The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading
Date | Time | Lat | Lon | Rel | Io | Imax | Sites | Nref | Me | Rme | Location | Country |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
05 11 1659 | 22:15 | 38.7 | 16.25 | b | 10 | 10 | 127 | 0144 | 6.6 | ! | Calabria centrale | Italy |
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(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1659 11 05 22:15 38.70 16.25 10.0 10.0 118 104 Calabria centrale
PFG 1659 11 05 00:30 38.75 16.25 10.0 - - - Pizzo Calabro
PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING
State of earthquakes review
Per cogliere il maggior numero di elementi utili per valutare gli effetti di questo terremoto e per delinearne il contesto sociale, la ricerca è stata indirizzata a reperire i carteggi intercorsi tra le varie presenze istituzionali locali (pubbliche ed ecclesiastiche) e i poteri centrali. Per questa ragione le sedi privilegiate della ricerca documentaria sono state lArchivo General de Simancas, lArchivio di Stato di Napoli e lArchivio Segreto Vaticano.
Larchivio di Simancas conserva i carteggi relativi ai rapporti politico-amministrativi intercorsi tra la Spagna e i suoi domini italiani. Nel fondo "Secretarías Provinciales" è stato reperito un documento di grande interesse. Si tratta del rapporto inviato alla corte spagnola il 29 novembre 1659 dal viceré di Napoli, conte di Peñaranda, a cui sono allegate le copie delle lettere spedite a Napoli dal padre generale del convento di S.Domenico di Soriano e dal preside della provincia di Calabria Ultra Francisco Velasquez. Questultimo documento è accompagnato da una estesa relazione nella quale sono raccolte numerose e dettagliate notizie, tratte dai dispacci provenienti direttamente dai sindaci e dagli amministratori delle "università" colpite dal terremoto (1). Nello stesso fondo è inoltre conservato il carteggio relativo alla richiesta di aiuti economici presentata alla corte spagnola dai frati domenicani di Soriano per la ricostruzione del loro convento (2).
La ricerca condotta presso lArchivio di Stato di Napoli ha riguardato i fondi documentari del Consiglio Collaterale, della Segreteria dei Viceré e della Regia Camera della Sommaria. Nellarchivio del Consiglio Collaterale è stato reperito il mandato relativo allincarico conferito a Donato Antonio de Marinis, presidente della Regia Camera della Sommaria, di verificare "in loco" i danni causati dal terremoto e le conseguenze prodotte sulle popolazioni (3). Nello stesso fondo sono inoltre conservate le pratiche relative alle moratorie nei pagamenti fiscali richieste dai titolari dei feudi di Arena e Satriano (4).
Larchivio dei Viceré è stato distrutto quasi completamente durante la Seconda Guerra Mondiale; ciò che resta è una raccolta di suppliche, ordini e consulte estremamente eterogenea, in cui non cè traccia delle relazioni settimanali che De Marinis avrebbe dovuto inviare al viceré; è stata reperita solo la lettera che egli spedì da Pizzo, appena giunto in Calabria, prima di iniziare la ricognizione vera e propria. Tra i documenti residui sono invece conservate le richieste di aiuti pervenute alla segreteria vicereale dal padre provinciale dei francescani riformati e dai frati del convento di Stignano e una consulta negativa della Camera della Sommaria sulla richiesta delluniversità di Paola di dilazioni nei pagamenti fiscali (5).
Nellarchivio della Camera della Sommaria (serie "Consultationum") è stato rinvenuto un documento relativo al pagamento delle competenze spettanti a De Marinis per la sua missione in Calabria, ma non sono stati reperiti documenti attestanti provvedimenti generali di concessione di moratorie o esenzioni fiscali (6). Sono state anche analizzate le pratiche della serie Materia feudale relative alla Calabria Ultra, che contengono tutti gli atti preparatori per la determinazione della tassa della successione feudale. Alla morte del feudatario, colui che succedeva doveva pagare una tassa pari alla metà delle entrate del feudo durante lultimo anno di vita del suo predecessore, presentando tutti gli atti dimostrativi della rendita e degli eventuali danni o spese subiti in passato. La ricerca ha dato esito positivo per quanto riguarda il "relevio" presentato nel 1661 dal marchese Andrea Concublet alla morte del fratello Domenico sul feudo di Arena (7). Riferimenti ai danni causati dal terremoto sono inoltre contenuti nel "quindenio" pagato nel 1664 dai monaci di Santo Stefano del Bosco per la terra di Montepaone (8).
Presso lArchivio Segreto Vaticano sono state vagliate le "relationes ad limina" relative alle diocesi calabresi conservate nel fondo della Sacra Congregazione del Concilio. Sono stati trovati riscontri positivi in varie relazioni dei vescovi di Catanzaro, Gerace, Isola di Capo Rizzuto, Mileto e Squillace (9). In particolare di grande valore attestativo è la relazione del vescovo di Squillace Rodolfo Dolcino, datata 20 giugno 1661, ma redatta nel corso dei mesi precedenti durante le visite effettuate nei paesi della diocesi, in cui sono descritti i danni riscontrati negli edifici ecclesiastici di Squillace e nelle varie sedi parrocchiali.
È stata inoltre analizzata la documentazione dellarchivio della Segreteria di Stato. Nella serie Vescovi sono state reperite due lettere del vescovo di Catanzaro Filippo Visconti, datate 12 e 20 novembre 1659, che riferiscono dei danni a Catanzaro e riportano gli elenchi dei paesi più colpiti dal terremoto, desunti dalle notizie pervenute alla Regia udienza (10). Nella serie Nunziatura di Napoli sono stati reperiti numerosi dispacci del nunzio apostolico Giulio Spinola al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, in cui si riferiscono dettagliatamente le notizie pervenute a Napoli dalla Calabria e i provvedimenti adottati dal governo centrale per far fronte allemergenza (11). Di notevole valore informativo sono risultate soprattutto le copie di due estese relazioni scritte dal padre priore dei carmelitani scalzi di Catanzaro e da un ecclesiastico di Nicastro che furono allegate ai dispacci del nunzio (12).
Tra le fonti inedite va infine ricordata una lettera scritta da un anonimo ecclesiastico di Terranova pochi giorni dopo il terremoto, conservata in un codice miscellaneo della Biblioteca Apostolica Vaticana (Vaticani Latini, 10444) (13).
La principale fonte edita, a cui fa riferimento direttamente o indirettamente tutta la tradizione della sismologia storica, è la relazione ufficiale di De Marinis (1660) (14). Questo documento, presentato al viceré al ritorno di De Marinis dalla Calabria nel marzo 1660 e pubblicato nellaprile successivo, fornisce informazioni dettagliate sulle vittime e sui danni alle costruzioni: non solo case ed edifici di rilievo (chiese, monasteri, conventi, castelli, palazzi baronali), ma anche strutture produttive come mulini, "trappeti" (frantoi), "battendieri" (gualchiere). Il testo è inoltre corredato dai dati precisi sulla numerazione dei fuochi di tutte le località visitate e sulla situazione fiscale di ogni università, sia nei confronti dellerario statale, sia nei confronti degli assegnatari.
Informazioni utili sono contenute nellanonima "Brieve relatione" (1660) (15), stampata a Palermo sulla base di lettere provenienti dalle località calabresi, in cui sono state tra laltro reperite notizie sui danni subiti da alcune località dellarea ionica che non furono visitate da De Marinis. Il terremoto è ampiamente ricordato nelle opere memorialistiche coeve di Lembo (1665) (16), DAmato (1670) (17) e Martire (ed. 1973). Di scarso rilievo informativo sono invece i riferimenti al terremoto di Riccioli (1669) (18) e Mezzavacca (1672) (19).
È stata analizzata la bibliografia memorialistica e storiografica riguardante la Calabria a partire dalla fine del Seicento, che non ha prodotto su questo terremoto contributi significativi. Fanno eccezione gli studi di Occhiato (1976 (20), 1977 (21)) sulla chiesa dellabbazia della SS.Trinità di Mileto, e di Zinzi (1991) (22) sulla cattedrale di Gerace, in cui si analizzano su base documentaria i danni causati dal terremoto e i conseguenti lavori di ricostruzione e di ripristino.
Il terremoto è ricordato nei repertori di eventi sismici pubblicati a partire dalla fine del XVII secolo (Magnati 1688 (23); Bonito 1691 (24); Uberte Balaguer 1697 (25)), e nei cataloghi moderni (Capocci 1861 (26); Mercalli 1883 (27), 1897 (28); Baratta 1901 (29)).
Note
(1)Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Lettera del viceré di Napoli conte di Peñaranda al Re di Spagna relativa ai danni causati nella provincia di Calabria Ultra dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 29 novembre 1659.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Lettera del preside della provincia di Calabria Ultra Francisco Velazquez al viceré di Napoli conte di Peñaranda relativa ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Catanzaro 19 novembre 1659.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Ristretto delle relazioni inviate dalle Università della provincia di Calabria Ultra sui danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, novembre 1659.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Relazione del padre generale del convento di San Domenico di Soriano Calabro al viceré di Napoli sui danni causati alla chiesa e al convento dal terremoto del 5 novembre 1659, novembre 1659.
(2)
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Lettera del reggente Jacome Capeche Galeota al Re di Spagna relativa alla richiesta di fondi per la ricostruzione del convento di San Domenico di Soriano Calabro danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, Madrid 24 luglio 1660.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Copia di un capitolo della relazione del presidente Donato Antonio de Marinis al viceré di Napoli relativo ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659 a Soriano Calabro, luglio 1660.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Consulta del Consiglio dItalia relativa alla richiesta di fondi per la ricostruzione del convento di San Domenico di Soriano Calabro danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, Madrid 24 luglio 1660.
(3)
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.533 (1659), Mandato del Consiglio Collaterale al presidente Donato Antonio De Marinis di recarsi con pieni poteri nella provincia di Calabria Ultra per verificare i danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659 e assumere i provvedimenti necessari, Napoli 29 novembre 1659.
(4)
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Consiglio, Notamenti, vol.63 (1659), Notamento relativo alla richiesta del marchese di Arena di dilazioni nei pagamenti fiscali in seguito ai danni causati nel suo feudo dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 3 dicembre 1659.
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Consiglio, Notamenti, vol.64 (1660), Notamento relativo alla richiesta del principe di Satriano di dilazioni nei pagamenti fiscali in seguito ai danni causati nel suo feudo dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 11 marzo 1660.
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Consiglio, Notamenti, vol.64 (1660), Notamento relativo alla richiesta di Francesco Marzano affittuario del feudo di Arena di dilazioni nei pagamenti in seguito ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 8 giugno 1660.
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.538 (1660), Decreto del Consiglio Collaterale relativo alla concessione al principe di Satriano di un anno di dilazione nel pagamento dei suoi debiti in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 8 aprile 1660.
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.537 (1660), Decreto del Consiglio Collaterale relativo alla concessione al marchese di Arena di un anno di dilazione nel pagamento dei suoi debiti in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 16 aprile 1660.
Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.538 (1660), Decreto del Consiglio Collaterale relativo alla concessione al capitano Francesco Marzano di un anno di dilazione nel pagamento dellaffitto del feudo di Arena in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 16 giugno 1660.
(5)
Archivio di Stato di Napoli, Viceré, Scritture diverse della Segreteria, fascio 243 (1660), Supplica del provinciale dei Francescani di Calabria Ultra relativa alla richiesta di catene di ferro per riparare i dieci conventi dellordine danneggiati dal terremoto del 5 novembre 1659, gennaio 1660.
Archivio di Stato di Napoli, Viceré, Scritture diverse della Segreteria, fascio 243 (1660), Supplica dei Francescani di Stignano relativa alla richiesta di catene di ferro per riparare il convento gravemente danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, 23 dicembre 1659.
Archivio di Stato di Napoli, Viceré, Scritture diverse della Segreteria, fascio 250 (1660), Consulta negativa della Camera della Sommaria sulla richiesta dellUniversità di Paola di dilazioni nei pagamenti fiscali, Napoli 10 luglio 1660.
(6)
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Ruote, Consultationum, vol.57 (1659-1660), Consulta relativa al pagamento delle competenze spettanti al presidente Donato Antonio De Marinis per la missione in Calabria per verificare i danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 1660.
(7)
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Nota delle entrate del feudo di Arena denunciate alla Regia Corte dal marchese Andrea Concublet, Napoli 1662.
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Nota delle spese sostenute per la manutenzione delle prorietà del feudo di Arena denunciate alla Regia Corte dal marchese Andrea Concublet, Napoli 1662.
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Fede del tesoriere del feudo di Arena sulla diminuzione dei censi enfiteutici in seguito ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Arena 12 agosto 1662.
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Fede del sindaco e degli eletti di Arena sulla diminuzione dei censi enfiteutici in seguito ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Arena 15 agosto 1662.
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Liquidazione del relevio presentato dal marchese Andrea Concublet alla Camera della Sommaria sul feudo di Arena, Napoli 1662.
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Comunicazione della Camera della Sommaria al marchese Andrea Concublet relativa al relevio presentato sul feudo di Arena, Napoli 1662.
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Nota della Camera della Sommaria relativa alla liquidazione del relevio presentato dal marchese Andrea Concublet sul feudo di Arena, Napoli 1662.
(8)
Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.361, fasc.5 (1664), Deposizioni giurate di alcuni abitanti di Montepaone sulla diminuzione delle entrate del feudo in seguito ai danni causati dal terremoto del 27 marzo 1638 e del 5 novembre 1659, Montepaone 8 febbraio 1670.
(9)
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.205 A, Catacensis I, Relatio status diocesis Catacensis, Catanzaro 23 settembre 1734.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.205 B, Catacensis II, Relatio status diocesis Catacensis, Catanzaro 19 maggio 1886.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.205 B, Catacensis II, Ristretto della Relatio status diocesis Catacensis, Roma 18 agosto 1886.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.390 A, Hieracensis I, Relatio status diocesis Hieracensis, 1744.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes, b.390 A, Diocesi di Gerace.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.401, Insulana, Relatio status diocesis Insulana, Isola di Capo Rizzuto 15 febbraio 1670.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.401, Insulana, Relatio status diocesis Insulana, Isola di Capo Rizzuto 28 marzo 1667.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.523 A, Miletensis I, Relazione del vescovo di Mileto Diego Castiglione Morelli alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Mileto 1º dicembre 1666.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.523 A, Miletensis I, Relazione del vescovo di Mileto Diego Castiglione Morelli alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Galatro 5 novembre 1663.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.523 A, Miletensis I, Relazione del vescovo di Mileto Diego Castiglione Morelli alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Mileto 25 aprile 1670.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.523 A, Miletensis I, Relazione del vescovo di Mileto Diego Castiglione Morelli alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Mileto 5 maggio 1673.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.764 A, Squillacensis I, Relatio de statu Ecclesiae Squillacensis, Roma 20 giugno 1661.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.764 A, Squillacensis I, Relatio status diocesis Squillacensis, Squillace 8 marzo 1668.
(10)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Vescovi e prelati, vol.44, Lettera del vescovo di Catanzaro Filippo Visconti al cardinale nipote Flavio Chigi, Catanzaro 12 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Vescovi e prelati, vol.44, Lettera del vescovo di Catanzaro Filippo Visconti al cardinale nipote Flavio Chigi, Catanzaro 20 novembre 1659.
(11)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 15 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 18 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 25 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 29 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 6 dicembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 9 dicembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 13 dicembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 30 dicembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 F, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 17 gennaio 1660.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 F, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 13 marzo 1660.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 F, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 10 aprile 1660.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 G, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 7 agosto 1660.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 G, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 10 agosto 1660.
(12)
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, "Copia di lettera scritta dal priore dei Carmelitani Scalzi di Catanzaro al padre provinciale in Napoli, con relatione de danni grandi fatti da terremoti, e de luoghi danneggiati" allegata al dispaccio del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi del 29 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, "Relatione delle notizie che sinhora si hanno de danni del terremoto succeduto nella Calabria a dì 5 novembre 1659" allegata al dispaccio del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi del 13 dicembre 1659.
(13)
Biblioteca Apostolica Vaticana, Manoscritti, Vaticani Latini, 10444, c.32, Relazione sul terremoto della Calabria del 5 novembre 1659, Terranova 8 novembre 1659.
(14)
De Marinis D.A.
Relatione fatta a S.E. sopra li danni che hanno patito molte Città, Terre, & Casali nella Provincia di Calabria ultra, per cagion del terremoto, che seguì la notte delli 5 di Novembre 1659.
Napoli 1660
(15)
Brieve relatione del Terremoto occorso nella Calabria e della rovina fatta in molte Terre, e Casali di essa Mercordì notte 5 di Novembre 1659 secondo gli avvisi venuti di colà.
Palermo 1660
(16)
Lembo A.
Cronica del convento di San Domenico in Soriano dallanno 1510 fin al 1664.
Napoli 1665
(17)
DAmato V.
Memorie historiche dellillustrissima, famosissima e fedelissima città di Catanzaro.
Napoli 1670
(18)
Riccioli G.B.
Chronologiae reformatae et ad certas conclusiones redactae, 4 voll.
Bologna 1669
(19)
Mezzavacca F.
De Terræmotu libellus in quo curiosa aperitur Terræmotus doctrina, & agitur de Terræmotu huius Anni 1672.
Bologna 1672
(20)
Occhiato G.
Cronologia, varianti e valori metrici della distrutta chiesa abbaziale della SS.Trinità di Mileto Vecchia in Calabria, in "Archivio Storico per la Calabria e la Lucania", a.43, pp.37-67.
Roma 1976
(21)
Occhiato G.
La Santissima Trinità di Mileto e larchitettura normanna meridionale.
Catanzaro 1977
(22)
Zinzi M.
Vicende costruttive della Cattedrale di Gerace: trasformazioni, alterazioni, restauri attraverso fonti archivistiche (secoli XVII-XX), in "Archivio Storico per la Calabria e la Lucania", a.58, pp.85-100.
Roma 1991
(23)
Magnati V.
Notitie istoriche de terremoti succeduti ne secoli trascorsi, e nel presente.
Napoli 1688
(24)
Bonito M.
Terra tremante, o vero continuatione de terremoti dalla Creatione del Mondo sino al tempo presente (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1980).
Napoli 1691
(25)
Uberte Balaguer A.M.
Los estragos del temblor, y subterranea conspiracion.
Napoli 1697
(26)
Capocci E.
Catalogo de tremuoti avvenuti nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie posti in raffronto con le eruzioni vulcaniche ed altri fenomeni cosmici, tellurici e meteorici, in "Atti del Reale Istituto dIncoraggiamento alle Scienze Naturali di Napoli", tomo 9, pp.337-421; tomo 10, pp.293-327.
Napoli 1861
(27)
Mercalli G.
Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1981).
Milano 1883
(28)
Mercalli G.
I terremoti della Calabria meridionale e del messinese, in "Memorie della Società Italiana delle Scienze (detta dei XL)", s.III, tomo 11, pp.117-266.
Roma 1897
(29)
Baratta M.
I terremoti dItalia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
Effects in the social context
I morti censiti ufficialmente furono 2.035, di cui: 496 a Panaia, 203 a Polia, 193 a Castelmonardo, 161 a Filogaso, 161 a Soriano Calabro, 71 a Gerocarne, 69 a Briatico, 67 a Chiaravalle Centrale, 66 a Olivadi, 64 a Stefanaconi, 63 a Vazzano e 53 a Vallelonga.
Le notizie delle distruzioni e delle vittime causate dal terremoto, giunte a Napoli con i dispacci del preside Francisco Velasquez, spinsero il viceré a inviare il presidente De Marinis nelle zone danneggiate per organizzare i soccorsi e informarlo sui danni verificati. Linviato, giunto in Calabria alla fine di dembre, trovò in molti luoghi la popolazione ancora completamente sbandata che viveva in stalle o in ricoveri demergenza; le strade di molti paesi erano ancora ingombre di macerie e gli abitati del tutto inagibili.
Dalla sua relazione finale, stesa nel marzo 1660, non si evincono informazioni sugli interventi messi in atto per il soccorso della popolazione e il ripristino di condizioni minime di abitabilità. Daltra parte, lanalisi della documentazione amministrativa, non ha fatto emergere alcun provvedimento generale di esenzione fiscale, ma solo interventi parziali sollecitati dal principe di Satriano e dal marchese di Arena, e limitati ai loro rispettivi feudi. È probabile che concessioni analoghe fossero accordate ad altre "terre", ma la documentazione non ne conserva memoria.
I danni del terremoto, sommati alla grave crisi post epidemia, resero molto difficile la situazione delle poverissime economie locali che dovettero anche affrontare i costi della ricostruzione. Una certa ripresa delle dinamiche economiche si avviò solo a partire dai primi anni del Settecento.
Concurrent natural and man-induced destructive events
Linsurrezione scoppiò in Calabria nel luglio 1647, seguendo di poco la rivolta di Masaniello a Napoli; riguardò inizialmente le città più grandi come Cosenza e Catanzaro, ma si estese in seguito a gran parte della regione assumendo i caratteri di una vera e propria rivolta popolare contro le vessazioni feudali. Gli ultimi focolai si spensero soltanto nove mesi dopo, nel marzo 1648, lasciando molte zone devastate dalle battaglie e dalle rapine dovute allinsorgere dei primi fenomeni di banditismo.
La pestilenza del 1656-57 colpì quasi tutte le regioni dellItalia centro-meridionale. Raggiunse inizialmente Napoli via mare, e si diffuse poi in gran parte del Regno causando quasi un milione di vittime. Molte campagne risultarono quasi abbandonate, e le condizioni delleconomia meridionale, basata soprattutto sullagricoltura, peggiorarono in modo drammatico. Anche il commercio fu quasi interrotto in seguito ai divieti imposti al trasporto delle merci. Nella Calabria Ultra i paesi più colpiti furono proprio quelli, che vennero in seguito danneggiati dal terremoto. A Squillace, Montepaone, Cardinale, Satriano e nelle zone circostanti il capo dAngitola, in particolare nei paesi di Rocca Angitola, Francavilla, Polia, Monterosso e Filogaso lepidemia causò un calo della popolazione superiore al 50%, ma anche in altre zone, come ad esempio Arena, Girifalco, Palermiti, i decessi furono molto numerosi (1).
Alcuni paesi avevano inoltre subito attacchi dei Turchi, con distruzioni dellabitato. Ad esempio il casale di Stallettì fu incendiato e razziato due volte pochi anni prima del terremoto (2).
Note
(1)Del Panta L.
Le epidemie nella storia demografica italiana (secoli XIV-XIX).
Torino 1980
(2)
De Marinis D.A.
Relatione fatta a S.E. sopra li danni che hanno patito molte Città, Terre, & Casali nella Provincia di Calabria ultra, per cagion del terremoto, che seguì la notte delli 5 di Novembre 1659.
Napoli 1660
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.764 A, Squillacensis I, Relatio de statu Ecclesiae Squillacensis, Roma 20 giugno 1661.
Elements of the local buildings
Le tecniche costruttive erano arcaiche e utilizzavano materiali poveri. Nella maggior parte dei paesi le case erano costruite con mattoni crudi di creta e fango, in qualche caso cementati con calce. Nei paesi della zona più alta delle Serre, vicini allarea dei boschi, come Brognaturo e Simbario, molte case erano in gran parte costruite in legno. Lo stato di conservazione di questo patrimonio edilizio, già di per sé vulnerabile, era alquanto precario. In alcuni paesi numerose abitazioni erano rimaste disabitate a causa della peste del 1656-57, e quindi prive di manutenzione. Situazioni particolari di degrado e fatiscenza degli edifici furono riscontrate da De Marinis nei paesi di Soriano Calabro e di Briatico.
Administrative historical affiliations
Social and economic effects
Dopo la scossa distruttiva del 5 novembre la popolazione abbandonò i paesi semidistrutti, alloggiando a lungo in ricoveri di fortuna esposta alle intemperie e alle ruberie dei banditi. I danni economici a breve termine riguardarono soprattutto la perdita delle provviste di cibo a Stefanaconi i superstiti poterono sfamarsi solo grazie al pane inviato loro dalla duchessa di Monteleone e il blocco quasi completo delle attività legate alla produzione dellolio e allartigianato della seta (1).
Note
(1)De Marinis D.A.
Relatione fatta a S.E. sopra li danni che hanno patito molte Città, Terre, & Casali nella Provincia di Calabria ultra, per cagion del terremoto, che seguì la notte delli 5 di Novembre 1659.
Napoli 1660
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Vescovi e prelati, vol.44, Lettera del vescovo di Catanzaro Filippo Visconti al cardinale nipote Flavio Chigi, Catanzaro 12 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Vescovi e prelati, vol.44, Lettera del vescovo di Catanzaro Filippo Visconti al cardinale nipote Flavio Chigi, Catanzaro 20 novembre 1659.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.764 A, Squillacensis I, Relatio de statu Ecclesiae Squillacensis, Roma 20 giugno 1661.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Ristretto delle relazioni inviate dalle Università della provincia di Calabria Ultra sui danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, novembre 1659.
Institutional and administrative response
Dalla sua relazione finale, stesa nel marzo 1660, non si evincono informazioni sugli interventi messi in atto per il soccorso della popolazione e il ripristino di condizioni minime di abitabilità. Daltra parte, lanalisi della documentazione amministrativa, non ha fatto emergere alcun provvedimento generale di esenzione fiscale, ma solo interventi parziali sollecitati dal principe di Satriano e dal marchese di Arena, e limitati ai loro rispettivi feudi. È probabile che concessioni analoghe fossero accordate ad altre "terre", ma la documentazione non ne conserva memoria.
Reconstructions and relocations
Anche la ricostruzione degli edifici ecclesiastici fu molto difficoltosa. Il Pontificio Collegio greco di Roma, a cui era da tempo aggregata labbazia della SS.Trinità di Mileto, avviò quasi immediatamente la ricostruzione della chiesa. Tuttavia, a causa degli enormi costi che lopera comportava, fu deciso un drastico ridimensionamento delle dimensioni delledificio; cionostante i lavori si protrassero dal 1660 al 1698 (2). La ricostruzione della cattedrale e del palazzo vescovile di Mileto impegnarono direttamente il vescovo Diego Morelli, fino dalla sua nomina avvenuta nel 1662; ma ancora nel 1673 il vescovo segnalava alla Santa sede che i lavori non erano completati (3).
I Domenicani di Soriano Calabro si rivolsero direttamente alla Corte spagnola dichiarando che la ricostruzione del loro convento, crollato quasi interamente, avrebbe richiesto una spesa di circa 25.000 ducati, e chiedendo perciò di essere esentati dal pagamento della metà delle rendite che dovevano pagare ogni 5 anni sul feudo di Soriano (4). I Francescani Riformati di Stignano chiesero, invece, al viceré di potere avere una provvista di ferro dalla ferriera di Stilo per incatenare le murature del convento, gravemente lesionate dal terremoto (5).
Note
(1)Aceti T.
Prolegomena, additiones, & notae, in "Gabrielis Barrii Franciscani De antiquitate et situ Calabriae libri quinque".
Roma 1737
(2)
Occhiato G.
Cronologia, varianti e valori metrici della distrutta chiesa abbaziale della SS.Trinità di Mileto Vecchia in Calabria, in "Archivio Storico per la Calabria e la Lucania", a.43, pp.37-67.
Roma 1976
Occhiato G.
La Santissima Trinità di Mileto e larchitettura normanna meridionale.
Catanzaro 1977
(3)
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.523 A, Miletensis I, Relazione del vescovo di Mileto Diego Castiglione Morelli alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Galatro 5 novembre 1663.
Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Relationes dioecesium, b.523 A, Miletensis I, Relazione del vescovo di Mileto Diego Castiglione Morelli alla Congregazione del Concilio sullo stato della diocesi, Mileto 5 maggio 1673.
(4)
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Relazione del padre generale del convento di San Domenico di Soriano Calabro al viceré di Napoli sui danni causati alla chiesa e al convento dal terremoto del 5 novembre 1659, novembre 1659.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Lettera del reggente Jacome Capeche Galeota al Re di Spagna relativa alla richiesta di fondi per la ricostruzione del convento di San Domenico di Soriano Calabro danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, Madrid 24 luglio 1660.
Archivo General de Simancas, Secretarías Provinciales, Nápoles, legajo 30 (1659-60), Consultas originales, Consulta del Consiglio dItalia relativa alla richiesta di fondi per la ricostruzione del convento di San Domenico di Soriano Calabro danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, Madrid 24 luglio 1660.
(5)
Archivio di Stato di Napoli, Viceré, Scritture diverse della Segreteria, fascio 243 (1660), Supplica dei Francescani di Stignano relativa alla richiesta di catene di ferro per riparare il convento gravemente danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, 23 dicembre 1659.
Major earthquake effects
Furono distrutti pressoché completamente i paesi di Castelmonardo, Chiaravalle Centrale, Filogaso, Panaia, Polia, San Demetrio e Stefanaconi. Altri 33 paesi subirono distruzioni estese a gran parte dellabitato; crolli e gravi dissesti furono riscontrati in altre 70 località circa tra cui Catanzaro. La scossa causò danni leggeri a Reggio Calabria e fu avvertita fortemente fino a Paola a nord, e fino a Messina a sud.
Nel corso della sua missione De Marinis visitò 101 località annotando 6 paesi distrutti completamente o quasi; negli altri riscontrò oltre 3850 case crollate e gran parte delle altre gravemente danneggiate e inagibili; più di 50 tra mulini, frantoi, gualchiere e fondaci distrutti; 167 chiese, 20 conventi e 18 castelli o palazzi baronali crollati o gravemente danneggiati.
Il terremoto causò danni gravissimi al patrimonio artistico calabrese distruggendo o danneggiando gravemente opere insigni come labbazia della SS.Trinità di Mileto, il cui impianto originario risaliva allXI secolo, la cattedrale normanna di Mileto e i conventi cinquecenteschi di S.Domenico di Soriano Calabro e della Certosa di Santo Stefano del Bosco.
Effects on the environment
Sequence of the earthquake
Bibliography
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* | Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.533 (1659), Mandato del Consiglio Collaterale al presidente Donato Antonio De Marinis di recarsi con pieni poteri nella provincia di Calabria Ultra per verificare i danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659 e assumere i provvedimenti necessari, Napoli 29 novembre 1659. | Direct source | 1659 | |
* | Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.538 (1660), Decreto del Consiglio Collaterale relativo alla concessione al principe di Satriano di un anno di dilazione nel pagamento dei suoi debiti in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 8 aprile 1660. | Direct source | 1660 | |
* | Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Cancelleria, Partium, vol.537 (1660), Decreto del Consiglio Collaterale relativo alla concessione al marchese di Arena di un anno di dilazione nel pagamento dei suoi debiti in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 16 aprile 1660. | Direct source | 1660 | |
* | Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Consiglio, Notamenti, vol.63 (1659), Notamento relativo alla richiesta del marchese di Arena di dilazioni nei pagamenti fiscali in seguito ai danni causati nel suo feudo dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 3 dicembre 1659. | Direct source | 1659 | |
* | Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Consiglio, Notamenti, vol.64 (1660), Notamento relativo alla richiesta di Francesco Marzano affittuario del feudo di Arena di dilazioni nei pagamenti in seguito ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 8 giugno 1660. | Direct source | 1660 | |
* | Archivio di Stato di Napoli, Consiglio Collaterale, Consiglio, Notamenti, vol.64 (1660), Notamento relativo alla richiesta del principe di Satriano di dilazioni nei pagamenti fiscali in seguito ai danni causati nel suo feudo dal terremoto del 5 novembre 1659, Napoli 11 marzo 1660. | Direct source | 1660 | |
* | Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Nota della Camera della Sommaria relativa alla liquidazione del relevio presentato dal marchese Andrea Concublet sul feudo di Arena, Napoli 1662. | Direct source | 1662 | |
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* | Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Materia feudale, Relevi e informazioni, vol.360, fasc.10 (1661), Fede del sindaco e degli eletti di Arena sulla diminuzione dei censi enfiteutici in seguito ai danni causati dal terremoto del 5 novembre 1659, Arena 15 agosto 1662. | Direct source | 1662 | |
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* | Archivio di Stato di Napoli, Viceré, Scritture diverse della Segreteria, fascio 243 (1660), Supplica dei Francescani di Stignano relativa alla richiesta di catene di ferro per riparare il convento gravemente danneggiato dal terremoto del 5 novembre 1659, 23 dicembre 1659. | Direct source | 1659 | |
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* | Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 15 novembre 1659. | Direct source | 1659 | |
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* | Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Napoli, vol.61 D, Lettera del nunzio apostolico Giulio Spinola arcivescovo di Laodicea al segretario di Stato cardinale Giulio Rospigliosi, Napoli 29 novembre 1659. | Direct source | 1659 | |
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Felt Localities (127)
Locality | Province | Lat | Lon | Intensity | |
---|---|---|---|---|---|
Castelmonardo | VV | 38.7703 | 16.3031 | X | |
Il paese, censito per 205 fuochi, fu distrutto quasi completamente: rimasero in piedi solamente 23 case, tutte le altre crollarono così come le 7 chiese e il convento dei Domenicani; morirono 193 persone (1). (1) | |||||
Chiaravalle Centrale | CZ | 38.6803 | 16.4122 | X | |
Il paese, censito per 68 fuochi, fu distrutto pressoché totalmente; rimasero in piedi soltanto alcune casematte costruite fuori dallabitato dopo il terremoto del 1638 e da tempo utilizzate come stalle, in cui si rifugiarono gli abitanti. Crollarono il castello baronale, la chiesa madre, 2 altre chiese e il convento dei Cappuccini. Subito dopo il terremoto gli amministratori delluniversità segnalarono 8 morti e molti feriti in pericolo di vita; nella relazione ufficiale del presidente De Marinis sono ricordate 67 vittime (1). (1) | |||||
Filogaso | VV | 38.6806 | 16.2281 | X | |
Il paese, censito per 114 fuochi, fu totalmente distrutto: crollarono le case, il palazzo baronale, la chiesa madre e il convento dei Domenicani; i morti furono 161 (1). (1) | |||||
Panaia | VV | 38.6797 | 16.2344 | X | |
Il terremoto distrusse completamente il paese, censito per 139 fuochi: crollarono tutte le abitazioni, la chiesa parrocchiale e il convento dei Cappuccini; i morti furono 496 (1). (1) | |||||
Polia Antica | VV | 38.7578 | 16.3167 | X | |
Il paese, censito per 131 fuochi, fu distrutto quasi completamente: restarono in piedi soltanto 24 case quasi tutte gravemente danneggiate e inabitabili; tutte le altre abitazioni e le 3 chiese crollarono; i morti furono 203 (1). (1) | |||||
San Demetrio | VV | 38.6753 | 16.1658 | X | |
Il paese, censito per 22 fuochi, fu completamente distrutto; i morti furono 16 (1). (1) | |||||
Stefanaconi | VV | 38.6725 | 16.1214 | X | |
Il paese, censito per 55 fuochi, fu distrutto quasi completamente: 82 case crollarono e le 16 rimanenti furono gravemente danneggiate e rese inabitabili; crollarono la chiesa madre, labitazione baronale e il frantoio; morirono 64 persone e molte altre furono gravemente ferite (1). (1) | |||||
Monasterace | RC | 38.4528 | 16.5514 | IX-X | |
Il paese era censito per 85 fuochi. Il terremoto distrusse gran parte dellabitato, che divenne del tutto inagibile a causa delle macerie. Secondo il presidente De Marinis, crollarono 66 case e le poche rimaste in piedi subirono gravi danni; secondo la relazione inviata dagli amministratori del paese al preside della provincia, le case crollate furono 100 e tutte le altre furono gravemente lesionate. Crollò la chiesa madre e altre 2 chiese subirono gravi lesioni; il castello baronale subì gravissimi anni e crollò in gran parte così come le mura di cinta. Ci furono 17 morti. Luniversità stimò i danni in oltre 10.000 ducati (1). (1) | |||||
Olivadi | CZ | 38.7244 | 16.4233 | IX-X | |
Il paese, censito per 72 fuochi, fu distrutto quasi completamente. Secondo la relazione ufficiale del presidente De Marinis, crollarono 85 case e la chiesa di S.Nicola; fu gravemente danneggiata la chiesa madre e vi furono 66 morti. La relazione inviata dalluniversità al preside della provincia segnalava invece 103 case cadute, le abitazioni rimanenti e le chiese gravemente lesionate, 47 persone morte e 17 ferite (1). (1) | |||||
Vallelonga | VV | 38.6458 | 16.2942 | IX-X | |
La "terra" di Vallelonga, con i suoi casali (Pizzoni, San Nicola da Crissa, Simbario, Torre di Ruggiero, Vazzano), era censita per 477 fuochi. Il terremoto distrusse quasi completamente labitato: 79 case crollarono e le poche rimaste in piedi furono gravemente lesionate e rese inabitabili; crollarono la chiesa parrocchiale e la torre baronale; i morti furono 53 (1). (1) | |||||
Vazzano | VV | 38.6317 | 16.2467 | IX-X | |
Il paese era un casale della "terra" di Vallelonga. Il paese fu quasi totalmente distrutto e ridotto a un ammasso di macerie: crollarono 70 case e 4 chiese; i morti furono 63 (1). (1) | |||||
Badolato | CZ | 38.5681 | 16.5239 | IX | |
La "terra" di Badolato, insieme al casale di Isca, era censita per 499 fuochi complessivi. Il terremoto distrusse gran parte del paese, già gravemente colpito dal terremoto del 19 giugno 1640, i cui danni non erano mai stati adeguatamente riparati: 140 case crollarono e gran parte delle rimanenti divennero inabitabili; crollarono il castello baronale, la chiesa madre del Salvatore, le chiese parrocchiali di S.Maria in Grignetto e S.Nicola, la chiesa e il convento soppresso di S.Maria, le chiese di S.Maria della Misericordia, del Carmine, della SS.Annunziata e di S.Caterina. Ci furono 19 morti (1). (1) | |||||
Belforte | VV | 38.6483 | 16.23 | IX | |
Il paese era censito per 11 fuochi. Il terremoto fece crollare 16 case e danneggiò gravemente le rimanenti, causando la morte di 6 persone. Crollò il convento degli Agostiniani, sotto le cui macerie morirono 4 frati (1). (1) | |||||
Briatico Vecchio | VV | 38.7072 | 16.0231 | IX | |
La città, insieme ai suoi numerosi casali (fra cui Conidoni, Favelloni, Paradisoni, San Costantino e San Leo), era censita per 618 fuochi complessivi. Labitato, già in cattivo stato prima del terremoto, subì gravi distruzioni: 89 case crollarono e le altre 56 subirono gravi danni e divennero inabitabili. Crollarono il castello baronale, 4 chiese, un monastero, il convento dei Domenicani, 14 tra botteghe e magazzini, un frantoio; morirono 69 persone e molte altre furono gravemente ferite (1). (1) | |||||
Capistrano | VV | 38.6917 | 16.2892 | IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Rocca Angitola. Il terremoto fece crollare 46 case e la chiesa madre, causando la morte di 16 persone (1). (1) | |||||
Davoli | CZ | 38.6494 | 16.485 | IX | |
Il paese era censito per 171 fuochi. Il terremoto fece crollare 62 case e quasi tutte le altre furono rese inabitabili; crollarono le chiese parrocchiali di S.Nicola e della Misericordia; furono gravemente danneggiate la chiesa madre e quella di S.Maria della Renella. Morirono 15 persone (1). (1) | |||||
Francica | VV | 38.6158 | 16.0992 | IX | |
La "terra" di Francica, insieme ai suoi casali (Cramasta, Mutari, Pongadi, San Costantino), era censita per 226 fuochi complessivi. Il terremoto fece crollare 71 case, la chiesa parrocchiale di S.Antonio e le mura di cinta del paese, causando la morte di 19 persone (1). (1) | |||||
Gerocarne | VV | 38.5867 | 16.2189 | IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Arena. Il terremoto distrusse gran parte dellabitato: crollarono 131 case, la chiesa parrocchiale e 5 chiese devozionali, il palazzo del marchese Concublet proprietario del feudo, un mulino, 2 gualchiere, le attrezzature per la produzione dellolio; fu gravemente danneggiato il convento del Carmine, che subì lesioni in varie parti e crolli parziali. Ci furono 71 morti (1). (1) | |||||
Guardavalle | CZ | 38.5047 | 16.505 | IX | |
Il paese era un casale della città di Stilo. Il terremoto causò il crollo di 110 case e rese inabitabili la maggior parte delle rimanenti. Crollarono una chiesa parrocchiale e le chiese di S.Maria del Castello, S.Antonio di Padova, S.Maria di Marasà e S.Caterina; cadde in gran parte il campanile della chiesa madre; furono distrutti 2 frantoi. Ci furono 11 morti (1). (1) | |||||
Isca sullo Ionio | CZ | 38.6003 | 16.5194 | IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Badolato. Labitato fu in gran parte distrutto e reso impraticabile dalle macerie: crollarono 67 case, la chiesa madre, la chiesa di S.Caterina e quella della SS.Annunziata. Secondo la relazione del presidente De Marinis ci furono 14 morti; il sindaco del paese segnalò invece 20 persone morte (1). (1) | |||||
Monterosso Calabro | VV | 38.7167 | 16.2886 | IX | |
Il paese era censito per 72 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 41 case e molte altre furono gravemente danneggiate; crollarono anche 4 chiese e ledificio del soppresso convento del Carmine; morirono 16 persone (1). (1) | |||||
Nicastrello | VV | 38.6808 | 16.2883 | IX | |
Il paese era censito per 12 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 10 case e la morte di una persona (1). (1) | |||||
Piscopio | VV | 38.6611 | 16.1131 | IX | |
Il paese era un casale della città di Monteleone. Labitato subì gravi distruzioni: 135 case crollarono e le rimanenti furono gravemente lesionate; crollarono la chiesa parrocchiale, 6 frantoi e un mulino. Ci furono 3 morti (1). (1) | |||||
San Basilio | VV | 38.6225 | 16.2503 | IX | |
Il terremoto causò gravissimi danni allabitato (1). (1) | |||||
San Floro | CZ | 38.8369 | 16.5192 | IX | |
Il paese era censito per 87 fuochi. Labitato fu in gran parte distrutto e reso impraticabile dalle macerie: crollarono 55 case e la chiesa di S.Anna; il palazzo baronale e la chiesa di S.Caterina subirono gravi danni; ci furono 3 morti (1). (1) | |||||
San Gregorio dIppona | VV | 38.6428 | 16.1044 | IX | |
Il paese era un casale della città di Monteleone. Labitato subì gravi distruzioni: crollarono 252 case, tutte le chiese e i frantoi; morirono 6 persone (1). (1) | |||||
San Nicola da Crissa | VV | 38.6625 | 16.2847 | IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Vallelonga. Il terremoto fece crollare 93 case e causò il crollo parziale della chiesa madre; morirono 30 persone (1). (1) | |||||
San Sostene | CZ | 38.6356 | 16.4867 | IX | |
Il paese era censito per 56 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 36 case; il castello baronale fu gravemente danneggiato e reso inabitabile; crollarono la chiesa madre, le chiese di S.Caterina, di S.Giovanni e quella di Tutti i Santi; morirono 4 persone (1). (1) | |||||
Santa Barbara | VV | 38.6386 | 16.2089 | IX | |
Il terremoto causò gravissimi danni allabitato (1). (1) | |||||
Santa Caterina dello Ionio | CZ | 38.5336 | 16.5214 | IX | |
Il paese era censito per 294 fuochi. Labitato fu in gran parte distrutto e reso impraticabile dalle macerie: crollarono 111 case e la maggior parte delle rimanenti subirono gravi lesioni e crolli parziali; furono gravemente danneggiati il castello baronale e le mura di cinta del paese, la chiesa della SS.Annunziata, le due chiese parrocchiali di S.Nicola e di S.Michele, la chiesa di S.Antonio Abate e il convento dei Cappuccini; morirono 26 persone (1). (1) | |||||
SantAndrea Apostolo dello Ionio | CZ | 38.6219 | 16.5281 | IX | |
Il paese era censito per 271 fuochi. Labitato fu in gran parte distrutto: crollarono 91 case, il castello baronale, la chiesa madre, le chiese di S.Maria e di S.Barbara e la grangia dei monaci di S.Stefano del Bosco; morirono 8 persone (1). (1) | |||||
SantAngelo | VV | 38.6108 | 16.1686 | IX | |
Il terremoto causò gravissimi danni allabitato censito per 48 fuochi: 15 case crollarono e la maggior parte delle rimanenti, gravemente danneggiate, divennero inabitabili. Crollarono la chiesa dellabbazia di S.Angelo, la chiesa madre e un mulino di proprietà baronale; morirono 13 persone (1). (1) | |||||
SantOnofrio | VV | 38.6944 | 16.1433 | IX | |
Il paese era censito per 31 fuochi. Il terremoto fece crollare 36 case e molte altre furono gravemente danneggiate e divennero inabitabili; crollarono la chiesa parrocchiale e un monastero dellordine basiliano; morirono 9 persone (1). (1) | |||||
San Vito sullo Ionio | CZ | 38.7103 | 16.4078 | IX | |
La "terra" di San Vito era censita, insieme al casale di Cenadi, per 124 fuochi. Labitato fu in gran parte distrutto: 58 case crollarono e molte altre furono rese inabitabili; crollò la chiesa madre. Ci furono 16 morti. I rappresentanti delluniversità stimarono i danni in 20.000 ducati (1). (1) | |||||
Satriano | CZ | 38.6667 | 16.4817 | IX | |
La "terra" di Satriano era censita per 159 fuochi. Il paese fu in gran parte distrutto: 96 case crollarono e le rimanenti divennero in gran parte inabitabili; crollò quasi totalmente il palazzo baronale, caddero il campanile e il tetto della chiesa madre, crollò parzialmente una chiesa parrocchiale e totalmente le chiese del SS.Salvatore e del SS.Rosario. Ci furono 11 morti (1). (1) | |||||
Serra San Bruno | VV | 38.5761 | 16.3297 | IX | |
La "terra" di Serra, insieme al casale di Spadola, era censita per 202 fuochi. Il terremoto fece crollare 87 abitazioni e lesionò gravemente la maggior parte delle altre; non furono segnalati morti (1). (1) | |||||
Simbario | VV | 38.6106 | 16.3353 | IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Vallelonga. Il terremoto causò il crollo di 60 case; ci furono 19 morti (1). (1) | |||||
Sorianello | VV | 38.5917 | 16.2325 | IX | |
Il terremoto causò gravissimi danni allabitato (1). (1) | |||||
Soriano Calabro | VV | 38.5975 | 16.2297 | IX | |
Il terremoto distrusse gran parte dellabitato censito per 379 fuochi: 112 case crollarono e la maggior parte delle rimanenti subirono gravi lesioni e crolli parziali. Furono distrutte o gravemente danneggiate 4 chiese parrocchiali (S.Giovanni Battista, S.Nicola, S.Maria del Soccorso, S.Martino) e 8 chiese di devozione (S.Francesco di Paola, S.Nicolello, S.Tommaso Apostolo, S.Giovannello, S.Biase, S.Maria delle Grazie, S.Maria degli Angeli, SS.ma Annunziata); morirono 151 persone. Fu quasi interamente distrutto il famoso convento di S.Domenico, così come la chiesa e gli edifici annessi: crollarono completamente due dormitori, le officine e parte del noviziato; cadde la navata della chiesa, di cui restarono in piedi soltanto i muri laterali, furono lesionati il presbiterio e la cupola, vennero danneggiati molti elementi decorativi; gravi lesioni subirono anche i due edifici che fungevano da foresteria; morirono 9 monaci e un domestico laico (1). (1) | |||||
Stignano | RC | 38.4172 | 16.4708 | IX | |
Il paese era un casale della città di Stilo. Il terremoto distrusse gran parte dellabitato: crollarono 68 case e la maggioranza delle altre fu resa inabitabile; caddero 2 chiese e altre 7, compresa la chiesa madre, furono gravemente danneggiate, così come il convento di S.Francesco dei Riformati; morirono 12 persone (1). (1) | |||||
Arena | VV | 38.5622 | 16.2086 | VIII-IX | |
La "terra" di Arena, insieme ai suoi casali (Bracciara, Dasà, Gerocarne, Miglianò, Pronia, Simiatoni), era censita per 593 fuochi complessivi. Il terremoto causò il crollo di 109 case e lesionò gravemente la maggior parte delle abitazioni rimanenti. Crollarono 5 chiese parrocchiali; furono gravemente lesionati il convento di S.Francesco, di cui caddero il campanile e parte del dormitorio, e il massiccio castello baronale. Subirono gravi danni un mulino, due frantoi, una gualchiera e le strutture per lallevamento dei bachi da seta di proprietà baronale. Non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Argusto | CZ | 38.6789 | 16.4364 | VIII-IX | |
Il terremoto fece crollare 30 case e danneggiò gravemente le altre, causando il crollo di quasi tutti i tetti; molte persone furono ferite gravemente (1). (1) | |||||
Borgia | CZ | 38.8253 | 16.5103 | VIII-IX | |
Il paese era censito per 69 fuochi. Nella relazione ufficiale il presidente De Marinis annotò 24 case crollate e molte altre gravemente lesionate. Secondo gli amministratori del paese, più di 100 case risultarono semidistrutte e tutte le altre gravemente lesionate. Non ci furono morti (1). (1) | |||||
Brognaturo | VV | 38.6017 | 16.3414 | VIII-IX | |
Il paese era censito per 35 fuochi. Il terremoto causò danni molto gravi: 26 case crollarono e la chiesa madre fu gravemente lesionata; non furono segnalate vittime (1). (1) | |||||
Cenadi | CZ | 38.7183 | 16.4144 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della "terra" di San Vito. Il terremoto causò il crollo di 13 case e lesionò gravemente la maggior parte delle rimanenti, rendendole inabitabili; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Centrache | CZ | 38.7283 | 16.4297 | VIII-IX | |
Il paese era censito per 32 fuochi. Il presidente De Marinis nella sua relazione annotò 36 case crollate e gravi danni alla chiesa madre e alla chiesa di S.Onofrio. Gli amministratori delluniversità segnalarono 12 case crollate e tutte le altre lesionate e inabitabili. Non ci furono morti (1). (1) | |||||
Certosa di Santo Stefano del Bosco | VV | 38.5642 | 16.3186 | VIII-IX | |
Il terremoto causò il crollo di due quarti del convento e lesionò molto gravemente la chiesa; ci furono 5 morti (1). (1) | |||||
Dasà | VV | 38.5642 | 16.1958 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Arena. Il terremoto causò il crollo di 20 abitazioni e lesionò gravemente tutte le altre. Furono danneggiate la chiesa madre, la chiesa dellAnnunziata e quella di S.Giovanni con lannesso edificio del monastero soppresso. Crollarono due frantoi, uno dei due mulini e la gualchiera della lana di proprietà baronale. Ci fu un morto (1). (1) | |||||
Miglianò | VV | 38.5914 | 16.1967 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Arena. Il terremoto fece crollare 22 case e danneggiò gravemente la maggior parte delle altre; la chiesa parrocchiale crollò quasi interamente, rimase in piedi soltanto il muro della facciata; morirono 13 persone (1). (1) | |||||
Montepaone | CZ | 38.7222 | 16.4969 | VIII-IX | |
Il paese era censito per 123 fuochi. Il terremoto fece crollare 60 case e gran parte delle altre furono gravemente lesionate; subì gravissimi danni la chiesa madre, che divenne inagibile; crollarono i frantoi di proprietà dei monaci di Santo Stefano del Bosco. Non furono segnalate vittime (1). (1) | |||||
Mutari | VV | 38.6253 | 16.14 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Francica. Il terremoto causò il crollo di 20 case e di 2 chiese; fu gravemente danneggiata la grangia dei monaci di S.Stefano del Bosco. Non ci furono morti (1). (1) | |||||
Placanica | RC | 38.4133 | 16.4506 | VIII-IX | |
Il paese era censito per 89 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 25 case e molte altre furono lesionate e divennero inabitabili; crollarono il palazzo baronale, il convento dei frati Regolari e 2 chiese; la chiesa parrocchiale subì il crollo del tetto. Ci fu un morto (1). (1) | |||||
Pronia | VV | 38.5783 | 16.1894 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Arena. Il terremoto fece crollare 17 case, il frantoio e il mulino di proprietà del marchese feudatario; crollò quasi totalmente la chiesa madre di S.Michele Arcangelo e interamente la chiesa di S.Giovanni. Ci furono 3 morti (1). (1) | |||||
SantElia | CZ | 38.7753 | 16.4603 | VIII-IX | |
Il paese era censito per 87 fuochi. La relazione ufficiale del presidente De Marinis ricorda 21 case crollate e molte altre lesionate e rese inabitabili. Gli amministratori delluniversità segnalarono 35 case crollate e le rimanenti rese inabitabili. Ci fu un morto (1). (1) | |||||
Torre di Ruggiero | CZ | 38.6506 | 16.3719 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della "terra" di Vallelonga. Il terremoto causò il crollo di 37 case e lesionò gravemente gran parte delle rimanenti; gravi danni subirono il convento degli Agostiniani, il monastero di S.Basilio e una chiesa di devozione; i morti furono 3 (1). (1) | |||||
Triparni | VV | 38.6803 | 16.0669 | VIII-IX | |
Il paese era un casale della città di Monteleone. Il terremoto causò il crollo di 37 case e lesionò gravemente molte delle rimanenti; crollarono la chiesa madre e due frantoi; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Amaroni | CZ | 38.7922 | 16.4464 | VIII | |
Il paese, censito per 53 fuochi, fu danneggiato fortemente: la maggior parte delle case subì gravi lesioni; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Bivongi | RC | 38.4822 | 16.4528 | VIII | |
Il paese era censito per 134 fuochi. Il terremoto fece crollare 24 case e ne lesionò gravemente molte altre; subirono danni estesi la chiesa madre, di cui crollò quasi interamente la sagrestia, la chiesa di S.Elia, quella dei Sette Dormienti e quella di S.Nicolò. Non ci furono morti (1). (1) | |||||
Bracciara | VV | 38.565 | 16.1678 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Arena. Il terremoto fece crollare 17 case e causò gravi danni alla maggior parte delle rimanenti. Fu gravemente danneggiata la chiesa madre di S.Leone; crollarono il frantoio e il mulino di proprietà del feudatario. Non ci furono morti (1). (1) | |||||
Calabrò | VV | 38.6128 | 16.0758 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto causò il crollo di 15 case e della chiesa madre; morì una persona (1). (1) | |||||
Camini | RC | 38.4314 | 16.4828 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Stilo. Il terremoto fece crollare 11 case e rese inabitabili molte delle rimanenti; crollarono 3 chiese. Non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Caraffa di Catanzaro | CZ | 38.8803 | 16.4861 | VIII | |
Il terremoto causò gravi danni allabitato: varie case crollarono, ma non ci furono danni alle persone (1). (1) | |||||
Cardinale | CZ | 38.6419 | 16.3872 | VIII | |
Il paese era censito per 138 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 47 case e la maggior parte delle altre furono gravemente lesionate; subirono gravi danni la chiesa madre e le chiese di S.Giovanni, S.Fabiano, S.Maria e S.Caterina; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Caridà | RC | 38.5231 | 16.1344 | VIII | |
La baronia di Caridà, che comprendeva anche i villaggi di San Pietro e Garopoli, era censita per 221 fuochi. Complessivamente, nei tre centri abitati, il terremoto causò il crollo di 25 case, ne danneggiò notevolmente alcune altre, in seguito riparate, e causò lesioni non gravi in tutte le rimanenti. Non ci furono morti (1). (1) | |||||
Castelvetere | RC | 38.3808 | 16.4086 | VIII | |
Il paese era censito per 608 fuochi. Il terremoto fece crollare 67 case, il castello baronale, il monastero delle Carmelitane, la chiesa del convento di S.Domenico e gran parte del convento degli Agostiniani; morirono 14 persone (1). (1) | |||||
Catanzaro | CZ | 38.9142 | 16.5858 | VIII | |
Il terremoto causò il crollo di 4 case e lesionò più o meno gravemente tutti gli altri edifici, alcuni in modo non riparabile. Nel Duomo si aprì una spaccatura nella parete della facciata larga circa 25 cm (un palmo) e fu danneggiato il tetto, di cui crollò la parte soprastante il coro sfondando una sagrestia; il palazzo vescovile fu lesionato in quattro diversi punti e subì il crollo del tetto, divenendo quasi inabitabile; nel convento dei Carmelitani fu gravemente danneggiato il campanile, che dovette essere demolito per motivi di sicurezza, e furono riscontrate lesioni nelle celle e nel dormitorio; in altri conventi furono rilevate cadute di soffitti e lesioni nelle murature (1). (1) | |||||
Conidoni | VV | 38.6978 | 16.0347 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Briatico. Il terremoto causò il crollo di 8 case e 12 delle rimanenti divennero inabitabili; crollò la chiesa madre; ci fu un morto (1). (1) | |||||
Cotefoni | VV | 38.6003 | 16.0742 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto causò il crollo di 9 case e della chiesa parrocchiale; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Cramasta | VV | 38.6239 | 16.1244 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Francica. Il terremoto causò il crollo di 5 case; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Dinami | VV | 38.5278 | 16.1472 | VIII | |
Il paese faceva parte, insieme a Melicuccà, della baronia di Soreto, censita complessivamente per 221 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 19 case e lesionò gravemente la maggior parte delle abitazioni rimanenti e la cappella di S.Rocco; il palazzo baronale subì danni gravissimi e fu giudicato da demolire. Non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Favelloni | VV | 38.6814 | 16.0278 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Briatico. Il terremoto causò il crollo di 2 case; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Francavilla Angitola | VV | 38.7772 | 16.2706 | VIII | |
Il paese, censito per 120 fuochi, subì gravi danni: il terremoto causò il crollo di 32 case e dellospedale; morirono 5 persone (1). (1) | |||||
Gagliato | CZ | 38.6756 | 16.4619 | VIII | |
Il terremoto causò danni e dissesti a tutte le case del paese rendendole in gran parte inabitabili; fu gravemente danneggiata la grangia dei monaci di S.Stefano del Bosco. Ci fu un morto (1). (1) | |||||
Garopoli | RC | 38.5264 | 16.1444 | VIII | |
Il paese faceva parte della baronia di Caridà, che comprendeva anche il villaggio di San Pietro, censita complessivamente per 221 fuochi. Complessivamente, nei tre centri abitati, il terremoto causò il crollo di 25 case, ne danneggiò notevolmente alcune altre, in seguito riparate, e causò lesioni non gravi in tutte le rimanenti; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Gerace | RC | 38.2706 | 16.2203 | VIII | |
Il terremoto causò crolli e gravi danni in metà degli edifici; nella cattedrale furono riscontrate numerose fessurazioni, soprattutto negli archi e nelle volte della crociera, della cupola e del coro (1). (1) | |||||
Girifalco | CZ | 38.8222 | 16.4247 | VIII | |
Il paese era censito per 150 fuochi. Secondo la relazione ufficiale del presidente De Marinis, la parte nuova del paese, costruita dopo il terremoto del 4 aprile 1626, non subì danni mentre la parte vecchia fu quasi completamente distrutta: risultavano infatti crollate 96 case, la chiesa madre e parte del convento dei Domenicani situato poco fuori dallabitato. In realtà gran parte degli edifici che De Marinis trovò distrutti erano crollati a causa del terremoto del 27 marzo 1638 e non erano mai stati ricostruiti. I rappresentanti del paese nella loro relazione al preside della provincia segnalarono invece il crollo di 25 case e delle chiese. Ci furono 2 morti (1). (1) | |||||
Maierato | VV | 38.7061 | 16.1908 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Rocca Angitola. Il terremoto causò il crollo di 18 abitazioni e del convento dei Domenicani; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Melicuccà | VV | 38.5356 | 16.1575 | VIII | |
Il paese faceva parte, insieme a Dinami, della baronia di Soreto, censita complessivamente per 221 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 15 case e ne lesionò gravemente altre 15; fu danneggiata la chiesa madre di S.Nicola; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Mileto Vecchio | VV | 38.5931 | 16.08 | VIII | |
La città era censita per 461 fuochi insieme agli 8 casali di Calabrò, Cotefoni, Comparni, Jonadi, Nao, Paravati, San Giovanni e San Pietro. Il terremoto causò il crollo di 77 case e di 4 frantoi. Crollarono 5 chiese, tra le quali la cattedrale e la celebre chiesa dellabbazia benedettina della SS.Trinità, allepoca dipendente dal Collegio greco di Roma. Ci furono 2 morti (1). (1) | |||||
Montauro | CZ | 38.7469 | 16.5117 | VIII | |
Il paese era censito per 81 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 15 case e danneggiò gravemente la maggior parte delle altre rendendole inabitabili; non furono segnalate vittime (1). (1) | |||||
Montesanto | VV | 38.7081 | 16.2378 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Rocca Angitola. Il terremoto causò il crollo di 19 case e del convento dei Carmelitani; morirono 8 persone (1). (1) | |||||
Montesoro | VV | 38.8161 | 16.2922 | VIII | |
Il terremoto fece crollare 18 case e altre 35 furono lesionate e rese inabitabili; crollarono la chiesa madre e il convento di S.Francesco; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Nao | VV | 38.6278 | 16.0622 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto causò il crollo di 7 case e della chiesa madre; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Palermiti | CZ | 38.75 | 16.4539 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Squillace. Il terremoto danneggiò gravemente labitato: 4 case crollarono totalmente e tutte le altre subirono crolli parziali e lesioni che costrinsero gli abitanti ad abbandonarle e a rifugiarsi in capanne di paglia (1). (1) | |||||
Paradisoni | VV | 38.7006 | 16.0444 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Briatico. Il terremoto fece crollare 16 case, la chiesa madre e 2 frantoi; ci fu un morto (1). (1) | |||||
Paravati | VV | 38.5908 | 16.06 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto causò il crollo di 19 abitazioni; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Pazzano | RC | 38.475 | 16.4517 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Stilo. Il terremoto causò il crollo di 12 case e danneggiò molto gravemente le chiese di S.Pietro e di S.Nicolò; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Petrizzi | CZ | 38.7006 | 16.4733 | VIII | |
Il paese era censito per 103 fuochi. Il terremoto fece crollare 8 case e ne danneggiò molte altre; fu lesionato il convento degli Agostiniani; ci fu un morto (1). (1) | |||||
Pimene | VV | 38.7261 | 16.2133 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Rocca Angitola. Il terremoto causò il crollo di 6 case; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Pizzoni | VV | 38.6225 | 16.2519 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Vallelonga. Il terremoto causò il crollo di 50 case; crollò parzialmente il convento di S.Maria del Soccorso dei Domenicani, la cui chiesa fu gravemente lesionata; subirono gravi danni la cartiera e il fondaco di proprietà baronale. Ci fu un morto (1). (1) | |||||
Pongadi | VV | 38.6147 | 16.1358 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Francica. Il terremoto causò il crollo di 9 case; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Riace | RC | 38.4178 | 16.4819 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Stilo. Il terremoto causò il crollo di 62 abitazioni, la maggior parte delle case rimanenti fu gravemente lesionata e resa inabitabile; furono notevolmente danneggiate la chiesa madre, la chiesa parrocchiale di S.Giacomo, le chiese di S.Caterina, di S.Francesco e quella dello Spirito Santo; crollarono in parte le mura di cinta. Ci fu un morto (1). (1) | |||||
Rocca Angitola | VV | 38.7483 | 16.2231 | VIII | |
La "terra" di Rocca Angitola, insieme ai casali di Capistrano, Maierato, Montesanto e Pimene, era censita per 150 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 8 case e della chiesa madre; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
San Costantino | VV | 38.7053 | 16.0019 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Briatico. Il terremoto causò il crollo di 19 case e la morte di 4 persone (1). (1) | |||||
San Costantino Calabro | VV | 38.6308 | 16.0731 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Francica. Il terremoto causò il crollo di 21 abitazioni e danneggiò gravemente 2 chiese; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
San Giovanni | VV | 38.5842 | 16.0839 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto causò il crollo di 8 case; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
San Leo Vecchio | VV | 38.7106 | 16.02 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Briatico. Il terremoto fece crollare 7 case e lesionò gravemente la maggior parte delle rimanenti; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
San Pietro | RC | 38.5244 | 16.1431 | VIII | |
Il paese faceva parte della baronia di Caridà, che comprendeva anche il villaggio di Garopoli, censita complessivamente per 221 fuochi. Complessivamente, nei tre centri abitati, il terremoto causò il crollo di 25 case, ne danneggiò notevolmente alcune altre, in seguito riparate, e causò lesioni non gravi in tutte le rimanenti; non ci furono morti (1). (1) | |||||
San Pietro | VV | 38.5728 | 16.0369 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto causò il crollo di 9 case; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
San Pietro di Bivona | VV | 38.7025 | 16.1106 | VIII | |
Il paese era un casale della città di Monteleone. Il terremoto causò il crollo di 12 case e della chiesa madre; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Siderno Superiore | RC | 38.2892 | 16.2694 | VIII | |
Il terremoto causò il crollo di alcune case e la morte di 3 persone (1). (1) | |||||
Simiatoni | VV | 38.5575 | 16.1792 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Arena. Il terremoto causò il crollo di 14 case e lesionò gravemente la maggior parte delle altre; cadde parte della chiesa madre di S.Nicola; il convento e la chiesa di S.Maria del Soccorso degli Agostiniani subirono gravissimi danni; crollarono i due frantoi e il mulino; non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Soverato | CZ | 38.6872 | 16.5483 | VIII | |
Il paese era censito per 441 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 25 case; furono gravemente danneggiati il palazzo baronale, le mura di cinta e la torre che difendevano labitato (1). (1) | |||||
Spadola | VV | 38.6028 | 16.3372 | VIII | |
Il paese era un casale della "terra" di Serra San Bruno. Il terremoto fece crollare 19 case e danneggiò gran parte delle rimanenti; crollarono la chiesa madre e la chiesa di S.Nicola; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Squillace | CZ | 38.7806 | 16.5189 | VIII | |
La città era censita, insieme al casale di Palermiti, per 327 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 30 case e molte altre furono danneggiate; la cattedrale subì varie lesioni, che compromisero la stabilità dei tetti, della volta e delle absidi; varie fenditure furono riscontrate nelle pareti del palazzo vescovile (1). (1) | |||||
Stalettì | CZ | 38.7642 | 16.54 | VIII | |
Il paese era censito per 168 fuochi. Il terremoto danneggiò gravemente labitato, che già in precedenza era in cattivo stato a causa di un incendio seguito a unincursione dei Turchi avvenuta pochi anni prima. Numerose abitazioni crollarono e la maggior parte delle rimanenti subirono gravi danni e dovettero essere demolite; crollò una chiesa; non ci furono morti (1). (1) | |||||
Stilo | RC | 38.4767 | 16.4678 | VIII | |
La città, con i suoi casali (Camini, Guardavalle, Pazzano, Riace, Stignano), era censita per 1.287 fuochi. Il terremoto causò il crollo di 17 case, altre 20 furono gravemente danneggiate e rese inabitabili, gran parte delle rimanenti subirono lesioni; crollarono le chiese parrocchiali di S.Maria, di S.Antonio e di S.Giorgio, e il monastero di S.Chiara; la chiesa madre collegiata e il convento dei Minori Conventuali subirono danni molto gravi e divennero pericolanti. Non furono segnalate vittime (1). (1) | |||||
Gasperina | CZ | 38.7386 | 16.5075 | VII-VIII | |
Il terremoto danneggiò gravemente labitato (1). (1) | |||||
Grotteria | RC | 38.3642 | 16.265 | VII-VIII | |
Il terremoto causò crolli e gravi danni in un quarto degli edifici (1). (1) | |||||
Martone | RC | 38.3536 | 16.2875 | VII-VIII | |
Il terremoto causò crolli e gravi danni in un quarto degli edifici (1). (1) | |||||
Roccella Jonica | RC | 38.3236 | 16.4047 | VII-VIII | |
Il terremoto causò gravi danni allabitato, non ci furono morti (1). (1) | |||||
San Giovanni di Gerace | RC | 38.3642 | 16.2783 | VII-VIII | |
Il terremoto causò crolli e gravi danni in un quarto degli edifici (1). (1) | |||||
Comparni | VV | 38.5678 | 16.0556 | VII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto danneggiò molte abitazioni, ma non causò crolli totali, né vittime (1). (1) | |||||
Cutro | KR | 39.0325 | 16.9822 | VII | |
Il terremoto danneggiò notevolmente labitato e causò il crollo di un campanile (1). (1) | |||||
Jonadi | VV | 38.6264 | 16.055 | VII | |
Il paese era un casale della città di Mileto. Il terremoto danneggiò molte abitazioni, ma non causò crolli totali, né vittime (1). (1) | |||||
Monteleone | VV | 38.6747 | 16.1022 | VII | |
La città, insieme ai suoi numerosi casali (fra i quali Piscopio, San Gregorio dIppona, San Pietro e Triparni), era censita per 1.773 fuochi. Il terremoto non causò crolli totali, ma varie case furono lesionate e il castello dei duchi Pignatelli subì gravi danni. Non ci furono vittime (1). (1) | |||||
Pizzo | VV | 38.7333 | 16.1586 | VII | |
Il terremoto causò lesioni nelle abitazioni; fu gravemente danneggiato il convento dei Paolotti (1). (1) | |||||
Castiglione Marittimo | CZ | 38.9806 | 16.1586 | VI-VII | |
Il terremoto causò danni non precisati (1). (1) | |||||
Isola di Capo Rizzuto | KR | 38.9589 | 17.0956 | VI-VII | |
Il terremoto danneggiò notevolmente il campanile e la sagrestia della cattedrale (1) (1) | |||||
Maida | CZ | 38.8575 | 16.3644 | VI-VII | |
Il terremoto causò qualche lesione nelle abitazioni e il crollo di alcuni vecchi muri (1). (1) | |||||
Nicotera | VV | 38.5514 | 15.9375 | VI-VII | |
Il terremoto causò danni non precisati (1). (1) | |||||
Reggio di Calabria | RC | 38.1081 | 15.6469 | VI | |
Il terremoto fu avvertito molto fortemente, ma non causò danni di rilievo; è ricordato il crollo di 2 case fatiscenti e disabitate (1). (1) | |||||
Terranova Sappo Minulio | RC | 38.3206 | 16.0067 | VI | |
Il terremoto fu avvertito molto fortemente, ma non causò danni di rilievo; il campanile del convento dei Celestini, già prima della scossa in cattive condizioni, risultò pericolante (1). (1) | |||||
Cosenza | CS | 39.3028 | 16.2514 | V | |
Il terremoto fu avvertito fortemente, ma non causò danni (1). (1) | |||||
Messina | ME | 38.1869 | 15.5492 | V | |
Il terremoto fu avvertito fortemente, ma non causò danni (1). (1) | |||||
Nicastro | CZ | 38.9739 | 16.3181 | V | |
Il terremoto fu avvertito fortemente, ma non causò danni (1). (1) | |||||
Paola | CS | 39.36 | 16.0403 | IV-V | |
Il terremoto fu avvertito, ma non causò danni (1). (1) |
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1659 11 05 22 15 -- 38.70 16.25 0.0 10.0 0 144 Calabria centrale
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