The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading
Date | Time | Lat | Lon | Rel | Io | Imax | Sites | Nref | Me | Rme | Location | Country |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
03 02 1455 | 20:00 | 46.117 | 12.9 | D | 0 | 0 | 1 | 0016 | 0 | D | Spilimbergo | Italy |
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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1455 02 03 20:- 46.10 12.90 - - 1 16 Spilimbergo
PFG 1455 02 03 20:- 46.10 12.90 8.0 - - - Spilimbergo
PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
CFT 1455 02 03 20:- 46.10 12.90 - - 1 16 Spilimbergo
PFG 1455 02 03 20:- 46.10 12.90 8.0 - - - Spilimbergo
PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING
State of earthquakes review
È stata revisionata la bibliografia del Catalogo PFG (1985) ed è stata sviluppata una ricerca sulle fonti memorialistiche edite. Baratta (1901) (1) desunse la notizia di questo evento dal catalogo dei terremoti friulani di Tommasi (1888) (2). Tommasi menzionò, citando il "Chronicon Spilimbergense", una forte scossa avvenuta nella notte del 3 febbraio 1455, che causò gravi danni agli edifici in varie località, e in particolare a Spilimbergo.
La ricerca ha recuperato e analizzato tale fonte: il "Chronicon Spilimbergense" (ed. 1856) (3) è una cronaca friulana redatta a più mani da autori anonimi e risulta allo stato attuale delle conoscenze lunica fonte su questo terremoto. Il codice, appartenente alla chiesa di Spilimbergo, fu trascritto prima dallabate G.D.Ongaro, poi dallabate G.Bianchi che ne fornì ledizione nel 1856. Riguarda essenzialmente memorie locali, scritte in forma molto concisa e quasi come annotazioni. Degli autori e del loro lavoro si hanno pochissime informazioni: né Bianchi nell"Antelogium" delledizione (1856), né lanonimo recensore del "Chronicon" nell"Archivio Storico Italiano" (1856) (4) forniscono elementi in questo senso.
Lanalisi del testo ha consentito di accertare che la cronaca, pur ricordando il crollo di alcuni edifici in "diversi luogi", non fa in realtà alcun riferimento a danni specifici accaduti a Spilimbergo, che furono quindi inferiti da Tommasi in base alla località in cui fu scritto il codice. Lautore recepì probabimente la memoria di un terremoto accaduto in altre parti: questa ipotesi è basata sullosservazione che lautore del testo usò degli stereotipi letterari per menzionare questo evento ("terremotus validus ita universum concussit...").
Per cercare di individuare larea epicentrale o effetti locali sono state analizzate fonti memorialistiche dellarea veneta, ma con esito negativo.
È emersa una sola concordanza cronologica: nel corpus delle cronache bolognesi del Quattrocento, due testi, la cronaca Rampona di Bartolomeo della Pugliola, che nelledizione dei "Rerum Italicarum Scriptores" curata da Sorbelli nel 1911 è definita cronaca A (5), e la cronaca Varignana (cronaca B) (6), fonti autorevoli per questi anni, ricordano un terremoto appenninico, nella valle del fiume Reno, accaduto nella notte del 6 febbraio 1455, a causa del quale caddero molte case e molti abitanti della montagna fuggirono (presumibilmente in città). Coincide il mese (febbraio) e lanno, non il giorno: 3 per il "Chronicon" friulano, 6 per le cronache bolognesi. Si può rilevare che nella grafia amanuense poteva essere molto facile lo scambio di queste cifre (III e VI) in quanto comportano lo stesso numero di aste, tuttavia questa imprecisione potrebbe essere dovuta anche ad una trasmissione orale della notizia. Sia per le fonti bolognesi che per il "Chronicon" friulano il terremoto accadde di notte.
La scossa appenninica del 6 febbraio 1455, sconosciuta alla tradizione sismologica, non è elencata nei cataloghi derivati; nelle fonti risulta chiaramente distinta dalla scossa del 20 dicembre 1455, sempre di area bolognese (si veda ledizione precedente del Catalogo ING-SGA; Boschi et al. 1995 (7)).
Allo stato attuale della revisione mancano ancora molti elementi per precisare se pochi giorni prima di quello dellappennino bolognese, il 3 febbraio 1455 ci fu un terremoto in area friulana, o se invece si tratta dello stesso evento, di cui la fonte friulana recepì la notizia. A favore di questultima ipotesi, per altro non ancora suffragata da prove certe, può essere rilevata una certa somiglianza di espressioni nelle due tradizioni: in entrambe è contenuto un riferimento alla paura e alla sorpresa, non molto frequenti in periodo medievale.
Baratta M.
I terremoti dItalia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(2)
Tommasi A.
I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887, in "Annali dellUfficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.183-205.
Roma 1888
(3)
Chronicon Spilimbergense nunc primum in lucem editum [1241-1489], ed. G.Bianchi.
Udine 1856
(4)
Chronicon Spilimbergense, recensione anonima in "Archivio Storico Italiano", n.s., tomo 3/2, pp.213-216.
Firenze 1856
(5)
Cronaca Rampona (Cronaca A) [1104-1471], in Corpus chronicorum Bononiensium, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1.
Città di Castello-Bologna 1910
(6)
Cronaca Varignana (Cronaca B) [-1471], in Corpus chronicorum Bononiensum, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1.
Città di Castello-Bologna 1910
(7)
Boschi E., Ferrari G., Gasperini P., Guidoboni E., Smriglio G. e Valensise G.
Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980, ING-SGA.
Bologna 1995
La ricerca ha recuperato e analizzato tale fonte: il "Chronicon Spilimbergense" (ed. 1856) (3) è una cronaca friulana redatta a più mani da autori anonimi e risulta allo stato attuale delle conoscenze lunica fonte su questo terremoto. Il codice, appartenente alla chiesa di Spilimbergo, fu trascritto prima dallabate G.D.Ongaro, poi dallabate G.Bianchi che ne fornì ledizione nel 1856. Riguarda essenzialmente memorie locali, scritte in forma molto concisa e quasi come annotazioni. Degli autori e del loro lavoro si hanno pochissime informazioni: né Bianchi nell"Antelogium" delledizione (1856), né lanonimo recensore del "Chronicon" nell"Archivio Storico Italiano" (1856) (4) forniscono elementi in questo senso.
Lanalisi del testo ha consentito di accertare che la cronaca, pur ricordando il crollo di alcuni edifici in "diversi luogi", non fa in realtà alcun riferimento a danni specifici accaduti a Spilimbergo, che furono quindi inferiti da Tommasi in base alla località in cui fu scritto il codice. Lautore recepì probabimente la memoria di un terremoto accaduto in altre parti: questa ipotesi è basata sullosservazione che lautore del testo usò degli stereotipi letterari per menzionare questo evento ("terremotus validus ita universum concussit...").
Per cercare di individuare larea epicentrale o effetti locali sono state analizzate fonti memorialistiche dellarea veneta, ma con esito negativo.
È emersa una sola concordanza cronologica: nel corpus delle cronache bolognesi del Quattrocento, due testi, la cronaca Rampona di Bartolomeo della Pugliola, che nelledizione dei "Rerum Italicarum Scriptores" curata da Sorbelli nel 1911 è definita cronaca A (5), e la cronaca Varignana (cronaca B) (6), fonti autorevoli per questi anni, ricordano un terremoto appenninico, nella valle del fiume Reno, accaduto nella notte del 6 febbraio 1455, a causa del quale caddero molte case e molti abitanti della montagna fuggirono (presumibilmente in città). Coincide il mese (febbraio) e lanno, non il giorno: 3 per il "Chronicon" friulano, 6 per le cronache bolognesi. Si può rilevare che nella grafia amanuense poteva essere molto facile lo scambio di queste cifre (III e VI) in quanto comportano lo stesso numero di aste, tuttavia questa imprecisione potrebbe essere dovuta anche ad una trasmissione orale della notizia. Sia per le fonti bolognesi che per il "Chronicon" friulano il terremoto accadde di notte.
La scossa appenninica del 6 febbraio 1455, sconosciuta alla tradizione sismologica, non è elencata nei cataloghi derivati; nelle fonti risulta chiaramente distinta dalla scossa del 20 dicembre 1455, sempre di area bolognese (si veda ledizione precedente del Catalogo ING-SGA; Boschi et al. 1995 (7)).
Allo stato attuale della revisione mancano ancora molti elementi per precisare se pochi giorni prima di quello dellappennino bolognese, il 3 febbraio 1455 ci fu un terremoto in area friulana, o se invece si tratta dello stesso evento, di cui la fonte friulana recepì la notizia. A favore di questultima ipotesi, per altro non ancora suffragata da prove certe, può essere rilevata una certa somiglianza di espressioni nelle due tradizioni: in entrambe è contenuto un riferimento alla paura e alla sorpresa, non molto frequenti in periodo medievale.
Note
(1)Baratta M.
I terremoti dItalia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(2)
Tommasi A.
I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887, in "Annali dellUfficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.183-205.
Roma 1888
(3)
Chronicon Spilimbergense nunc primum in lucem editum [1241-1489], ed. G.Bianchi.
Udine 1856
(4)
Chronicon Spilimbergense, recensione anonima in "Archivio Storico Italiano", n.s., tomo 3/2, pp.213-216.
Firenze 1856
(5)
Cronaca Rampona (Cronaca A) [1104-1471], in Corpus chronicorum Bononiensium, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1.
Città di Castello-Bologna 1910
(6)
Cronaca Varignana (Cronaca B) [-1471], in Corpus chronicorum Bononiensum, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1.
Città di Castello-Bologna 1910
(7)
Boschi E., Ferrari G., Gasperini P., Guidoboni E., Smriglio G. e Valensise G.
Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980, ING-SGA.
Bologna 1995
Bibliography
Author | Title | Text Value | Text Date | Place of publ. |
---|---|---|---|---|
Ambraseys N.N. | The Gemona di Friuli Earthquake of 6 May 1976, in "The Gemona di Friuli Earthquake of 6 May 1976", UNESCO, Restricted Technical Report, RP/1975-76/2.222.3, pt.2. | Scientific bibliography | 1976 | Paris |
Baratta M. | I terremoti dItalia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979). | Catalogue | 1901 | Torino |
Bianchi G. | Antelogium, in "Chronicon Spilimbergense nunc primum in lucem editum". | Historiographical study | 1856 | Udine |
* | Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, Manoscritti Italiani, VII, 2557-2558 (=12449-12450), Pietro Dolfin, Cronaca Veneta (fino al 1422), sec.XV, copia sec.XVIII. | Negative source | 0018 | |
Boschi E., Ferrari G., Gasperini P., Guidoboni E., Smriglio G. e Valensise G. | Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980, ING-SGA. | Catalogue | 1995 | Bologna |
* | Chronicon Spilimbergense nunc primum in lucem editum [1241-1489], ed. G.Bianchi. | Direct source | 1856 | Udine |
* | Chronicon Spilimbergense, recensione anonima in "Archivio Storico Italiano", n.s., tomo 3/2, pp.213-216. | Historiographical study | 1856 | Firenze |
Corbanese G.G. | Il Friuli, Trieste e lIstria. Grande atlante storico-cronologico comparato, 2 voll. | Historiographical study | 1983 | Udine |
* | Cronaca Rampona (Cronaca A) [1104-1471], in Corpus chronicorum Bononiensium, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1. | Direct source | 1910 | Città di Castello-Bologna |
* | Cronaca Varignana (Cronaca B) [-1471], in Corpus chronicorum Bononiensum, ed. A.Sorbelli, "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 18, parte 1. | Direct source | 1910 | Città di Castello-Bologna |
Dalla Corte G. | Historia della città di Verona [dalle origini al 1560], 2 voll. | Negative source | 1594 | Verona |
Iaccarino E. e Molin D. | Raccolta di notizie macrosismiche dellItalia Nordorientale dallanno 0 allaprile 1976, CNEN, RT/DISP (78) 7. | Catalogue | 1978 | Roma |
Portenari A. | Della felicità di Padova. | Negative source | 1623 | Padova |
Sanudo Marino | Le vite dei Dogi [-1536] (sec.XVI), ed. G.Monticolo, in "Rerum Italicarum Scriptores", tomo 22, parte 4, vol.1. | Negative source | 1900 | Città di Castello |
Scardeone B. | De Antiquitate Urbis Patavii. | Negative source | 1560 | Basilea |
Tommasi A. | I terremoti nel Friuli dal 1116 al 1887, in "Annali dellUfficio Centrale Meteorologico e Geodinamico Italiano", s.II, vol.8, a.1886, parte 4, pp.183-205. | Catalogue | 1888 | Roma |
Felt Localities (1)
Locality | Province | Lat | Lon | Intensity | |
---|---|---|---|---|---|
Spilimbergo | PN | 46.1103 | 12.8986 | NC | |
Evento fortemente dubbio. Il "Chronicon Spilimbergense" (1) attesta che il terremoto causò gravi danni in molte località, ma non menziona specificamente alcuna area o paese. (1) |
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1455 02 03 20 -- -- 0.00 0.00 0.0 0.0 0 16 Spilimbergo
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