.Michele 9-10 aprile 1997, coordinato da R.Ballardini. Contributi preliminari, a cura di P.R.David e M.Guccione, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Dipartimento per la Protezione Civile, Comitato Nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, pp.85-89.
Roma 1997
(2)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Gatteschi G.G.
Articolo di lettera del Sig. Dot. Gatteschi Professore di Fisica in questa Università al Celeb. Sig. Vassalli ugualmente Professore di Fisica nell’Università di Torino sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in A.Soldani, "Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798", pp.93-98.
Siena 1798
(3)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

Administrative historical affiliations

Nel 1798 Siena faceva parte del Granducato di Toscana; in quel periodo era governato da Ferdinando III di Lorena, che regnava per la rinuncia del padre Pietro Leopoldo. Vincenzo Martini era luogotenente e governatore di Siena.
Nel 1799 la Toscana fu occupata dai Francesi.

Social and economic effects

Ci furono 3 morti e circa 50 feriti a Siena (1).
Nella chiesa delle Oblate del Rifugio il crollo di due volte causò la morte di 2 persone e il ferimento di 1; 3 monache si salvarono sotto l’arco centrale che rimase intatto (2).
Nel Collegio Tolomei 12 persone furono travolte dalla caduta di alcune volte, 7 delle quali vennero ferite e 1 morì dopo quattro giorni a causa delle ferite riportate al capo.
Nell’ufficio della dogana un pezzo di cornicione, cadendo, ruppe una gamba di una persona causandone poco dopo la morte (3).
Sui prati della Lizza, dell’attuale Piazza d’Armi e in aperta campagna furono erette tende e baracche per ospitare le famiglie le cui abitazioni erano pericolanti; la popolazione di Siena vi dimorò per alcuni notti finché si sentirono delle scosse, nonostante la pioggia che seguì immediatamente l’evento. Si costruirono anche altari ove celebrare le funzioni religiose richieste dalla popolazione. Molte famiglie furono alloggiate in alcuni conventi che disponevano di vani molto spaziosi, e dove furono avviate anche alcune attività economiche (4).
Gli alunni del Colegio Tolomei furono trasferiti nella Villa di Santa Colomba, e successivamente nel Monastero di San Benedetto, fuori di Porta Tufi contiguo alla città, che era stato lasciato libero dai Padri Olivetani (5).
Alcune famiglie sfollarono a Livorno (6).
Il giorno dopo il terremoto, domenica 27 maggio festa di Pentecoste, in piazza della Lizza, dove erano stati innalzati diversi altari, vennero celebrate le funzioni religiose poiché erano state chiuse tutte le chiese (7).
Il papa Pio VI, dopo essere stato deposto e arrestato nel febbraio 1798, si trovava a Siena al momento del terremoto alloggiato nel convento di Sant’Agostino. La fabbrica del convento e dell’annessa chiesa furono assai danneggiate e il papa abbandonò la città trasferendosi dapprima nell’abitazione dei nobili Gallerani e poco dopo nella villa dei nobili Sergardi che si trovava a poca distanza dalla città; il 2 giugno, con tutto il personale di servizio, si portò a Firenze in un quartiere poco fuori della città (8).
Soldani (1798) stimava grossolanamente che i danni potessero ammontare ad oltre un milione di piastre (9).

Note

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(2)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Carletti P.
Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.
Torino 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(3)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
(4)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
(5)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.30, n.52.
Bologna 1798
(6)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.09, n.46.
Bologna 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.12, n.142.
Venezia 1798
(7)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
(8)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.02, n.44.
Bologna 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.09, n.46.
Bologna 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.11, n.141.
Venezia 1798
Giornale degli Amici della Libertà Italiana, 1798.06.14, n.12.
Mantova 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(9)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

Institutional and administrative response

Il Granduca di Toscana, Ferdinando III di Lorena, subito dopo il terremoto spedì a Siena architetti e artisti per riparare le abitazioni che minacciavano rovina; ordinò al Governatore di Siena, Martini, di istituire una colletta invitando le persone facoltose a concorrervi; stanziò personalmente diecimila scudi come sussidio per le famiglie povere (1).
Il vice governatore di Siena, Bargagli, nominò una commissione per curare la distribuzione di sussidi agli infortunati soprattutto nell’intento di non fare rimanere interrotta l’unica industria senese di quel tempo, cioè la tessitura dei panni, che generalmente veniva esercitata in casa da artigiani che possedevano uno o due telai a mano. A questo scopo vennero requisiti i locali un tempo adibiti a magazzini del grano, cioè le cripte delle chiese di San Francesco e Sant’Agostino, e altri locali adatti rimasti più o meno illesi. In essi furono trasportati i telai soprattutto dai rioni Di Frontebranda e del Bruco e poté così essere ripresa la tessitura da parte di molti artigiani che non potevano più svolgere tale attività nelle loro case divenute inagibili.
Il Governatore di Siena cercò di procedere il più rapidamente possibile all’accertamento dei danni e al puntellamento degli edifici, e provvide a sgomberare le carceri, il collegio Tolomei e la Sapienza. Da Firenze l’ufficio delle RR. Fabbriche inviò i due ingegneri, Del Rosso e Della Porta, per fare una relazione dettagliata dei danni e preparare un piano completo dei restauri. La perizia sommaria dei 2 ingegneri previde una spesa di 800.000 scudi per le riparazioni più urgenti ai principali edifici della città.
Furono inviate grandi quantità di ferro per i lavori di ricostruzione; vennero stanziati dei fondi da utilizzare come prestiti; all’inizio di luglio 1798 fu promulgato un editto che esentava dalle gabelle nei contratti di vendita delle case e nel commercio dei materiali edilizi necessari alle ricostruzioni (2).
Il Governatore di Siena ordinò alle famiglie, le cui abitazioni erano pericolanti, di sistemarsi nei maggiori conventi della città (3); con una disposizione del 4 giugno 1798 ordinò che fosse inviato da Firenze e dalla Toscana tutto il legname necessario per puntellare gli edifici pericolanti, ordinò inoltre che i proprietari di legname di Siena lo mettessero a disposizione senza frapporre difficoltà e per valutarne la disponibità ingiungeva che entro ventiquattro ore fosse denunciato alle autorità tutto il legname reperibile pena il sequestro (4).
Il Governo granducale emanò regolamenti che stabilivano le modalità cui attenersi nell’esecuzione dei lavori di restauro sia dei monumenti che delle case private. Il 30 luglio 1798 fu emanato un regolamento che stabiliva le modalità cui dovevano attenersi i proprietari nel restauro dei loro edifici danneggiati e le sanzioni in cui sarebbero incorsi in caso di mancata ottemperanza delle norme stabilite (5).
I regolamenti emanati dal Governo stabilirono che si procedesse in modo da salvaguardare intatta l’architettura sia dei monumenti sia delle case private. Nacquero però subito contrasti a tale proposito fra architetti fiorentini e senesi. Gli architetti fiorentini, Della Porta e Del Rosso, inviati dal Governo avevano in mano la direzione dei lavori ed imposero criteri che molte volte urtarono non solo architetti e capomastri senesi, ma anche interessi privati, tanto da dare origine a vivaci reclami. Un esempio di tali contrasti fu quello intercorso fra l’architetto delle RR Fabbriche di Firenze Del Rosso che aveva preparato un progetto completo per la costruzione di una nuova chiesa per il restauro del convento di San Domenico e l’architetto Nini delle RR. Fabbriche di Siena che propendeva invece per il ripristino della vecchia chiesa.
Nel 1799 avvenne l’invasione francese della Toscana, e uno dei primi atti dei commissari del Direttorio fu l’incameramento dei fondi destinati ai restauri degli edifici pubblici e privati di Siena. L’effetto più sensibile di tale atto fu la radicale trasformazione del sistema di restauro degli edifici danneggiati. Infatti con i francesi venne a mancare ogni vigilanza statale ed ognuno seguì solo i criteri della massima economia senza ottemperare alle ordinanze del Granduca circa il rispetto dell’architettura originaria: vennero così abolite le terrazze e le loggie che abbellivano le parti più alte degli edifici; furono chiuse le finestre a sesto acuto, per non affrontare la spesa del riconsolidamento degli archi spezzati; furono abbattute le volte pericolanti e sostituite con il soffitto a travi; ciò causò uno spostamenti di piani che portò alla chiusura di trifore originali e all’apertura di finestre rettangolari nelle antiche facciate gotiche degli edifici (6).
Con un editto dell’8 gennaio 1799, ad oltre sette mesi dal terremoto, il vicario del Tribunale di Giustizia di Siena stabilì che chiunque volesse far svolgere rappresentazioni teatrali o feste da ballo durante il carnevale, dovesse chiedere un’apposita autorizzazione, i periti avrebbero poi valutato l’agibilità e la sicurezza dei locali (7).
I lavori di riparazione al Collegio Tolomei furono affidati alla direzione degli architetti Giuseppe del Rosso e Bernardino della Porta (8).
Per riparare i danni alla chiesa di San Sigismondo di Gaiole il perito Angiolo Cicori stimò che occorressero circa 200 scudi; 150 scudi vennero accordati dal Granduca di Toscana, degli altri 50 si fece carico il parroco della pieve (9).

Note

(1)
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
(2)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.08, n.139.
Venezia 1798
(3)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(4)
Notificazione del governatore di Siena Vincenzo Martini relativa alle disposizioni emanate per il reperimento del legname necessario per i lavori di puntellamento e restauro dei danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 4 giugno 1798, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.197.
Siena 1986
(5)
Notificazione del governatore di Siena Vincenzo Martini relativa alle disposizioni emanate dal granduca Ferdinando III sul regolamento da osservare nell’esecuzione dei lavori di ricostruzione e di restauro dei danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 30 luglio 1798, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.205.
Siena 1986
(6)
Cecchini G.
Il terremoto del 1798 e alcuni edifici monumentali senesi, in "Bullettino Senese di Storia Patria", a.1943, fasc.1, pp.8-22.
Siena 1943
(7)
Editto del vicario del Tribunale di Giustizia di Siena Marco Baccini relativo alle disposizioni emanate per le rappresentazioni teatrali e le feste carnevalesche in seguito ai danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 8 gennaio 1799, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.203.
Siena 1986
(8)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.30, n.52.
Bologna 1798
(9)
Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del vescovo di Fiesole al segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Fiesole 13 ottobre 1798.

Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi al granduca di Toscana Ferdinando III di Lorena relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Firenze 22 ottobre 1798.

Reconstructions and relocations

Gli effetti di questo terremoto fecero riflettere i tecnici incaricati dei restauri sulla scelta degli interventi da eseguirsi anche con funzione preventiva. Essi cercarono di aumentare la rigidezza delle strutture migliorando i collegamenti, eliminando le soluzioni di continuità, apponendo catene, ricostruendo archi di scarico e architravi, collegando le travi dei solai alle murature, eliminando o riducendo le spinte degli archi e delle volte mediante catene ed agendo sul peso mediante frenelli o alleggerimenti dei rinfianchi (1).
Nel 1799 con l’invasione francese della Toscana si trasformò il sistema di restauro degli edifici danneggiati. Infatti con i Francesi venne a mancare ogni vigilanza statale e ogni incaricato seguì solo i criteri della massima economia, senza ottemperare alle ordinanze del granduca sul rispetto dell’architettura originaria. Vennero così abolite le terrazze e le loggie che abbellivano le parti più alte degli edifici; furono chiuse le finestre a sesto acuto, per non affrontare la spesa del riconsolidamento degli archi spezzati; furono abbattute le volte pericolanti e sostituite con il soffitto a travi; ciò causò uno spostamenti di piani che portò alla chiusura di trifore originali e all’apertura di finestre rettangolari nelle facciate degli edifici gotici (2).

Note

(1)
Gurrieri F.
Tecniche premoderne di prevenzione sismica (Toscana, Appennino Tosco-Emiliano e Romagnolo, in "La protezione del patrimonio culturale, la questione sismica", II seminario nazionale di studio, Roma S.Michele 9-10 aprile 1997, coordinato da R.Ballardini. Contributi preliminari, a cura di P.R.David e M.Guccione, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Dipartimento per la Protezione Civile, Comitato Nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, pp.85-89.
Roma 1997
(2)
Cecchini G.
Il terremoto del 1798 e alcuni edifici monumentali senesi, in "Bullettino Senese di Storia Patria", a.1943, fasc.1, pp.8-22.
Siena 1943

Theories and observations

Soldani (1798) (1) fece riferimento alla teoria elettricistica che indicava nello squilibrio dei vapori elettrici racchiusi nella terra la causa dei terremoti. Nella quarta lettera discute anche alcune obiezioni rivoltegli dai sostenitori dell’altra teoria rivale sull’origine dei terremoti quella cosiddetta "fuochista". A sostegno della teoria elettricista si schierò anche Giuseppe Gatteschi, professore di Fisica all’Università di Siena (2). Riprese le osservazioni di Soldani anche Moreschini. (3).

Note

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(2)
Gatteschi G.G.
Articolo di lettera del Sig. Dot. Gatteschi Professore di Fisica in questa Università al Celeb. Sig. Vassalli ugualmente Professore di Fisica nell’Università di Torino sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in A.Soldani, "Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798", pp.93-98.
Siena 1798
(3)
Moreschini M.
Ragionamento storico-filosofico sul tremuoto accaduto in Camerino il dì 28 luglio 1799.
Camerino 1802

Major earthquake effects

La scossa avvenne il 26 maggio 1798 alle ore 12:10 GMT e causò effetti distruttivi soprattutto a Siena; anche in alcuni paesi vicini ci furono danni: a Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Sestano e Villa d’Arceno fu danneggiata qualche chiesa e caddero fumaioli.
A Siena la scossa danneggiò soprattutto i quartieri popolari di Fontebranda e di Porta Ovile. Il patrimonio edilizio di Siena era costituito da numerosi edifici monumentali, chiese, conventi e palazzi, le cui strutture voltate furono le più compromesse. Accanto a questa architettura prestigiosa, esisteva un’edilizia civile minore di carattere assai povero. I quartieri di Fontebranda e di Porta Ovile erano i più popolati, costituiti da piccole case che si sorreggevano le une alle altre altre ed erano attraversate da strette strade in pendenza. Le case del quartiere di Fontebranda erano state precedentemente scosse dall’esplosione di una polveriera, nel 1795. Le piccole case del quartiere, elevate su scarse fondazioni, erano costruite con calce mischiata con sabbia scadente proveniente per lo più dai tufi delle vicine colline. Gran parte degli edifici della città erano situati in declivio o addirittura in luoghi scoscesi. Alcuni dei maggiori conventi erano stati costruiti su vecchie chiese o su antichi edifici molto estesi, che servivano come granai pubblici o lanifici. Solo alcuni palazzi nobiliari erano costruiti solidamente e con buoni materiali.
Le abitazioni della città risultarono notevolmente lesionate soprattutto nei piani superiori. I crolli furono pochi e limitati alle parti di copertura degli edifici. Riportò notevoli danni il ghetto ebraico. Numerose furono inoltre le chiese e i palazzi nobiliari danneggiati soprattutto nelle parti interne, nelle volte e nelle cupole. Nel collegio Tolomei, allora situato nel Palazzo Piccolomini, crollò una volta; subirono gravi danni anche l’Ospedale Maggiore e le abitazioni contigue; nell’ufficio della Dogana cadde una parte di cornicione; dalle Carceri fu necessario trasferire i detenuti a causa dei danni; il Palazzo Savini dovette essere puntellato con forti sostegni. Nel Collegio della Sapienza crollarono numerosi muri interni e tramezzi, e la volta del gabinetto di storia naturale dove si trovava la meridiana. La chiesa e il monastero di San Domenico divennero quasi del tutto inagibili; le volte della cappella del Sacramento, della sagrestia e del noviziato della chiesa dei frati Agostiniani furono danneggiate. Nell’edificio contiguo, chiamato di Santa Barbara, fu gravemente lesionata una stanza. Nella chiesa del monastero della Rosa furono danneggiate le due estremità dell’edificio; nella cupola si aprirono due profonde lesioni e fu rilevato un notevole avvallamento. Caddero le volte delle chiese di Santo Spirito e delle monache del Rifugio; la cupola della cappella della chiesa di San Paolo crollò due giorni dopo il terremoto; l’angolo a est della chiesa del Carmine risultò pericolante e nella volta della sagrestia si aprirono varie lesioni. Il duomo subì ingenti danni nelle volte, nelle navate, nella cupola del campanile e nelle decorazioni della facciata. Nella chiesa di San Giuseppe crollò il tetto e si aprirono gravi lesioni nei muri esterni. Il monastero delle Oblate di San Girolamo dovette essere abbandonato per qualche tempo dalle monache; nel convento delle Monache di Castelvecchio, che fu tra gli edifici più danneggiati, crollò la cupola di una delle cappelle e le volte rimasero pericolanti. La chiesa del monastero di San Vigilio dei Vallombrosani subì gravi danni nei muri portanti e nelle volte che necessitarono di essere demolite.
Si ebbero danni in un’area posta nel raggio di 10 km circa da Siena. L’area di risentimento fu compresa fra Volterra, Firenze e il Casentino.

Effects on the environment

Numerose fenditure nel terreno furono osservate nelle strade non lastricate di Siena e della campagna. Nei pressi del convento dell’Osservanza, poco fuori dalla città, un contadino vide uscire dalla terra un fumo denso e rossiccio.

Sequence of the earthquake

La scossa principale avvenne il giorno 26 maggio 1798 alle ore 12:10 GMT; il periodo sismico continuò fino al giorno 1 giugno 1798 con una quindicina di altre scosse che non causarono danni; il giorno 16 giugno 1798 furono avvertite altre leggere scosse, successivamente le scosse cessarono.

Full Chronology Of The Earthquake Sequence

Nella notte fra il 25 e il 26 maggio 1798 fu distintamente avvertita una scossa da persone in cammino fuori di Siena;
26 maggio 1798, alle ore 1 e 10 del pomeriggio (12.10 GMT): scossa principale della durata di 5 secondi.
Tutte le repliche seguenti furono avvertite a Siena:
26 maggio, alle 4 pomeridiane (15 GMT): forte scossa ma di intensità minore della precedente, dopo il tramonto del sole altra scossa sensibile, nella notte altre 4 scosse più sensibili per il rombo che per lo scuotimento del terreno
27 maggio, alle 7 del mattino (6 GMT): forte scossa senza danni;
27 maggio, alle 11:30 del mattino (10:30 GMT): leggera scossa, nella notte alcune scosse molto leggere;
28 maggio, alle 5 del mattino (4 GMT): scossa senza danni;
29 maggio, alle 7 del mattino (6 GMT): scossa sensibile;
30 maggio, alle 7 del mattino (6 GMT): scossa leggera;
1 giugno, alle 2 del mattino (1 GMT): due scosse molto leggere da molte persone non avvertite;
16 giugno, poco prima di mezzogiorno (ca. 11 GMT) e alle 4 pomeridiane (3 GMT) qualche leggera scossa avvertita da alcuni contadini (1).

Note

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Carletti P.
Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.
Torino 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798

Bibliography

Author Title Text Value Text Date Place of publ.
*Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi al granduca di Toscana Ferdinando III di Lorena relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Firenze 22 ottobre 1798.Direct source1798
*Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del vescovo di Fiesole al segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Fiesole 13 ottobre 1798.Direct source1798
Baratta M.I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).Catalogue1901Torino
Benucci V.Notizie relative ai terremoti dal 1294 al 1900 del territorio senese, in Id., "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", pp.216-223.Catalogue1986Siena
Benucci V.Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza.Scientific bibliography1986Siena
*Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 22.10.13, A.Arnaldi Tornieri, Memorie di Vicenza, del conte Arnaldo I.º Arnaldi Tornieri, che cominciano dall’anno 1767 18 giugno, e terminano nel 1822, sec.XIX.Source chronologically near to the event1767
*Biblioteca Marucelliana di Firenze, Manoscritti, D.9/18, Parallelo dei tremuoti di Napoli e di Siena, sec.XIX.Generic information0019
Busi G.The seismic history of Italy in the Hebrew sources, in Earthquakes in the past. Multidisciplinary approaches, a cura di E.Boschi, R.Funiciello, E.Guidoboni e A.Rovelli, "Annali di Geofisica", vol.38 (1995), pp.473-478.Historiographical study1996Roma
Campani G e Toscani C.Su i terremoti avvenuti in Siena nell’aprile del 1859 e nei tempi precedenti, in "Il Nuovo Cimento", vol.9 (1859), pp.274-293.Catalogue1859Torino-Pisa
Cancani A.Sulla distribuzione dell’intensità delle repliche nei periodi sismici italiani, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana", vol.8 (1902-1903), pp.17-48.Scientific bibliography1903Modena
Carletti P.Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.Direct source1798Torino
Cecchini G.Il terremoto del 1798 e alcuni edifici monumentali senesi, in "Bullettino Senese di Storia Patria", a.1943, fasc.1, pp.8-22.Historiographical study1943Siena
De Rossi M.S.Documenti raccolti dal defunto Conte Antonio Malvasia per la storia dei terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia, in "Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", vol.5, pp.169-289.Catalogue1889Roma
*Editto del vicario del Tribunale di Giustizia di Siena Marco Baccini relativo alle disposizioni emanate per le rappresentazioni teatrali e le feste carnevalesche in seguito ai danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 8 gennaio 1799, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.203.Direct source1986Siena
Fondelli V.Della probabile origine dei terremoti e specialmente di quelli che funestano la Città di Siena ed il suo Territorio. Memoria [...] corredata di appendice contenente i prospetti che furono compilati dai chiarissimi professori Cav. Giovanni Campani e Cav. Cesare Toscani.Catalogue1887Siena
Gatteschi G.G.Articolo di lettera del Sig. Dot. Gatteschi Professore di Fisica in questa Università al Celeb. Sig. Vassalli ugualmente Professore di Fisica nell’Università di Torino sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in A.Soldani, "Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798", pp.93-98.Direct source1798Siena
*Gazzetta di Bologna, 1798.06.02, n.44.Indirect source1798Bologna
*Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.Indirect source1798Bologna
*Gazzetta di Bologna, 1798.06.09, n.46.Indirect source1798Bologna
*Gazzetta di Bologna, 1798.06.30, n.52.Indirect source1798Bologna
*Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.Indirect source1798Torino
*Giornale degli Amici della Libertà Italiana, 1798.06.14, n.12.Indirect source1798Mantova
Gurrieri F.Tecniche premoderne di prevenzione sismica (Toscana, Appennino Tosco-Emiliano e Romagnolo, in "La protezione del patrimonio culturale, la questione sismica", II seminario nazionale di studio, Roma S.Michele 9-10 aprile 1997, coordinato da R.Ballardini. Contributi preliminari, a cura di P.R.David e M.Guccione, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Dipartimento per la Protezione Civile, Comitato Nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, pp.85-89.Scientific bibliography1997Roma
Hoff K.E.A. vonChronik der Erdbeben und Vulcanausbrüche, zweiter Theil vom Jahre 1760 bis 1805, und von 1821 bis 1832 n. Chr. geb., in "Geschichte der durch Überlieferung nachgewiesenen natürlichen Veränderungen der Erdoberfläche", Theil 5.Catalogue1841Gotha
*Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.Indirect source1798Mantova
Mercalli G.Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1981).Catalogue1883Milano
Moreschini M.Ragionamento storico-filosofico sul tremuoto accaduto in Camerino il dì 28 luglio 1799.Scientific bibliography1802Camerino
*Notificazione del governatore di Siena Vincenzo Martini relativa alle disposizioni emanate dal granduca Ferdinando III sul regolamento da osservare nell’esecuzione dei lavori di ricostruzione e di restauro dei danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 30 luglio 1798, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.205.Direct source1986Siena
*Notificazione del governatore di Siena Vincenzo Martini relativa alle disposizioni emanate per il reperimento del legname necessario per i lavori di puntellamento e restauro dei danni causati dal terremoto del 26 maggio 1798, Siena 4 giugno 1798, in V.Benucci, "Siena città di terremoti? Rispondono la storia, la letteratura e la scienza", p.197.Direct source1986Siena
*Notizie del Mondo, 1798.06.08, n.139.Indirect source1798Venezia
*Notizie del Mondo, 1798.06.11, n.141.Indirect source1798Venezia
*Notizie del Mondo, 1798.06.12, n.142.Indirect source1798Venezia
*Notizie del Mondo, 1798.06.26, n.154.Indirect source1798Venezia
Perrey A.Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique, in "Mémoires Couronnés et Mémoires des Savants Étrangers de l’Académie Royale de Belgique", tomo 22 (1846-47).Catalogue1848Bruxelles
Pilla L.Istoria del tremuoto che ha devastato i paesi della costa toscana il dì 14 agosto 1846 (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1985).Scientific bibliography1846Pisa
*Relazione del terribile terremoto accaduto in Siena fino delli 26 del Mese di Maggio.Indirect source1798Bologna
Rezzadore P.Il mondo ne’ suoi fulgori e tremori.Catalogue1914Firenze
Serpieri A.Il terremoto di Rimini della notte 17-18 marzo 1875 e considerazioni generali sopra varie teorie sismologiche. Discorso letto nella Università di Urbino per l’apertura dell’anno scolastico 1877-78.Scientific bibliography1878Urbino
Soldani A.Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.Direct source1798Siena

Felt Localities (11)

Locality Province Lat Lon Intensity
SienaSI43.320811.3275VII-VIII

La scossa fu molto forte; danneggiò soprattutto la parte settentrionale della città; in particolare i quartieri popolari di Fontebranda e di Porta Ovile dove quasi tutte le case costruite in economia su scarse fondazioni con calce legata a sabbia tufacea scadente, risultarono notevolmente lesionate, soprattutto nei piani superiori. I crolli furono tuttavia pochi e limitati alle parti di copertura degli edifici. Le case del quartiere di Fontebranda erano state indebolite dall’esplosione di una vicina polveriera avvenuta nel 1795. Riportò seri danni anche il ghetto ebraico (1).
Numerose furono le Chiese e i palazzi nobiliari danneggiati soprattutto nelle parti interne, nelle volte e nelle cupole.
Soldani (1798) fornisce un dettagliato elenco dei danni ai principali edifici della città, in particolare di quelli religiosi (2).
Nella chiesa di San Lorenzo, contigua alle mura della città, si aprirono moltissime lesioni, nonostante i muri fossero fortificati con travi armate; vi fu il crollo parziale della volta.
Il monastero di San Domenico fu reso quasi del tutto inagibile; la chiesa adiacente fu squarciata in moltissime parti, specialmente nella volta crociata e nelle cappelle laterali al coro. Rimase pericolante la volta della sacrestia e risultò danneggiata la cappella di Santa Caterina. Il campanile a torre si aprì in tutti e quattro gli angoli e i due piani superiori si staccarono con una pendenza sopra la chiesa (3).
La chiesa dei frati Agostiniani non subì gravi danni, probabilmente perché rinforzata da robuste "speronate". Rimasero danneggiate le volte della cappella del Sacramento, della sacrestia, del noviziato ed un’estremità dell’altare maggiore (4). Nell’edificio contiguo, chiamato Santa Barbara fu seriamente danneggiata una stanza (5). Non riportò danni l’adiacente chiesa di Santa Maria Maddalena.
Nella chiesa del Monastero della Rosa furono danneggiate le due estremità; nella cupola si produssero due ampie fenditure e un notevole avvallamento.
La cupola della cappella della chiesa di San Paolo crollò due giorni dopo il terremoto; l’angolo orientale della chiesa del Carmine risultò pericolante e nella volta della sagrestia si aprirono varie lesioni, mentre il convento, riparato dalla chiesa, non riportò gravi danni. Crollarono la volta della chiesa di Santo Spirito e due volte della chiesa delle Oblate del Rifugio, tra cui quella dell’altar maggiore, che causò la morte di 2 persone e il ferimento di 1 (6).
Il Monastero delle Oblate di San Girolamo dovette essere abbandonato per qualche tempo dalle monache a causa dei danni subiti.
Nella chiesa arcivescovile riportarono danni notevoli la volta del coro e delle navate laterali, danni minori la grande cupola e la navata centrale; fu danneggiato il campanile e una picola guglia si inclinò verso occidente; la statua di uno dei sei Apostoli posta nella navata più alta, sebbene bloccata dietro da un palo di ferro, cadde al suolo; una piccola guglia e la testa di un angelo, posti nella facciata, furono troncate di netto; altri danni si ebbero lungo il lato sinistro della costruzione (7).
Fu gravemente danneggiata la tribuna del Duomo e così pure la volta della cappella del Sacramento; nella facciata esterna si aprirono profonde lesioni (8).
Nel convento delle Monache di Castelvecchio, che fu tra gli edifici più danneggiati, crollò la cupola di una delle cappelle e le volte rimasero pericolanti.
Nella chiesa di San Giuseppe, composta di due chiese una sovrapposta all’altra, la più bassa non riportò danni, mentre nella superiore crollò il tetto e si aprirono gravi lesioni nei muri esterni. Nella cupola 16 fessure si diramarono a raggiera dal cupolino fino alla base della cupola stessa, mentre le cornici ottagonali, situate all’estremità inferiore della cupola, rimasero intatte.
Nel monastero di San Vigilio dei Vallombrosani la chiesa subì gravi danni nei muri portanti e nelle volte che necessitarono di essere demolite; il convento dei Servi subì danni non precisati.
L’antico monastero detto "il Paradiso" e il convento dell’Osservanza, posto su una collina poco fuori Siena, furono gravemente danneggiati, mentre il monastero dei Padri Olivetani riportò pochissimi danni (9).
Nel Collegio Tolomei alcune volte, cadendo, travolsero 12 persone. La parte inferiore dell’edificio, che costituiva l’antico palazzo Piccolomini, subì lievi danni: poco o nulla soffrirono le volte, si aprirono piccole fenditure nei grossi muri, lungo le scale e negli architravi delle porte (10). Gli alunni che vi risiedevano furono trasferiti nella Villa di Santa Colomba (11).
Brevi accenni ai danni subiti dal Collegio e ai lavori di restauro sono contenuti anche in alcune gazzette (12).
Subirono gravi danni anche l’Ospedale Maggiore e le abitazioni ad esso contigue; nell’ufficio della Dogana cadde un pezzo di cornicione che ferì mortalmente una persona (13); le Carceri furono talmente danneggiate che fu necessario trasferire i detenuti (14); la torre detta del Mangia (alta m 88), sebbene fosse stata vista oscillare tanto da sembrare sul punto di spezzarsi, non subì alcun danno; il Palazzo Savini dovette essere puntellato con forti sostegni lungo tre lati e una colonna di marmo, di due braccia circa di circonferenza, situata di fronte al palazzo, si spezzò a metà (15).
Nel Collegio della Sapienza crollarono molti muri e tramezzi, altri vennero successivamente demoliti; fu distrutta la volta del gabinetto di storia naturale, dove si trovava la meridiana. Alcuni sportelli degli scaffali della libreria, che erano chiusi, furono trovati spalancati e molti libri caddero a terra; in una stanza contigua alla libreria erano raccolte molte statuette, busti, modelli di creta e copie di statue che vennero in gran parte gettate e terra e frantumate; un gruppo di statue raffiguranti Abramo e Isacco fu trovato, dopo la scossa, ruotato di un quarto da ovest verso nord.
Il Palazzo dei Marchesi Chigi, costruito dopo il terremoto del 1697 e rinforzato utilizzando grandi quantità di ferro, non subì danni.
Fu osservato che alcune acquasantiere nelle chiese, per quanto murate, rimasero quasi del tutto vuote d’acqua; le cime degli alberi si abbassarono fino a terra; caddero alcuni pali, le piante di grano e di fave di due campi furono piegate verso il suolo come se fossero state schiacciate da un vento impetuoso.
Numerose scosse più leggere furono sentite fino al 16 giugno 1798; le maggiori furono avvertite il giorno 26 maggio alle ore 6:00 GMT e il giorno 27 maggio alle ore 10:30 GMT.

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(2)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(3)
Cecchini G.
Il terremoto del 1798 e alcuni edifici monumentali senesi, in "Bullettino Senese di Storia Patria", a.1943, fasc.1, pp.8-22.
Siena 1943
(4)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(5)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
(6)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Carletti P.
Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.
Torino 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(7)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
(8)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
(9)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Carletti P.
Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.
Torino 1798
(10)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Carletti P.
Articolo di lettera del Chiar.mo Padre Pio Carletti delle Scuole pie Professore di Fisica, e Matematica nel Collegio Tolomei sul terremoto di Siena del 26 maggio 1798, in "Osservatore Piemontese", a.1798, n.8, pp.124-126.
Torino 1798
(11)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.30, n.52.
Bologna 1798
(12)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.30, n.52.
Bologna 1798
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Notizie del Mondo, 1798.06.26, n.154.
Venezia 1798
Libertà Eguaglianza, 1798.06.08, n.21.
Mantova 1798
(13)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
(14)
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798
(15)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.05, n.45.
Bologna 1798

Gaiole in ChiantiSI43.466911.4336VI-VII

La scossa causò gravi danni alla chiesa di San Sigismondo; le funzioni religiose furono provvisoriamente trasferite nella vicina chiesa di Santa Maria di Spaltenna. Il perito Angiolo Cicori stimò che occorressero circa 200 scudi per riparare i danni (1).

(1)
Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del vescovo di Fiesole al segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Fiesole 13 ottobre 1798.
1798
Archivio di Stato di Firenze, Segreteria del Regio Diritto, filza 1199, n.24, Lettera del segretario del Regio Diritto senatore Giovanni Battista Cellesi al granduca di Toscana Ferdinando III di Lorena relativa al restauro della chiesa di S.Sigismondo di Gaiole danneggiata dal terremoto del 26 maggio 1798, Firenze 22 ottobre 1798.
1798

Castelnuovo BerardengaSI43.34511.5028VI

La scossa causò la caduta di fumaioli (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

SestanoSI43.334411.525VI

La scossa causò la caduta di fumaioli. Ad alcuni muratori, che lavoravano al piano terreno in una villa del luogo, sembrò che le travi dell’edificio si allontanassero dai muri con violenza, e furono talmente intimoriti che si diedero alla fuga (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

Villa d’ArcenoSI43.366711.5VI

La scossa causò la caduta di fumaioli (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

ChiusdinoSI43.154411.0875F

La scossa fu avvertita; non sono riportate altre informazioni (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

Monte San SavinoAR43.330811.725F

La scossa fu avvertita; non sono riportate altre informazioni (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

VolterraPI43.401910.8589F

La scossa fu avvertita; non sono riportate altre informazioni (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798

ArezzoAR43.462811.8792III

La città è citata da Baratta (1901) (1) tra le località dove la scossa fu avvertita lievemente.

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

FirenzeFI43.777211.2486III

La scossa fu leggera e fu avvertita da poche persone (1).

(1)
Gazzetta Piemontese, 1798.06.06.
Torino 1798
Gazzetta di Bologna, 1798.06.02, n.44.
Bologna 1798

TorriSI43.232811.2219III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Soldani A.
Relazione del terremoto accaduto in Siena il dì 26 maggio 1798 divisa in sei lettere.
Siena 1798