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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading

Date Time Lat Lon Rel Io Imax Sites Nref Me Rme Location Country
26 03 151114:4046.213.433b9106601397!SloveniaItaly

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Space-time parameters

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1511 03 26 14 40 -- 46.20 13.43 0.0 10.0 0 139 Slovenia
1511 03 28 14 30 -- 0.00 0.00 0.0 0.0 0 139 Slovenia
1511 03 28 12 15 -- 45.50 11.93 0.0 6.0 0 139 Slovenia
1511 06 25 00 10 -- 46.07 13.23 0.0 6.5 0 139 TAIPANA
1511 06 25 04 40 -- 46.07 13.23 0.0 5.0 0 139 TAIPANA
1511 06 25 05 40 -- 46.07 13.23 0.0 5.0 0 139 TAIPANA
1511 08 08 -- -- -- 46.05 13.72 0.0 9.0 0 139 Slovenia
1511 08 17 02 30 -- 45.70 12.42 0.0 4.6 0 139 SACILE


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Previous catalogues and reasons of the corrections

The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1511 03 26 14:40 46.20 13.43 9.0 10.0 66 115 Slovenia
PFG 1511 03 26 14:- 46.10 14.00 9.5 - - - Yugoslavia

CFT 1511 03 28 12:15 45.50 11.93 5.5 6.0 8 115 Slovenia
PFG 1511 03 28 19:- 46.20 13.40 7.5 - - - Taipana

CFT - - - - - - - 115 -
PFG 1511 03 26 14:30 46.25 13.33 9.5 - - - Friuli

CFT 1511 08 08 - 46.05 13.73 9.0 9.0 2 115 Slovenia
PFG 1511 08 08 - 46.10 13.47 9.0 - - - Cividale del Friuli


PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING

State of earthquakes review

È stata revisionata la bibliografia del Catalogo ed è stata condotta una ricerca sulle fonti memorialistiche coeve e sulla storiografia. La ricerca archivistica si è limitata ad alcuni sondaggi presso gli Archivi di Stato di Venezia, di Verona e di Mantova; a Venezia è stata vagliata una parte del fondo dei Capi del Consiglio dei Dieci, in cui si raccoglievano le lettere di rettori e altri rappresentanti del potere amministrativo veneziano in paesi e città della Terraferma. Lo spoglio è stato eseguito per 9 località (Motta di Livenza, Oderzo, Portobuffolé, Portogruaro, Noale, Bergamo, Pordenone, Padova e Vicenza) e non sono state reperite informazioni. Negativa anche la ricerca archivistica eseguita a Verona, dove sono stati vagliati gli Atti dei Consigli del comune per l’anno 1511, ed è stato eseguito un sondaggio nel fondo dei Monasteri Soppressi; positiva per Mantova, dove nell’Archivio Gonzaga è stata reperita una importante testimonianza epistolare inerente al terremoto, scritta il giorno seguente. La ricerca ha anche approfondito alcuni aspetti della particolare situazione sociale che aveva preceduto il terremoto di un mese. Infatti, la rivolta del 26 febbraio 1511 aveva comportato la distruzione di numerosi castelli del Friuli. Per meglio comprendere il quadro reale degli effetti sismici, è stato necessario pertanto tenere conto della mappa delle distruzioni antropiche: ciò ha consentito di distinguere esplicitamente le località che furono colpite da entrambi gli eventi.
Uno studio di Ribaric (1979) (1) che, benché non esplicitamente citato, ha probabilmente ispirato i compilatori del Catalogo PFG, ipotizza due scosse avvenute il 26 marzo, una in Slovenia alle ore 15 e l’altra in Friuli alle 20. Le conversioni al GMT collocano le scosse rispettivamente alle 14 e alle 19. Tuttavia, mentre per la Slovenia l’autore fa riferimento a orari già convertiti rispetto all’uso orario locale, per l’area italiana riprende la cronologia e gli effetti da Baratta (1901) (2), il quale, senza precisarlo, riporta le ore secondo l’uso all’italiana. La conversione al GMT degli orari riportati da Baratta fa coincidere le due scosse in una sola, poiché le ore 20 italiane, citate da Baratta, corrispondono in quel periodo dell’anno e nell’area friulana alle 14:40 GMT circa. È stata analizzata anche la recente revisione di Cergol e Slejko (1991) (3).

Note

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979
(2)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(3)
Cergol M. e Slejko D.
I terremoti del 1511 e del 1690 nelle alpi orientali, in "Atti del Convegno, Pisa 25-27 giugno 1990", CNR-GNDT, vol.2 (Macrosismica), a cura di P.Albini e M.S.Barbano, pp.69-91.
Bologna 1991

Effects in the social context

Il terremoto si colloca in un quadro economico e sociale profondamente perturbato, di cui è stato necessario tenere conto. Il 26 febbraio 1511 scoppiò la famosa rivolta degli "zamberlani", conosciuta come il "sacco del giovedì grasso". Tensioni sociali, povertà diffusa, ciclo congiunturale negativo nell’agricoltura, rivalità fra famiglie dominanti, innescarono una sanguinosa rivolta che coinvolse migliaia di contadini. Circa 27, fra paesi e castelli, vennero saccheggiati, incendiati e devastati in vari modi. Nella stessa Udine più di 20 palazzi nobiliari vennero incendiati e gravemente danneggiati. I danni antropici e sismici si sommarono nella città di Udine e in 4 borghi fortificati (Fagagna, Mels, Spilimbergo e Tarcento). I rivoltosi furono poi fermati dall’esercito nei pressi di Valvasone, a nord-ovest di Pordenone.
Poco dopo il terremoto, la diffusa indigenza favorì un’epidemia di peste, che peggiorò ulteriormente la situazione della zona. Le fonti ricordano la morte per epidemia di oltre 9.000 persone, la fuga di molti e il diffuso spopolamento dell’area. I morti a causa del terremoto non furono rilevati ufficialmente, sia per la situazione caotica che si era determinata, sia per la mancanza di interventi amministrativi. Pertanto, il numero dei morti, che si intuisce piuttosto alto (sono infatti ricordati 500 morti solo a Gemona) resta, allo stato attuale delle conoscenze, non precisato.

Concurrent natural and man-induced destructive events

Precedette questo terremoto un inverno rigidissimo, che aveva creato molti problemi di aprovvigionamento alle popolazioni locali. Un mese prima del terremoto scoppiò la famosa rivolta degli "zambarlani", partito avverso degli "strumieri", noto anche come il "sacco del giovedì grasso" (27 febbraio 1511). Furono danneggiati, incendiati e devastati 27 paesi e castelli. A questi scontri sanguinosi e distruttivi, seguì il 26 marzo il terremoto, che colpì un’area limitrofa e in parte sovrapposta a quella della rivolta. La crisi di indigenza diffusa favorì il propagarsi di un’estesa epidemia di peste - i cui focali erano già segnalati all’inizio del 1511 - in cui morirono migliaia di persone. Di questa ondata epidemica trattano diversi autori coevi (sintesi bibliografica in Corradi (1)). Il calo demografico fu molto sensibile, sia per i morti sia per gli emigrati. Complessivamente il contesto socio-economico dell’anno 1511 si delinea come l’insieme di eventi distruttivi diversi e ravvicinati, che interagirono in modo complesso, creando una congiuntura estremamente sfavorevole per le popolazioni dell’area (2).

Note

(1)
Corradi A.
Annali delle epidemie occorse in Italia dalle prime memorie fino al 1850 compilati con varie note e dichiarazioni, 5 voll. (ristampa anastatica, Bologna 1972-73).
Bologna 1865
(2)
Tommasi A.
I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887, in "Annali dell’Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.183-205.
Roma 1888
Lettera di Pellegrino di S.Daniele al vescovo di Comacchio, Gemona 12 agosto 1512, in G.G. Corbanese "Il Friuli, Trieste e l’Istria nel periodo veneziano. Grande Atlante Storico-Cronologico Comparato", p.512.
Udine 1983

Elements of the local buildings

Secondo Ribaric (1) nell’area slovena più danneggiata, il 95% delle case era in legno e scarsamente aggregate, elemento che ridusse notevolmente secondo l’autore i danni e il numero dei morti.

Note

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Social and economic effects

La reazione immediata della popolazione dell’area friulana, ricordata solo per alcuni centri, fu generalmente quella di fuggire per le strade e nelle piazze e di abbandonare le case. A Udine furono organizzati riti religiosi e processioni (1).
L’area più colpita, quella slovena nei dintorni di Idrija, era un importante centro minerario per l’estrazione del mercurio. Il terremoto distrutte l’insediamento produttivo, causando anche crolli nelle gallerie di estrazione. Solo nel 1517 fu possibile ripristinare l’attività estrattiva (2).

Note

(1)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920
Battistella A.
Il secolo XVI in Friuli nei riguardi climatici, igenici e meteorologici, in "Atti della Accademia di Udine", s.V, vol.9, a.1929-1930, pp.5-33.
Udine 1930
(2)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Institutional and administrative response

Da studi sulla storia della città di Udine (1) si hanno informazioni sulle decisioni del Consiglio comunale e del Consiglio di una Confraternita relativamente al restauro della torre campanaria della chiesa di S.Maria del Castello, seriamente danneggiata. Probabilmente in seguito alla scossa del 28 marzo 1511, il Consiglio comunale deliberò di togliere le campane dalla torre per evitarne la caduta e la perdita. Solo dietro insistenti pressioni da parte del Consiglio della Confraternita, che era proprietaria di alcune delle campane, il Comune decise di assumersi metà della spesa per il restauro del campanile.

Note

(1)
Vale G. e Calautti A.
Il Torre dell’Anzelo ossia il campanile del castello di Udine.
Udine 1927

Major earthquake effects

La scossa del 26 marzo (ore 14:40 GMT ca.) ebbe la durata di 7-10 secondi; causò effetti distruttivi in una vasta area della Slovenia nord-occidentale e del Friuli. In Slovenia le località più colpite furono Idrija, Lubiana e numerosi castelli fra cui Tolmin, Bled, Trzic e Kamnik; in Friuli gli effetti furono particolarmente gravi a Gemona, Osoppo e Venzone, ma anche Trieste, Cividale e Udine furono gravemente danneggiate. In area italiana la scossa causò danni più leggeri in numerose località venete, fra le quali Belluno, Venezia, Padova e Treviso, e a Ferrara; la scossa fu sentita in un’area molto estesa, fino a Urbino a sud e Alessandria a ovest. Secondo Ribaric (1), il fatto che nell’area slovena maggiormente danneggiata il 95% delle case fosse in legno e scarsamente aggregate ridusse notevolmente i danni e il numero dei morti. Numerose furono le repliche successive attestate sia in Slovenia che in Italia, alcune anche di elevata intensità, le quali tuttavia, allo stato attuale della revisione, risultano di difficile valutazione nelle aree più danneggiate, anche a causa della genericità delle descrizioni.

Note

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Effects on the environment

Informazioni dettagliate sul comportamento delle acque a Venezia sono state evidenziate da una recente revisione (Guidoboni e Tinti 1986) (1). Un testimone diretto, Sanuto (1511) (2), ricorda che a causa del terremoto vi fu un abbassamento del livello dell’acqua, tanto da scoprire alcuni fondi di canali. Il ricordo di un’onda tale da raggiungere l’altezza delle finestre è invece riportato solo nei testi più tardi e non veneziani (Buoni 1571 (3); Lancellotti 1673 (4)) utilizzati nel catalogo dei maremoti di Caputo e Faita (1984) (5). L’ondata di maremoto ricordata dalle fonti veneziane ­ coeve in senso stretto ­ non causò effetti di danno e potrebbe essere stata confusa dagli scrittori posteriori con un notevole innalzamento delle acque avvenuto tre giorni dopo la scossa. Un testimone diretto, Cristoforo Zaccaria, annotò infatti che il 29 marzo l’acqua era arrivata alla porta dell’Ufficio della Giustizia: tale livello era ritenuto, secondo il testimone, il più alto degli ultimi anni. Girolamo Priuli, trascritto in Gallicciolli (1795) (6), conferma che il movimento insolito delle acque avvenne il giorno 29 marzo e osserva, fra l’altro, la concomitanza con "gran piogge, acque e inondazioni". Si ricorda, inoltre, che le acque dei canali mostrarono "tremori e sbalzi".

Note

(1)
Guidoboni E. e Tinti S.
Revisione dei maremoti distruttivi dell’alto Adriatico, in "Atti del 5.o Convegno", Roma 17-19 novembre 1986, CNR-GNGTS, vol.1, pp. 31-44.
Roma 1987
(2)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
(3)
Buoni G.A.
Del terremoto, dialogo di I.A.Buoni medico ferrarese distinto in quattro giornate.
Modena 1571
(4)
Lancellotti S.
Lo hoggidì ovvero il mondo non peggiore né più calamitoso del passato.
Venezia 1673
(5)
Caputo M. e Faita G.
Primo catalogo dei maremoti delle coste italiane, in "Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Memorie. Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali", a.381, s.VIII, vol.17, sez.1a (Matematica, meccanica, astronomia, geodesia e geofisica), fasc.7, pp.231-356.
Roma 1984
(6)
Gallicciolli G.
Delle memorie venete antiche, profane ed ecclesiastiche, libri tre, 8 voll.
Venezia 1795

Sequence of the earthquake

Tutte le fonti concordano nel ricordare la scossa principale, avvenuta il 26 marzo 1511 alle ore 14:40 GMT circa (la sola eccezione è costituita dalla tarda cronaca veronese di L.Moscardo, che pone due scosse il 26, ma non riporta la scossa del 28 marzo). Repliche sensibili si ebbero il 28 marzo e l’1 aprile. Tutte sono elencate anche nel catalogo di Ribaric (1).

Note

(1)
Ribaric V.
Seizmicnost Slovenue. Katalog potresov (792 n.e.- 1981) [Seismicity of Slovenia. Catalogue of earthquakes (792 A.D.-1981)].
Ljubljana 1982

Full Chronology Of The Earthquake Sequence

Le fonti sono dettagliate riguardo alla prima scossa, indicando sia l’ora in cui avvenne, sia la durata approssimativa. In quest’ultimo caso, mancando strumenti di misura meccanici esse si servono di un sistema già in uso nel Medioevo e prendono a unità di misura alcune delle preghiere più note (Miserere, Pater Noster e Ave Maria indicativamente corrispondenti a 60, 12 e 8 secondi). Su entrambi i dati le fonti discordano, e talvolta di molto. Per l’indicazione dell’ora ciò può dipendere da usi orari locali differenti: le divergenze maggiori provengono da fonti bolognesi (che indicano le 21, secondo l’uso italiano) e ferraresi (che indicano le 23); generalmente le fonti di area veneta e friulana (sotto la dominazione veneta) concordano nel porre il terremoto tra le ore 20 e 21, ora italiana, oscillando dalle 20 e un quarto alle 20 e tre quarti. Antonio Belloni, notaio udinese, sembra essere il più preciso, avendo avuto probabilmente sott’occhio un orologio pubblico: secondo il suo racconto, la lancetta («signum») non aveva ancora raggiunto la metà del suo percorso tra le 20 e le 21 quando avvenne il terremoto (1), quindi circa le 14:30 GMT.
Riguardo alla durata della prima scossa si ha una chiara discordanza solo tra le fonti che hanno scelto l’Ave Maria come unità di misura: Belloni afferma infatti che essa durò quanto un’Ave o addirittura meno (2), un anonimo cronista veneziano invece sostiene che essa durò almeno due Ave (3). Per una durata più lunga di quella indicata dal Belloni si pronunciano anche altri testimoni: Rizzoni, cronista veronese, indica tre Pater (4); e altri quattro la equiparano in durata a un Miserere (5).
La seconda scossa, di minore intensità, avvenne il 28 marzo 1511 dopo le 18, ora italiana (6), o alle 19, secondo un anonimo veneziano (7), quindi fra le 12:15 e le 13:15 GMT.
La terza scossa avvenne l’1 aprile alle 2 della notte ora italiana (20:15 GMT del 31 marzo), secondo diversi testimoni (8) o alle 22, ora italiana (16:15 GMT), secondo altri (9) e un anonimo veneziano (10).
Una quarta scossa, segnalata solo da Bartolomeo Sanvito (11), sarebbe avvenuta il 2 aprile, circa due ore prima dell’alba (3:40 GMT). Per lo stesso giorno, forse, anche l’anonimo veneziano (12) segnala una scossa, ma alle 9, ora italiana (3:15 GMT).
Una quinta scossa, il 3 aprile alle 4, ora italiana.
Una sesta il 4 aprile alle 3, ora italiana (21:30 GMT).
Una settima il 6 aprile alle 4, ora italiana (21:15 GMT).
Un’ottava il 7 aprile alle 5, ora italiana (23:30 GMT) (13).
Una nona il 25 giugno alle 5 della notte, ora italiana (0:40 GMT) (14).
Una decima il 26 agosto alle 8, ora italiana (2:15 GMT) (15), o dopo terza, secondo il computo ecclesiastico in ora canoniche (16).

Note

(1)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920
(2)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920
(3)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(4)
Rizzoni Giacomo
Continuazione della Cronica di Pier Zagata (1471-1521), in "Cronica della città di Verona", ed. G.Biancolini, parte 2, vol.1, pp.85-206.
Verona 1747
(5)
Piovene G.
Cronaca dei terremoti a Vicenza, in "Annali dell’Ufficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.45-57.
Roma 1888
Battistella A.
Il secolo XVI in Friuli nei riguardi climatici, igenici e meteorologici, in "Atti della Accademia di Udine", s.V, vol.9, a.1929-1930, pp.5-33.
Udine 1930
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937
Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, classe F (Legislazione e sistemazione del governo), Corrispondenza interna, b.2482, Lettera di Lodovico Fontana al marchese di Mantova, Mantova 27 marzo 1511.

(6)
Rizzoni Giacomo
Continuazione della Cronica di Pier Zagata (1471-1521), in "Cronica della città di Verona", ed. G.Biancolini, parte 2, vol.1, pp.85-206.
Verona 1747
(7)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(8)
Sanvito B
Memoriale (1505-1511), in S.De Kunert, "Un padovano ignoto ed il suo Memoriale de’ primi anni del Cinquecento (1505-1511) con cenni su due codici miniati", Bullettino del Museo Civico di Padova, a.10.
Padova 1907
Rizzoni Giacomo
Continuazione della Cronica di Pier Zagata (1471-1521), in "Cronica della città di Verona", ed. G.Biancolini, parte 2, vol.1, pp.85-206.
Verona 1747
(9)
Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, Manoscritti, cl.I, 645, Filippo Rodi, Annali di Ferrara (dalle origini fino alla fine del XVI secolo), 3 voll., sec.XVI.

(10)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(11)
Sanvito B
Memoriale (1505-1511), in S.De Kunert, "Un padovano ignoto ed il suo Memoriale de’ primi anni del Cinquecento (1505-1511) con cenni su due codici miniati", Bullettino del Museo Civico di Padova, a.10.
Padova 1907
(12)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(13)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(14)
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937
(15)
Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, Manoscritti Gradenigo, 200-IV, Terremoti in Venezia in vari tempi accaduti, sec.XVIII.

(16)
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937

Bibliography

Author Title Text Value Text Date Place of publ.
Agnelli G.I terremoti registrati nelle cronache lodigiane, in "Archivio storico per la città e comuni del circondario di Lodi", s.II, vol.14, pp.90-96.Catalogue1895Lodi
Alberti LeandroHistorie di Bologna 1479-1543, a cura di A.Antonelli e M.R.Musti, 3 voll. (Collana di cronache bolognesi d’epoca medioevale moderna e contemporanea, 10).Direct source2006Bologna
Amaseo GregorioDela sedition e strade dela Zobia Grassa fatta in Udene del 1511, 27 febbraio, in "Diarii Udinesi dall’anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio", a cura di A.Ceruti, pp.225-235.Direct source1884Venezia
Amaseo GregorioHistoria della crudel Zobia Grassa et altri nefarii excessi et horrende calamità intervenute in la città di Udine et patria del Friuli del 1511, in "Diarii Udinesi dall’anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio", a cura di A.Ceruti, pp.497-544.Direct source1884Venezia
Amaseo L., Amaseo G. e Azio G.A.Prolegomeni, in "Diarii Udinesi dall’anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio", a cura di A.Ceruti, pp.10-108.Direct source1884Venezia
Ambraseys N.N.The Gemona di Friuli Earthquake of 6 May 1976, in "The Gemona di Friuli Earthquake of 6 May 1976", UNESCO, Restricted Technical Report, RP/1975-76/2.222.3, pt.2.Scientific bibliography1976Paris
Antonini P.Del Friuli ed in particolare dei trattati da cui ebbe origine la dualità politica in questa regione, note storiche.Historiographical study1873Venezia
*Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, classe F (Legislazione e sistemazione del governo), Corrispondenza interna, b.2482, Lettera di Lodovico Fontana al marchese di Mantova, Mantova 27 marzo 1511.Direct source1511
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Oderzo, b.166 (1503-1764), Dispacci dei rettori di Oderzo al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1503
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Vicenza, b.223 (1500-1542), Dispacci dei rettori di Vicenza al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Padova, b.80 (1470-1519), Dispacci dei rettori di Padova al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1470
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Pordenone, b.189 (1509-1789), Dispacci dei rettori di Pordenone al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1509
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Bergamo, b.1 (1500-1549), Dispacci dei rettori di Bergamo al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Noale, b.165 (1504-1791), Dispacci dei rettori di Noale al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1504
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Portogruaro, b.190 (1500-1754), Dispacci dei rettori di Portogruaro al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
*Archivio di Stato di Venezia, Capi del Consiglio di dieci, Lettere di rettori e pubblici rappresentanti, Motta di Livenza, b.164 (1500-1794), Dispacci dei rettori di Motta di Livenza al tribunale dei capi del Consiglio di dieci.Negative source1500
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Felt Localities (66)

Locality Province Lat Lon Intensity
Idrija46.013614.0183X

In questo piccolo villaggio la scossa del 26 marzo causò la distruzione degli unici due edifici in pietra e danneggiò gravemente i restanti in legno. Gli impianti minerari furono gravemente danneggiati tanto che l’attività estrattiva poté essere ripresa solo nel 1517 (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Gemona del FriuliUD46.278313.135IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di edifici, i 2/3, secondo la lettera del luogotenente Gradenigo, riportata in Sanuto (1), secondo la lettera del pittore Pellegrino di San Daniele, riportata in Corbanese (2).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
(2)
Corbanese G.G.
Il Friuli, Trieste e l’Istria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll.
Udine 1983

Ljubljana46.057814.5031IX

Secondo uno studio di Ribaric (1) che utilizza storiografia di area slovena, la scossa del 26 marzo causò il crollo di metà degli edifici della città. Un riferimento a un terremoto a "Laubina" è riportato anche da Bonito (2) senza esplicita menzione degli effetti.

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979
(2)
Bonito M.
Terra tremante, o vero continuatione de’ terremoti dalla Creatione del Mondo sino al tempo presente (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1980).
Napoli 1691

OsoppoUD46.255613.0808IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo della metà degli edifici del paese (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

VenzoneUD46.333313.1394IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di molti edifici. Danni generici sono riferiti da Sanuto (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

Bled46.370614.1128VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Colloredo di Monte AlbanoUD46.161713.1353VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di molti edifici (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

FaedisUD46.150813.3467VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di edifici (1).

(1)
Tellini A.
Alcuni documenti riguardanti terremoti del Friuli, in "In Alto", vol.6, n.2, pp.13-15.
Udine 1895

FagagnaUD46.103313.0942VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di edifici. Il paese era già stato danneggiato dalla rivolta del 26 febbraio 1511, per cui è molto difficile la valutazione dei danni sismici (1).

(1)
Corbanese G.G.
Il Friuli, Trieste e l’Istria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll.
Udine 1983

FontanabonaUD46.141713.185VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di edifici (1).

(1)
Belloni A.
De Terremotu, a cura di D.Tassin, in "La rivolta del Friuli nel 1511 durante la sua guerra contro i tedeschi", "Nuovo Archivio Veneto", n.s, vol.39, pp.142-154.
Venezia 1920

Kamnik46.2214.6122VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Kocevska Reka45.574214.8011VIII-IX

Secondo lo studio di Ribaric la chiesa fu distrutta dalla scossa del 26 marzo (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

MelsUD46.176413.1075VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di edifici. Il paese era stato devastato dalla rivolta del 26 febbraio (1).

(1)
Corbanese G.G.
Il Friuli, Trieste e l’Istria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll.
Udine 1983

MoruzzoUD46.118613.1228VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo della quarta parte degli edifici del paese (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

Mozelj45.584714.9336VIII-IX

Secondo lo studio di Ribaric la chiesa sarebbe stata distrutta dalla scossa del 26 marzo (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

PersUD46.280313.2236VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di edifici (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

Pinzano al TagliamentoPN46.182212.9453VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di parte delle mura e della Torre e molti edifici furono resi inabitabili (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

Planina45.831714.2569VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Polhov Gradec46.065314.3117VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Skofja Loka46.163314.3006VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Tolmin46.187213.7311VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo del castello (1).

(1)
Palladio degli Olivi G.F.
Historie della Provincia del Friuli, 2 voll.
Udine 1660
Tassini D.
La guerra del Friuli contro i tedeschi (1508-1513), cronaca di G.Partenopeo.
Udine 1916

TriesteTS45.656113.7842VIII-IX

La scossa del 26 marzo causò il crollo di molte case, di gran parte delle mura e di due torri del porto (1).

(1)
Marsich A.
Effemeridi della città di Trieste e del suo territorio, in "La Provincia dell’Istria", a.12, n.6, 16 marzo 1878.
Capodistria 1878

Trzic46.363314.3119VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Turjak45.878314.6089VIII-IX

Il castello fu gravemente danneggiato o distrutto dalla scossa del 26 marzo. Secondo Ribaric il quadro di danni corrispondono al grado VIII MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

ArtegnaUD46.237813.1564B

Secondo Tellini (1) l’epigrafe del 1519, posta sulla porta della chiesa di S.Martino che ricorda la riparazione di danni causati da un terremoto, si riferisce al 1511.

(1)
Tellini A.
Alcuni documenti riguardanti terremoti del Friuli, in "In Alto", vol.6, n.2, pp.13-15.
Udine 1895

Cividale del FriuliUD46.092813.4306VIII

La scossa del 26 marzo causò il crollo di settanta abitazioni e di 3 campanili (1).
La replica dell’8 agosto causò gravissime distruzioni e molte vittime.

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

TarcentoUD46.213913.2147VIII

La scossa del 26 marzo causò il crollo parziale del castello. Il borgo risulta fra quelli devastati nella rivolta del 26 febbraio 1511 (1).

(1)
Corbanese G.G.
Il Friuli, Trieste e l’Istria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll.
Udine 1983

TolmezzoUD46.398113.0189VIII

La scossa del 26 marzo causò il crollo della chiesa e danni diffusi (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

UdineUD46.063313.2358VIII

La scossa del 26 marzo causò il crollo di parte del castello; danni alla torre campanaria della chiesa di S.Maria del Castello e al corpo dell’edificio della chiesa stessa; crollo di una piccola loggia presso la chiesa di S.Giovanni. Udine risultava già molto danneggiata dalla rivolta del 26 febbraio 1511, più di 20 palazzi signorili erano stati devastati (1).
Ì documentato, inoltre, il risentimento di altre scosse: il 28 marzo: (2), l’1 aprile e per tutto il mese.

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
Corbanese G.G.
Il Friuli, Trieste e l’Istria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll.
Udine 1983
Palladio degli Olivi G.F.
Historie della Provincia del Friuli, 2 voll.
Udine 1660
(2)
Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, Manoscritti Gonzati, 21.10.23 (=2852), G.Mocenigo, Raccolta di cronache vicentine, sec.XIX.
0019

BellunoBL46.145612.2217VII-VIII

Secondo Baratta (1) la scossa del 26 marzo causò genericamente il crollo di torri, di campanili e dei merli delle mura.

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

SacilePN45.953312.4986VII-VIII

La scossa del 26 marzo causò il crollo di case, di comignoli, di un campanile e di parte del palazzo pubblico (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

SpilimbergoPN46.110312.8986VII

La scossa del 26 marzo causò danni diffusi, secondo la lettera del luogotenenete Gradenzo, riportata in Sanuto (1). Il villaggio era già stato gravemente danneggiato dalla rivolta del 26 febbraio 1511 (2).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
(2)
Corbanese G.G.
Il Friuli, Trieste e l’Istria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll.
Udine 1983

TrevisoTV45.668912.2439VII

La scossa del 26 marzo causò il crollo del campanile della chiesa di S.Stefano e danni al Palazzo della Ragione. Sono menzionati altri danni generici non precisati (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
Bonifacio G.
Historia Trivigiana divisa in dodici libri. Nella quale, spiegandosi le cose notabili fino à questo tempo nel Trivigiano occorse, si tratta insieme de’ maggiori successi d’Italia.
Treviso 1591

VeneziaVE45.437512.3353VII

La scossa del 26 marzo lesionò estesamente sia il patrimonio monumentale, ecclesiastico e pubblico, sia l’edilizia abitativa, comprese anche alcune dimore patrizie. La basilica di S.Marco subì il crollo di alcuni elementi non strutturali (una colonnetta della faccciata, statue e decorazioni); nel campanile fu danneggiata la copertura della loggia e si allargò una fenditura preesistente nella parte sommitale, che lo rese inagibile per alcuni giorni. Le chiese di S.Giovanni Elemosinario e S.Lorenzo subirono crolli parziali; nelle chiese di S.Basilio e della Madonna dell’Orto caddero le parti sommitali dei rispettivi campanili; nelle chiese dei Carmini e di S.Giacomo ci furono danni minori. Nel Palazzo Ducale caddero alcuni elementi decorativi, mentre nel sito prospiciente, attualmente occupato dalla Libreria Sansoviniana, crollò in parte l’edificio delle "beccherie". I danni all’edilizia abitativa riguardarono sia le dimore patrizie, con danni e qualche crollo alla Ca’ d’Oro e alle case Contarini­Michiel e Morosini, sia il patrimonio civile minore: ci furono infatti diffusi crolli di camini, il crollo della cupola di una torretta a San Vio e il crollo totale di una vecchia casa ai Carmini. Numerose repliche furono avvertite nei giorni successivi; in particolare il 28 marzo, a causa di una scossa, la campana del maleficio diede dieci tocchi (1).

(1)
Zanon F.S.
Storia sismica della provincia di Venezia, in "Annuario dell’Osservatorio geofisico del seminario patriarcale di Venezia", s.II, a.10, pp.53-89.
Verona 1937
Gallicciolli G.
Delle memorie venete antiche, profane ed ecclesiastiche, libri tre, 8 voll.
Venezia 1795
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

Castelfranco VenetoTV45.670811.9261VI-VII

La scossa del 26 marzo causò danni diffusi. Lettera del Podestà e del Capitano (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

ChioggiaVE45.218912.2789VI-VII

La scossa del 26 marzo causò danni non precisabili.

FannaPN46.185812.7519VI-VII

La scossa del 26 marzo causò il crollo di parte del tetto della chiesa (1).

(1)
Cergol M. e Slejko D.
I terremoti del 1511 e del 1690 nelle alpi orientali, in "Atti del Convegno, Pisa 25-27 giugno 1990", CNR-GNDT, vol.2 (Macrosismica), a cura di P.Albini e M.S.Barbano, pp.69-91.
Bologna 1991

GoriziaGO45.942513.6197VI-VII

La scossa del 26 marzo causò danni non precisabili (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

MazzorboVE45.485612.4078VI-VII

La scossa del 26 marzo causò danni diffusi. Lettera del Podestà e del Capitano (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

MestreVE45.493312.2414VI-VII

La scossa del 26 marzo causò danni diffusi. Lettera del Podestà e del Capitano (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

PadovaPD45.406411.8758VI-VII

La scossa del 26 marzo causò il crollo di camini. Secondo le lettere del Podestà e del Capitano, riportate da Sanuto (1) vi furono alcuni danni non gravi. Furono danneggiati il duomo e alcuni muri del Castello. Alcune repliche furono avvertite il 28 marzo, l’1 e il 2 aprile.

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

PordenonePN45.963312.6603VI-VII

La scossa del 26 marzo causò il crollo di camini, danni alla torre campanaria e fece suonare le campane (1).

(1)
Benedetti A.
Storia di Pordenone.
Pordenone 1964

TorcelloVE45.496912.4175VI-VII

La scossa del 26 marzo causò danni diffusi. Lettera del Podestà e del Capitano (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

Wien48.199716.3608VI-VII

Secondo Ribaric (1), la scossa del 26 marzo avrebbe danneggiato il campanile della cattedrale di S.Stefano.

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

CormonsGO45.958613.4675VI

La scossa del 26 marzo causò danni lievi (1).

(1)
Baratta M.
I terremoti d’Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901

FerraraFE44.835611.6183VI

La scossa del 26 marzo causò il crollo di camini; le campane della torre di Rigobello suonarono da sole (1).
Una replica fu avvertita sensibilmente il 28 marzo (2).

(1)
Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, Manoscritti, cl.I, 645, Filippo Rodi, Annali di Ferrara (dalle origini fino alla fine del XVI secolo), 3 voll., sec.XVI.
0016
(2)
Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, Manoscritti, cl.I, 645, Filippo Rodi, Annali di Ferrara (dalle origini fino alla fine del XVI secolo), 3 voll., sec.XVI.
0016

MantovaMN45.151910.775VI

La scossa del 26 marzo causò il crollo di camini e alcuni danni alla facciata della chiesa di S.Agnese (1).

(1)
Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, classe F (Legislazione e sistemazione del governo), Corrispondenza interna, b.2482, Lettera di Lodovico Fontana al marchese di Mantova, Mantova 27 marzo 1511.
1511

VeronaVR45.437810.9936VI

La scossa del 26 marzo causò il crollo di camini, mentre quella del 28 marzoe dell’1 aprilefurono genericamente avvertite (1).

(1)
Dalla Corte G.
Historia della città di Verona [dalle origini al 1560], 2 voll.
Verona 1594

VicenzaVI45.548911.5492VI

La scossa del 26 marzo causò il crollo di camini (1), mentre quella del 28 marzo fu semplicemente avvertita (2).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
(2)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886
Castellini S.
Storia della città di Vicenza ove si vedono i fatti e le guerre de’ Vicentini così esterne come civili, dall’origine di essa città sino all’anno 1630, 14 voll.
Vicenza 1783

BondenoMN44.944410.8572V-VI

La scossa del 26 marzo fu fortissima e fece scappare dalle case le persone (1).

(1)
Sanudo Marino
I Diarii, tomo 12 (1511), ed. N.Barozzi.
Venezia 1886

Ceské Budejovice48.975614.4778V

Secondo Ribaric, il quadro degli effetti dalla scossa del 26 marzo in questa località, di cui non fornisce un dettaglio descrittivo, corrisponderebbe al grado V MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

ComoCO45.80949.08417V

La scossa del 26 marzo fece tremare gli edifici; i vini divennero torbidi (1).

(1)
Corradi A.
Annali delle epidemie occorse in Italia dalle prime memorie fino al 1850 compilati con varie note e dichiarazioni, 5 voll. (ristampa anastatica, Bologna 1972-73).
Bologna 1865

Litomerice50.533614.1272V

Secondo Ribaric, il quadro degli effetti dalla scossa del 26 marzo in questa località, di cui non fornisce un dettaglio descrittivo, corrisponderebbe al grado V MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

LodiLO45.31429.50139V

La scossa del 26 marzo fece tremare gli edifici (1).

(1)
Da Nova F.
Cronaca Lodigiana (1500-1528), in "Archivio Storico per la città e comuni del circondario di Lodi", a.9 (1890), fasc.1.
Lodi 1890

ParmaPR44.800610.3286V

La scossa del 26 marzo causò la caduta del campanaccio del Palazzo del Comune (1).

(1)
Benassi U.
Storia di Parma, 5 voll.
1899

PiacenzaPC45.05229.6925V

La scossa del 26 marzo fu avvertita fortemente.

Slanj50.228114.0811V

Secondo Ribaric, il quadro degli effetti dalla scossa del 26 marzo in questa località, di cui non fornisce un dettaglio descrittivo, corrisponderebbe al grado V MSK (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

AlessandriaAL44.91258.61444F

La scossa del 26 marzo fu avvertita (1).

(1)
Schiavina G.
Annales Alexandrini, ed. V.F.Pongiglione, in "Historiae Patriae Monumenta", tomo 11, SS., 4, coll.1-660.
Torino 1863

Bamberg49.891910.8964F

Secondo Ribaric la scossa del 26 marzo sarebbe stata avvertita (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Bayreuth49.935611.5903F

Secondo Ribaric la scossa del 26 marzo sarebbe stata avvertita (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

Hof50.331911.9231F

Secondo Ribaric la scossa del 26 marzo sarebbe stata avvertita (1).

(1)
Ribaric V.
The Idrija earthquake of March 26, 1511, a reconstruction of some seismological parameters, in "Tectonophysics", a.53 (1979), pp.315-324.
Amsterdam 1979

PortobuffoléTV45.853112.5378F

La scossa del 26 marzo fu avvertita (1).

(1)
Cergol M. e Slejko D.
I terremoti del 1511 e del 1690 nelle alpi orientali, in "Atti del Convegno, Pisa 25-27 giugno 1990", CNR-GNDT, vol.2 (Macrosismica), a cura di P.Albini e M.S.Barbano, pp.69-91.
Bologna 1991

RavennaRA44.416912.1983F

La scossa del 26 marzo fu avvertita (1).

(1)
Branca Tedallini Sebastiano
Diario romano dal 1.º maggio 1485 al 6 giugno 1524, ed. P.Piccolomini, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 23, parte 3.
Città di Castello 1904
Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, Fondo sismico, 7/A3, Colanello Pacca, Discorso del terremoto, 1563-1580.
1563

UrbinoPU43.725812.6361F

La scossa del 26 marzo fu avvertita.

ModenaMO44.646910.9253IV-V

La scossa del 26 marzo fu avvertita sensibilmente (1).

(1)
Todesco A.
Annali della Città di Modena (1501-1547), a cura di R.Bussi e R.Montagnani.
Modena 1979

BolognaBO44.497811.3397IV

Sei cronache bolognesi coeve riferiscono che la scossa del 26 marzo 1511 fu sentita e che non causò danni; non sono segnalati effetti di panico o spavento tra la popolazione (1); un’altra fonte, Eliseo Mamelini (2), sembra sostenere che lo stesso giorno del terremoto crollò, o fu danneggiato ("è ruinato") un tratto delle mura della città lungo circa 114 m (30 pertiche) ubicato nei pressi dell’odierna piazza VIII Agosto, adiacente al castello nuovo fatto costruire dal papa Giulio II, a partire dal febbraio 1507, nei pressi di porta Galliera, che vi fu inglobata. Questo castello fu distrutto due mesi dopo il terremoto, il 27 maggio 1511 dai sostenitori dei Bentivoglio. Due delle cronache sopra citate (3), tuttavia, datano il crollo delle mura al 6 aprile 1511, più di 10 giorni dopo il terremoto. Un’altra fonte coeva, Fileno dalla Tuata (4), che non riporta notizie del terremoto, precisa ulteriormente, in modo molto preciso, che domenica 6 aprile all’ora del vespro caddero dieci archi delle mura della città. Ì probabile pertanto che la data riportata da Eliseo Mamelini (5) sia errata e più che il terremoto siano state le forti pioggie, cadute initerrottamente già il 25 marzo e ai primi di aprile 1511, a concorrere alla caduta del tratto di mura di Bologna (6).

(1)
Alberti Leandro
Historie di Bologna 1479-1543, a cura di A.Antonelli e M.R.Musti, 3 voll. (Collana di cronache bolognesi d’epoca medioevale moderna e contemporanea, 10).
Bologna 2006
Biblioteca del Convento di S.Francesco di Bologna, Manoscritti, 35, Giovan Battista e Giangaleazzo Bottrigari, Ricordi [700-1554], sec.XVI.
0016
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 581, cc.175-183r, Memorie levate dai Giornali del Sig[nor]e Giacomo del Gambaro delle cose seguite in Bologna [1196-1361, con note sugli anni 1376, 1399 e 1505-1513], copia A.F.Ghiselli sec.XVIII.
0018
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 430, Friano Ubaldini, Cronaca di Bologna che comincia dalla Creazione del Mondo et arriva fino all’anno di N.S. 1513, 4 voll., sec.XVI.
0016
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 294, Cronaca di Bologna di Marco Antonio Bianchini (700-1513) con aggiunte dal 18 agosto 1559 al 16 novembre 1560, secc.XV-XVI.
0015
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 779, Giacomo Zili, Cronaca di Bologna dal 1494 al 1513, sec.XVI.
0016
(2)
Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Manoscritti, B.1155, Eliseo Mamellini, Memoriale, secc.XV-XVI.
0015
(3)
Alberti Leandro
Historie di Bologna 1479-1543, a cura di A.Antonelli e M.R.Musti, 3 voll. (Collana di cronache bolognesi d’epoca medioevale moderna e contemporanea, 10).
Bologna 2006
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 779, Giacomo Zili, Cronaca di Bologna dal 1494 al 1513, sec.XVI.
0016
(4)
Biblioteca Universitaria di Bologna, Manoscritti, 1439, Fileno delle Tuate, Historia di Bologna [origini-1511], 3 voll., sec.XVI.
0016
(5)
Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Manoscritti, B.1155, Eliseo Mamellini, Memoriale, secc.XV-XVI.
0015
(6)
Alberti Leandro
Historie di Bologna 1479-1543, a cura di A.Antonelli e M.R.Musti, 3 voll. (Collana di cronache bolognesi d’epoca medioevale moderna e contemporanea, 10).
Bologna 2006