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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
25 12 178601:0043.98312.567b889102005.6!RimineseItaly

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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1786 12 25 01 00 -- 43.98 12.57 0.0 8.0 0 200 Riminese


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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1786 12 25 01:00 43.98 12.57 8.0 8.0 91 196 Riminese
PFG 1786 12 25 01:00 44.00 12.60 8.0 - - - Riccione Marina


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del catalogo PFG (1985), basata sul contributo di Ferrari et al. (1985) (1) ed è stata ampliata la ricerca, avvalendosi di uno studio approfondito e complessivo del terremoto, curato da Guidoboni e Ferrari (1986) (2). Quest’opera raccoglie vari contributi su specifici aspetti del terremoto, sui caratteri urbanistici di Rimini e i dati completi delle due perizie ufficiali (interamente trascritte e allegate al libro): la ricerca è basata su un’analisi accurata delle fonti amministrative e memorialistiche, che hanno consentito di dettagliare i danni sulla città e di rilevare l’indotto economico e sociale dell’evento.
Il terremoto del 1786 è complessivamente molto ben documentato dalle fonti dell’epoca e diverse circostanze favorevoli, dal punto di vista della produzione documentaria, lo hanno reso un caso di studio pressoché unico. La ricerca archivistica si è sviluppata tenendo conto dell’articolazione dei poteri amministrativi sia a livello centrale, sia a livello locale.
È stata vagliata la documentazione conservata all’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo della Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, dove sono stati utilizzati i carteggi intercorsi tra il segretario di Stato e i governi locali: è stato analizzato il carteggio del cardinale Boncompagni e del legato di Ravenna, cardinale Nicolò Colonna di Stigliano (3). Nello stesso fondo, nella serie "Memoriali e Viglietti", si conservano due note relative alle elargizioni concesse alla città di Rimini, la prima del tesoriere generale, monsignor Ruffo (4), la seconda relativa alla donazione fatta dal cardinale Garampi (5). Inoltre, nella serie "Lettere di particolari", che conserva le lettere inviate alla Segreteria pontificia, è stata analizzata la corrispondenza intercorsa fra il segretario di Stato, il canonico Brunelli (6) e l’architetto Giuseppe Valadier (7), allora ventiquattrenne, incaricato dal papa di redigere la perizia ufficiale dei danni riguardanti Rimini e tutti i borghi della cintura riminese (area denominata al tempo "bargellato") e i castelli (paesi fortificati) del "contado".
All’Archivio di Stato di Roma, nel fondo Camerale I è stato reperito il chirografo di papa Pio VI datato 21 aprile 1787 (8), relativo in particolare ai criteri di ripartizione dei 100.000 scudi concessi dal pontefice alla comunità colpita dall’evento, somma da ricavarsi dalla vendita di 1.000 luoghi del Monte Nuovo Comunità (cioè il debito pubblico istituito da Clemente VII nel 1526, le cui obbligazioni erano appunto denominate "luoghi"), al quale erano stati ammessi Rimini e il suo territorio. Una parte di questa somma fu destinata ai cittadini che ne avessero fatto richiesta sotto forma di prestito agevolato: nel fondo Camerale III sono state reperite 278 ricevute per obbligazioni sottoscritte dai beneficiari di tale prestito (9). Le difficoltà che essi in seguito incontrarono nella restituzione della somma concessa sono testimoniate da elenchi e disposizioni relative agli insolventi conservati nel fondo Camerale II (Terremoti) (10).
Ancora all’Archivio di Stato di Roma, il fondo della Congregazione del Buon Governo, che controllava tutte le spese delle amministrazioni locali, conserva nella Serie II (Atti per luoghi) documentazione di carattere diverso relativa al terremoto del 1786: suppliche dei consoli della città, lettere e memoriali, che attestano lo stato di necessità in cui versò la comunità per almeno tutto il decennio successivo all’evento (11).
All’Archivio di Stato di Forlì, Sezione di Rimini, e all’Archivio di Stato di Ravenna è stata invece reperita la documentazione prodotta dalle istituzioni locali: verbali dei Consoli e dei Dodici (12), lettere inviate a Pio VI (13), alla segreteria di Stato (14), alla prefettura della Congregazione del Buon Governo (15), al promaggiordomo dei sacri palazzi (16), alla sacra Congregazione delle Immunità Ecclesiastiche (17) e a diversi alti prelati per ottenere sovvenzioni e intercessioni (18).
Nei due Archivi di Stato di Forlì e di Ravenna si conservano anche i carteggi intercorsi tra il Comune o il governatore di Rimini, Antonio de Vais, e la Legazione di Ravenna, a cui la città faceva capo (19). Si tratta di una ventina di lettere da cui si desumono numerosi aspetti della situazione amministrativa e delle strategie messe in opera per reperire fondi per la ricostruzione di edifici pubblici ed ecclesiastici. All’Archivio di Stato di Ravenna sono state reperite anche copie delle lettere inviate dal legato, cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, all’architetto Camillo Morigia, inviato dal legato stesso a Rimini per redigere la perizia dei danni (20).
Le ragioni amministrative e politiche delle due scelte diverse operate da Roma e dalla Legazione di Romagna, nonché vari aspetti delle pratiche e delle strategie amministrative sono analizzati nel contributo di Daltri (1986) (21). La delineazione della personalità e della diversa preparazione tecnica dei due periti, Camillo Morigia e Giuseppe Valadier, è presentata da Ferrari (1986) (22). L’invio contemporaneo di due architetti periti, incaricati di eseguire la valutazione ufficiale dei danni, da parte sia del pontefice sia del legato di Ravenna, ha fatto sì che si abbiano a disposizione per la valutazione dei danni due perizie ufficiali indipendenti, che hanno fornito ampi dettagli sulla situazione della città di Rimini, del Bargellato e dei castelli all’indomani del terremoto (23). Le due perizie, nonostante siano frutto di due diversi metodi di valutazione, si confermano a vicenda, come risulta dalla loro analisi comparata, condotta da Ferrari (1984 e 1986) (24).
I caratteri prevalenti dell’economia e della società riminesi sono stati analizzati da Marmo (1986) (25), che ha evidenziato gli effetti del terremoto sulle strutture produttive. La situazione di crisi economica del riminese, aggravatasi ulteriormente a causa del terremoto, e perdurante per il decennio successivo, è testimoniata da un memoriale inviato dai consoli della città al papa Pio VI nel 1795 (26).
La memoria dell’evento e delle avvenute ricostruzioni è conservata a Rimini anche in 4 epigrafi e iscrizioni, che furono apposte in una casa situata nell’attuale piazza Tre Martiri e nelle chiese di S.Giovanni Battista, di S.Bartolomeo e Marino e nella Cattedrale (27). Il terremoto è ricordato anche in un’opera coeva in versi (Valzania 1787) (28), che testimonia aspetti del coinvolgimento della vita culturale della città in questo evento.
Informazioni assai dettagliate su alcuni aspetti fenomenologici, sono riportate in alcune testimonianze dirette scritte da Giuseppe Vannucci (1787) (29), un ecclesiastico filosofo naturale molto noto nell’ambiente riminese, da Matteo Astolfi (1787) (30), arciprete di S.Maria in Corte, e dal notaio Michelangelo Zanotti (Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, 308-339) (31). Il canonico Vannucci raccolse moltissime testimonianze di privati cittadini, scritte e giurate, poichè era interessato a ricostruire un quadro il più preciso possibile dei fenomeni che avevano accompagnato la scossa, al fine di dimostrare vari aspetti della teoria elettricista, che allora dominava il quadro teorico dell’intepretazione del terremoto. L’attenzione a elementi, che avessero potuto confermare o negare questa teoria, condiziona la gamma delle testimonianze accolte nell’opera: effetti sull’ambiente sono infatti citati solo marginalmente, in quanto potevano negare la teoria a cui l’autore aderiva (32). La teoria esposta da Vannucci suscitò una vivacissima discussione, che assunse i toni di un’aspra polemica, e che lasciò una traccia anche nella pubblicistica scientifica dell’epoca (33), come riportato da Comastri (1986) (34).
Memoria dell’evento è conservata in cronache coeve manoscritte, che hanno fornito dettagli sugli effetti locali del terremoto: alla Biblioteca Malatestiana di Cesena sono state consultate le cronache di Verdoni, M.A.Fabbri e E.Fabbri (164.16) (35), Andreini (164.31) (36) e Guidi (164.94) (37); alla Biblioteca Comunale Classense di Ravenna la cronaca di Fiandrini (3.4.C) (38); alla Biblioteca Manfrediana di Faenza l’anonima "Cronaca faentina" (91) (39); alla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna il diario di Galeati (B.80-91) (40); alla Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone le cronache di Vici (41) e di Morosini (42). Le notizie di questo terremoto raggiunsero molte città italiane, i cui storici locali annotarono anche eventuali risentimenti (Tornieri 1767-1822 (43); Favetta 1702-1816 (44); Gennari ed. 1982 (45); Fracasso sec.XVIII (46)). Sono inoltre state utilizzate le annotazioni della scossa contenute nelle osservazioni meteorologiche di Butori (1777-1832) (47), di Bianchi (1772-1821) (48) e di Toaldo (1788) (49).
Fonti non sempre attendibili sono risultati i fogli giornalistici dell’epoca, dove le informazioni subivano forti distorsioni a causa non solo delle difficoltà che i sistemi di comunicazione dell’epoca interponevano alla verifica delle notizie, ma anche per il passaggio di informazioni che avveniva fra gazzette importanti e secondarie, come è analizzato in Guidoboni (1986) (50), in cui si presentano le relazioni fra le notizie appartenenti a 7 giornali del tempo. Sono messi a confronto i tempi di pubblicazioni delle informazioni, in relazione ai luoghi da cui si scriveva e alla qualità della descrizione. I dati sono stati poi confrontati con quelli di altri fonti amministrative e memorialistiche e ne sono emerse alcune importanti distorsioni (51).
I numerosi problemi della ricostruzione e i conflitti emersi fra i vari ceti sociali sono sintetizzati nel contributo di Turchini (1986) (52).
Alcune opere storiografiche locali dall’Ottocento in poi hanno ripreso vari elementi narrativi riguardanti gli effetti di questo terremoto, basandosi prevalentemente su fonti memorialistiche (Tonini 1848-1888, 1895-1896; Uccellini 1855; Matteini 1977) (53).
Un contributo scientifico di Ferrari (1984) (54) presenta un’analisi di microzonazione della città di Rimini sulla base sia delle dettagliatissime perizie, con i cui dati dati fu predisposto uno specifico data-base, sia di altri effetti sismici che hanno nel tempo interessato Rimini, fino all’ultimo evento sismico del 1916.
Il contributo di Camassi et al. (1991) (55) riprende fonti e risultati degli studi di Ferrari et al. (1985) e di Guidoboni e Ferrari (1986), aggiungendo precisazioni per alcune località della Repubblica di San Marino.
L’evento è inserito in numerosi cataloghi generali e locali: von Hoff (1841); Perrey (1848); Goiran (1880); Guarini (1880); Mercalli (1883); De Rossi (1889); Baratta (1899, 1901); Benassi (1899); Guidi (1915); Zanon (1937) (56).

Note

(1)
Ferrari G., Guidoboni E. e Postpischl D.
The Rimini earthquake of December 25, 1786, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.68-69.
Roma 1985
(2)
Guidoboni E. e Ferrari G. (a cura di)
Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione.
Bologna 1986
(3)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 6 gennaio 1787.

Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 10 gennaio 1787.

Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera della Segreteria di Stato al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 20 gennaio 1787.

Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 31 gennaio 1787.

Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 14 febbraio 1787.

(4)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Memoriali e biglietti, b.246 (1787), Nota della Segreteria di Stato al tesoriere generale monsignor Ruffo, Roma 6 gennaio 1787.

(5)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Memoriali e biglietti, b.246 (1787), Nota della Segreteria di Stato al vescovo di Montefiascone cardinale Giuseppe Garampi, Roma 3 maggio 1787.

(6)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera del bibliotecario di Rimini canonico Epifanio Brunelli al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 15 febbraio 1787.

Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera del bibliotecario di Rimini canonico Epifanio Brunelli al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 1º marzo 1787.

(7)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera dell’architetto Giuseppe Valadier al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 14 giugno 1787.

(8)
Archivio di Stato di Roma, Camerale I, Chirografi, coll.A, reg.196, cc.11v-15, Chirografo del papa Pio VI al prefetto della Congregazione degli Sgravi e del Buon Governo cardinale Filippo Carandini, Roma 21 aprile 1787.

(9)
Archivio di Stato di Roma, Camerale III (Comuni), Rimini, b.1731 (1624-1787), Terremoto polize, 2 voll., 278 ricevute per obbligazioni redatte su testo prestampato, 1787-1789.

(10)
Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.12, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Disposizioni pontificie sul debito dei Riminesi sovvenuti dal Governo, 1825-1834.

Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.13, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Elenchi sommari dei sovvenuti, 1825-1834.

Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.14, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Stati descrittivi dei debitori e relativi istromenti di conciliazione 1.a parte, 1825-1828.

Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.4, n.14, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Stati descrittivi dei debitori e relativi istromenti di conciliazione 2.a parte, 1825-1828.

(11)
Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Supplica dei consoli della città di Rimini alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Rimini giugno 1786.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Estratto dal "Liber Consiliorum Generalium" di Rimini del partito del 26 maggio 1787 attestato dal segretario della comunità Nicolò Antonio Franchi, Rimini 1 novembre 1787.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Lettera dei consoli della città di Rimini al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Rimini 19 ottobre 1788.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Fede del segretario della comunità di Rimini Nicolò Antonio Franchi sui danni riscontrati dall’architetto Giuseppe Valadier alla Porta di San Bartolomeo, Rimini 18 ottobre 1788.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Copia di supplica del portinaio della Porta di San Bartolomeo G.Parri ai consoli della città di Rimini, Rimini 18 ottobre 1788.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Memoriale dei consoli della città di Rimini al papa Pio VI sulla situazione economica della città, Rimini 1795.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Supplica della comunità di Rimini alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Rimini 1796.

Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Verbale di seduta della Congregazione della Tabella Privilegiata attestata dal segretario della comunità di Rimini Nicolò Antonio Franchi, Rimini 22 febbraio 1796.

(12)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 56, Libri delle Congregazioni dei Consoli e dei Dodici (1783-1789), Verbale della seduta del 12 gennaio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 890, Conto corrente per sussidio accordato alla Comunità di Rimini dal papa Pio VI in occasione dei danni cagionati dal terremoto del 24 dicembre 1786 (1787-1797).

Archivio di Stato Rimini, Comune, AS 436, Amministrazione del terremoto (1791-1797).

(13)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al papa Pio VI, Rimini 29 aprile 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al papa Pio VI, Rimini 10 maggio 1787.

(14)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al segretario di Stato cardinale Boncompagni, Rimini 28 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al segretario di Stato cardinale Boncompagni, Rimini 31 dicembre 1786.

(15)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo cardinale Casali, Rimini 31 dicembre 1786.

(16)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Onesti Braschi promaggiordomo dei sacri palazzi, Rimini 28 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Onesti Braschi promaggiordomo dei sacri palazzi, Rimini 31 dicembre 1786.

(17)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Borromeo prefetto della Sacra Congregazione delle Immunità Ecclesiastiche e protettore della comunità, Rimini 28 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Borromeo prefetto della Sacra Congregazione delle Immunità Ecclesiastiche e protettore della comunità, Rimini 31 dicembre 1786.

(18)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 31 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Banditi arcivescovo di Benevento, Rimini 31 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini a monsignor Paolo Morelli cappellano segreto di papa Pio VI, Rimini 11 gennaio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini all’abate Stefano Galli, Rimini 11 gennaio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini all’abate Stefano Galli, Rimini 25 gennaio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 28 gennaio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Banditi arcivescovo di Benevento, Rimini 4 febbraio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini all’abate Filippo Guarnieri, Rimini 8 febbraio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Banditi arcivescovo di Benevento, Rimini 15 febbraio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 4 marzo 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 22 marzo 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 29 marzo 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini a monsignor Ridolfi, Rimini 5 aprile 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 5 aprile 1787.

(19)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 900, Epistolario (1780-1794), Lettera del legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano ai consoli di Rimini, Ravenna 15 gennaio 1787.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al segretario della Legazione di Romagna abate Giambattista Zani, Rimini 25 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Rimini 25 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Rimini 29 dicembre 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Rimini 26 maggio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 27 dicembre 1786.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 30 dicembre 1786.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 3 gennaio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 10 gennaio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 23 gennaio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 27 gennaio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 3 febbraio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 28 febbraio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 6 marzo 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 31 marzo 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 11 aprile 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 2 maggio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 16 maggio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 6 giugno 1787.

(20)
Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano all’architetto Camillo Morigia, Ravenna 13 gennaio 1787.

Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano all’architetto Camillo Morigia, Ravenna 24 gennaio 1787.

(21)
Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986
(22)
Ferrari G.
Il perito della Legazione di Romagna: Camillo Morigia, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.79-82.
Bologna 1986
Ferrari G.
Il perito di Pio VI: Giuseppe Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.83-86.
Bologna 1986
(23)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.

Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti Battaglini, n.4249, voll.1-2 (5a-5b), Relazione dei danni sofferti dalla Città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato e Contado per Tremuoto della notte del SS.Natale dell’Anno 1786 presentata all’E.mo e Rev.mo Principe il Sig.r Cardinale Nicola Colonna di Stigliano Legato di Romagna da Camillo Morigia Idrostatico ed Architetto di detta Provincia che ne ha fatto visita sul luogo de danni sudetti d’ordine di Sua E.za Rev.ma, 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 815-817, Camillo Morigia, Relazione de danni sofferti dalla città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato, e Contado pel tremuoto della notte del SS.Natale dell’anno 1786 presentata all’e.mo e rev.mo principe il signor cardinale Niccola Colonna di Stigliano legato di Romagna da Camillo Morigia idrostatico, ed architetto di detta Provincia che ne ha fatto la visita sul luogo de danni suddetti d’ordine di Sua Em.za Rev.ma, 2 voll. + 1 di indici, 1787.

(24)
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(25)
Marmo C.
L’esposizione al terremoto: Rimini e il circondario alla fine del Settecento, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.43-50.
Bologna 1986
(26)
Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Memoriale dei consoli della città di Rimini al papa Pio VI sulla situazione economica della città, Rimini 1795.

(27)
Epigrafe posta sotto il cornicione di una casa di piazza S.Antonio (ora Tre Martiri) di Rimini a ricordo del terremoto del 25 dicembre 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
Epigrafe posta nel soffitto del coro della chiesa di S.Marino (ora S.Bartolomeo) di Rimini a ricordo dei lavori di riparazione eseguiti in seguito al terremoto del 25 dicembre 1786, 1788, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
Epigrafe posta nel chiostro della chiesa di S.Giovanni Battista di Rimini a ricordo dei danni causati dal terremoto del 25 dicembre 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
Epigrafe posta nel chiostro della chiesa di S.Francesco (Tempio Malatestiano) di Rimini a ricordo dei lavori di riparazione eseguiti in seguito al terremoto del 25 dicembre 1786, 1788, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
(28)
Valzania P.
Il tremuoto. Sciolti del signor D.Pietro Valzania P.P. di B.L. nel Seminario di Rimini.
Cesena 1787
(29)
Vannucci G.
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 d’Italia scosse orribilmente la Città di Rimini, e varj Paesi vicini, edizione terza.
Cesena 1787
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 Dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj Paesi vicini. Edizione seconda corretta, e fatta a spese di Giacomo Marsoner Librajo in Rimini all’Insegna della Providenza.
Faenza 1787
(30)
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
(31)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

(32)
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986
(33)
Ammonizione o sia conciuncula recitata sulla piazza del Corso di Rimino da un amico dell’autore del Discorso istorico-filosofico sopra il Terremuoto accaduto in Rimino e diretta all’autore del Saggio di Riflessioni che non sono Istoriche, né Filosofiche, ecc. ecc.
Pesaro 1787
Memoria apologetica per il Saggio di Riflessioni, ec. sopra il terremoto di Rimini contro le Invettive del Dottore A.V.
Venezia 1788
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 Dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj Paesi vicini.
Cesena 1787
Saggio di riflessioni che non sono Istoriche né Filosofiche intorno il "Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto" ec. ec. stampato prima in Cesena, e poi in Faenza, contenute in una lettera indirizzata ad un Dottore Bolognese.
Lucca 1787
Parere di un dottor Bolognese intorno a varj libercoli relativi al terremoto di Rimini [del 1786].
Venezia 1787
(34)
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986
(35)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.16, Mauro Verdoni, Mario Antonio Fabbri e Eduardo Fabbri, Memorie di Cesena, 2 voll., secc.XVIII-XIX.

(36)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.31, Carlo Antonio Andreini, Memorie di Cesena cavate da monumenti antichi da me don Carl’Antonio Andreini cesenate, 16 voll., secc.XVIII-XIX.

(37)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.

(38)
Biblioteca Comunale Classense di Ravenna, Manoscritti, 3.4.C, Benedetto Fiandrini, Annali ravennati dalla fondazione della città sino alla fine del secolo XVIII [...] compilati da don Benedetto Fiandrini monaco casinense di San Vitale di Ravenna, 4 voll., sec.XVIII.

(39)
Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, Manoscritti, 91, Cronaca faentina dal 1.o gennaio 1785 al 28 dicembre 1792, sec.XVIII.

(40)
Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Manoscritti, B.80-91, Domenico Maria d’Andrea Galeati, Diario e memorie varie di Bologna dall’anno 1550 all’anno 1796, 12 voll., sec.XVIII.

(41)
Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone, Manoscritti, Sebastiano Vici, Notizie o vero memorie scritte da me Sebastiano Vici dal Palazzo al presente pievano di questo Castello di Monte Montanaro m[a]no prop[ria], sec.XVIII.

(42)
Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone, Manoscritti, Modesto Morosini, Memorie storiche di Forsemprone raccolte, e compilate dal dottor Modesto Morosini della medesima Città, 3 voll., sec.XIX.

(43)
Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 22.10.13, A.Arnaldi Tornieri, Memorie di Vicenza, del conte Arnaldo I.º Arnaldi Tornieri, che cominciano dall’anno 1767 18 giugno, e terminano nel 1822, sec.XIX.

(44)
Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 23.10.15-17 (=1673-1675), G.Favetta, Memorie di quanto successe nella città di Vicenza dall’anno 1702 sino all’anno 1816, 3 voll, sec.XIX.

(45)
Gennari G.
Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall’anno 1739 all’anno 1800, a cura di L.Olivato, 2 voll.
[Padova] 1982
(46)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Provenienze Diverse, 401/B, D.Fracasso, Memorie venete, 3 voll., sec.XVIII.

(47)
Biblioteca Statale di Lucca, Manoscritti, 2771, Pierantonio Butori, Tavole delle giornaliere osservazioni meteorologiche fatte dal Can. Pier Antonio Butori di Camaiore, 1777-1832.

(48)
Archivio dell’Osservatorio Meteorologico di Parma, B.V.1/2, Ubaldo Bianchi, Osservazioni meteorologiche dal 1772 al 1821.

(49)
Toaldo G.
Osservazioni meteorologiche per l’anno 1786, in "Giornale Astrometeorologico per l’anno 1788".
Venezia 1788
(50)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986
(51)
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.08, a.8, n.2.
Milano 1787
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.15, a.8, n.3.
Milano 1787
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.22, a.8, n.4.
Milano 1787
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, XXXI, 23, Notizie dei terremoti avvenuti in Cesena e luoghi limitrofi, sec.XIX.

Bologna, 1786.12.29, n.52.
Bologna 1786
Bologna, 1787.01.02, n.1.
Bologna 1787
Bologna, 1787.01.16, n.3.
Bologna 1787
Bologna, 1787.02.06, n.6.
Bologna 1787
Bologna, 1787.03.27, n.13.
Bologna 1787
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Effemeridi Letterarie di Roma, 1787.07.14, tomo 16, n.2[8], pp.220-223.
Roma 1787
Novelle letterarie pubblicate in Firenze, 1787.07.27, vol.18, n.30, coll.467-477.
Firenze 1787
Esame critico di due articoli, uno del Num. XXVII delle Effemeridi di Roma; l’altro del Num. XXX della continuazione delle Novelle letterarie di Firenze.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.03, n.1.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.06, n.2.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.13, n.4.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.20, n.6.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.02.21, n.15.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.03.10, n.20.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.03.28, n.25.
Venezia 1787
Notizie del Mondo, 1787.05.26, n.42.
Venezia 1787
Gazzetta Universale, 1787.01.13, n.4.
Firenze 1787
Gazzetta Universale, 1787.02.13, n.13.
Firenze 1787
Diario Ordinario, 1787.01.13, n.1256.
Roma 1787
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787
Diario Estero, 1787.04.13, n.1281.
Roma 1787
Gazzetta Universale, 1787.01.16, n.5.
Firenze 1787
Gazzetta di Mantova, 1786.12.29, n.52.
Mantova 1786
Gazzetta di Mantova, 1787.01.05, n.1.
Mantova 1787
Notizie Diverse, 1787.01.05, n.1.
Cremona 1787
Notizie Diverse, 1787.01.13, n.2.
Cremona 1787
Notizie Diverse, 1787.01.20, n.3.
Cremona 1787
Notizie Diverse, 1787.01.25, n.4.
Cremona 1787
Notizie Diverse, 1787.02.17, n.7.
Cremona 1787
Notizie Diverse, 1787.05.26, n.21.
Cremona 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.01.19, n.3.
Mantova 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.02.09, n.6.
Mantova 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.03.09, n.10.
Mantova 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.03.23, n.12.
Mantova 1787
(52)
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Storia civile e sacra riminese, 6 voll. (ristampa anastatica, Rimini 1971).
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Tonini L.
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Matteini N.
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Les séismes de la côte de l’Adriatique du nord du XVIIIe au XXe siècle: contribution des recherches historiques à un microzonage sismique de la ville de Rimini, in "Tremblements de terre histoire et archéologie". IVèmes Rencontres internationales d’archéologie et d’histoire d’Antibes, Actes du colloque 2.3.4 Novembre 1983, pp.141-154.
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I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
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Effects in the social context

Il terremoto colpì la costa romagnola, appartenente allo stato della Chiesa, legazione di Ravenna, in una fase di crisi della produzione agricola e dell’attività manifatturiera della seta. Queste due attività, insieme al commercio e all’attività portuale, costituivano le principali risorse economiche del territorio riminese. Le necessità economiche indotte dalla ricostruzione ridussero notevolemente la possibilità di investimento nei settori produttivi (1).
I danni sismici furono valutati di circa 350.000 scudi (2). Le perizie sono relative a 2.191 edifici nella città di Rimini, 1.594 nel Bargellato e a 3.320 nei castelli (paesi fortificati) del "contado". Le perizie si differenziano però fortemente rispetto al metodo di lavoro usato dai rispettivi estensori La perizia Morigia stimava un danno complessivo di 345.171,31 scudi, così ripartiti: 195.495,95 scudi per la città e i borghi (56,6%), 71.373,90 scudi per il Bargellato (20,6%), 78.301,46 scudi per la campagna e i castelli (22,6%).
La perizia Valadier stimava, a sua volta, un danno complessivo di 352.045,05 scudi, così ripartiti: 193.852,65 scudi per la città e borghi (55%), 73.064,85 scudi per il Bargellato (20,7%), 85.127,55 scudi per la campagna e i castelli (24,1%). La differenza più consistente è relativa agli edifici della fascia sub urbana e a quelli della campagna; infatti Valadier stimò per il Bargellato circa 1.700 scudi in più di Morigia e oltre 6.800 scudi in più per il "contado". La Congregazione del Buon Governo decise di seguire la perizia di Valadier, dalla quale risulta che il 55% del patrimonio edilizio urbano subì danni gravi, il 7% crolli parziali e l’1% crolli totali (3).
In base alle fonti reperite non si può precisare con certezza il numero delle vittime registratesi in seguito al terremoto. Secondo un anonimo discorso sull’evento (1787) (4), si registrarono 10-12 vittime in città e 20 nei territori circostanti; Astolfi (1787) (5) ricorda 9 morti in città. Fonti giornalistiche (6) forniscono il numero di circa 40 vittime in città e nel territorio circostante. A Misano morirono 12 persone (7) e una fonte giornalistica del tempo (8) ricorda una vittima a Montebello.
La popolazione subì disagi assai gravi nel periodo immediatamente successivo alla scossa a causa della temperatura molto rigida, che rendeva particolarmente inospitali gli alloggi di fortuna allestiti nelle piazze della città, in campagna e nel porto, dove molti cittadini si trasferirono nelle imbarcazioni (9).
Il governo locale della città si rivelò piuttosto efficiente nella gestione dell’emergenza, provvedendo a far costruire baracche per i senza tetto e a organizzare una vigilanza per prevenire saccheggi e disordini pubblici, tanto che furti, incendi e risse risultarono rari (10). Si cercò di fronteggiare l’impennata dei prezzi dei materiali da costruzione e del costo giornaliero della mano d’opera edile, ma con scarso successo (11). La riaggregazione del tessuto sociale urbano venne gestita attraverso riti devozionali; si aggiunse al numero dei santi protettori della città sant’Emidio, vescovo di Ascoli, considerato particolarmente efficace nella protezione dai terremoti (12).
A circa due mesi dal terremoto molti abitanti di Rimini poterono rientrare nelle loro abitazioni: soltanto i "poveri", cioé i piccolissimi proprietari, rimasero ancora all’aperto. Il problema abitativo, conseguente al terremoto dovette essere molto forte: nella primavera del 1787 il governatore di Rimini emise un bando che vietava lo sfratto degli inquilini ed impediva di procedere ad aumenti dei canoni d’affitto. Lo sfratto veniva consentito solo nel caso in cui l’inquilino risultava insolvente da almeno un anno o se il proprietario aveva necessità della casa per abitarvi; in tal caso però doveva risiedervi per almeno 6 mesi (13).
Per redigere la perizia ufficiale dei danni, vennero assegnati due diversi incarichi, uno dal pontefice all’architetto Giuseppe Valadier e uno dal legato di Ravenna, cardinale Colonna, all’architetto ravennate Camillo Morigia. Le due perizie furono compilate contemporaneamente e furono consegnate ai due committenti nel luglio 1787. Tali perizie giunsero a risultati complessivamente analoghi sebbene con un metodo di rilevazione diverso (14).
Gli interventi a sostegno della ricostruzione da parte delle istituzioni furono piuttosto lenti e non sufficienti a fronteggiare i problemi economici. Il governo pontificio centrale dispose solo alla fine del marzo 1787 la sospensione decennale dal pagamento dei pesi camerali, accordata dalla sacra Congregazione del Buon Governo; il 21 aprile 1787, attraverso un chirografo di Pio VI, venne concesso un sussidio straordinario di 100.000 scudi da ripartirsi in base all’esito delle perizie. Solo 20.000 scudi, il 20% della somma, venne concesso a titolo gratuito: di questi, 1.500 scudi (7,5%) andarono in elemosina ai poveri, 4.760 scudi (23,8%) furono corrisposti alle parrocchie e agli ordini mendicanti, 5.000 scudi (25%) furono destinati ai periti e alle spese sostenute dalla comunità; 8.740 scudi (43,7%), a cui si aggiunsero i 1.000 scudi dell’arcivescovo di Benevento e 200 scudi raccolti dal vescovo di Rimini, infine, furono destinati i "proprietari poveri".
L’80% della cifra totale, 80.000 scudi, fu concessa ai proprietari come prestito ad interesse. I proprietari di immobili costituivano il ceto abbiente della città, ed erano definiti i "veri possidenti": essi avrebbero dovuto restituire la somma percepita entro 18 anni, con un tasso di interesse del 3%. Per i primi 3 anni i beneficiari erano tenuti solo al pagamento degli interessi, in seguito invece avrebbero dovuto pagare ogni anno, oltre agli interessi, un quindicesimo della somma ottenuta. I beneficiari del sussidio furono invece impegnati nella restituzione del debito per 40 anni, fino a tutto il 1827, cioè ben oltre il termine dei 18 anni stabiliti (15). Gli stanziamenti del governo pontificio non coprirono nemmeno un terzo dell’ammontare dei danni stimati dalle due perizie Morigia e Valadier e gran parte dei costi della ricostruzione gravarono sui proprietari locali (16).

Note

(1)
Marmo C.
L’esposizione al terremoto: Rimini e il circondario alla fine del Settecento, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.43-50.
Bologna 1986
(2)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.

Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti Battaglini, n.4249, voll.1-2 (5a-5b), Relazione dei danni sofferti dalla Città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato e Contado per Tremuoto della notte del SS.Natale dell’Anno 1786 presentata all’E.mo e Rev.mo Principe il Sig.r Cardinale Nicola Colonna di Stigliano Legato di Romagna da Camillo Morigia Idrostatico ed Architetto di detta Provincia che ne ha fatto visita sul luogo de danni sudetti d’ordine di Sua E.za Rev.ma, 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 815-817, Camillo Morigia, Relazione de danni sofferti dalla città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato, e Contado pel tremuoto della notte del SS.Natale dell’anno 1786 presentata all’e.mo e rev.mo principe il signor cardinale Niccola Colonna di Stigliano legato di Romagna da Camillo Morigia idrostatico, ed architetto di detta Provincia che ne ha fatto la visita sul luogo de danni suddetti d’ordine di Sua Em.za Rev.ma, 2 voll. + 1 di indici, 1787.

Turchini A.
La ricostruzione, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.87-94.
Bologna 1986
(3)
Guidoboni E.
Terremoti e politiche d’intervento per il recupero del patrimonio edilizio: Romagna toscana e pontificia fra XVII e XVIII secolo, in "Storia Urbana", a.7, n.24, pp.3-52.
Milano 1983
(4)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
(5)
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
(6)
Gazzetta Universale, 1787.01.16, n.5.
Firenze 1787
Bologna, 1787.01.16, n.3.
Bologna 1787
(7)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787
(8)
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787
(9)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986
(10)
Turchini A.
La ricostruzione, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.87-94.
Bologna 1986
(11)
Turchini A.
La ricostruzione, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.87-94.
Bologna 1986
(12)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986
(13)
Turchini A.
La ricostruzione, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.87-94.
Bologna 1986
(14)
Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986
(15)
Notizie del Mondo, 1787.05.26, n.42.
Venezia 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986
Notizie Diverse, 1787.05.26, n.21.
Cremona 1787
(16)
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Demography elements

In base alle fonti reperite non si può precisare con certezza il numero delle vittime registratesi in seguito al terremoto. Secondo un anonimo discorso sull’evento (1787) (1), si registrarono 10-12 vittime in città e 20 nel territorio circostanti; Astolfi (1787) (2) ricorda 9 morti in città. Fonti giornalistiche (3) forniscono il numero di circa 40 vittime in città e nel territorio circostante. A Misano morirono 12 persone (4) e una fonte giornalistica del tempo (5) ricorda una vittima a Montebello.
Mettendo in relazione i dati dei censimenti del 1708 e del 1736 con i dati della perizia Valadier, che si riferiscono alla situazione demografica del 1787 e quelli di una "Relatio ad limina" del 1796, si riescono a valutare le dinamiche demografiche di alcune località della valle del Conca e della città di Rimini per tutto il XVIII secolo (Marmo 1986) (6). A Rimini l’incremento medio annuo della popolazione passò dallo 0,81% per il periodo tra il 1708 e il 1736, allo 0,53% tra il 1736 e il 1787, allo 0,41 fra il 1787 e il 1796. È evidente che questi dati non possono da soli chiarire l’effettiva incidenza del terremoto del 1786 sulle dinamiche demografiche del Contado di Rimini e della città: si rileva certo la tendenza ad una stasi o ad una flessione della popolazione, ma le ragioni di una non crescita demografica possono però essere molteplici e non strettamente connesse all’evento sismico, anche in considerazione del fatto che la tendenza alla contrazione della crescita della popolazione appare già evidente nel lasso di tempo che precede il terremoto (7).

Note

(1)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
(2)
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
(3)
Gazzetta Universale, 1787.01.16, n.5.
Firenze 1787
Bologna, 1787.01.16, n.3.
Bologna 1787
(4)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787
(5)
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787
(6)
Marmo C.
L’esposizione al terremoto: Rimini e il circondario alla fine del Settecento, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.43-50.
Bologna 1986
(7)
Marmo C.
L’esposizione al terremoto: Rimini e il circondario alla fine del Settecento, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.43-50.
Bologna 1986

Elements of the local buildings

Secondo la perizia di Morigia (1) i danni interni agli edifici furono più rilevanti di quelli esterni. Morigia osservava come l’edilizia riminese risultasse molto vulnerabile ai danni sismici a causa della debolezza strutturale delle costruzioni e del cattivo stato di conservazione delle stesse. Fattori di debolezza strutturale venivano individuati da Morigia nei muri portanti, fatti per la maggior parte con i ciottoli del fiume Marecchia, di forma liscia e arrotondata e di piccole dimensioni, pertanto pessimi per zone soggette a rischio sismico; nei muri divisori, costituiti da sovrapposizioni di mattoni disposti a taglio; nei palchi e nei solai che non coincidevano fra loro nella distribuzione delle stanze e raramente si trovavano sullo stesso livello. I legnami di travatura, infine, di qualità mediocre, erano posti in opera in quantità modesta. Per quanto attiene al cattivo stato di conservazione Morigia ricordava che il terremoto del 1672 aveva creato danni solo in parte riparati con pratiche quali la tamponatura, il reimpiego di materiale recuperato da demolizioni o dal greto del fiume legato con malte scadenti e tenuto assieme da chiavi di legno (2).
Nell’edilizia dei grandi edifici civili si osservava un’ottima qualità delle strutture portanti, ma le pareti divisorie dette "coltellate", risultavano deboli, dato che erano costruite con mattoni appoggiati sulla base più stretta. Anche i soffitti, realizzati in cannucciati e gesso, risultavano molto fragili alle sollecitazioni sismiche, così come la struttura orizzontale del tetto: le travi allacciate ai muri portanti spingevano e pareti verso l’esterno e tendevano a slegarle l’una dall’altra (3).

Note

(1)
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti Battaglini, n.4249, voll.1-2 (5a-5b), Relazione dei danni sofferti dalla Città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato e Contado per Tremuoto della notte del SS.Natale dell’Anno 1786 presentata all’E.mo e Rev.mo Principe il Sig.r Cardinale Nicola Colonna di Stigliano Legato di Romagna da Camillo Morigia Idrostatico ed Architetto di detta Provincia che ne ha fatto visita sul luogo de danni sudetti d’ordine di Sua E.za Rev.ma, 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 815-817, Camillo Morigia, Relazione de danni sofferti dalla città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato, e Contado pel tremuoto della notte del SS.Natale dell’anno 1786 presentata all’e.mo e rev.mo principe il signor cardinale Niccola Colonna di Stigliano legato di Romagna da Camillo Morigia idrostatico, ed architetto di detta Provincia che ne ha fatto la visita sul luogo de danni suddetti d’ordine di Sua Em.za Rev.ma, 2 voll. + 1 di indici, 1787.

(2)
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(3)
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Administrative historical affiliations

Rimini faceva parte dello Stato della Chiesa ed era soggetta alla Legazione di Ravenna, di cui era a capo il cardinale Niccolò Colonna di Stigliano, personaggio di grande rilievo e potenza nell’ambito della curia romana.

Social and economic effects

Tutte le fonti ricordano che nell’immediato la popolazione in preda al panico reagì fuggendo dalle case e fece ricorso alla preghiera e ad atti devozionali, come di consueto in occasione di eventi simili; in particolare è ricordata una processione solenne per l’Epifania, inoltre venne aggiunto ai santi protettori della città Sant’Emidio, vescovo di Ascoli, ritenuto particolarmente efficace nella protezione dai terremoti. Si verificarono anche episodi di suggestione collettiva che talvolta causarono disordi (1). Sono testimoniate messe di ringraziamento e processioni anche nelle altre città in cui la scossa fu avvertita (2). Per giorni la gente soggiornò all’aperto, in baracche sistemate in campagna o nelle piazze della città; alcuni si sistemarono nelle barche ormeggiate nel porto. La situazione fu resa ancora più difficile dalla rigidità del clima (3).
Nel racconto del contemporaneo giornale del notaio Zanotti (4), la popolazione tornò nelle proprie abitazioni e alla solita condotta di vita nel febbraio del 1787.

Note

(1)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

(2)
Archivio di Stato di Forlì, Comune, Consigli generali e segreti, vol.237 (1786-1791), Verbale della seduta del Consiglio segreto del 29 dicembre 1786.

Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.31, Carlo Antonio Andreini, Memorie di Cesena cavate da monumenti antichi da me don Carl’Antonio Andreini cesenate, 16 voll., secc.XVIII-XIX.

Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.16, Mauro Verdoni, Mario Antonio Fabbri e Eduardo Fabbri, Memorie di Cesena, 2 voll., secc.XVIII-XIX.

(3)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Bologna, 1787.02.06, n.6.
Bologna 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.01.19, n.3.
Mantova 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.02.09, n.6.
Mantova 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.20, n.6.
Venezia 1787
(4)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Institutional and administrative response

Le principali istituzioni cittadine si mobilitarono subito per far fronte all’evento. Fu potenziato il servizio di guardia notturna, al fine di evitare furti e inconvenienti di qualsiasi tipo e si presero provvedimenti per aumentare le forniture del legname necessario alle riparazioni e alla costruzione di alloggi di fortuna (1). In alcune chiese della città fu organizzata una raccolta di elemosine a vantaggio delle famiglie rimaste senza casa (2). Il vescovo diede somme in beneficenza dei poveri e dei più bisognosi e alcune somme furono destinate alla città da parte di prelati di origine riminese: il cardinal Garampi inviò cinquecento scudi da distribuire agli artigiani in difficoltà, l’arcivescovo di Benevento, Francesco Maria Banditi, destinò alla città 1.000 scudi (3). La distribuzione di queste somme fu piuttosto complicata e causò malcontento e dissidio tra gli interessati e i deputati al compito.
Fin dal giorno dopo la scossa si cominciarono a puntellare o demolire gli edifici pericolanti.
Il pontefice Pio VI inviò a Rimini l’architetto Giuseppe Valadier, per avere relazioni e stime sullo stato degli edifici della città; da Ravenna furono inviati 30 muratori e il cardinale legato, Nicolò Colonna di Stigliano, mandò sul luogo il conte Camillo Morigia, perito della legazione, e l’architetto Luigi Monghini, coadiuvati dal capomastro Luigi Moretti, affinché cooperasse con l’architetto Valadier (4). Tuttavia risulta chiaro dalla documentazione reperita e dalle stesse perizie che Valadier e Morigia lavorarono in totale autonomia. Non è chiaro il motivo di questa doppia presenza di delegazioni incaricate di uno stesso compito: forse essa fu dovuta a contrasti tra la Legazione di Ravenna e la Santa Sede (5).
L’impatto economico sulla popolazione dovette essere piuttosto grave, come si desume dalle notizie sparse nel contemporaneo "Giornale" del notaio Zanotti (6). Viene ricordato che i magistrati della città fornirono il legname ai poveri della città con la clausola che in un secondo tempo ne avrebbero pagato il prezzo che sarebbe stato stabilito. L’emergenza abitativa perdurò almeno fino a sei mesi dopo il terremoto. Il sussidio del pontefice inoltre si fece aspettare a lungo, giungendo finalmente nella primavera.
Infatti a marzo la Congregazione del Buon Governo concesse la sospensione per dieci anni del pagamento delle collette e altri versamenti (l’ammontare annuo di tale remissione era pari a 3.023 scudi) per l’estinzione del "Conto Privilegiato", inoltre, con un chirografo datato 21 aprile (7) Pio VI concesse un sussidio straordinario di 100.000 scudi, somma da ricavarsi dalla vendita di 1.000 luoghi del Monte Nuovo Comunità (cioè il debito pubblico istituito da Clemente VII nel 1526, le cui obbligazioni erano appunto denominate "luoghi"), al quale erano stati ammessi Rimini e il suo territorio. Per provvedere alla distribuzione del sussidio veniva istituita una "Congregazione" del sussidio, di cui fecero parte governatore, vescovo e consoli, e che cominciò a operare solo dal 13 luglio. Solo 20.000 scudi, il 20% della somma, venne concesso a titolo gratuito: di questi, 1.500 scudi (7,5%) andarono in elemosina ai poveri, 4.760 (23,8%) furono corrisposti alle parrocchie e agli ordini mendicanti, 5.000 (25%) furono destinati ai periti e per le spese sostenute dalla comunità, 8.740 (43,7%) (cui si aggiunsero i 1.000 scudi dell’arcivescovo di Benevento e 200 scudi raccolti dal vescovo) infine andarono ai "proprietari poveri". L’80% della cifra, cioè 80.000 scudi, erano stati invece concessi come sussidio gravato dei frutti da distribuirsi ai "veri possidenti", che dovevano restituire le somme percepite in diciotto anni, con un tasso di interesse al 3%. Per i primi tre anni i beneficiari erano tenuti semplicemente al pagamento degli interessi, in seguito invece avrebbero dovuto pagare ogni anno, oltre agli interessi, un quindicesimo della somma ottenuta. All’Archivio di Stato di Roma, nel fondo Camerale III, sono conservate 278 ricevute per obbligazioni sottoscritte dai beneficiari di questo prestito (8); questi ultimi in seguito furono impegnati nella restituzione del denaro ottenuto fino a tutto il 1827, cioè ben oltre il termine dei 18 anni (9). Inoltre sono stati reperiti elenchi e disposizioni attestanti che alcuni riminesi risultavano ancora insolventi nel periodo 1825-1834 (10).
Alcune fonti riportano notizia di tentativi di corruzione operati da parte della nobiltà sui periti Morigia e Valadier per ottenere sovvenzioni più consitenti; inoltre non si contarono gli abusi relativamente alla ripartizione delle somme concesse dal governo pontificio, nonostante il controllo che le istituzioni locali avrebbero dovuto esercitare sulle operazioni (11).
Le perizie furono ultimate e consegnate nel luglio 1787. La perizia Morigia stimava un danno complessivo di 345.171,31 scudi, così ripartiti: 195.495,95 città e borghi (56,6%), 71.373,90 Bargellato (20,6%), 78.301,46 Contado (22,6%). La perizia Valadier stimava, a sua volta, un danno complessivo di 352.045,05 scudi, così ripartiti: 193.852,65 città e borghi (55%), 73.064,85 Bargellato (20,7%), 85.127,55 Contado (24,1%). La differenza più consistente appare relativa agli edifici della fascia sub urbana e a quelli della campagna; infatti Valadier stimò per il Bargellato circa 1.700 scudi in più di Morigia e più di 6.800 scudi in più per il Contado. La Congregazione del Buon Governo decise di seguire la perizia di Valadier, dalla quale risulta che le zone meno colpite della città risultarono essere il porto, i borghi di S.Giuliano e S.Andrea; il 55% del patrimonio edilizio urbano subì danni gravi, il 7% crolli parziali e l’1% crolli totali (12).
La situazione di emergenza economica perdurò a lungo sul territorio; un memoriale dei consoli di Rimini al papa Pio VI, datato 1795 (13) denuncia lo stato di crisi in cui la comunità ancora si trovava. Il terremoto infatti era capitato subito dopo la grave carestia del 1766-1767 e il prestito agevolato concesso in occasione dell’evento si era sommato a tutta una serie di pesi e debiti cui la città già doveva far fronte. Ciò aveva comportato un aumento delle tasse che influenzava negativamente l’economia locale. La tensione tra le parti sociali è testimoniata dall’apertura di un contenzioso tra la comunità e le congregazioni ecclesiastiche del territorio per il versamento di contributi da utilizzare principalmente per le spese del porto, cui i religiosi volevano sottrarsi.

Note

(1)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

(2)
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
(3)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

(4)
Biblioteca Comunale Classense di Ravenna, Manoscritti, 3.4.C, Benedetto Fiandrini, Annali ravennati dalla fondazione della città sino alla fine del secolo XVIII [...] compilati da don Benedetto Fiandrini monaco casinense di San Vitale di Ravenna, 4 voll., sec.XVIII.

Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Notizie del Mondo, 1787.02.21, n.15.
Venezia 1787
(5)
Guidoboni E.
Terremoti e politiche d’intervento per il recupero del patrimonio edilizio: Romagna toscana e pontificia fra XVII e XVIII secolo, in "Storia Urbana", a.7, n.24, pp.3-52.
Milano 1983
(6)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

(7)
Archivio di Stato di Roma, Camerale I, Chirografi, coll.A, reg.196, cc.11v-15, Chirografo del papa Pio VI al prefetto della Congregazione degli Sgravi e del Buon Governo cardinale Filippo Carandini, Roma 21 aprile 1787.

(8)
Archivio di Stato di Roma, Camerale III (Comuni), Rimini, b.1731 (1624-1787), Terremoto polize, 2 voll., 278 ricevute per obbligazioni redatte su testo prestampato, 1787-1789.

(9)
Notizie del Mondo, 1787.05.26, n.42.
Venezia 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.

Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986
Notizie Diverse, 1787.05.26, n.21.
Cremona 1787
(10)
Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.12, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Disposizioni pontificie sul debito dei Riminesi sovvenuti dal Governo, 1825-1834.

Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.13, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Elenchi sommari dei sovvenuti, 1825-1834.

Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.14, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Stati descrittivi dei debitori e relativi istromenti di conciliazione 1.a parte, 1825-1828.

Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.4, n.14, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Stati descrittivi dei debitori e relativi istromenti di conciliazione 2.a parte, 1825-1828.

(11)
Guidoboni E.
Terremoti e politiche d’intervento per il recupero del patrimonio edilizio: Romagna toscana e pontificia fra XVII e XVIII secolo, in "Storia Urbana", a.7, n.24, pp.3-52.
Milano 1983
(12)
Guidoboni E.
Terremoti e politiche d’intervento per il recupero del patrimonio edilizio: Romagna toscana e pontificia fra XVII e XVIII secolo, in "Storia Urbana", a.7, n.24, pp.3-52.
Milano 1983
(13)
Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Memoriale dei consoli della città di Rimini al papa Pio VI sulla situazione economica della città, Rimini 1795.

Reconstructions and relocations

Le modalità edilizie della ricostruzione non videro l’appoggio di un progetto complessivo da parte dell’autorità pubblica, ma furono completamente affidate all’iniziativa privata. Il legato infatti bocciò un progetto presentato dai Consiglieri della Comunità intenzionati a rinnovare l’aspetto della città grazie alla demolizione di edifici antichi e di due porte cittadine, quelle di S.Andrea e di S.Bartolomeo. Solo in tempi successivi, nel 1789, la porta di S.Bartolomeo venne effettivamente sostituita con un nuovo ingresso alla città. Sono noti i nomi degli architetti che intervennero in vario modo nell’attività di ricostruzione e restauro della città: oltre a Morigia e Valadier, Giuseppe Achilli, Gaetano Stegani, Giuseppe Piccoli (1).
Alcune epigrafi furono poste a memoria dell’evento e delle successive ricostruzioni (2).

Note

(1)
Turchini A.
La ricostruzione, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.87-94.
Bologna 1986
(2)
Epigrafe posta sotto il cornicione di una casa di piazza S.Antonio (ora Tre Martiri) di Rimini a ricordo del terremoto del 25 dicembre 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
Epigrafe posta nel soffitto del coro della chiesa di S.Marino (ora S.Bartolomeo) di Rimini a ricordo dei lavori di riparazione eseguiti in seguito al terremoto del 25 dicembre 1786, 1788, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
Epigrafe posta nel chiostro della chiesa di S.Giovanni Battista di Rimini a ricordo dei danni causati dal terremoto del 25 dicembre 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986
Epigrafe posta nel chiostro della chiesa di S.Francesco (Tempio Malatestiano) di Rimini a ricordo dei lavori di riparazione eseguiti in seguito al terremoto del 25 dicembre 1786, 1788, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.
Bologna 1986

Technical/scientific surveys

Per la valutazione dei danni si hanno a disposizione due perizie ufficiali, quella dell’architetto ravennate Camillo Morigia, incaricato dal legato della provincia di Ravenna, cardinale Nicolò Colonna di Stigliano (1) e quella dell’architetto romano Giuseppe Valadier, nominato direttamente da papa Pio VI (2). Entrambe le perizie furono effettuate su ogni singolo edificio esistente a Rimini e nel suo territorio. Le informazioni che se ne traggono sono pertanto relative a 2.191 edifici nella città di Rimini, 1.594 nel Bargellato e a 3.320 castelli del Contado. Le perizie si differenziano però fortemente rispetto al metodo di lavoro usato dai rispettivi estensori (3).
Giuseppe Valadier nell’elencare gli edifici prese come riferimento la suddivisione del territorio in parrocchie; per ogni edificio la perizia fornisce la descrizione del danno subito, i lavori ritenuti necessari per il ripristino, la stima dlla spesa calcolata in scudi e baiocchi, il nome e il censo del proprietario, compresi gli enti religiosi. Camillo Morigia invece, che già aveva operato a Rimini nel rifacimento della rete fognaria, utilizzò come base della sua perizia una carta di Rimini, suddivisa in 107 unità, chiamate dall’autore "isole", contrassegnate da numero romano (4). Nella perizia, organizzata in base a tali "isole", sono indicati per ogni edificio la spesa necessaria al rifacimento, il nome del proprietario e quello dell’eventuale locatario. Socialmente vengono caratterizzate con precisione solo due categorie di proprietari, i "poveri" e i "poverissimi".
Le due perizie differiscono anche nel linguaggio usato: mentre quella di Morigia si presenta molto sintetica e omogenea rispetto ai tipi di valutazioni effettuate, quella di Valadier è più varia e ricca. Valadier inoltre mostrò una particolare attenzione al rilievo dei danni sismici sui singoli elementi strutturali degli edifici. elementi improtanti sui carattereri dell’edilizia locale e sullo stato di conservazione degli edifci sono invece esposti nell’introduzione della perizia di Morigia (5).
Il procedimento analitico di ambedue le perizie dimostra la volontà di superamento dell’approssimazione della stima e dell’inderteminatezza delle localizzazione, che aveva contraddistinto i precedenti interventi di questo tipo, da parte delle istituzioni pontificie (6).
Entrambe le perizie sono state edite nel volume a cura di Guidoboni e Ferrari (1986) (7) a stampa, per le parti relative alla città, in microfiches, per le parti relative al Bargellato e al Contado.

Note

(1)
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti Battaglini, n.4249, voll.1-2 (5a-5b), Relazione dei danni sofferti dalla Città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato e Contado per Tremuoto della notte del SS.Natale dell’Anno 1786 presentata all’E.mo e Rev.mo Principe il Sig.r Cardinale Nicola Colonna di Stigliano Legato di Romagna da Camillo Morigia Idrostatico ed Architetto di detta Provincia che ne ha fatto visita sul luogo de danni sudetti d’ordine di Sua E.za Rev.ma, 1786.

Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 815-817, Camillo Morigia, Relazione de danni sofferti dalla città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato, e Contado pel tremuoto della notte del SS.Natale dell’anno 1786 presentata all’e.mo e rev.mo principe il signor cardinale Niccola Colonna di Stigliano legato di Romagna da Camillo Morigia idrostatico, ed architetto di detta Provincia che ne ha fatto la visita sul luogo de danni suddetti d’ordine di Sua Em.za Rev.ma, 2 voll. + 1 di indici, 1787.

(2)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.

(3)
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(4)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Gabinetto delle stampe, Camillo Morigia, Pianta della Città di Rimino divisa nelle sue Isole, che la compongono, e de suoi Borghi adiacenti, 1782.

(5)
Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986
Turchini A.
La ricostruzione, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.87-94.
Bologna 1986
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(6)
Guidoboni E.
Terremoti e politiche d’intervento per il recupero del patrimonio edilizio: Romagna toscana e pontificia fra XVII e XVIII secolo, in "Storia Urbana", a.7, n.24, pp.3-52.
Milano 1983
(7)
Guidoboni E. e Ferrari G. (a cura di)
Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione.
Bologna 1986

Theories and observations

Il canonico Giuseppe Vannucci, che risiedeva a Rimini e fu testimone diretto del terremoto, produsse un "Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto" (1) nel quale proponeva una spiegazione dell’evento sismico basata sulla cosiddetta "teoria elettricista", opera studiata di recente da Comastri (1986) (2). La teoria elettricista sostenuta da Vannucci riteneva il terremoto causato da una violenta scarica elettrica, di origine sotterranea o di provenienza atmosferica. Lo scritto di Vannucci non mancò di suscitare polemiche, dato che vi si opposero i sostenitori della tradizione interpretazione "fuochista", quella cioè che voleva che il terremoto fosse causato dall’accensione di fuochi sotterranei o da esplosioni determinate da particolari reazioni chimiche. Secondo Vannucci dunque il terremoto di Rimini era stato determinato da una densissima pioggia di vapore elettrico scesa dalle nubi: all’interno di questa interpretazione erano facilmente spiegabili tanto ifenomeni che avevano preceduto la scossa, accuratamente descritti dallo stesso Vannucci, quanto le caratteristiche stesse che aveva assunto il fenomeno sismico. Al termine dell’elaborazione teorica egli giungeva a proporre un progetto di difesa della città di cui aveva correttamente intuito l’esposizione periodica a fenomeni sismici: propose di costruire alcune torri lungo il lido del mare su cui collocare lunghe punte di ferro collocate su una base di sostanze isolanti, collegate fra loro da grossi funi metalliche discendenti fino al mare. Ciò avrebbe consentito a nuvole cariche di elettricità di scaricare lentamente in mare il loro pericoloso vapore elettrico. Suggeriva inoltre di aprire pozzi larghi e profondi nelle zone che erano risultate maggiormente danneggiate dal terremoto: i pozzi avrebbero infatti favorito una più agevole dispersione del vapore elettrico. Infine proponeva di scavare ampi pozzi alle falde delle zolfatare, perchè riteneva che lo zolfo, fermentando, avrebbe potuto sprigionare pericolose esalazini di natura elettrica. L’architetto Giuseppe Valadier realizzò il primo disegno per il progetto di costruzione delle torri "paraterremoto". Intorno alle teorie di Vannucci si accese una discussione tra scienziati e intellettuali. (3).

Note

(1)
Vannucci G.
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 d’Italia scosse orribilmente la Città di Rimini, e varj Paesi vicini, edizione terza.
Cesena 1787
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 Dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj Paesi vicini. Edizione seconda corretta, e fatta a spese di Giacomo Marsoner Librajo in Rimini all’Insegna della Providenza.
Faenza 1787
(2)
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986
(3)
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986
Moreschini M.
Ragionamento storico-filosofico sul tremuoto accaduto in Camerino il dì 28 luglio 1799.
Camerino 1802
Serpieri A.
Il terremoto di Rimini della notte 17-18 marzo 1875 e considerazioni generali sopra varie teorie sismologiche. Discorso letto nella Università di Urbino per l’apertura dell’anno scolastico 1877-78.
Urbino 1878
Parere di un dottor Bolognese intorno a varj libercoli relativi al terremoto di Rimini [del 1786].
Venezia 1787
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 Dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj Paesi vicini.
Cesena 1787
Saggio di riflessioni che non sono Istoriche né Filosofiche intorno il "Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto" ec. ec. stampato prima in Cesena, e poi in Faenza, contenute in una lettera indirizzata ad un Dottore Bolognese.
Lucca 1787

Associated natural phenomena

Tutto il quadro teorico è dominato dalla teoria elettricista e le osservazioni sulla fenomenologia dei precursori è fortemente influenzata da questa teoria.
Venti giorni circa prima del terremoto un medico di Saludecio notò che stropicciando il pelo del suo gatto si creavano fortissime scintille elettriche, fenomeno che perdurò sino ad alcuni giorni prima del terremoto. Molti testimoni segnalarono un insolito fenomeno di scintillio elettrico emanato nel vestirsi e nello svestirsi. La pasta del vetro, non ancora ben cotta, se toccata con qualche ferro dava luogo a scintille elettriche e non poteva essere usata perchè priva della consueta elasticità (1). Per parecchi giorni prima della scossa si era osservata un’insolita alta pressione atmosferica, nonostante il cattivo tempo.
Tra le 23 e le 24 GMT ca. del 24 dicembre si vide un vistoso fenomeno luminoso, descritto come una "grande colonna di fuoco" che si alzava sul mare da molto lontano e procedeva lentamente verso Rimini, dove illuminò di rosso le nuvole che coprivano la città verso le ore 2 GMT ca. del 25 dicembre (2). Prima della scossa principale si scrisse che dal cielo parevano cadere dei lampi e si avvertiva un odore come di trementina o di zolfo portato dall’aria. Immediatamente prima della scossa si calmò il mare che era in burrasca e si placò il vento da ovest; vi fu un grande lampo che illuminò a giorno la città e un boato molto forte. Subito dopo la scossa si rialzò un vento freddo e violento e si ingrossò il mare. Al grande lampo seguì, secondo i testimoni, una pioggia di scintille luminose. Si verificò anche quel fenomeno luminoso noto ai marinai come "fuochi di Sant’Elmo". Tutte e tre le scosse successive di quella notte furono precedute da un rombo; suoni simili a muggiti che provenivano dal mare si acquietarono dopo le tre scosse (3).

Note

(1)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986
(2)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986
(3)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986
Comastri A.
Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.
Bologna 1986

Major earthquake effects

La scossa avvenne il 25 dicembre 1786 alle ore 1 GMT ca. (tra le ore 8 e 3/4 e le 9 della notte tra il 24 e il 25, secondo l’uso orario "all’italiana"); fu percepita della durata di circa 20 secondi. Gli effetti distruttivi riguardarono una estesa area della costa e dell’entroterra romagnolo, compresi nel territorio di Rimini. Elaborando i dati contenuti nelle due perizie, in particolare in quella più dettagliata di Valadier, si è potuto calcolare l’incidenza e la tipologia dei danni.
Rimini contava circa 2.191 edifici; il 98% di questi fu danneggiato, con l’8% di crolli, il 55% di danni gravi e il 35% di danni lievi. In città furono soprattutto gli edifici alti a riportare i danni maggiori; a questo quadro di effetti concorse lo stato di conservazione degli edifici, male o sommariamente riparati dai danni del terremoto del 1672. All’interno dell’area urbana di Rimini i danni risultano distribuiti in modo differenziato: l’ area urbana più colpita fu quella del centro cittadino, intorno all’attuale piazza Tre Martiri, invece il Borgo San Giuliano, con l’area attigua verso il centro, risultò essere il meno colpito.
Rimasero danneggiati l’arco di Augusto, la chiesa dei Francescani, il ponte di Tiberio; la cattedrale divenne inagibile e così pure gran parte delle altre chiese cittadine: la chiesa dei Teatini, la chiesa dei Minori Conventuali, la chiesa di S.Michele in Foro, la chiesa di S.Innocenzo, la chiesa di S.Bartolomeo. Le tre cappelle maggiori, gotiche, di S.Maria in Acumine crollarono. La chiesa parrocchiale di S.Maria in Corte crollò in parecchi punti e rimase impraticabile con gli edifici parrocchiali annessi. Lesioni e crolli parziali subirono anche le chiese di S.Giovanni Battista, di S.Gaudenzio, dei Canonici Lateranensi, dei Celestini, dei Benedettini, di S.Francesco Saverio (annessa al seminario), della confraternita di S.Giacomo, della confraternita dei Ss.Sebastiano e Giacomo, della confratenita dello Spasimo, della confraternita di S.Maria del Suffragio, della confraternita di S.Stefano, delle monache di S.Eufemia, delle canonichesse di S.Sebastiano. Quasi tutte le altre chiese subirono comunque qualche danno, ad eccezione delle chiese di S.Tommaso, di S.Croce Vecchia, di S.Vitale, di S.Gregorio, di S.Agostino e poche altre.
Anche i conventi risultarono danneggiati in modo più o meno grave. Tra quelli più seriamente compromessi sono ricordati i seguenti: dei Carmelitani, degli Agostiniani, dei Canonici Lateranensi, dei Teatini, dei Minori Conventuali, dei Serviti, dei Celestini, dei Bernardoni, dei Benedettini, dei Casinensi di S.Giuliano, l’ospizio degli Olivetani e i monasteri di S.Eufemia, S.Chiara, S.Sebastiano, Sacro Cuore di Gesù.
I campanili o crollarono del tutto, come quello di S.Giuliano, o rimasero diroccati, come quello del Sacro Cuore, oppure riportarono crepe e fenditure, come quelli di S.Domenico, S.Francesco, dei Ss.Giovanni e Paolo e delle monache di S.Matteo.
Il palazzo del vescovo e il palazzo del governatore rimasero pressoché inabitabili; il palazzo comunale riportò danni all’interno. Danni sia all’interno sia all’esterno riportarono i palazzi nobiliari del marchese Belmonti, posto lungo il corso principale, e delle famiglie Bianchelli, Ricciardelli, Cima, Martinelli, Battaglini, Tingoli e Garampi.
Per quanto riguarda il bargellato, cioè i centri della cintura riminese, esso comprendeva all’incirca gli attuali 23 centri di Bellaria, Bordonchio, Casalecchio, Celle, Cerreto, Corpolò, Il Crocifisso, Riccione, San Fortunato, San Giovanni Battista fuori Borgo, San Lorenzo in Monte, San Lorenzo in Strada, San Martino Monte l’Abate, San Martino in Riparotta, San Martino in Venti, San Paolo, San Salvatore, San Vito, Santa Cristina, Santa Giustina, Sant’Aquilina, Spadarolo e Vergiano.
Gli edifici di questi paesi, che la perizia Valadier calcola cumulativamente in 1594, furono danneggiati secondo percentuali che variano dal 100% di Casalecchio, Celle, Corpolò, San Fortunato, San Giovanni Battista fuori Borgo, San Lorenzo in Monte, San Martino Monte l’Abate, San Martino in Venti e Spadarolo al 34% di Bellaria.
Nel territorio di Rimini erano compresi alcuni castelli (paesi fortificati) delle prime balze appenniniche identificabili negli attuali 28 centri di: Agello, Albereto, Bordonchio, Casalecchio, Castelleale, Cattolica, Cerasolo, Cerreto, Cevolabbate, Coriano, Croce, Gemmano, Marazzano, Meleto, Misano Monte, Monte Colombo, Monte Tauro, Montegridolfo, Morciano di Romagna, Mulazzano, Onferno, Passano, Saludecio, San Clemente, San Patrignano, San Savino, Sant’Andrea in Besanigo, Sant’Andrea in Casale.
Castelleale, Coriano, Marazzano, Onferno, Albereto e Sant’Andrea in Besanigo riportarono danni al 100% degli edifici; gli altri subirono danni in percentuali comprese tra il 97% di Morciano e il 50% di Monte Colombo.
Vi furono danni anche a Cesena: caddero camini; riportarono danni la torre del vescovato e la torre di casa Locatelli (detta torre Tiberti), che furono demolite nel marzo successivo. La chiesa dei Celestini riportò lesioni e fenditure.
L’area di risentimento risulta molto estesa, compresa tra l’area marchigiana verso sud e la costa adriatica fino a Trieste verso nord.

Effects on the environment

Nel territorio circostante Rimini si aprirono fenditure nel terreno, che risultò smosso così in profondità da facilitare i successivi lavori agricoli. Nelle cave di gesso della zona collinare attorno alla città molti massi franarono e la roccia risultò sconnessa. Non sono ricordate variazioni sensibili nel regime delle acque, se non un livello dei pozzi piuttosto basso rispetto agli anni precedenti, né fenomeni di intorbidamento; fenomeni simili furono invece registrati a Faetano e a San Marino.
Non furono osservate effetti di maremoto o onde anomale: è da rilevare che l’area abitata distava circa 1 km dalla costa e che la scossa accadde durante una festività e a tarda ora della notte.

Sequence of the earthquake

Tutte le fonti riportano che la scossa principale accadde il 25 dicembre 1786 alle 1 GMT ca. (tra le ore 8 e 3/4 e le 9 della notte tra il 24 e il 25, secondo l’uso orario "all’italiana"); durò circa 20 secondi (1). A Cesena fu avvertita una seconda scossa circa un’ora dopo la prima (2). Fu preceduta da leggere scosse, che non causarono danni, alle 4.05 e 5.05 GMT ca. (ore 12 e 13 italiane) del giorno precedente; altre fonti ricordano una scossa di avvertimento alle 6.05 ca. (ore 14 italiane) (3). Nei giorni successivi, le fonti ricordano un susseguirsi di leggere scosse di assestamento.
Le scosse continuarono anche nel mese di gennaio (4). In particolare sono ricordate le seguenti scosse:
26 dicembre una scossa di prima mattina (5); due scosse secondo un’altra fonte (6).
5 gennaio, a Cesena alle ore 22.15 GMT ca. (6 italiane) (7)
31 dicembre nella notte (8)
31 gennaio alle 22.45 GMT ca. (ore 6 italiane) (9)
A Cesena si registrarono leggere scosse nei mesi di aprile, maggio e giugno (10), dato confermato da un’altra fonte secondo la quale le scosse continuarono fino alla primavera successiva (11).

Note

(1)
Bologna, 1786.12.29, n.52.
Bologna 1786
(2)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.16, Mauro Verdoni, Mario Antonio Fabbri e Eduardo Fabbri, Memorie di Cesena, 2 voll., secc.XVIII-XIX.

(3)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.31, Carlo Antonio Andreini, Memorie di Cesena cavate da monumenti antichi da me don Carl’Antonio Andreini cesenate, 16 voll., secc.XVIII-XIX.

Bologna, 1787.01.02, n.1.
Bologna 1787
(4)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
(5)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.

(6)
Bologna, 1787.01.02, n.1.
Bologna 1787
(7)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.

(8)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.

(9)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.

(10)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.

(11)
Notizie del Mondo, 1787.03.10, n.20.
Venezia 1787

Bibliography

Author Title Text Value Text Date Place of publ.
*Ammonizione o sia conciuncula recitata sulla piazza del Corso di Rimino da un amico dell’autore del Discorso istorico-filosofico sopra il Terremuoto accaduto in Rimino e diretta all’autore del Saggio di Riflessioni che non sono Istoriche, né Filosofiche, ecc. ecc.Direct source1787Pesaro
*Archivio dell’Osservatorio Meteorologico di Parma, B.V.1/2, Ubaldo Bianchi, Osservazioni meteorologiche dal 1772 al 1821.Direct source1772
*Archivio di Stato di Forlì, Comune, Consigli generali e segreti, vol.237 (1786-1791), Verbale della seduta del Consiglio segreto del 29 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 6 giugno 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 30 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 3 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 10 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano all’architetto Camillo Morigia, Ravenna 13 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 23 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano all’architetto Camillo Morigia, Ravenna 24 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 27 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 3 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 28 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 6 marzo 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 31 marzo 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 11 aprile 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 2 maggio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 16 maggio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Ravenna, Legazione di Romagna, vol.159, Lettere della Provincia dell’Eminentissimo Colonna di Stigliano (1786-1787), Lettera del Legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano al governatore di Rimini Antonio De Vais, Ravenna 27 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato di Roma, Camerale I, Chirografi, coll.A, reg.196, cc.11v-15, Chirografo del papa Pio VI al prefetto della Congregazione degli Sgravi e del Buon Governo cardinale Filippo Carandini, Roma 21 aprile 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Roma, Camerale III (Comuni), Rimini, b.1731 (1624-1787), Terremoto polize, 2 voll., 278 ricevute per obbligazioni redatte su testo prestampato, 1787-1789.Direct source1787
*Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.12, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Disposizioni pontificie sul debito dei Riminesi sovvenuti dal Governo, 1825-1834.Direct source1825
*Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.13, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Elenchi sommari dei sovvenuti, 1825-1834.Direct source1825
*Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.3, n.14, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Stati descrittivi dei debitori e relativi istromenti di conciliazione 1.a parte, 1825-1828.Direct source1825
*Archivio di Stato di Roma, Camerale II, Terremoti, b.4, n.14, Terremoto del 24 Dicembre 1786 nella Città e Territorio di Rimini, Stati descrittivi dei debitori e relativi istromenti di conciliazione 2.a parte, 1825-1828.Direct source1825
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Memoriale dei consoli della città di Rimini al papa Pio VI sulla situazione economica della città, Rimini 1795.Direct source1795
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Supplica dei consoli della città di Rimini alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Rimini giugno 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Verbale di seduta della Congregazione della Tabella Privilegiata attestata dal segretario della comunità di Rimini Nicolò Antonio Franchi, Rimini 22 febbraio 1796.Direct source1796
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Estratto dal "Liber Consiliorum Generalium" di Rimini del partito del 26 maggio 1787 attestato dal segretario della comunità Nicolò Antonio Franchi, Rimini 1 novembre 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Lettera dei consoli della città di Rimini al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Rimini 19 ottobre 1788.Direct source1788
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XVI, b.3889 (1794-1840), Supplica della comunità di Rimini alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Rimini 1796.Direct source1796
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Fede del segretario della comunità di Rimini Nicolò Antonio Franchi sui danni riscontrati dall’architetto Giuseppe Valadier alla Porta di San Bartolomeo, Rimini 18 ottobre 1788.Direct source1788
*Archivio di Stato di Roma, Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), Rimini XIV, b.3887 (1780-1788), Copia di supplica del portinaio della Porta di San Bartolomeo G.Parri ai consoli della città di Rimini, Rimini 18 ottobre 1788.Direct source1788
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini all’abate Stefano Galli, Rimini 25 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Rimini 26 maggio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al papa Pio VI, Rimini 10 maggio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al papa Pio VI, Rimini 29 aprile 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 5 aprile 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini a monsignor Ridolfi, Rimini 5 aprile 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 29 marzo 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 22 marzo 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 4 marzo 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Banditi arcivescovo di Benevento, Rimini 15 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini all’abate Filippo Guarnieri, Rimini 8 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Banditi arcivescovo di Benevento, Rimini 4 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 28 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini a monsignor Paolo Morelli cappellano segreto di papa Pio VI, Rimini 11 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini all’abate Stefano Galli, Rimini 11 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al segretario della Legazione di Romagna abate Giambattista Zani, Rimini 25 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Rimini 25 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al segretario di Stato cardinale Boncompagni, Rimini 28 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Onesti Braschi promaggiordomo dei sacri palazzi, Rimini 28 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Borromeo prefetto della Sacra Congregazione delle Immunità Ecclesiastiche e protettore della comunità, Rimini 28 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Rimini 29 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Garampi vescovo di Montefiascone, Rimini 31 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Banditi arcivescovo di Benevento, Rimini 31 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo cardinale Casali, Rimini 31 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Onesti Braschi promaggiordomo dei sacri palazzi, Rimini 31 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al cardinale Borromeo prefetto della Sacra Congregazione delle Immunità Ecclesiastiche e protettore della comunità, Rimini 31 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 493, Copialettere dei Consoli (1786-1788), Lettera dei consoli di Rimini al segretario di Stato cardinale Boncompagni, Rimini 31 dicembre 1786.Direct source1786
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 56, Libri delle Congregazioni dei Consoli e dei Dodici (1783-1789), Verbale della seduta del 12 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 815-817, Camillo Morigia, Relazione de danni sofferti dalla città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato, e Contado pel tremuoto della notte del SS.Natale dell’anno 1786 presentata all’e.mo e rev.mo principe il signor cardinale Niccola Colonna di Stigliano legato di Romagna da Camillo Morigia idrostatico, ed architetto di detta Provincia che ne ha fatto la visita sul luogo de danni suddetti d’ordine di Sua Em.za Rev.ma, 2 voll. + 1 di indici, 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 890, Conto corrente per sussidio accordato alla Comunità di Rimini dal papa Pio VI in occasione dei danni cagionati dal terremoto del 24 dicembre 1786 (1787-1797).Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 900, Epistolario (1780-1794), Lettera del legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano ai consoli di Rimini, Ravenna 15 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio di Stato Rimini, Comune, AS 436, Amministrazione del terremoto (1791-1797).Direct source1791
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 31 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 6 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 10 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera della Segreteria di Stato al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 20 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Legazione di Romagna, vol.137, Lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al legato di Romagna cardinale Nicolò Colonna di Stigliano, Roma 14 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Memoriali e biglietti, b.246 (1787), Nota della Segreteria di Stato al tesoriere generale monsignor Ruffo, Roma 6 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Memoriali e biglietti, b.246 (1787), Nota della Segreteria di Stato al vescovo di Montefiascone cardinale Giuseppe Garampi, Roma 3 maggio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera dell’architetto Giuseppe Valadier al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 14 giugno 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera del bibliotecario di Rimini canonico Epifanio Brunelli al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 1º marzo 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera del bibliotecario di Rimini canonico Epifanio Brunelli al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 15 febbraio 1787.Direct source1787
*Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Vescovi e prelati, vol.366, Minuta di lettera del segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi al vescovo di Rimini Vincenzo Ferretti, Roma 17 gennaio 1787.Direct source1787
*Archivio Storico Comunale di Imola, Campioni del Comune, vol.66 (1784-1787), cc.358v-359r, Nota sul terremoto del 25 dicembre 1786.Direct source1786
Astolfi M.Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.Direct source1787Cesena
Baratta M.I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).Catalogue1901Torino
Baratta M.Saggio dei materiali per una storia dei fenomeni sismici avvenuti in Italia, raccolti dal prof. Michele Stefano de Rossi, in "Bollettino della Società Geologica Italiana", vol.18, pp.432-460.Catalogue1899Roma
Benassi P.Materiali per la storia dei fenomeni sismici della regione parmense.Catalogue1899Parma
Benevelli C.Sopra i tremuoti d’Alba, e de’ contorni. [...] Con l’aggiunta dell’esatto giornale astrometeorologico del signor Can. Core dal mese d’Agosto 1786 a tutto Febbrajo 1787 e lo stato celeste de’ mesi di Marzo, e d’Aprile, e della relazione del terremoto di Rimini minutamente circostanziata. [...] Seconda edizione corretta, riordinata, ed accresciuta.Source chronologically near to the event1787Asti
Bettoni P.I terremoti della regione benacense, in "Bollettino bimensuale del Comitato direttivo della Società Meteorologica Italiana", s.III, vol.26 (1907), pp.29-34, 45-53, 64-67.Catalogue1907Torino
Bettoni P.Cronistoria sismica della regione benacense, in "Commentari dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti in Brescia per l’anno 1908", pp.260-299.Catalogue1908Brescia
*Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 22.10.13, A.Arnaldi Tornieri, Memorie di Vicenza, del conte Arnaldo I.º Arnaldi Tornieri, che cominciano dall’anno 1767 18 giugno, e terminano nel 1822, sec.XIX.Indirect source1767
*Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 23.10.15-17 (=1673-1675), G.Favetta, Memorie di quanto successe nella città di Vicenza dall’anno 1702 sino all’anno 1816, 3 voll, sec.XIX.Indirect source0018
*Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Gabinetto delle stampe, Camillo Morigia, Pianta della Città di Rimino divisa nelle sue Isole, che la compongono, e de suoi Borghi adiacenti, 1782.Direct source1782
*Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 209, L.Drudi, Nota marginale relativa al restauro del Duomo dopo il terremoto del 1786, sec.XIX.Indirect source0019
*Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.Direct source0018
*Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone, Manoscritti, Modesto Morosini, Memorie storiche di Forsemprone raccolte, e compilate dal dottor Modesto Morosini della medesima Città, 3 voll., sec.XIX.Indirect source0019
*Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone, Manoscritti, Sebastiano Vici, Notizie o vero memorie scritte da me Sebastiano Vici dal Palazzo al presente pievano di questo Castello di Monte Montanaro m[a]no prop[ria], sec.XVIII.Direct source0018
*Biblioteca Comunale Classense di Ravenna, Manoscritti, 3.4.C, Benedetto Fiandrini, Annali ravennati dalla fondazione della città sino alla fine del secolo XVIII [...] compilati da don Benedetto Fiandrini monaco casinense di San Vitale di Ravenna, 4 voll., sec.XVIII.Direct source0018
*Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Manoscritti, B.80-91, Domenico Maria d’Andrea Galeati, Diario e memorie varie di Bologna dall’anno 1550 all’anno 1796, 12 voll., sec.XVIII.Direct source0018
*Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.16, Mauro Verdoni, Mario Antonio Fabbri e Eduardo Fabbri, Memorie di Cesena, 2 voll., secc.XVIII-XIX.Direct source0018
*Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.31, Carlo Antonio Andreini, Memorie di Cesena cavate da monumenti antichi da me don Carl’Antonio Andreini cesenate, 16 voll., secc.XVIII-XIX.Direct source0018
*Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.Direct source0018
*Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, XXXI, 23, Notizie dei terremoti avvenuti in Cesena e luoghi limitrofi, sec.XIX.Indirect source0019
*Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, Manoscritti, 91, Cronaca faentina dal 1.o gennaio 1785 al 28 dicembre 1792, sec.XVIII.Direct source0018
*Biblioteca dei Frati Francescani di Trento, Manoscritti, 1718, Giangrisostomo Tovazzi, Malographia tridentina [45-1773], sec.XVIII.Source chronologically near to the event0018
*Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Provenienze Diverse, 401/B, D.Fracasso, Memorie venete, 3 voll., sec.XVIII.Indirect source0018
*Biblioteca Municipale "A.Panizzi" di Reggio Emilia, Manoscritti Reggiani, C.117, Gaetano Rocca, Cronaca reggiana (dal 1742 al 1814), copia sec.XIX.Direct source0019
*Biblioteca Statale di Lucca, Manoscritti, 2771, Pierantonio Butori, Tavole delle giornaliere osservazioni meteorologiche fatte dal Can. Pier Antonio Butori di Camaiore, 1777-1832.Direct source1777
*Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti Battaglini, n.4249, voll.1-2 (5a-5b), Relazione dei danni sofferti dalla Città di Rimino, da suoi Borghi, Bargellato e Contado per Tremuoto della notte del SS.Natale dell’Anno 1786 presentata all’E.mo e Rev.mo Principe il Sig.r Cardinale Nicola Colonna di Stigliano Legato di Romagna da Camillo Morigia Idrostatico ed Architetto di detta Provincia che ne ha fatto visita sul luogo de danni sudetti d’ordine di Sua E.za Rev.ma, 1786.Direct source
*Bologna, 1786.12.29, n.52.Indirect source1786Bologna
*Bologna, 1787.01.02, n.1.Indirect source1787Bologna
*Bologna, 1787.01.16, n.3.Indirect source1787Bologna
*Bologna, 1787.02.06, n.6.Indirect source1787Bologna
*Bologna, 1787.03.27, n.13.Indirect source1787Bologna
*Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.Direct source1787Cesena
Camassi R.«Misurare» il terremoto alla fine del Settecento: i sismoscopi, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi ed interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.167-170.Scientific bibliography1986Bologna
Camassi R., Postpischl D. e Sangiorgi A.Il terremoto riminese del 25 Dicembre 1786, in "San Marino e il Terremoto", a cura di D.Postpischl, pp.139-156.Scientific bibliography1991Bologna
Cancani A.Sulla distribuzione dell’intensità delle repliche nei periodi sismici italiani, in "Bollettino della Società Sismologica Italiana", vol.8 (1902-1903), pp.17-48.Scientific bibliography1903Modena
Comastri A.Un terremoto in cerca di spiegazione: la teoria elettricista di Giuseppe Vannucci, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.157-165.Scientific bibliography1986Bologna
Daltri A.La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.Historiographical study1986Bologna
*Danni a confronto: 1672/1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.39-41.Scientific bibliography1986Bologna
*De animorum motu qui motum terrae Arimini consequutus est Charisii Arctaei ad Lithonyum Osium sermo.Direct source1787Cesena
De Rossi M.S.Documenti raccolti dal defunto Conte Antonio Malvasia per la storia dei terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia, in "Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", vol.5, pp.169-289.Catalogue1889Roma
*Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.Indirect source1787Roma
*Diario Estero, 1787.04.13, n.1281.Indirect source1787Roma
*Diario Ordinario, 1787.01.13, n.1256.Indirect source1787Roma
*Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 Dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj Paesi vicini. Edizione seconda corretta, e fatta a spese di Giacomo Marsoner Librajo in Rimini all’Insegna della Providenza.Direct source1787Faenza
*Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 Dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj Paesi vicini.Direct source1787Cesena
*Effemeridi Letterarie di Roma, 1787.07.14, tomo 16, n.2[8], pp.220-223.Direct source1787Roma
*Epigrafe posta nel chiostro della chiesa di S.Francesco (Tempio Malatestiano) di Rimini a ricordo dei lavori di riparazione eseguiti in seguito al terremoto del 25 dicembre 1786, 1788, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.Direct source1986Bologna
*Epigrafe posta nel chiostro della chiesa di S.Giovanni Battista di Rimini a ricordo dei danni causati dal terremoto del 25 dicembre 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.Direct source1986Bologna
*Epigrafe posta nel soffitto del coro della chiesa di S.Marino (ora S.Bartolomeo) di Rimini a ricordo dei lavori di riparazione eseguiti in seguito al terremoto del 25 dicembre 1786, 1788, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.Direct source1986Bologna
*Epigrafe posta sotto il cornicione di una casa di piazza S.Antonio (ora Tre Martiri) di Rimini a ricordo del terremoto del 25 dicembre 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, p.95.Direct source1986Bologna
*Esame critico di due articoli, uno del Num. XXVII delle Effemeridi di Roma; l’altro del Num. XXX della continuazione delle Novelle letterarie di Firenze.Direct source1787Venezia
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Felt Localities (91)

Locality Province Lat Lon Intensity
AgelloRN43.935812.6103VIII

La perizia Valadier attesta danni all’81% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, crolli parziali al 6% degli edifici, 34% danni gravi, 41% danni lievi. La chiesa parrocchiale di San Rocco subì danni non gravi: doveva essere rifatto qualche pezzo di muro, con una spesa preventivata di 22 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 595,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CastellealeRN43.948112.6122VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 13% crolli parziali, 26% danni gravi, 61% danni lievi. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Nuova subì pochi danni: in un muro doveva essere apposto uno sperone e dovevano essere riparate alcune lesioni. Per questi lavori era stata preventivata una spesa di 26 scudi. La canonica subì danni gravi: la maggior parte dei muri divenne pericolante e per la loro riparazione fu preventivato un costo di 200 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 590,80 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CorianoRN43.963912.6025VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: 6% crolli totali, 4% crolli parziali, 50% danni gravi, 40% danni lievi. La Chiesa Parrocchiale dedicata all’Assunzione di Maria fu gravemente danneggiata: erano necessarie riparazioni ai muri, in cui andavano apposte varie chiavi di ferro, e al tetto, con una spesa preventivata di 105 scudi. La canonica subì danni per 68 scudi. Gli edifici pubblici furono molto danneggiati: i danni alla casa priorale furono valutati 80 scudi; quelli alla segreteria pubblica 165 scudi; i granai subirono danni per 60 scudi, la torre dell’orologio per 95 scudi, l’archivio pubblico per 12 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 16416,30 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CroceRN43.923612.5881VIII

La perizia Valadier attesta danni all’82% degli edifici, di cui: 2% crolli totali, 4% crolli parziali, 29% danni gravi, 47% danni lievi. I danni furono complessivamente stimati 911,10 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Misano MonteRN43.958912.655VIII

La perizia Valadier riporta i dati di questa località assommandoli a quelli del paese di Scacciano; sono attestati danni al 95% degli edifici, di cui: 4% crolli totali, 7% crolli parziali, 30% danni gravi, 54% danni lievi. Nella chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Biagio ed Erasmo e nella sua canonica furono rilevati molti danni ai muri e ai tetti e varie lesioni. I lavori di riparazione furono stimati 505 scudi. Subì inoltre vari danni la chiesa di S.Maria detta dell’Agina, per le cui riparazioni fu preventivata una spesa di 100 scudi. Quanto agli edifici pubblici, subirono gravi danni la torre della comunità, la sala priorale e le mura castellane. I danni all’intero paese furono stimati 10196,10 scudi (1). Altre fonti riportano che il paese fu danneggiato molto gravemente; è ricordato il crollo della chiesa principale e degli edifici annessi e di varie case, con la morte di 12 persone (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.
0018
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787

MulazzanoRN43.959412.5367VIII

La perizia Valadier attesta danni al 93% degli edifici, di cui: 6% crolli totali, 7% crolli parziali, 34% danni gravi, 46% danni lievi. La chiesa parrocchiale di S.Maria e la sua canonica subirono gravissimi danni e divennero inagibili. I lavori di riparazione furono stimati 1150 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 5355,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

RiminiRN44.059212.5667VIII

Le fonti sono discordi circa il numero delle vittime. Secondo uno scritto coevo, si registrarono 10-12 vittime in città, 20 nel territorio circostante (1); Astolfi (1787) (2) ricorda 9 morti in città. Fonti giornalistiche (3) forniscono il numero di circa 40 vittime in città e nel territorio circostante.
Tutta l’edilizia della città rimase gravemente compromessa; alcuni edifici crollarono completamente, altri furono abbattuti per pericolo di crolli, altri ancora furono puntellati; molti rimasero inabitabili. La perizia Valadier attesta danni al 98% degli edifici, di cui: 1% crolli totali, 7% crolli parziali, 55% danni gravi, 35% danni lievi (4).
Le fonti ricordano i seguenti danni localizzati: furono danneggiati l’arco di Augusto, la chiesa dei Francescani, il ponte di Tiberio; la cattedrale risultò impraticabile: era crollata in diverse parti e si erano aperte crepe e fenditure nei muri laterali, inoltre crollò una parte della volta della navata centrale, vicino alla cupola. Fu costruito un’edificio in legno sulla piazza del Corso, che facesse la veci della cattedrale; la costruzione venne rimossa nell’aprile successivo. Si preservò dai crolli l’annessa cappella della beata Vergine del Rifugio. Molti altri edifici religiosi, chiese e conventi, furono danneggiati al punto da subire crolli parziali.
La chiesa e il monastero di S.Sebastiano delle monache Canonichesse Lateranensi furono danneggiati: la chiesa subì strapiombo di muri e crolli di archi; la volta e i muri furono danneggiati al punto da rendere necessaria l’apposizione di catene di ferro; il monastero divenne inabitabile, particolarmente furono danneggiati i dormitori delle monache e i tetti, in seguito al crollo di numerosi comignoli; crollarono in alcuni punti i muri che circondavano la clausura, l’orto e alcuni cortili. Nel monastero di S.Maria del Soccorso (delle Malmaritate o Convertite) fu danneggiata lievemente la chiesa, ma il monastero fu gravemente colpito: subì strapiombo di muri e danni tali da rendere consigliabile la demolizione di alcune stanze e della Loggia. Nel convento dei Domenicani la chiesa di S.Cataldo non subì danni, ma il campanile riportò varie lesioni. Il convento stesso fu danneggiato nei piani superiori, al punto da risultare inabitabile, con crepe, crolli e muri strapiombati; di alcune stanze fu consigliata la demolizione; il tribunale del S.Uffizio annesso al convento subì strapiombi di muri nelle stanze ai piani superiori, e si richiese l’apposizione di catene di ferro.
Nella chiesa di S.Michele in Foro crollò la cupoletta e due muri della sagrestia e al campanile; subì danni l’annessa casa del parroco. Fu molto danneggiata la chiesa di S.Tommaso, con strapiombo di muri e molti stucchi caduti; crollarono tratti di muri nella parte esterna della casa del parroco e nella sagrestia. Nella chiesa di S.Maria in Corte il muro destro e la volta furono talmente danneggiati da rendere consigliabile la demolizione; adiacente al muro danneggiato, subì danni l’annessa casa del parroco; crollò parzialmente il campanile che risultò inservibile. La chiesa di S.Bartolomeo subì il crollo quasi totale della facciata e di un muro laterale; anche l’altro muro fu gravemente danneggiato; gravi danni furono riscontrati anche all’annessa casa del parroco. Subirono danni sia il convento sia la chiesa dei Minori Conventuali della parrocchia di S.Francesco (S.Maria in Trivio): la chiesa, progettata dall’Alberti, riportò gravi lesioni al campanile e il convento ebbe danni al chiostro, di cui caddero alcune colonne del piano superiore e subirono strapiombi molti muri nelle celle dei frati. Nella chiesa di S.Francesco da Paola strapiombò e in parte crollò la facciata, e si aprirono molte fenditure soprattutto agli archi delle finestre; l’annesso convento dei padri Minimi subì strapiombi di muri e gravi danni alle pareti nelle camere dei novizi, danni tali da rendere consigliabile l’apposizione di catene di ferro.
Furono ancora più numerosi gli edifici di culto che subirono gravi danni, anche senza crolli. La chiesa di S.Marino non fu molto danneggiata, salvo alcune lesioni nelle cappelle del lato destro; anche il campanile e la sagrestia riportarono lesioni; nell’annesso convento dei Canonici Lateranensi furono danneggiati alcuni tramezzi di stanze ed il refettorio, e un angolo dell’orto, strapiombò in varie parti il muro del chiostro insieme ad alcune parti della volta e furono gravemente danneggiati i soffitti e il tetto, col crollo di molti comignoli, e i muri della clausura. Il monastero di S.Eufemia riportò leggere lesioni al pianterreno ma gravi danni al primo piano, con muri strapiombati nei dormitori; furono gravemente rovinati i tetti con crollo di comignoli; un arco, che sorreggeva un muro, nella parte posteriore della chiesa annessa dovette essere puntellato. Il convento dei padri Olivetani riportò lesioni al pian terreno, danni gravi alle volte, ai muri e ai tetti ai piani superiori, mentre la chiesa annessa non riportò danni. La chiesa dei Ss.Simone e Giuda subì danni alla facciata e ad un muro laterale, che ebbe bisogno di uno sperone; fu inoltre danneggiata l’annessa casa del parroco. Nella chiesa della Confraternita di S.Croce furono gravemente danneggiate la cupola sovrastante l’altare maggiore e due cappelle laterali, di cui risultarono molto rovinate le pitture. La chiesa di S.Innocenza subì danni alla facciata, con strapiombo verso la strada del terzo pilastro dorico della facciata; il campanile ebbe varie lesioni. La chiesa della Madonna del Paradiso della Confraternita di S.Giuseppe riportò danni tali da rendere necessario l’uso di chiavi di ferro, soprattutto nell’annessa sagrestia; così pure il conservatorio delle Pericolanti accanto a cui la chiesetta di S.Biagio subì danni al campaniletto e al muro adiacente all’orto. Riportò danni l’ospizio dei Canonici di S.Giovanni Evangelista, in cui si richiesero due speroni. Nel monastero di S.Matteo, la chiesa riportò solo qualche crepatura, ma il monastero stesso fu gravemente danneggiato soprattutto al piano superiore, in cui molte stanze risultarono impraticabili; crollarono numerosi comignoli. Riportò gravi danni alla chiesa di S.Stefano, che ebbe lesioni nei muri e danni alla volta. Nella chiesa della Confraternita delle Stimmate risultarono danneggiati la facciata e un muro divisorio, tanto da aver bisogno di due chiavi di ferro. La chiesa di S.Giorgio in Foro (S.Apollonia) riportò solo piccole lesioni, ma subì danni gravi l’annessa casa del parroco, insieme al campanile. La chiesa di S.Antonio da Padova fu danneggiata nella facciata e negli altari laterali a causa della spinta degli archi superiori, tanto che risultò consigliabile rifare porzioni di muri e il tetto per intero; si aprirono inoltre numerose lesioni; l’annesso convento dei Teatini riportò più o meno gravi lesioni soprattutto agli archi. La chiesa parrocchiale di S.Croce subì strapiombi dietro all’altare maggiore e il muro laterale, con tre altari, dovette essere speronato. Riportò lesioni la chiesa di S.Onofrio insieme all’annesso convento dei Gerolamini, che ebbe danni al refettorio e ai tetti. Nella chiesa della beata vergine dello Spasimo risultarono danneggiati un muro posto sulla strada e la volta, tanto da dover essere rifatti. La chiesa parrocchiale di S.Giovanni Evangelista subì lesioni alla volta e ai muri laterali della cappella del SS.Sacramento; l’adiacente chiesetta di S.Monaca subì danni alla volta e il crollo di pezzi di cornicioni; il campanile, da poco ristrutturato, non subì danni, ma l’annesso convento dei padri Agostiniani ebbe un muro del cortile gravemente strapiombato, crolli dei muri divisori nelle stanze e altri strapiombi di muri, crolli di soffitti e di comignoli. La chiesa di S.Maria in Acumine riportò danni al tetto e ai cinque archi, e il campanile crollò quasi totalmente.
Furono danneggiate la chiesa parrocchiale dei Ss.Giovanni e Paolo e la chiesa parrocchiale di S.Gregorio che necessitava di riparazioni ai muri e alla facciata. La chiesa della confraternita della Beata Vergine del Suffragio ebbe lesioni ai muri e alle volte; così pure la chiesa di S.Omobono della confraternita de’ Sartori, in cui inoltre risultò necessario apporre uno sperone alla facciata. Il monastero delle monache del Sacro Cuore di Gesù ripostò lesioni e un muro risultò da rifarsi. Il monastero di S.Cecilia delle monache Celibate subì strapiombo dei muri esterni sulla strada e sul cortile al primo piano, lesioni nei tramezzi e nelle volte e crollo di comignoli, ma rimasero illesi il pian terreno e la chiesetta. La chiesa di S.Francesco Saverio, annessa al seminario vescovile, ebbe danni alla navata principale e ai sette altari, e si resero necessarie chiavi di ferro nel Cappellone di sinistra; nello stesso edificio subirono danni le chiesette dei due oratorii, quello detto de’ Nobili, e dedicato alla Santissima Concezione, e l’altro degli Artisti, dedicato all’Assunzione di Maria Vergine; nel seminario si aprirono numerose lesioni, soprattutto ai piani superiori, e caddero alcuni comignoli. La chiesa di S.Maria della Neve riportò solo lievi lesioni, ma l’annesso conservatorio delle Projette, o Bastarde, necessitò di alcuni speroni soprattutto nella parte esterna e ci furono danni alle camere superiori. Nella chiesa dell’Aspettazione della Compagnia della Carità caddero alcuni pezzi di stucchi. Nella chiesa parrocchiale di S.Vitale si aprirono alcune crepe, ma la facciata risultò danneggiata tanto da richiedere la messa in opera di chiavi di ferro e il campanile, in pericolo di crollo, risultò da rifarsi. La chiesa di S.Maria dei Servi riportò solo alcune crepe, ma nell’annesso convento dei Serviti la facciata di muro che dava sull’orto risultò talmente strapiombata da richiedere la demolizione, e ci furono crolli parziali delle volte nei corridoi. La chiesa parrocchiale di S.Martino in Carcere ebbe lesioni piuttosto gravi nei muri e nelle volte, e il campanile fu danneggiato al punto da richiedere la messa in opera di chiavi di ferro. La piccola chiesa di marmo della confraternita di S.Antonio in piazza subì danni all’esterno, dal quale necessitavano di essere rimosse alcune pietre e colonne.
Diversi edifici religiosi furono danneggiati più leggermente. La chiesa della Santissima Concezione subì lesioni nei muri divisori fra le cappelle e ad alcuni archi delle finestre; l’annesso convento dei Cappuccini subì lesioni alla cucina e lievi danni ai muri dei piani superiori; il campaniletto fu gravemente danneggiato, tanto da richiedere la demolizione. L’oratorio di S.Michelino della confraternita di S.Girolamo subì lesioni varie ai muri e al tetto. La chiesa della beata vergine della Colonnellina non subì alcun danno ad eccezione della sagrestia, nella quale risultò da rifare un pezzo di soffitto. La chiesa della confraternita di S.Nicola da Tolentino non subì danni se non alla casa del custode, in cui si aprirono lievi lesioni e caddero due comignoli. La chiesa di S.Agnese subì leggere lesioni soprattutto al tetto. La chiesa di S.Bernardino subì solo lievissime lesioni, ma l’annesso convento dei padri Zoccolanti subì strapiombi di muri e danni ai muri divisori. La chiesa della confraternita di S.Girolamo subì lesioni e danni alle pitture. La chiesa di S.Maria degli Angeli subì lievi lesioni e cadde la sommità del campanile; il monastero annesso subì lesioni, e ai piani superiori strapiombo di muri esterni e gravi danni alla cucina. La chiesa della confraternita di S.Giacomo subì lesioni alla volta, e danni ai muri nella casa del custode. L’oratorio della beata vergine del Rosario subì lesioni ai muri. La chiesa dei Ss.Marco e Sebastiano della confraternita di S.Giovanni Decollato subì lesioni alla volta e gravi danni al campaniletto, che risultò da rifarsi. L’oratorio di S.Antonio Abate subì danni al campanile e lesioni. La chiesa parrocchiale di S.Maria a Mare subì danni notevoli al muro dell’altare maggiore, danni più lievi al campaniletto e alla sagrestia. La cappella della beata vergine del Giglio fu danneggiata ad un muro, che risultò da rifarsi. Il monastero di S.Chiara subì lievi lesioni al pianterreno e strapiombo di muri, e lesioni gravi alle volte e ai muri divisori ai piani superiori; furono danneggiati i tetti anche in seguito al crollo di numerosi comignoli. Nel conservatorio delle Orfanelle furono danneggiati vari tratti di muro e crollarono molti comignoli. La chiesa della confraternita di S.Bartolomeo dei Pellegrini (S.Bartolino) non subì danni, ma i dormitori dei pellegrini subirono lesioni ai muri.
Non subirono danni il conservatorio delle Colombine, l’oratorio di S.Sebastiano alle Carceri e l’oratorio di S.Barbara in Fortezza.
Il palazzo del Vescovo e il palazzo del Governatore rimasero pressoché inabitabili; il palazzo comunale riportò danni all’interno. Danni sia all’interno che all’esterno riportarono i palazzi nobiliari del marchese Belmonti, posto lungo il corso principale, dei Bianchelli, dei Ricciardelli, dei Cima, dei Martinelli e dei Battaglini. Il palazzo Tingoli subì danni notevoli in alcuni tratti delle murature esterne e danni generalizzati ai muri interni, alle scale e alle volte. Il palazzo Garampi subì numerose lesioni e strapiombi nei muri. Il notaio Michelangelo Zanotti (1787) (5) ricorda il danneggiamento della propria abitazione di tre piani, costruita nel 1740 di fronte al palazzo comunale. In generale tutte le case della nobiltà riportarono danni di diversa entità.
Le case della gente comune subirono molti danni e spesso fu necessario puntellarle. Solo tre crollarono del tutto: la prima si trovava lungo le mura della città nei pressi della porta di S.Andrea, la seconda nella parrocchia di S.Cataldo dei Domenicani, la terza nel borgo di S.Bartolomeo. Le mura cittadine rimasero illese così come la rocca Malatestiana, il Monte di Pietà; il palazzo che ospitava la libreria Gambalunga subì danni e lesioni ai piani superiori, che non coinvolsero la libreria, situata al piano terra.
I tre borghi della città subirono molti danni, in particolare il borgo di S.Bartolomeo, le cui case collocate lungo la marina erano in molti casi crollate (6).
I crolli durarono a lungo, fino alla primavera successiva (7).

(1)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
(2)
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
(3)
Gazzetta Universale, 1787.01.16, n.5.
Firenze 1787
Bologna, 1787.01.16, n.3.
Bologna 1787
(4)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(5)
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.
0018
(6)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787
Gazzetta Universale, 1787.01.16, n.5.
Firenze 1787
Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Manoscritti, 308-339, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimini, 32 voll., secc.XVIII-XIX.
0018
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787
Diario Ordinario, 1787.01.13, n.1256.
Roma 1787
Bologna, 1787.01.02, n.1.
Bologna 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.01.19, n.3.
Mantova 1787
Gazzetta di Mantova, 1787.03.09, n.10.
Mantova 1787
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.15, a.8, n.3.
Milano 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.13, n.4.
Venezia 1787
Notizie Diverse, 1787.01.05, n.1.
Cremona 1787
Notizie Diverse, 1787.01.20, n.3.
Cremona 1787
(7)
Notizie del Mondo, 1787.03.28, n.25.
Venezia 1787

San FortunatoRN44.032212.5464VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 3% crolli parziali, 39% danni gravi, 58% danni lievi. La chiesa parrocchiale, il suo campanile e la sacrestia subirono molti danni, per la cui riparazioni fu stimata una spesa di 139 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 3899,45 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Lorenzo in MonteRN44.040612.5311VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: 1% crolli totali, 2% crolli parziali, 25% danni gravi, 72% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la sua canonica subirono danni gravi: in particolare dovevano essere rifatti i muri della capella del battistero e dovevano essere riparate varie lesioni. Questi lavori furono stimati 630 scudi. II danni all’intero paese furono stimati 17784,20 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Martino in RiparottaRN44.071712.5117VIII

La perizia Valadier attesta danni al 97% degli edifici, di cui: 5% crolli totali, nessun crollo parziale, 18% danni gravi, 74% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la canonica subirono gravi danni ai muri e al tetto e varie lesioni. I lavori di riparazione furono stimati 140 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1967,60 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Martino in VentiRN44.012812.5019VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: 1% crolli totali, 4% crolli parziali, 46% danni gravi, 49% danni lievi. La chiesa parrocchiale subì danni molto gravi: il campanile era divenuto pericolante e doveva essere ricostruito; parte dei muri laterali doveva essere rifatta; andavano infine riparate molte lesioni. Per questi lavori fu preventivata una spesa di 630 scudi. Fu inoltre fortemente danneggiata la cappella della Beata Vergine del Rosario, nella quale dovevano essere ricostruiti tre muri ed il tetto, con una spesa prevista di 90.00. I danni all’intero paese furono stimati 4922,65 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San SalvatoreRN43.9912.5875VIII

La perizia Valadier attesta danni al 94% degli edifici, di cui: 5% crolli totali, 5% crolli parziali, 26% danni gravi, 58% danni lievi (1). La chiesa parrocchiale, la sua canonica e una casa colonica di sua proprietà subirono gravi danni, in particolare ai muri. I lavori di riparazione furono stimati 320 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1437,80 scudi (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Santa CristinaRN43.987812.4617VIII

La perizia Valadier attesta danni al 98% degli edifici, di cui: 8% crolli totali, 10% crolli parziali, 4% danni gravi, 76% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la sua canonica subirono gravissimi danni: nella chiesa, che era divenuta inagibile, dovevano essere ricostruiti i due muri laterali, il muro posto dietro l’altare maggiore, il tetto. Nella canonica dovevano essere ricostruiti vari muri e riparate molte lesioni. Questi lavori furono stimati 1240 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 4499,80 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

ScaccianoRN43.973612.6556VIII

La perizia Valadier riporta i dati di questa località assommandoli a quelli del paese di Misano Monte; sono attestati danni al 95% degli edifici, di cui: 4% crolli totali, 7% crolli parziali, 30% danni gravi, 54% danni lievi. La chiesa parrocchiale di S.Maria e la canonica subirono gravi danni, che furono valutati 535 scudi.

VergianoRN44.0412.5031VIII

La perizia Valadier attesta danni al 94% degli edifici, di cui: 3% crolli totali, 4% crolli parziali, 18% danni gravi, 69% danni lievi (1). La chiesa parrocchiale della Madonna Santissima della Neve e la sua canonica subirono vari danni, valutati 118 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 4047,60 scudi (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

AlberetoRN43.926412.5178VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 37% danni gravi, 63% danni lievi. Nella chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Biagio e Felice doveva essere rifatto un pezzo di muro, che era stato gravemente danneggiato un pezzo di muro; un muro esterno della canonica aveva bisogno di uno sperone, mentre all’interno era necessario rifare una coltellata di mattoni, crollati a causa del terremoto, e alcune riparazioni al tetto. Per questi lavori fu stimata una spesa di 39 scudi. Più gravi i danni subiti dalla chiesa di San Bernardino e dalla sua sagrestia, poste all’interno delle mura castellane: dovevano essere ricostruite la maggior parte dei muri e gran parte del tetto; il solaio aveva bisogno di riparazioni; molti soffitti di cannucciato dovevano essere rifatti e moltissime lesioni dovevano essere riparate. Questi lavori furono stimati 680 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 4023,60 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CasalecchioRN44.005812.6106VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 26% danni gravi, 74% danni lievi (1). Nella chiesa parrocchiale di S.Maria dovevano essere riparate varie lesioni e dovevano essere apposti alcuni speroni; nella canonica, che era stata molto lesionata, i muri dovevano essere riparati e assicurati con chiavi di ferro, i tetti dovevano essere riassestati e i camini rifatti. Per questi lavori fu stimata una spesa di 164.00.scudi. I danni all’intero paese furono stimati 530,70 scudi (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CelleRN44.070312.5475VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 1% crolli parziali, 12% danni gravi, 87% danni lievi.
Nella chiesa parrocchiale di S.Maria e nella sua canonica ci furono molti danni: dovevano essere rifatte varie parti dei muri e del tetto e dovevano essere riparate varie lesioni, con una spesa preventivata di 480 scudi. Le chiese di S.Maria della Viserba e della Beata Vergine della Scala subirono qualche danno ai muri, il costo delle cui riparazioni fu rispettivamentestima 89 e 18 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1420,80 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CorpolòRN44.018912.4531VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 13% crolli parziali, 33% danni gravi, 54% danni lievi. La chiesa parrocchiale di Santa Maria subì danni gravissimi: il campanile crollò; i muri laterali della chiesa divennero pericolanti; la canonica fu gravemente danneggiata. I lavori di riparazione furono stimati 925 scudi. I danni all’intero paese furono stimati (1). Una fonte giornalistica riporta notizia del crollo di quasi tutte le case e della morte di 5 persone (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787

CovignanoRN44.035312.5478VII-VIII

Subirono danni diversi edifici religiosi. La chiesa di Sant’Onofrio Ospizio de’ Padri Girolimini della Congregazione del Beato Pietro da Pisa subì lievi lesioni e il crollo di un tratto di muro e di alcuni comignoli; la chiesa di S.Maria di Scolca subì varie lesioni al campanile, ma i danni maggiori li riportò l’annesso monastero dei padri Olivetani che subì danni gravi ai muri esterni, che richiedevano di essere ricostruiti, alle volte del pianterreno e alle stanze dei piani superiori, molte delle quali divennero inabitabili; crollarono molti comignoli e in vari tratti il muro dell’orto. La chiesa di S.Maria delle Grazie subì strapiombo di un muro verso le cappelle e danni agli stucchi del coro, e lesioni al portico; l’annesso convento dei padri Zoccolanti subì strapiombi di muri, gravi danni al refettorio e crollo di volte nel piano superiore, oltre che di parti di tetto e comignoli (1). Subirono notevoli danni le ville della zona, specialmente quelle di proprietà del vescovo (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Astolfi M.
Narrazione dell’orribile terremoto sentitosi nella città di Rimino dopo la mezza notte della Vigilia del Santo Natale dell’anno scorso 1786.
Cesena 1787

MontebelloRN43.970312.3675VII-VIII

Una fonte giornalistica del tempo ricorda il crollo di tre case, con una vittima (1).

(1)
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787

OnfernoRN43.873912.5461VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 33% danni gravi, 67% danni lievi. La chiesa parrocchiale di S.Colomba e la sua canonica subirono qualche danno ai muri e varie lesioni. I lavori di riparazione furono stimati 38 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1789,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San ClementeRN43.932212.6261VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 84% degli edifici, di cui: 1% crolli totali, 2% crolli parziali, 29% danni gravi, 52% danni lievi La chiesa parrocchiale non subì danni, mentre la sua canonica sub qualche danno ai muri, per le cui riparazioni fu stimata una spesa di 31 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 2082,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Martino Monte l’AbateRN44.021412.5792VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: 2% crolli totali, 2% crolli parziali, 19% danni gravi, 77% danni lievi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Santa GiustinaRN44.067212.4825VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 93% degli edifici, di cui: 3% crolli totali, nessun crollo parziale, 17% danni gravi, 73% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la sua canonica subirono molti danni ai muri, che furono valutati 231 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 3396,40 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Santa Maria in CerretoRN43.998312.5594VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: 1% crolli totali, nessun crollo parziale, 26% danni gravi, 73% danni lievi. La chiesa parrocchiale, la sua canonica e una casa colonica di sua proprietà subirono danni gravissimi: la maggior parte dei muri e dei tetti doveva essere ricostruita. Le spese di riparazione furono valutate 1200 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 3121,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Sant’Andrea in BesanigoRN43.980812.6214VII-VIII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 4% crolli parziali, 30% danni gravi, 66% danni lievi (1). La chiesa parrocchiale di S.Andrea Apostolo e la canonica subirono molti danni, valutati 310 scudi. Dentro il castello furono danneggiate la casa e la torre di proprietà dell’abbazia di S.Giovanni Evangelista di Ravenna, per le cui riparazioni fu stimata una spesa di 1520 scudi. Furono inoltre molto danneggiate le mura castellane, che subirono danni per 3.000 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 6402,50 scudi (2).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986
(2)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

BordonchioRN44.125312.4725VII

La perizia Valadier attesta danni all’84% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 2% crolli parziali, 23% danni gravi, 59% danni lievi. La chiesa parrocchiale di San Martino e la canonica subirono danni non gravi: dovevano essere rifatti alcuni pezzi di muro e alcune lesioni dovevano essere riparate; per questi lavori era stata preventivata una spesa di 32 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1876,10 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

BresciaRN43.920612.6819VII

La perizia Valadier attesta danni al 59% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 18% danni gravi, 41% danni lievi.
La chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista e la canonica subirono danni: dovevano essere riparate varie lesioni; nei muri andavano apposte alcune chiavi di ferro e uno sperone e dovevano essere rifatte le parti di intonaco cadute. Per questi lavori fu stimata una spesa di circa 80 scudi. Invece la chiesa di S.Lucia dei Padri Olivetani di Scolca non subì danni. I danni all’intero paese furono stimati 2156,85 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CattolicaRN43.963112.7397VII

La perizia Valadier attesta danni al 75% degli edifici di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 18% danni gravi, 57% danni lievi.
La chiesa parrocchiale di S.Giorgio subì danni: dovevano essere rifatti vari pezzi di muro e andavano riparate varie lesioni. Per questi lavori era stata preventivata una spesa di 29 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 667,40 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CerasoloRN43.988612.5322VII

La perizia Valadier attesta danni al 97% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 44% danni gravi, 53% danni lievi. La chiesa parrocchiale di S.Giovanni Battista subì danni, in particolare ai muri, per la cui riparazione fu stimata una spesa di 60 scudi. Subì inoltre qualche danno, stimato pari a 31 scudi, l’oratorio della Beata Vergine delle Grazie dello Spedaletto. I danni all’intero paese furono stimati 1778,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CevolabbateRN43.920612.6158VII

La perizia Valadier attesta danni al 71% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 32% danni gravi, 39% danni lievi
Nella chiesa parrocchiale di S.Maria la maggior parte dei muri divenne pericolante; il tetto fu gravemente danneggiato e furono rilevate molte lesioni. I lavori alla chiesa furono stimati 90 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 975,80 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Falciano43.981112.5031VII

La scossa danneggiò notevolmente l’abitato (1).

(1)
Ferrari G., Guidoboni E., Manenti E. e Postpischl D.
Catalogo dei terremoti, sismicità, organizzazione per i relativi programmi di indagine e terremoti distruttivi dell’Emilia-Romagna, in "Zone sismiche e sismicità in Emilia-Romagna. Programma per una strategia di difesa dai terremoti", Atti del Convegno, Bologna 10 luglio 1981, Regione Emilia-Romagna/CNR-PFG, pp.41-67.
Bologna 1982

GemmanoRN43.903312.5831VII

La perizia Valadier attesta danni al 62% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 2% crolli parziali, 16% danni gravi, 44% danni lievi. Gli edifici ecclesiastici furono gravemente danneggiati. Nella chiesa parrocchiale di S.Lorenzo dovevano essere rifatti i muri, che erano spiombati, e il campanile a torretta, crollato in gran parte. Nella canonica dovevano essere rifatti molti muri interni ed esterni e parte del tetto e dei solai. Questi lavori di riparazione furono stimati 1136 scudi. Furono inoltre danneggiate la chiesa di S.Angelo, che subì danni per 410 scudi; la chiesa di San Carlo, con danni valutati 260 scudi; l’oratorio di Santa Maria, che ebbe danni per 190 scudi; la chiesa di Santa Cristina, che subì danni per 41 scudi e la chiesa di S.Francesco di Monte Polino, con danni valutati 20 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 10617,20 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Il CrocifissoRN44.045312.5517VII

La perizia Valadier attesta danni al 92% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 2% crolli parziali, 31% danni gravi, 59% danni lievi. La chiesa di S.Andrea Appostolo e la canonica subirono danni per 100 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 3606,80 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

MarazzanoRN43.903612.5561VII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 22% danni gravi, 78% danni lievi. La chiesa della Beata Vergine del Pianto subì danni per 96.00. I danni all’intero paese furono stimati 757,60 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

MeletoRN43.866412.6833VII

La perizia Valadier attesta danni all’82% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 12% danni gravi, 70% danni lievi. La chiesa parrocchiale della Beata Vergine subì lievi danni, per la cui riparazione fu stimata una spesa di 8 scudi. La canonica subì danni più gravi, stimati 22,50 scudi. Subirono qualche lieve danno anche un oratorio, la chiesa della comunità e la chiesa della Compagnia del Santissimo Sacramento. I danni all’intero paese furono stimati 571,60 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Monte ColomboRN43.919712.5533VII

La perizia Valadier attesta danni al 50% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 7% danni gravi, 43% danni lievi. Il patrimonio ecclesiastico subì molti danni. Nella chiesa parrocchiale di S.Martino e nella sua canonica i muri erano stati fortemente danneggiati. Le spese di riparazione furono stimate 88 scudi. Furono inoltre danneggiate la chiesa della Compagnia del Santissimo Sacramento di Monte Colombo, che subì danni per 110 scudi; la chiesa di S.Carlo, per le cui riparazioni fu preventivata una spesa di 3,60 scudi; l’oratorio di San Marco, che subì gravi danni, valutati pari a 280 scudi, e l’oratorio di S.Rocco, che subì pochi danni, valutati 7,20 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 5908,20 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Montefiore ConcaRN43.888912.6106VII

Sono testimoniati gravi danni al castello, non meglio specificati (1).

(1)
Breve ragguaglio dell’orrendo terremoto accaduto li 25 Decembre 1786 nella città di Rimini e castelli annessi.
Cesena 1787

MontegridolfoRN43.858112.6894VII

La perizia Valadier attesta danni al 64% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 12% danni gravi, 52% danni lievi. La chiesa parrochiale di S.Pietro subì danni ai muri e al tetto per 65 scudi. Fu inoltre lievemente danneggiata la chiesa di S.Rocco, per le cui riparazioni fu stimata una spesa di 7,50 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1044,10 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Monte TauroRN43.958912.5717VII

La perizia Valadier attesta danni al 96% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 14% danni gravi, 82% danni lievi. La chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Maria e alla martire S.Innocenza, e nella sua canonica furono rilevati gravi danni ai muri, ai tetti, ai solai e varie lesioni. I lavori di riparazione furono stimati 233 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1473,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Morciano di RomagnaRN43.912812.6458VII

La perizia Valadier attesta danni al 97% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 20% danni gravi, 77% danni lievi. I danni all’intero paese furono stimati 422,30 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

PassanoRN43.952512.5956VII

La perizia Valadier attesta danni al 95% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 1% crolli parziali, 20% danni gravi, 74% danni lievi. La Chiesa Parrocchiale di S.Giovanni Battista subì gravi danni: parte dei muri crollò; furono rilevate molte lesioni; nella canonica furono danneggiati i muri, le volte dei soffitti e i camini. I lavori di riparazione furono valutati 230 scudi. Subì inoltre lievi danni la chiesa detta della Beata Vergine di Passano, per le cui riparazioni fu stimata una spesa di 16 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 2209,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

PietracutaPU43.953112.3708VII

Una fonte giornalistica del tempo ricorda il crollo di una casa colonica (1).

(1)
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787

RiccioneRN44.000612.6586VII

La perizia Valadier attesta danni all’81% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 6% crolli parziali, 5% danni gravi, 70% danni lievi.
La chiesa Parrocchiale di S.Martino e la canonica subirono forti danni ai muri, per le cui riparazioni fu preventivata una spesa di 252 scudi. Subì inoltre danni valutati 109 scudi la cappella con la casa annessa dei Padri Agostiniani di Rimini. I danni furono complessivamente valutati 2092,20 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

SaludecioRN43.872212.6683VII

La perizia Valadier attesta danni al 68% degli edifici del paese, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 16% danni gravi, 52% danni lievi; e al 67% degli edifici del territorio circostante, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 8% danni gravi, 59% danni lievi. Il patrimonio ecclesiastico fu fortemente danneggiato. Nella chiesa parrocchiale di S.Biagio, dovevano essere ricostruiti i muri laterali, gran parte della facciata, il campanile. La canonica subì molti danni. I lavori di riparazione furono valutati 1060 scudi. Furono inoltre danneggiate altre 19 chiese, delle quali quella che aveva subito i danni più gravi, valutati 251 scudi, fu la chiesa di S.Bartolomeo con l’annesso monastero benedettino. I danni riguardarono in particolare i muri, che erano in parte crollati e divenuti pericolanti. Le altre 18 chiese danneggiate avevano subito danni minori. Inoltre una torre crollò in parte, e per la sua riparazione fu stimata una spesa di 130 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 4245,60 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Giovanni in MarignanoRN43.938112.7119VII

La perizia Valadier attesta danni al 57% degli edifici, di cui: 1% crolli totali, 2% crolli parziali, 8% danni gravi, 46% danni lievi. La chiesa parrocchiale di S.Giovanni subì molte lesioni, in particolare al campanile. L’annesso convento cistercense subì molti danni. I lavori di riparazione furono stimati 205 scudi. Furono inoltre danneggiate la chiesa di San Gregorio in Conca e la chiesa della Beata Vergine, e gli oratori della Beata Vergine del Monte e del Santissimo Crocifisso. I danni a questi edifici ecclesiastici non furono gravi. Furono inoltre danneggiate due torri della comunità e un fortilizio, per le cui riparazioni fu stimata una spesa 40 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 2156,85 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Lorenzo in CorreggianoRN44.005812.5811VII

La perizia Valadier attesta danni al 97% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 25% danni gravi, 72% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la canonica furono gravemente danneggiate: le spese di riparazione furono stimate 364 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1815,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San Lorenzo in StradaRN44.002212.6333VII

La perizia Valadier attesta danni al 92% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, 6% crolli parziali, 8% danni gravi, 78% danni lievi. La chiesa parrocchiale, la canonica e una sua casa colonica subirono molti danni, valutati146 scudi. Fu inoltre daneggiata una torre di proprietà della comunità di Rimini. I danni all’intero paese furono stimati 946,10 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San PaoloRN44.003912.4678VII

La perizia Valadier attesta danni all’88% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 27% danni gravi, 61% danni lievi. La chiesa parrocchiale subì gravi danni: dovevano essere ricostruiti un muro laterale e due muri dell’altare maggiore; nella canonica dovevano essere rifatti alcuni pezzi di muro e i camini e riparato il tetto. Questi lavori furono valutati 465 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1008,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San PatrignanoRN43.980812.5564VII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 12% danni gravi, 88% danni lievi.
La chiesa parrocchiale di S.Bartolomeo subì qualche danno, che fu valutato 21 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 591,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San SavinoRN43.938312.5956VII

La perizia Valadier attesta danni al 90% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 17% danni gravi, 73% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la sua canonica subirono gravi danni, che furono valutati 300 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 2063,40 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Sant’Andrea in CasaleRN43.927512.6514VII

La perizia Valadier attesta danni al 68% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 25% danni gravi, 43% danni lievi. La chiesa parrocchiale subì qualche danno, che fu valutato 35 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 660,90 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Sant’Andrea in PatrignanoRN43.986412.6233VII

La perizia Valadier attesta danni al 93% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 19% danni gravi, 74% danni lievi. La chiesa parrocchiale subirono molti danni, che furono valutati 300 scudi. Subì inoltre qualche lieve danno, valutato 11,50 scudi, la chiesa dei Ss.Sebastiano e Rocco. I danni all’intero paese furono stimati 1150,50 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Sant’AquilinaRN44.011712.5292VII

La perizia Valadier attesta danni al 90% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 18% danni gravi, 72% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la sua canonica subirono danni valutati 198 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 1831,25 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

San VitoRN44.082512.4578VII

La perizia Valadier attesta danni al 96% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 31% danni gravi, 65% danni lievi. La chiesa parrocchialee la sua canonica subirono danni per 170 scudi. I danni all’intero paese furono stimati (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

SpadaroloRN44.051412.5147VII

La perizia Valadier attesta danni al 100% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 21% danni gravi, 79% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la sua canonica subirono molti danni, valutati 286 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 3395,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

BellariaRN44.150612.4564VI-VII

La perizia Valadier attesta danni al 34% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 6% danni gravi, 28% danni lievi. La chiesa parrocchiale di Santa Margherita e la canonica subirono danni non gravi: dovevano essere rifatti alcuni pezzi di muro e dovevano essere apposte varie chiavi di ferro, lavori per i quali era stata preventivata una spesa di 22 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 322,70 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CerretoRN43.859212.6292VI-VII

La perizia Valadier attesta danni al 63% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 2% danni gravi, 61% danni lievi. La chiesa parrocchiale di S.Salvatore non subì danni. Subì qualche lieve danno, stimato 3 scudi, l’annessa chiesa di Santo Stefano. I danni all’intero paese furono stimati 59,40 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

CesenaFC44.138912.2431VI-VII

La scossa fu avvertita con spavento dalla popolazione che fuggì dalle case. Le fonti menzionano i seguenti danni: crollo di camini; danni alla torre del vescovato e alla torre di casa Locatelli (detta torre Tiberti), che furono demolite nel marzo successivo; danni alla chiesa dei Celestini, che dovette essere assicurata con chiavarde; danni diffusi agli edifici. Non ci furono vittime (1).

(1)
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.31, Carlo Antonio Andreini, Memorie di Cesena cavate da monumenti antichi da me don Carl’Antonio Andreini cesenate, 16 voll., secc.XVIII-XIX.
0018
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.16, Mauro Verdoni, Mario Antonio Fabbri e Eduardo Fabbri, Memorie di Cesena, 2 voll., secc.XVIII-XIX.
0018
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, XXXI, 23, Notizie dei terremoti avvenuti in Cesena e luoghi limitrofi, sec.XIX.
0019
Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena, Manoscritti, 164.94, Mauro Guidi, Il giornale scritto da me Mauro Guidi da Cesena, 4 voll., secc.XVIII-XIX.
0018
Notizie Diverse, 1787.01.05, n.1.
Cremona 1787

MoscoloRN43.924712.68VI-VII

La perizia Valadier attesta danni al 53% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 1% danni gravi, 52% danni lievi. La chiesa di S.Anna e la canonica subirono qualche lieve danno ai muri, per le cui riparazioni fu stimata una spesa di 16 scudi. I danni all’intero paese furono stimati 2156,85 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

PesaroPU43.904412.905VI-VII

La scossa fu avvertita fortemente con spavento della popolazione; sono attestati danni al palazzo apostolico (1).

(1)
Notizie del Mondo, 1787.01.03, n.1.
Venezia 1787
Diario Estero, 1787.01.26, n.1259.
Roma 1787
Notizie Diverse, 1787.01.05, n.1.
Cremona 1787
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Memoriali e biglietti, b.246 (1787), Nota della Segreteria di Stato al tesoriere generale monsignor Ruffo, Roma 6 gennaio 1787.
1787
Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986

San LeoPU43.896112.3447VI-VII

La scossa causò danni alla fortezza (1).

(1)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Particolari, vol.272, Lettera dell’architetto Giuseppe Valadier al segretario di Stato cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, Rimini 14 giugno 1787.
1787
Daltri A.
La singolarità del caso riminese: due perizie per lo stesso terremoto, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.63-78.
Bologna 1986

Santa Maria PietrafittaRN43.925812.7203VI-VII

La perizia Valadier attesta danni al 43% degli edifici, di cui: nessun crollo totale, nessun crollo parziale, 2% danni gravi, 41% danni lievi. La chiesa parrocchiale e la canonica subirono lievi danni, valutati 20 scudi (1).

(1)
Archivio di Stato Rimini, Comune, AP 618-620, Giuseppe Valadier, Perizie dei danni causati alla città di Rimino, alle case delle venticinque parrocchie del Bargellato e alli castelli del Contado dal tremuoto nella notte delli 24 decembre dell’anno MDCCLXXXVI, distese per ordine della Santità di Nostro Signore papa Pio Sesto felicemente regnante ed alla medesima umiliate dall’architetto Giuseppe Valadier, 3 voll., 1787.
1787
Ferrari G.
Le perizie Morigia e Valadier, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.103-122.
Bologna 1986

Savignano sul RubiconeFC44.091412.3989VI-VII

Giornali dell’epoca riportarono la notizia di gravi danni e vittime (1); fonti attendibili hanno consentito invece di ridimensionare gli effetti: vi furono danni limitati (2);.

(1)
Notizie del Mondo, 1787.01.20, n.6.
Venezia 1787
Gazzetta Universale, 1787.01.13, n.4.
Firenze 1787
(2)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986

Serravalle43.970612.4819VI-VII

La scossa danneggiò notevolmente la chiesa parrocchiale, il campanile e il "casone" pubblico, che necessitarono di urgenti restauri (1).

(1)
Camassi R., Postpischl D. e Sangiorgi A.
Il terremoto riminese del 25 Dicembre 1786, in "San Marino e il Terremoto", a cura di D.Postpischl, pp.139-156.
Bologna 1991

VerucchioRN43.982512.4222VI-VII

Sono attestati danni (1).

(1)
Camassi R., Postpischl D. e Sangiorgi A.
Il terremoto riminese del 25 Dicembre 1786, in "San Marino e il Terremoto", a cura di D.Postpischl, pp.139-156.
Bologna 1991

Borgo Maggiore43.940312.4481VI

La scossa lesionò gravemente una casa situata all’angolo della piazza, che divenne pericolante, costituendo un pericolo per i passanti (1).

(1)
Camassi R., Postpischl D. e Sangiorgi A.
Il terremoto riminese del 25 Dicembre 1786, in "San Marino e il Terremoto", a cura di D.Postpischl, pp.139-156.
Bologna 1991

RoncofreddoFC44.041412.3181VI

La scossa causò leggeri danni (1).

(1)
Camassi R., Postpischl D. e Sangiorgi A.
Il terremoto riminese del 25 Dicembre 1786, in "San Marino e il Terremoto", a cura di D.Postpischl, pp.139-156.
Bologna 1991

San Marino43.936112.4494VI

La scossa causò leggeri danni al monastero delle Clarisse (1). Giornali dell’epoca riportarono la notizia che la località fosse rimasta in gran parte sepolta sotto le rovine (2); fonti attendibili hanno consentito invece di ridimensionare gli effetti (3).

(1)
Vannucci G.
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 d’Italia scosse orribilmente la Città di Rimini, e varj Paesi vicini, edizione terza.
Cesena 1787
(2)
Notizie Diverse, 1787.01.05, n.1.
Cremona 1787
Notizie del Mondo, 1787.01.13, n.4.
Venezia 1787
(3)
Guidoboni E.
Natale 1786, in "Il terremoto di Rimini e della costa romagnola: 25 dicembre 1786. Analisi e interpretazione", a cura di E.Guidoboni e G.Ferrari, pp.17-34.
Bologna 1986

FanoPU43.836713.0175V

La scossa fu avvertita fortemente; non sono segnalati danni (1).

(1)
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.15, a.8, n.3.
Milano 1787

ForlìFC44.216712.0492V

La scossa fu avvertita molto fortemente, con spavento della popolazione; non sono ricordati danni (1).

(1)
Guarini F.
I terremoti a Forlì in varie epoche.
Forlì 1880
Archivio di Stato di Forlì, Comune, Consigli generali e segreti, vol.237 (1786-1791), Verbale della seduta del Consiglio segreto del 29 dicembre 1786.
1786

FossombronePU43.688112.81V

La scossa fu avvertita fortemente, ma non causò danni (1).

(1)
Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone, Manoscritti, Modesto Morosini, Memorie storiche di Forsemprone raccolte, e compilate dal dottor Modesto Morosini della medesima Città, 3 voll., sec.XIX.
0019

ImolaBO44.353311.7139V

La scossa fu avvertita fortemente, ma non causò danni (1).

(1)
Archivio Storico Comunale di Imola, Campioni del Comune, vol.66 (1784-1787), cc.358v-359r, Nota sul terremoto del 25 dicembre 1786.
1786

MontemontanaroPU43.741412.8222V

La scossa fu avvertita fortemente, ma non causò danni (1).

(1)
Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone, Manoscritti, Sebastiano Vici, Notizie o vero memorie scritte da me Sebastiano Vici dal Palazzo al presente pievano di questo Castello di Monte Montanaro m[a]no prop[ria], sec.XVIII.
0018

RavennaRA44.416912.1983V

La scossa fu avvertita fortemente con spavento della popolazione; non sono ricordati danni (1).

(1)
Uccellini P.
Dizionario storico di Ravenna e di altri luoghi di Romagna (ristampa anastatica, Bologna 1968).
Ravenna 1855
Biblioteca Comunale Classense di Ravenna, Manoscritti, 3.4.C, Benedetto Fiandrini, Annali ravennati dalla fondazione della città sino alla fine del secolo XVIII [...] compilati da don Benedetto Fiandrini monaco casinense di San Vitale di Ravenna, 4 voll., sec.XVIII.
0018

SenigalliaAN43.713913.2231V

La scossa fu avvertita fortemente; non sono segnalati danni (1).

(1)
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.15, a.8, n.3.
Milano 1787

VicenzaVI45.548911.5492V

La scossa fu avvertita fortemente. Una sola fonte, Favetta (1816) (1), menziona caduta di camini e suppellettili e suono di campane; le altre fonti definiscono semplicemente le scosse come forti (2).

(1)
Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 22.10.13, A.Arnaldi Tornieri, Memorie di Vicenza, del conte Arnaldo I.º Arnaldi Tornieri, che cominciano dall’anno 1767 18 giugno, e terminano nel 1822, sec.XIX.
1767
(2)
Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 22.10.13, A.Arnaldi Tornieri, Memorie di Vicenza, del conte Arnaldo I.º Arnaldi Tornieri, che cominciano dall’anno 1767 18 giugno, e terminano nel 1822, sec.XIX.
1767
Piovene G.
Cronaca dei terremoti a Vicenza, in "Annali dell’Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.45-57.
Roma 1888

BolognaBO44.497811.3397IV-V

La scossa, della durata di circa 20s, fu avvertita assai sensibilmente e con paura dalla popolazione; non sono menzionati danni (1).

(1)
Bologna, 1786.12.29, n.52.
Bologna 1786
Bologna, 1787.01.02, n.1.
Bologna 1787
Bologna, 1787.01.16, n.3.
Bologna 1787
Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Manoscritti, B.80-91, Domenico Maria d’Andrea Galeati, Diario e memorie varie di Bologna dall’anno 1550 all’anno 1796, 12 voll., sec.XVIII.
0018
Notizie del Mondo, 1787.01.06, n.2.
Venezia 1787
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.08, a.8, n.2.
Milano 1787

FaenzaRA44.287811.8811IV

La scossa fu avvertita sensibilmente (1).

(1)
Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, Manoscritti, 91, Cronaca faentina dal 1.o gennaio 1785 al 28 dicembre 1792, sec.XVIII.
0018

FermoAP43.160313.7156IV

La scossa fu avvertita sensibilmente (1).

(1)
Moreschini M.
Ragionamento storico-filosofico sul tremuoto accaduto in Camerino il dì 28 luglio 1799.
Camerino 1802
Vannucci G.
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 d’Italia scosse orribilmente la Città di Rimini, e varj Paesi vicini, edizione terza.
Cesena 1787
Ferrari G., Guidoboni E. e Postpischl D.
The Rimini earthquake of December 25, 1786, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.68-69.
Roma 1985

PadovaPD45.406411.8758IV

La scossa fu avvertita sensibilmente (1).

(1)
Gennari G.
Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall’anno 1739 all’anno 1800, a cura di L.Olivato, 2 voll.
[Padova] 1982
Toaldo G.
Osservazioni meteorologiche per l’anno 1786, in "Giornale Astrometeorologico per l’anno 1788".
Venezia 1788

ParmaPR44.800610.3286IV

La scossa fu avvertita da molte persone (1).

(1)
Archivio dell’Osservatorio Meteorologico di Parma, B.V.1/2, Ubaldo Bianchi, Osservazioni meteorologiche dal 1772 al 1821.
1772

VeneziaVE45.437512.3353IV

La scossa fu avvertita sensibilmente (1).

(1)
Notizie del Mondo, 1787.01.03, n.1.
Venezia 1787
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Provenienze Diverse, 401/B, D.Fracasso, Memorie venete, 3 voll., sec.XVIII.
0018
Toaldo G.
Osservazioni meteorologiche per l’anno 1786, in "Giornale Astrometeorologico per l’anno 1788".
Venezia 1788

CamaioreLU43.939710.3036III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Biblioteca Statale di Lucca, Manoscritti, 2771, Pierantonio Butori, Tavole delle giornaliere osservazioni meteorologiche fatte dal Can. Pier Antonio Butori di Camaiore, 1777-1832.
1777

FerraraFE44.835611.6183III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Gazzetta Enciclopedica di Milano, 1787.01.08, a.8, n.2.
Milano 1787

FirenzeFI43.777211.2486III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Hoff K.E.A. von
Chronik der Erdbeben und Vulcanausbrüche, zweiter Theil vom Jahre 1760 bis 1805, und von 1821 bis 1832 n. Chr. geb., in "Geschichte der durch Überlieferung nachgewiesenen natürlichen Veränderungen der Erdoberfläche", Theil 5.
Gotha 1841

GenovaGE44.41928.8975III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Moreschini M.
Ragionamento storico-filosofico sul tremuoto accaduto in Camerino il dì 28 luglio 1799.
Camerino 1802
Vannucci G.
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 d’Italia scosse orribilmente la Città di Rimini, e varj Paesi vicini, edizione terza.
Cesena 1787
Ferrari G., Guidoboni E. e Postpischl D.
The Rimini earthquake of December 25, 1786, in "Atlas of Isoseismal Maps of Italian Earthquakes", a cura di D.Postpischl, CNR-PFG, Quaderni de «La Ricerca Scientifica», n.114, vol.2A, pp.68-69.
Roma 1985

MantovaMN45.151910.775III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Bologna, 1787.01.02, n.1.
Bologna 1787
Hoff K.E.A. von
Chronik der Erdbeben und Vulcanausbrüche, zweiter Theil vom Jahre 1760 bis 1805, und von 1821 bis 1832 n. Chr. geb., in "Geschichte der durch Überlieferung nachgewiesenen natürlichen Veränderungen der Erdoberfläche", Theil 5.
Gotha 1841
Gazzetta di Mantova, 1786.12.29, n.52.
Mantova 1786
De Rossi M.S.
Documenti raccolti dal defunto Conte Antonio Malvasia per la storia dei terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d’Italia, in "Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei", vol.5, pp.169-289.
Roma 1889

TriesteTS45.656113.7842III

La scossa fu avvertita leggermente (1).

(1)
Terremoti, in "L’Archeografo Triestino. Raccolta di opuscoli e notizie per Trieste e per l’Istria", vol.1, p.20.
Trieste 1829
Vannucci G.
Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto che nella notte del dì 24 venendo il 25 dicembre dell’anno 1786 dopo le ore 9 d’Italia scosse orribilmente la Città di Rimini, e varj Paesi vicini, edizione terza.
Cesena 1787

Faetano43.925812.5003EE