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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
08 08 1511-46.0513.717b99201396ISloveniaSlovenia

Comments

Space-time parameters

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1511 03 26 14 40 -- 46.20 13.43 0.0 10.0 0 139 Slovenia
1511 03 28 14 30 -- 0.00 0.00 0.0 0.0 0 139 Slovenia
1511 03 28 12 15 -- 45.50 11.93 0.0 6.0 0 139 Slovenia
1511 06 25 00 10 -- 46.07 13.23 0.0 6.5 0 139 TAIPANA
1511 06 25 04 40 -- 46.07 13.23 0.0 5.0 0 139 TAIPANA
1511 06 25 05 40 -- 46.07 13.23 0.0 5.0 0 139 TAIPANA
1511 08 08 -- -- -- 46.05 13.72 0.0 9.0 0 139 Slovenia
1511 08 17 02 30 -- 45.70 12.42 0.0 4.6 0 139 SACILE


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Previous catalogues and reasons of the corrections

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1511 03 26 14:40 46.20 13.43 9.0 10.0 66 115 Slovenia
PFG 1511 03 26 14:- 46.10 14.00 9.5 - - - Yugoslavia

CFT 1511 03 28 12:15 45.50 11.93 5.5 6.0 8 115 Slovenia
PFG 1511 03 28 19:- 46.20 13.40 7.5 - - - Taipana

CFT - - - - - - - 115 -
PFG 1511 03 26 14:30 46.25 13.33 9.5 - - - Friuli

CFT 1511 08 08 - 46.05 13.73 9.0 9.0 2 115 Slovenia
PFG 1511 08 08 - 46.10 13.47 9.0 - - - Cividale del Friuli


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del Catalogo ed è stata condotta una ricerca sulle fonti memorialistiche coeve e sulla storiografia. La ricerca archivistica si è limitata ad alcuni sondaggi presso gli Archivi di Stato di Venezia, di Verona e di Mantova; a Venezia è stata vagliata una parte del fondo dei Capi del Consiglio dei Dieci, in cui si raccoglievano le lettere di rettori e altri rappresentanti del potere amministrativo veneziano in paesi e città della Terraferma. Lo spoglio è stato eseguito per 9 località (Motta di Livenza, Oderzo, Portobuffolé, Portogruaro, Noale, Bergamo, Pordenone, Padova e Vicenza) e non sono state reperite informazioni. Negativa anche la ricerca archivistica eseguita a Verona, dove sono stati vagliati gli Atti dei Consigli del comune per l’anno 1511, ed è stato eseguito un sondaggio nel fondo dei Monasteri Soppressi; positiva per Mantova, dove nell’Archivio Gonzaga è stata reperita una importante testimonianza epistolare inerente al terremoto, scritta il giorno seguente. La ricerca ha anche approfondito alcuni aspetti della particolare situazione sociale che aveva preceduto il terremoto di un mese. Infatti, la rivolta del 26 febbraio 1511 aveva comportato la distruzione di numerosi castelli del Friuli. Per meglio comprendere il quadro reale degli effetti sismici, è stato necessario pertanto tenere conto della mappa delle distruzioni antropiche: ciò ha consentito di distinguere esplicitamente le località che furono colpite da entrambi gli eventi.
Uno studio di Ribaric (1979) (1) che, benché non esplicitamente citato, ha probabilmente ispirato i compilatori del Catalogo PFG, ipotizza due scosse avvenute il 26 marzo, una in Slovenia alle ore 15 e l’altra in Friuli alle 20. Le conversioni al GMT collocano le scosse rispettivamente alle 14 e alle 19. Tuttavia, mentre per la Slovenia l’autore fa riferimento a orari già convertiti rispetto all’uso orario locale, per l’area italiana riprende la cronologia e gli effetti da Baratta (1901) (2), il quale, senza precisarlo, riporta le ore secondo l’uso all’italiana. La conversione al GMT degli orari riportati da Baratta fa coincidere le due scosse in una sola, poiché le ore 20 italiane, citate da Baratta, corrispondono in quel periodo dell’anno e nell’area friulana alle 14:40 GMT circa. È stata analizzata anche la recente revisione di Cergol e Slejko (1991) (3).

Note

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979
(2)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(3)
Cergol M. e Slejko D.
I terremoti del 1511 e del 1690 nelle alpi orientali, in "Atti del Convegno, Pisa 25-27 giugno 1990", CNR-GNDT, vol.2 (Macrosismica), a cura di P.Albini e M.S.Barbano, pp.69-91.
Bologna 1991

Effects in the social context

Il terremoto si colloca in un quadro economico e sociale profondamente perturbato, di cui è stato necessario tenere conto. Il 26 febbraio 1511 scoppiò la famosa rivolta degli "zamberlani", conosciuta come il "sacco del giovedì grasso". Tensioni sociali, povertà diffusa, ciclo congiunturale negativo nell’agricoltura, rivalità fra famiglie dominanti, innescarono una sanguinosa rivolta che coinvolse migliaia di contadini. Circa 27, fra paesi e castelli, vennero saccheggiati, incendiati e devastati in vari modi. Nella stessa Udine più di 20 palazzi nobiliari vennero incendiati e gravemente danneggiati. I danni antropici e sismici si sommarono nella città di Udine e in 4 borghi fortificati (Fagagna, Mels, Spilimbergo e Tarcento). I rivoltosi furono poi fermati dall’esercito nei pressi di Valvasone, a nord-ovest di Pordenone.
Poco dopo il terremoto, la diffusa indigenza favorì un’epidemia di peste, che peggiorò ulteriormente la situazione della zona. Le fonti ricordano la morte per epidemia di oltre 9.000 persone, la fuga di molti e il diffuso spopolamento dell’area. I morti a causa del terremoto non furono rilevati ufficialmente, sia per la situazione caotica che si era determinata, sia per la mancanza di interventi amministrativi. Pertanto, il numero dei morti, che si intuisce piuttosto alto (sono infatti ricordati 500 morti solo a Gemona) resta, allo stato attuale delle conoscenze, non precisato.

Concurrent natural and man-induced destructive events

Precedette questo terremoto un inverno rigidissimo, che aveva creato molti problemi di aprovvigionamento alle popolazioni locali. Un mese prima del terremoto scoppiò la famosa rivolta degli "zambarlani", partito avverso degli "strumieri", noto anche come il "sacco del giovedì grasso" (27 febbraio 1511). Furono danneggiati, incendiati e devastati 27 paesi e castelli. A questi scontri sanguinosi e distruttivi, seguì il 26 marzo il terremoto, che colpì un’area limitrofa e in parte sovrapposta a quella della rivolta. La crisi di indigenza diffusa favorì il propagarsi di un’estesa epidemia di peste - i cui focali erano già segnalati all’inizio del 1511 - in cui morirono migliaia di persone. Di questa ondata epidemica trattano diversi autori coevi (sintesi bibliografica in Corradi (1)). Il calo demografico fu molto sensibile, sia per i morti sia per gli emigrati. Complessivamente il contesto socio-economico dell’anno 1511 si delinea come l’insieme di eventi distruttivi diversi e ravvicinati, che interagirono in modo complesso, creando una congiuntura estremamente sfavorevole per le popolazioni dell’area (2).

Note

(1)
Corradi A.
Annali delle epidemie occorse in Italia dalle prime memorie fino al 1850 compilati con varie note e dichiarazioni, 5 voll. (ristampa anastatica, Bologna 1972-73).
Bologna 1865
(2)
Tommasi A.
I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887, in "Annali dell’Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.183-205.
Roma 1888
Lettera di Pellegrino di S.Daniele al vescovo di Comacchio, Gemona 12 agosto 1512, in G.G. Corbanese "Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo veneziano. Grande Atlante Storico-Cronologico Comparato", p.512.
Udine 1983

Elements of the local buildings

Secondo Ribaric (1) nell’area slovena più danneggiata, il 95% delle case era in legno e scarsamente aggregate, elemento che ridusse notevolmente secondo l’autore i danni e il numero dei morti.

Note

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Social and economic effects

La reazione immediata della popolazione dell’area friulana, ricordata solo per alcuni centri, fu generalmente quella di fuggire per le strade e nelle piazze e di abbandonare le case. A Udine furono organizzati riti religiosi e processioni (1).
L’area più colpita, quella slovena nei dintorni di Idrija, era un importante centro minerario per l’estrazione del mercurio. Il terremoto distrutte l’insediamento produttivo, causando anche crolli nelle gallerie di estrazione. Solo nel 1517 fu possibile ripristinare l’attività estrattiva (2).

Note

(1)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920
Battistella A.
Il secolo XVI in Friuli nei riguardi climatici, igenici e meteorologici, in "Atti della Accademia di Udine", s.V, vol.9, a.1929-1930, pp.5-33.
Udine 1930
(2)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Institutional and administrative response

Da studi sulla storia della città di Udine (1) si hanno informazioni sulle decisioni del Consiglio comunale e del Consiglio di una Confraternita relativamente al restauro della torre campanaria della chiesa di S.Maria del Castello, seriamente danneggiata. Probabilmente in seguito alla scossa del 28 marzo 1511, il Consiglio comunale deliberò di togliere le campane dalla torre per evitarne la caduta e la perdita. Solo dietro insistenti pressioni da parte del Consiglio della Confraternita, che era proprietaria di alcune delle campane, il Comune decise di assumersi metà della spesa per il restauro del campanile.

Note

(1)
Vale G. e Calautti A.
Il Torre dell’Anzelo ossia il campanile del castello di Udine.
Udine 1927

Major earthquake effects

La scossa del 26 marzo (ore 14:40 GMT ca.) ebbe la durata di 7-10 secondi; causò effetti distruttivi in una vasta area della Slovenia nord-occidentale e del Friuli. In Slovenia le località più colpite furono Idrija, Lubiana e numerosi castelli fra cui Tolmin, Bled, Trzic e Kamnik; in Friuli gli effetti furono particolarmente gravi a Gemona, Osoppo e Venzone, ma anche Trieste, Cividale e Udine furono gravemente danneggiate. In area italiana la scossa causò danni più leggeri in numerose località venete, fra le quali Belluno, Venezia, Padova e Treviso, e a Ferrara; la scossa fu sentita in un’area molto estesa, fino a Urbino a sud e Alessandria a ovest. Secondo Ribaric (1), il fatto che nell’area slovena maggiormente danneggiata il 95% delle case fosse in legno e scarsamente aggregate ridusse notevolmente i danni e il numero dei morti. Numerose furono le repliche successive attestate sia in Slovenia che in Italia, alcune anche di elevata intensità, le quali tuttavia, allo stato attuale della revisione, risultano di difficile valutazione nelle aree più danneggiate, anche a causa della genericità delle descrizioni.

Note

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Effects on the environment

Informazioni dettagliate sul comportamento delle acque a Venezia sono state evidenziate da una recente revisione (Guidoboni e Tinti 1986) (1). Un testimone diretto, Sanuto (1511) (2), ricorda che a causa del terremoto vi fu un abbassamento del livello dell’acqua, tanto da scoprire alcuni fondi di canali. Il ricordo di un’onda tale da raggiungere l’altezza delle finestre è invece riportato solo nei testi più tardi e non veneziani (Buoni 1571 (3); Lancellotti 1673 (4)) utilizzati nel catalogo dei maremoti di Caputo e Faita (1984) (5). L’ondata di maremoto ricordata dalle fonti veneziane ­ coeve in senso stretto ­ non causò effetti di danno e potrebbe essere stata confusa dagli scrittori posteriori con un notevole innalzamento delle acque avvenuto tre giorni dopo la scossa. Un testimone diretto, Cristoforo Zaccaria, annotò infatti che il 29 marzo l’acqua era arrivata alla porta dell’Ufficio della Giustizia: tale livello era ritenuto, secondo il testimone, il più alto degli ultimi anni. Girolamo Priuli, trascritto in Gallicciolli (1795) (6), conferma che il movimento insolito delle acque avvenne il giorno 29 marzo e osserva, fra l’altro, la concomitanza con "gran piogge, acque e inondazioni". Si ricorda, inoltre, che le acque dei canali mostrarono "tremori e sbalzi".

Note

(1)
Guidoboni E. e Tinti S.
Revisione dei maremoti distruttivi dell’alto Adriatico, in "Atti del 5.o Convegno", Roma 17-19 novembre 1986, CNR-GNGTS, vol.1, pp. 31-44.
Roma 1987
(2)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
(3)
Buoni G.A.
Del terremoto, dialogo di I.A.Buoni medico ferrarese distinto in quattro giornate.
Modena 1571
(4)
Lancellotti S.
Lo hoggidì ovvero il mondo non peggiore né più calamitoso del passato.
Venezia 1673
(5)
Caputo M. e Faita G.
Primo catalogo dei maremoti delle coste italiane, in "Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Memorie. Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali", a.381, s.VIII, vol.17, sez.1a (Matematica, meccanica, astronomia, geodesia e geofisica), fasc.7, pp.231-356.
Roma 1984
(6)
Gallicciolli G.
Delle memorie venete antiche, profane ed ecclesiastiche, libri tre, 8 voll.
Venezia 1795

Sequence of the earthquake

Tutte le fonti concordano nel ricordare la scossa principale, avvenuta il 26 marzo 1511 alle ore 14:40 GMT circa (la sola eccezione è costituita dalla tarda cronaca veronese di L.Moscardo, che pone due scosse il 26, ma non riporta la scossa del 28 marzo). Repliche sensibili si ebbero il 28 marzo e l’1 aprile. Tutte sono elencate anche nel catalogo di Ribaric (1).

Note

(1)
Ribaric V.
Seizmicnost Slovenue. Katalog potresov (792 n.e.- 1981) [Seismicity of Slovenia. Catalogue of earthquakes (792 A.D.-1981)].
Ljubljana 1982

Full Chronology Of The Earthquake Sequence

Le fonti sono dettagliate riguardo alla prima scossa, indicando sia l’ora in cui avvenne, sia la durata approssimativa. In quest’ultimo caso, mancando strumenti di misura meccanici esse si servono di un sistema già in uso nel Medioevo e prendono a unità di misura alcune delle preghiere più note (Miserere, Pater Noster e Ave Maria indicativamente corrispondenti a 60, 12 e 8 secondi). Su entrambi i dati le fonti discordano, e talvolta di molto. Per l’indicazione dell’ora ciò può dipendere da usi orari locali differenti: le divergenze maggiori provengono da fonti bolognesi (che indicano le 21, secondo l’uso italiano) e ferraresi (che indicano le 23); generalmente le fonti di area veneta e friulana (sotto la dominazione veneta) concordano nel porre il terremoto tra le ore 20 e 21, ora italiana, oscillando dalle 20 e un quarto alle 20 e tre quarti. Antonio Belloni, notaio udinese, sembra essere il più preciso, avendo avuto probabilmente sott’occhio un orologio pubblico: secondo il suo racconto, la lancetta («signum») non aveva ancora raggiunto la metà del suo percorso tra le 20 e le 21 quando avvenne il terremoto (1), quindi circa le 14:30 GMT.
Riguardo alla durata della prima scossa si ha una chiara discordanza solo tra le fonti che hanno scelto l’Ave Maria come unità di misura: Belloni afferma infatti che essa durò quanto un’Ave o addirittura meno (2), un anonimo cronista veneziano invece sostiene che essa durò almeno due Ave (3). Per una durata più lunga di quella indicata dal Belloni si pronunciano anche altri testimoni: Rizzoni, cronista veronese, indica tre Pater (4); e altri quattro la equiparano in durata a un Miserere (5).
La seconda scossa, di minore intensità, avvenne il 28 marzo 1511 dopo le 18, ora italiana (6), o alle 19, secondo un anonimo veneziano (7), quindi fra le 12:15 e le 13:15 GMT.
La terza scossa avvenne l’1 aprile alle 2 della notte ora italiana (20:15 GMT del 31 marzo), secondo diversi testimoni (8) o alle 22, ora italiana (16:15 GMT), secondo altri (9) e un anonimo veneziano (10).
Una quarta scossa, segnalata solo da Bartolomeo Sanvito (11), sarebbe avvenuta il 2 aprile, circa due ore prima dell’alba (3:40 GMT). Per lo stesso giorno, forse, anche l’anonimo veneziano (12) segnala una scossa, ma alle 9, ora italiana (3:15 GMT).
Una quinta scossa, il 3 aprile alle 4, ora italiana.
Una sesta il 4 aprile alle 3, ora italiana (21:30 GMT).
Una settima il 6 aprile alle 4, ora italiana (21:15 GMT).
Un’ottava il 7 aprile alle 5, ora italiana (23:30 GMT) (13).
Una nona il 25 giugno alle 5 della notte, ora italiana (0:40 GMT) (14).
Una decima il 26 agosto alle 8, ora italiana (2:15 GMT) (15), o dopo terza, secondo il computo ecclesiastico in ora canoniche (16).

Note

(1)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920
(2)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920
(3)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(4)
Rizzoni Giacomo
Continuazione della Cronica di Pier Zagata (1471-1521), in "Cronica della città di Verona", ed. G.Biancolini, parte 2, vol.1, pp.85-206.
Verona 1747
(5)
Piovene G.
Cronaca dei terremoti a Vicenza, in "Annali dell’Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.45-57.
Roma 1888
Battistella A.
Il secolo XVI in Friuli nei riguardi climatici, igenici e meteorologici, in "Atti della Accademia di Udine", s.V, vol.9, a.1929-1930, pp.5-33.
Udine 1930
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937
Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, classe F (Legislazione e sistemazione del governo), Corrispondenza interna, b.2482, Lettera di Lodovico Fontana al marchese di Mantova, Mantova 27 marzo 1511.

(6)
Rizzoni Giacomo
Continuazione della Cronica di Pier Zagata (1471-1521), in "Cronica della città di Verona", ed. G.Biancolini, parte 2, vol.1, pp.85-206.
Verona 1747
(7)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(8)
Sanvito B
Memoriale (1505-1511), in S.De Kunert, "Un padovano ignoto ed il suo Memoriale de’ primi anni del Cinquecento (1505-1511) con cenni su due codici miniati", Bullettino del Museo Civico di Padova, a.10.
Padova 1907
Rizzoni Giacomo
Continuazione della Cronica di Pier Zagata (1471-1521), in "Cronica della città di Verona", ed. G.Biancolini, parte 2, vol.1, pp.85-206.
Verona 1747
(9)
Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, Manoscritti, cl.I, 645, Filippo Rodi, Annali di Ferrara (dalle origini fino alla fine del XVI secolo), 3 voll., sec.XVI.

(10)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(11)
Sanvito B
Memoriale (1505-1511), in S.De Kunert, "Un padovano ignoto ed il suo Memoriale de’ primi anni del Cinquecento (1505-1511) con cenni su due codici miniati", Bullettino del Museo Civico di Padova, a.10.
Padova 1907
(12)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(13)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(14)
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937
(15)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(16)
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937

Bibliography

Author Title Text Value Text Date Place of publ.
Agnelli G.I terremoti registrati nelle cronache lodigiane, in "Archivio storico per la città e comuni del circondario di Lodi", s.II, vol.14, pp.90-96.Catalogue1895Lodi
Alberti LeandroHistorie di Bologna 1479-1543, a cura di A.Antonelli e M.R.Musti, 3 voll. (Collana di cronache bolognesi d’epoca medioevale moderna e contemporanea, 10).Direct source2006Bologna
Amaseo GregorioDela sedition e strade dela Zobia Grassa fatta in Udene del 1511, 27 febbraio, in "Diarii Udinesi dall’anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio", a cura di A.Ceruti, pp.225-235.Direct source1884Venezia
Amaseo GregorioHistoria della crudel Zobia Grassa et altri nefarii excessi et horrende calamità intervenute in la città di Udine et patria del Friuli del 1511, in "Diarii Udinesi dall’anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio", a cura di A.Ceruti, pp.497-544.Direct source1884Venezia
Amaseo L., Amaseo G. e Azio G.A.Prolegomeni, in "Diarii Udinesi dall’anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio", a cura di A.Ceruti, pp.10-108.Direct source1884Venezia
Ambraseys N.N.The Gemona di Friuli Earthquake of 6 May 1976, in "The Gemona di Friuli Earthquake of 6 May 1976", UNESCO, Restricted Technical Report, RP/1975-76/2.222.3, pt.2.Scientific bibliography1976Paris
Antonini P.Del Friuli ed in particolare dei trattati da cui ebbe origine la dualità politica in questa regione, note storiche.Historiographical study1873Venezia
*Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, classe F (Legislazione e sistemazione del governo), Corrispondenza interna, b.2482, Lettera di Lodovico Fontana al marchese di Mantova, Mantova 27 marzo 1511.Direct source1511
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Oderzo, b.166 (1503-1764), Dispacci dei rettori di Oderzo al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1503
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Vicenza, b.223 (1500-1542), Dispacci dei rettori di Vicenza al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Padova, b.80 (1470-1519), Dispacci dei rettori di Padova al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1470
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Pordenone, b.189 (1509-1789), Dispacci dei rettori di Pordenone al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1509
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Bergamo, b.1 (1500-1549), Dispacci dei rettori di Bergamo al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Noale, b.165 (1504-1791), Dispacci dei rettori di Noale al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1504
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Portogruaro, b.190 (1500-1754), Dispacci dei rettori di Portogruaro al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Motta di Livenza, b.164 (1500-1794), Dispacci dei rettori di Motta di Livenza al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
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Felt Localities (2)

Locality Province Lat Lon Intensity
Cividale del FriuliUD46.092813.4306IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di settanta abitazioni e di 3 campanili (1).
La replica dell’8 agosto causò gravissime distruzioni e molte vittime.

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

Idrija46.013614.0183IX

In questo piccolo villaggio la scossa del 26 marzo causò la distruzione degli unici due edifici in pietra e danneggiò gravemente i restanti in legno. Gli impianti minerari furono gravemente danneggiati tanto che l’attività estrattiva poté essere ripresa solo nel 1517 (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979