The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading
Date | Time | Lat | Lon | Rel | Io | Imax | Sites | Nref | Me | Rme | Location | Country |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
16 01 1161 | 06:00 | 41.567 | 13.333 | b | 7 | 7 | 1 | 0024 | 5.1 | Ceccano | Italy |
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The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
- - - - -
PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
- - - - -
PFG = Catalogo dei terremoti italiani dall anno 1000 al 1980, PFG/CNR
ING = Catalogo dei terremoti italiani dal 1456 a.C. al 1980, ING
State of earthquakes review
Due terremoti accaduti il 15 ottobre 1160 e il 16 gennaio 1161 sono noti ai primi cataloghi sismici a partire dalla fine del XVII secolo e sicuramente fino al 1985, ma risultano "persi" nei cataloghi italiani in uso. Sono analizzati in Guidoboni e Comastri (2005) (1), da cui è tratta questa scheda.
Bonito (1691) (2), pur rimandando alla fonte primaria, postdata di un anno questi terremoti, elencandoli nel 1161 e nel 1162. Perrey (1848) (3) riporta i due terremoti datandoli invece, correttamente, al 1160 e 1161 e localizzandoli a Ceccano (in provincia di Frosinone). Capocci (1861-1863) (4) segnala soltanto il terremoto del 1160 e lo localizza a Ceccano o nella vicina Veroli. Mercalli (1883) (5) segnala entrambi i terremoti localizzandoli genericamente in provincia di Frosinone. Baratta (1901) (6), localizza questi eventi a Ceccano (in provincia di Frosinone, Lazio meridionale), o a Veroli, una località vicina, dove sosteneva che si trovasse il papa, equivocando il passo della fonte utilizzata, il "Chronicon Fossaenova". In realtà, il papa, Alessandro III, si trovava ad Anagni, località non lontana. Tutti questi cataloghi riprendono la notizia dei due terremoti da una fonte coeva, cioè la cronaca che si credeva redatta nellabbazia di Fossanova, edita con il titolo, attribuitole da Muratori, di "Chronicon Fossaenova", nei "Rerum Italicarum Scriptores"(vol.VII, 1725, col.872).
Venendo ai cataloghi parametrici, Giorgetti e Iaccarino (1971) (7) elencano solo levento del 1160, localizzato a Veroli e a cui attribuiscono unintensità epicentrale di VII grado MSK. Carrozzo et al. (1973) (8) elencano entrambi gli eventi con intensità epicentrale di VII grado MSK. DellOlio e Molin (1980) (9) indicano larea di Frosinone, senza stima dintensità. Nel catalogo PFG (1985) i due eventi sono elencati senza stima dintensità epicentrale e localizzati a Veroli. I due terremoti non compaiono più nei cataloghi sismici successivi: non nel CFTI (Boschi et al. 1995, 1997, 2000), in quanto la loro intensità è sotto la soglia degli eventi selezionati per questo catalogo; ma neppure nei cataloghi con una soglia dintensità più bassa (Camassi e Stucchi 1997 e quindi il derivato CPTI 1999).
Questi sono, invece, due forti eventi autorevolmente attestati, localizzatei dalla tradizione sismologica a Ceccano. Tuttavia, Guidoboni e Comastri (2005) ritengono che siano invece da correlare a un terremoto di Subiaco, avvenuto al tempo di papa Alessandro III (1159-1181). Dalla loro analisi desumiamo i dati qui riportati.
Il 15 ottobre 1160 un terremoto colpì larea di Ceccano; un altro terremoto avvenne il 16 gennaio dellanno seguente, alle ore 6:00 GMT circa (allaurora). Questi due eventi sono attestati nella cronaca coeva riguardante la città di Ceccano, che si credeva redatta nellantica abbazia di Fossanova, ma che secondo Pertz, che la ripubblicò nel 1866 con il titolo di "Annales Ceccanenses", (10) fu redatta a Ceccano. Si tratta di un testo scritto tra la fine del XII e linizio del XIII secolo da un autore ignoto, forse identificabile con Benedetto, notaio del conte Giovanni da Ceccano, massima autorità laica locale di quellepoca, morto nel 1224 o 1227.
Il ricordo dei due terremoti (p.285) è piuttosto scarno, ma non dubbio: in entrambi i casi oltre alle date è riportato un aggettivo "grande" e "ingente" ("magnus" e "ingens") per indicare qualitativamente la "grandezza" del terremoto, senza specificarne gli effetti.
La letteratura sismologica, sulla base di questunica fonte, ha localizzato questi due terremoti così: Giorgetti e Iaccarino (1971) (11) e il catalogo PFG (1985, fiches) indicano Veroli, riprendendo la tradizione derivante da Baratta (1901) (12), in cui il primo terremoto è datato erroneamente al 14 gennaio; DellOlio e Molin (1980) (13) indicano larea di Frosinone, senza stima dintensità.
Guidoboni e Comastri (2005) ritengono che questi due eventi siano da mettere in relazione con il terremoto (anche questo perduto nei cataloghi in uso) datato nella fonte che lo attesta come detto sopra durante il pontificato di Alessandro III (1159-1181). Questo terremoto a Subiaco fece crollare quasi totalmente lantica chiesa dei Ss.Cosma e Damiano e lannesso monastero di S.Clemente, il primo cenobio fondato da San Benedetto allinizio del VI secolo e dedicato a S.Clemente. La fondazione di questo monastero fu realizzata riusando parte delle strutture dellantica villa romana di Nerone (54-68 d.C.), edificata nei primi anni del suo regno. In seguito i Benedettini si trasferirono nel vicino monastero di S.Scolastica, costruito a partire dal secolo XI.
Il terremoto responsabile del crollo della chiesa dei Ss.Cosma e Damiano è ricordato senza data esplicita nel "Chronicon Sublacense", (ed. 1927) (14): questultimo è un testo del Trecento, che conserva la storia del monastero benedettino di Subiaco, scritta da vari autori in tempi diversi a partire dal secolo XII e compilata, nella sua forma ultima, negli anni 1370-1377.
Il passo del "Chronicon Sublacense" che si riferisce al terremoto contiene diversi riferimenti cronologici, oltre ad alcune lacune testuali: forse per questa ragione ne sono state date nella storiografia e nella letteratura sismologica interpretazioni inesatte. Infatti, al terremoto menzionato in questo testo sono state attribuite le date 1216, 1227, 1228, mettendo poi in dubbio laccadimento stesso dellevento (Molin 1995; Molin et al. 2000) (15). Lanalisi del passo e delle interpretazioni che ne sono state date consente di emendare le date sopra riportate e di attribuire il danno di Subiaco allo stesso terremoto sentito fortemente a Ceccano nel 1160.
Il "Chronicon Sublacense", di cui il testo più antico è nel codex Vaticanus Rossianus 385, fu pubblicato prima nel 1738 da Muratori ("Rerum Italicarum Scriptores", vol.24), e poi in modo più accurato nel 1927 da Morghen. Le difficoltà interpretative del passo del "Chronicon Sublacense" si devono alle lacune contenute nel testo del codice Rossiano. In particolare, la notizia del terremoto è preceduta da una lettera "A" maiuscola seguita da spazio bianco. Guidoboni e Comastri (2005) (16) concordano con Di Giovambattista e Tertulliani (1996) (17) e Di Giovambattista et al. (1997) (18) sulla datazione dellevento, che è ben identificabile grazie allintegrazione che Morghen fece di questa lacuna: "A[lexandri pape tempore scriptum]", suffragata e suggerita dalla successiva indicazione "tempore Alexandri pape tercii ille", dove il pronome "ille" segnala che il papa Alessandro III è stato precedentemente nominato, precisamente nella lacuna. Il "Chronicon Sublacense" ricorda poi labate Lando, entrato in carica nel 1219 o 1227, che fece portar via dalle rovine della chiesa crollata i materiali edilizi riutilizzabili (marmi, colonne), per adoperarli nella costruzione del chiostro del monastero di S.Scolastica. Infine, dopo altre lacune, è riportata unindicazione cronologica precisa: lanno 1165, in cui labate Oddone avrebbe sottratto gli ornamenti della chiesa. A tal proposito va detto che in quegli anni non ci fu un abate di S.Scolastica chiamato Oddone: Morghen (1927) ipotizza che si tratti di Ottaviano, figlio di Ottone de Polo, che in quegli anni aveva conquistato il monastero, sottraendone molte ricchezze. Pertanto, si deve ritenere con ragionalevole certezza che il terremoto distruttivo di Subiaco accadde tra il 1159 e il 1181 (anni del pontificato di Alessandro III); più probabilmente tra il 1159 e il 1165.
Di Giovambattista e Tertulliani (1996) (19) e Di Giovambattista et al. (1997) (20) non approfondiscono la relazione fra questa indicazione cronologica e quella contenuta negli "Annales Ceccanenses" (21), che riportano, come si è visto, la data precisa di due terremoti ravvicinati, per gli anni 1160 e 1161. È invece improbabile che il terremoto di Subiaco sia da mettere in relazione con quello riportato negli "Annales Ceccanenses" (22) per lanno 1170, proprio perché il terremoto causa di danni a Subiaco avvenne più probabilmente nel periodo compreso tra il 1159 e il 1165. Invece, Molin (1995) (23) e Molin et al. (2000) (24) ritengono dubbio levento di Subiaco. Molin et al. (2002) (25), pur ritenendo improbabile laccadimento di questo terremoto, pensano in ogni caso che esso sarebbe databile ai primi decenni del XIII secolo, ovvero sotto il governo dellabate Lando. A loro giudizio, non condiviso da Guidoboni e Comastri (2005) (26), il riuso delle macerie avrebbe dovuto essere fatto poco dopo levento che le ha causate, e non dopo oltre mezzo secolo. Ma questa congettura secondo Guidoboni e Comastri (2005) (27) è arbitraria, prorpio in considerazione dei lunghi tempi attestati per le ricostruzioni o i riusi nei secoli del Medioevo.
Per cercare ulteriori informazioni su questo terremoto è stata svolta una ricerca sulla documentazione edita della cancelleria pontificia, ipotizzando un qualche intervento papale a favore dellabbazia di Subiaco. Lo spoglio ha però dato esito negativo: né il "Repertorium privilegiorum" relativi al Lazio (ed. 1907) (28), né i "Regesta Pontificum Romanorum ab condita ecclesia" (ed. 1885-1888) (29), né gli "Acta pontificum Romanorum inedita" (ed. 1881-1888) (30) contengono riferimenti a questo terremoto.
I risultati di indagini archeologiche nelle strutture della villa neroniana (Fiore Cavaliere and Mari 1996) (31) hanno ipotizzato un effetto di frana causato dal terremoto attestato dal "Chronicon Sublacense". Nel corso delle indagini è stata individuata una frattura continua che attraversa in altezza i muri, indizio, secondo gli autori, di una frana responsabile del crollo di una parte della massa rocciosa su cui si trova la villa. Fiore Cavaliere and Mari (1996) (32) hanno ipotizzato che tale frana possa essere stata attivata da un terremoto. Mancano però indicazioni cronologiche di riferimento: sulla base del fatto che per tutto lalto Medioevo e oltre siano state usate le strutture della villa, i due autori hanno ipotizzato che, se la frana individuata è stata attivata da un terremoto, tale evento sia quello attestato dal "Chronicon Sublacense". Non ci sono, tuttavia, convincenti elementi probanti per questa indicazione.
Guidoboni E. e Comastri A.
Catalogue of earthquakes and tsunamis in the Mediterranean area from the 11th to the 15th century.
Roma-Bologna 2005
(2)
Bonito M.
Terra tremante, o vero continuatione de terremoti dalla Creatione del Mondo sino al tempo presente (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1980).
Napoli 1691
(3)
Perrey A.
Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique, in "Mémoires Couronnés et Mémoires des Savants Étrangers de lAcadémie Royale de Belgique", tomo 22 (1846-47).
Bruxelles 1848
(4)
Capocci E.
Catalogo de tremuoti avvenuti nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie posti in raffronto con le eruzioni vulcaniche ed altri fenomeni cosmici, tellurici e meteorici, in "Atti del Reale Istituto dIncoraggiamento alle Scienze Naturali di Napoli", tomo 9, pp.337-421; tomo 10, pp.293-327.
Napoli 1861
(5)
Mercalli G.
Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1981).
Milano 1883
(6)
Baratta M.
I terremoti dItalia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(7)
Giorgetti F. e Iaccarino E.
Italian earthquake catalogue from the beginning of the Christian age up to 1968, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste, contributo n.201 bis.
Trieste 1971
(8)
Carrozzo M.T., De Visintini G., Giorgetti F. e Iaccarino E.
General Catalogue of Italian Earthquakes, CNEN, RT/PROT(73)12.
Roma 1973
(9)
DellOlio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dallanno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980
(10)
Annales Ceccanenses (1-1217), ed. G.H.Pertz, "Monumenta Germaniae Historica", SS., tomo 19, pp.276-302.
Hannover 1866
(11)
Giorgetti F. e Iaccarino E.
Italian earthquake catalogue from the beginning of the Christian age up to 1968, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste, contributo n.201 bis.
Trieste 1971
(12)
Baratta M.
I terremoti dItalia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1979).
Torino 1901
(13)
DellOlio A. e Molin D.
Catalogo macrosismico del Lazio dallanno 1000 al 1975, ENEA (inedito).
1980
(14)
Chronicon Sublacense (593-1369), ed. R.Morghen, in "Rerum Italicarum Scriptores", 2ª ed., tomo 24, parte 6.
Bologna 1927
(15)
Molin D.
Indagini macrosismiche. Revisione del catalogo dei terremoti, in "Lazio meridionale. Sintesi delle ricerche geologiche multidisciplinari", a cura di C.Carrara, pp.193-200.
Roma 1995
Molin D., Rossi A. e Tertulliani A.
Researches of historical seismology for a low seismicity area: Aniene upper-valley (Central Italy), in "Papers and memoranda from the first Workshop of the ESC Working Group Historical Seismology (1-5 September 1999, Macerata, Italy)", ed. V.Castelli, G.Monachesi, and H.Coppari, pp.27-32.
Macerata 2000
(16)
Guidoboni E. e Comastri A.
Catalogue of earthquakes and tsunamis in the Mediterranean area from the 11th to the 15th century.
Roma-Bologna 2005
(17)
Di Giovambattista R. e Tertulliani A.
I terremoti medievali di Subiaco. I. Rivalutazione dei terremoti medievali di Subiaco: un approccio multidisciplinare, in "Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e dArte", vol.69 (1996), pp.7-17, 24-26.
Tivoli 1996
(18)
Di Giovambattista R., Tertulliani A. e Mari Z.
Doubtful Events reported in current Italian earthquake catalogues: the medieval earthquakes of Subiaco (Central Italy), in "Natural Hazards", vol.16, n.1, pp.39-55.
Dordrecht 1997
(19)
Di Giovambattista R. e Tertulliani A.
I terremoti medievali di Subiaco. I. Rivalutazione dei terremoti medievali di Subiaco: un approccio multidisciplinare, in "Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e dArte", vol.69 (1996), pp.7-17, 24-26.
Tivoli 1996
(20)
Di Giovambattista R., Tertulliani A. e Mari Z.
Doubtful Events reported in current Italian earthquake catalogues: the medieval earthquakes of Subiaco (Central Italy), in "Natural Hazards", vol.16, n.1, pp.39-55.
Dordrecht 1997
(21)
Annales Ceccanenses (1-1217), ed. G.H.Pertz, "Monumenta Germaniae Historica", SS., tomo 19, pp.276-302.
Hannover 1866
(22)
Annales Ceccanenses (1-1217), ed. G.H.Pertz, "Monumenta Germaniae Historica", SS., tomo 19, pp.276-302.
Hannover 1866
(23)
Molin D.
Indagini macrosismiche. Revisione del catalogo dei terremoti, in "Lazio meridionale. Sintesi delle ricerche geologiche multidisciplinari", a cura di C.Carrara, pp.193-200.
Roma 1995
(24)
Molin D., Rossi A. e Tertulliani A.
Researches of historical seismology for a low seismicity area: Aniene upper-valley (Central Italy), in "Papers and memoranda from the first Workshop of the ESC Working Group Historical Seismology (1-5 September 1999, Macerata, Italy)", ed. V.Castelli, G.Monachesi, and H.Coppari, pp.27-32.
Macerata 2000
(25)
Molin D., Rossi A., Tertulliani A. e Verrubbi V.
Studio della sismicità dellalto bacino dellAniene (Appennino centrale Italia) e catalogo sismico di area, INGV, Quaderni di Geofisica, n.24.
Roma 2002
(26)
Guidoboni E. e Comastri A.
Catalogue of earthquakes and tsunamis in the Mediterranean area from the 11th to the 15th century.
Roma-Bologna 2005
(27)
Guidoboni E. e Comastri A.
Catalogue of earthquakes and tsunamis in the Mediterranean area from the 11th to the 15th century.
Roma-Bologna 2005
(28)
Italia pontificia, sive Repertorium privilegiorum et litterarum a Romanis pontificibus ante annum 1198 Italiae ecclesiis monasteriis civitatibus singulisque personis concessorum, vol.2: Latium, ed.P.F.Kehr.
Berlin 1907
(29)
Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum 1198, ed. Ph.Jaffé, 2 voll.
Leipzig 1885
(30)
Acta pontificum Romanorum inedita, ed. J. von Pflugk-Harttung, 3 voll.
Tübingen 1881
(31)
Fiore Cavaliere M.G. e Mari Z.
I terremoti medievali di Subiaco. II. Evidenze di un probabile terremoto medievale nella villa di Nerone a Subiaco, in "Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e dArte", vol.69 (1996), pp.19-26.
Tivoli 1996
(32)
Fiore Cavaliere M.G. e Mari Z.
I terremoti medievali di Subiaco. II. Evidenze di un probabile terremoto medievale nella villa di Nerone a Subiaco, in "Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e dArte", vol.69 (1996), pp.19-26.
Tivoli 1996
Bonito (1691) (2), pur rimandando alla fonte primaria, postdata di un anno questi terremoti, elencandoli nel 1161 e nel 1162. Perrey (1848) (3) riporta i due terremoti datandoli invece, correttamente, al 1160 e 1161 e localizzandoli a Ceccano (in provincia di Frosinone). Capocci (1861-1863) (4) segnala soltanto il terremoto del 1160 e lo localizza a Ceccano o nella vicina Veroli. Mercalli (1883) (5) segnala entrambi i terremoti localizzandoli genericamente in provincia di Frosinone. Baratta (1901) (6), localizza questi eventi a Ceccano (in provincia di Frosinone, Lazio meridionale), o a Veroli, una località vicina, dove sosteneva che si trovasse il papa, equivocando il passo della fonte utilizzata, il "Chronicon Fossaenova". In realtà, il papa, Alessandro III, si trovava ad Anagni, località non lontana. Tutti questi cataloghi riprendono la notizia dei due terremoti da una fonte coeva, cioè la cronaca che si credeva redatta nellabbazia di Fossanova, edita con il titolo, attribuitole da Muratori, di "Chronicon Fossaenova", nei "Rerum Italicarum Scriptores"(vol.VII, 1725, col.872).
Venendo ai cataloghi parametrici, Giorgetti e Iaccarino (1971) (7) elencano solo levento del 1160, localizzato a Veroli e a cui attribuiscono unintensità epicentrale di VII grado MSK. Carrozzo et al. (1973) (8) elencano entrambi gli eventi con intensità epicentrale di VII grado MSK. DellOlio e Molin (1980) (9) indicano larea di Frosinone, senza stima dintensità. Nel catalogo PFG (1985) i due eventi sono elencati senza stima dintensità epicentrale e localizzati a Veroli. I due terremoti non compaiono più nei cataloghi sismici successivi: non nel CFTI (Boschi et al. 1995, 1997, 2000), in quanto la loro intensità è sotto la soglia degli eventi selezionati per questo catalogo; ma neppure nei cataloghi con una soglia dintensità più bassa (Camassi e Stucchi 1997 e quindi il derivato CPTI 1999).
Questi sono, invece, due forti eventi autorevolmente attestati, localizzatei dalla tradizione sismologica a Ceccano. Tuttavia, Guidoboni e Comastri (2005) ritengono che siano invece da correlare a un terremoto di Subiaco, avvenuto al tempo di papa Alessandro III (1159-1181). Dalla loro analisi desumiamo i dati qui riportati.
Il 15 ottobre 1160 un terremoto colpì larea di Ceccano; un altro terremoto avvenne il 16 gennaio dellanno seguente, alle ore 6:00 GMT circa (allaurora). Questi due eventi sono attestati nella cronaca coeva riguardante la città di Ceccano, che si credeva redatta nellantica abbazia di Fossanova, ma che secondo Pertz, che la ripubblicò nel 1866 con il titolo di "Annales Ceccanenses", (10) fu redatta a Ceccano. Si tratta di un testo scritto tra la fine del XII e linizio del XIII secolo da un autore ignoto, forse identificabile con Benedetto, notaio del conte Giovanni da Ceccano, massima autorità laica locale di quellepoca, morto nel 1224 o 1227.
Il ricordo dei due terremoti (p.285) è piuttosto scarno, ma non dubbio: in entrambi i casi oltre alle date è riportato un aggettivo "grande" e "ingente" ("magnus" e "ingens") per indicare qualitativamente la "grandezza" del terremoto, senza specificarne gli effetti.
La letteratura sismologica, sulla base di questunica fonte, ha localizzato questi due terremoti così: Giorgetti e Iaccarino (1971) (11) e il catalogo PFG (1985, fiches) indicano Veroli, riprendendo la tradizione derivante da Baratta (1901) (12), in cui il primo terremoto è datato erroneamente al 14 gennaio; DellOlio e Molin (1980) (13) indicano larea di Frosinone, senza stima dintensità.
Guidoboni e Comastri (2005) ritengono che questi due eventi siano da mettere in relazione con il terremoto (anche questo perduto nei cataloghi in uso) datato nella fonte che lo attesta come detto sopra durante il pontificato di Alessandro III (1159-1181). Questo terremoto a Subiaco fece crollare quasi totalmente lantica chiesa dei Ss.Cosma e Damiano e lannesso monastero di S.Clemente, il primo cenobio fondato da San Benedetto allinizio del VI secolo e dedicato a S.Clemente. La fondazione di questo monastero fu realizzata riusando parte delle strutture dellantica villa romana di Nerone (54-68 d.C.), edificata nei primi anni del suo regno. In seguito i Benedettini si trasferirono nel vicino monastero di S.Scolastica, costruito a partire dal secolo XI.
Il terremoto responsabile del crollo della chiesa dei Ss.Cosma e Damiano è ricordato senza data esplicita nel "Chronicon Sublacense", (ed. 1927) (14): questultimo è un testo del Trecento, che conserva la storia del monastero benedettino di Subiaco, scritta da vari autori in tempi diversi a partire dal secolo XII e compilata, nella sua forma ultima, negli anni 1370-1377.
Il passo del "Chronicon Sublacense" che si riferisce al terremoto contiene diversi riferimenti cronologici, oltre ad alcune lacune testuali: forse per questa ragione ne sono state date nella storiografia e nella letteratura sismologica interpretazioni inesatte. Infatti, al terremoto menzionato in questo testo sono state attribuite le date 1216, 1227, 1228, mettendo poi in dubbio laccadimento stesso dellevento (Molin 1995; Molin et al. 2000) (15). Lanalisi del passo e delle interpretazioni che ne sono state date consente di emendare le date sopra riportate e di attribuire il danno di Subiaco allo stesso terremoto sentito fortemente a Ceccano nel 1160.
Il "Chronicon Sublacense", di cui il testo più antico è nel codex Vaticanus Rossianus 385, fu pubblicato prima nel 1738 da Muratori ("Rerum Italicarum Scriptores", vol.24), e poi in modo più accurato nel 1927 da Morghen. Le difficoltà interpretative del passo del "Chronicon Sublacense" si devono alle lacune contenute nel testo del codice Rossiano. In particolare, la notizia del terremoto è preceduta da una lettera "A" maiuscola seguita da spazio bianco. Guidoboni e Comastri (2005) (16) concordano con Di Giovambattista e Tertulliani (1996) (17) e Di Giovambattista et al. (1997) (18) sulla datazione dellevento, che è ben identificabile grazie allintegrazione che Morghen fece di questa lacuna: "A[lexandri pape tempore scriptum]", suffragata e suggerita dalla successiva indicazione "tempore Alexandri pape tercii ille", dove il pronome "ille" segnala che il papa Alessandro III è stato precedentemente nominato, precisamente nella lacuna. Il "Chronicon Sublacense" ricorda poi labate Lando, entrato in carica nel 1219 o 1227, che fece portar via dalle rovine della chiesa crollata i materiali edilizi riutilizzabili (marmi, colonne), per adoperarli nella costruzione del chiostro del monastero di S.Scolastica. Infine, dopo altre lacune, è riportata unindicazione cronologica precisa: lanno 1165, in cui labate Oddone avrebbe sottratto gli ornamenti della chiesa. A tal proposito va detto che in quegli anni non ci fu un abate di S.Scolastica chiamato Oddone: Morghen (1927) ipotizza che si tratti di Ottaviano, figlio di Ottone de Polo, che in quegli anni aveva conquistato il monastero, sottraendone molte ricchezze. Pertanto, si deve ritenere con ragionalevole certezza che il terremoto distruttivo di Subiaco accadde tra il 1159 e il 1181 (anni del pontificato di Alessandro III); più probabilmente tra il 1159 e il 1165.
Di Giovambattista e Tertulliani (1996) (19) e Di Giovambattista et al. (1997) (20) non approfondiscono la relazione fra questa indicazione cronologica e quella contenuta negli "Annales Ceccanenses" (21), che riportano, come si è visto, la data precisa di due terremoti ravvicinati, per gli anni 1160 e 1161. È invece improbabile che il terremoto di Subiaco sia da mettere in relazione con quello riportato negli "Annales Ceccanenses" (22) per lanno 1170, proprio perché il terremoto causa di danni a Subiaco avvenne più probabilmente nel periodo compreso tra il 1159 e il 1165. Invece, Molin (1995) (23) e Molin et al. (2000) (24) ritengono dubbio levento di Subiaco. Molin et al. (2002) (25), pur ritenendo improbabile laccadimento di questo terremoto, pensano in ogni caso che esso sarebbe databile ai primi decenni del XIII secolo, ovvero sotto il governo dellabate Lando. A loro giudizio, non condiviso da Guidoboni e Comastri (2005) (26), il riuso delle macerie avrebbe dovuto essere fatto poco dopo levento che le ha causate, e non dopo oltre mezzo secolo. Ma questa congettura secondo Guidoboni e Comastri (2005) (27) è arbitraria, prorpio in considerazione dei lunghi tempi attestati per le ricostruzioni o i riusi nei secoli del Medioevo.
Per cercare ulteriori informazioni su questo terremoto è stata svolta una ricerca sulla documentazione edita della cancelleria pontificia, ipotizzando un qualche intervento papale a favore dellabbazia di Subiaco. Lo spoglio ha però dato esito negativo: né il "Repertorium privilegiorum" relativi al Lazio (ed. 1907) (28), né i "Regesta Pontificum Romanorum ab condita ecclesia" (ed. 1885-1888) (29), né gli "Acta pontificum Romanorum inedita" (ed. 1881-1888) (30) contengono riferimenti a questo terremoto.
I risultati di indagini archeologiche nelle strutture della villa neroniana (Fiore Cavaliere and Mari 1996) (31) hanno ipotizzato un effetto di frana causato dal terremoto attestato dal "Chronicon Sublacense". Nel corso delle indagini è stata individuata una frattura continua che attraversa in altezza i muri, indizio, secondo gli autori, di una frana responsabile del crollo di una parte della massa rocciosa su cui si trova la villa. Fiore Cavaliere and Mari (1996) (32) hanno ipotizzato che tale frana possa essere stata attivata da un terremoto. Mancano però indicazioni cronologiche di riferimento: sulla base del fatto che per tutto lalto Medioevo e oltre siano state usate le strutture della villa, i due autori hanno ipotizzato che, se la frana individuata è stata attivata da un terremoto, tale evento sia quello attestato dal "Chronicon Sublacense". Non ci sono, tuttavia, convincenti elementi probanti per questa indicazione.
Note
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(32)
Fiore Cavaliere M.G. e Mari Z.
I terremoti medievali di Subiaco. II. Evidenze di un probabile terremoto medievale nella villa di Nerone a Subiaco, in "Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e dArte", vol.69 (1996), pp.19-26.
Tivoli 1996
Major earthquake effects
Il 15 ottobre 1160 un terremoto colpì larea di Ceccano; un altro terremoto avvenne il 16 gennaio dellanno seguente, alle ore 6:00 GMT circa (allaurora). La fonte ricorda i due terremoti in modo piuttosto scarno senza specificarne gli effetti; fornisce tuttavia una valutazione qualitativa degli eventi, definiti "magnus" (grande) e "ingens" (molto grande), da cui è possibile ipotizzare che ci furono dei danni.
A queste scosse va probabilmente collegato il fortissimo terremoto che colpì Subiaco tra il 1159 e il 1165 causando il crollo totale della chiesa dei Ss.Cosma e Damiano e di gran parte dellannesso monastero di S.Clemente.
A queste scosse va probabilmente collegato il fortissimo terremoto che colpì Subiaco tra il 1159 e il 1165 causando il crollo totale della chiesa dei Ss.Cosma e Damiano e di gran parte dellannesso monastero di S.Clemente.
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Felt Localities (1)
Locality | Province | Lat | Lon | Intensity | |
---|---|---|---|---|---|
Ceccano | FR | 41.5683 | 13.3342 | VII | |
I due terremoti avvennero il 15 ottobre 1160, senza indicazione dellora, e il 16 gennaio 1161, alle ore 6:00 GMT circa (allaurora). Non sono espressamente menzionati gli effetti, ma sulla base della valutazione qualitativa degli eventi, che sono definiti "magnus" (grande) e "ingens" (molto grande), è possibile ipotizzare che ci furono dei danni (1). (1) |
(under the following heading:
Date time lat long Io Imax sites ref Earthquake Location
1160 10 15 -- -- -- 41.93 13.10 0.0 8.2 0 24 Subiaco
1161 01 16 06 00 -- 41.57 13.33 0.0 7.0 0 24 Ceccano
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